Ragazza, non piangere,
non ridere, non sorridere, non sentirti giù e non volare
troppo in alto col vento.
Stai qui, coi piedi per terra e l'indifferenza dipinta sulle labbra e negli occhi, come ti vogliono, come ti vuole, bella e fresca come una rosa impassibile, pura e superficiale come l'acqua, eppure non sei indispensabile, sei una borsa firmata un capo d'abbigliamento, un braccialetto di un'amicizia finita e sepolta.
Sistemati i capelli ed esci, tenendogli la mano, mentre le tue ditra stringono un pezzo di marmo o granito, non ti abbraccia neppure se lo sente, quel conato di tristezza squoterti il corpo. E ti guarda, sprezzante e autoritario, ed obbedisci sentendoti sciogliere quel poco contegno, o quel nodo intricato che chiamano cuore.
A volte gli sistemi la cravatta. La prima volta ti aveva sorriso. A quindici anni lo vedesti indaffarato ed irritato, ti avvicinasti e con fare veloce sistemasti in fretta il tutto.
"Sei stata brava."
Ti limitasti ad abbrassare il capo e ricambiare, con un grazie accennato e imbarazzato.
Oh ragazza, dove sei andata a finire? Le tue passioni, il tuo fuoco le barzelletto che avevi preparato per procurarti amici il primo giorno di scuola, la presunzione, il poco contegno e la voglia di esplodere. Dove sei, tu, piccolo fiammifero.
A volte lo baci. Solo a volte, di nascosto, quando tutti dormoni ti avvicini al suo letto, gattonando tra un letto e l'altro senza svegliare nessuno, e gli sfiori la guancia.
"Me lo dai un bacio Draco?"
Non l'aspetti la risposta e posi le tue labbra sulle sue, lieve e trattenuto, la lacrimeil viso ti solca, e scappi prima che socchiuda gli occhi, e non lo vedi mentre piega le labbra all'insù, sfiorandosi la bocca compiaciuto, e forse contento?
Stai qui, coi piedi per terra e l'indifferenza dipinta sulle labbra e negli occhi, come ti vogliono, come ti vuole, bella e fresca come una rosa impassibile, pura e superficiale come l'acqua, eppure non sei indispensabile, sei una borsa firmata un capo d'abbigliamento, un braccialetto di un'amicizia finita e sepolta.
Sistemati i capelli ed esci, tenendogli la mano, mentre le tue ditra stringono un pezzo di marmo o granito, non ti abbraccia neppure se lo sente, quel conato di tristezza squoterti il corpo. E ti guarda, sprezzante e autoritario, ed obbedisci sentendoti sciogliere quel poco contegno, o quel nodo intricato che chiamano cuore.
A volte gli sistemi la cravatta. La prima volta ti aveva sorriso. A quindici anni lo vedesti indaffarato ed irritato, ti avvicinasti e con fare veloce sistemasti in fretta il tutto.
"Sei stata brava."
Ti limitasti ad abbrassare il capo e ricambiare, con un grazie accennato e imbarazzato.
Oh ragazza, dove sei andata a finire? Le tue passioni, il tuo fuoco le barzelletto che avevi preparato per procurarti amici il primo giorno di scuola, la presunzione, il poco contegno e la voglia di esplodere. Dove sei, tu, piccolo fiammifero.
A volte lo baci. Solo a volte, di nascosto, quando tutti dormoni ti avvicini al suo letto, gattonando tra un letto e l'altro senza svegliare nessuno, e gli sfiori la guancia.
"Me lo dai un bacio Draco?"
Non l'aspetti la risposta e posi le tue labbra sulle sue, lieve e trattenuto, la lacrimeil viso ti solca, e scappi prima che socchiuda gli occhi, e non lo vedi mentre piega le labbra all'insù, sfiorandosi la bocca compiaciuto, e forse contento?