Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: xela182    13/02/2011    7 recensioni
Sembra proprio che Tonks e Lupin non possano festeggiare S.Valentino a causa del plenilunio... o forse no...
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
- Questa storia fa parte della serie 'Wotcher Wolvie'
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Ciao a tutti,

come ben saprete, domani è San Valentino e visto che non in questa settimana non ero occupata a scegliere un regalo per il mio fidanzato - compagno - marito - consorte,

ho pensato di scrivere qualcosa di carino per questa ricorrenza.

Spero di esserci riuscita!

NdA: Le parti in corsivo, lo capireste lo stesso, ma lo specifico, sono i pensieri... di chi lo vedrete!

 

L'eclissi

 

La sensazione di leggerezza, pace e soddisfazione personale che dà il superamento di un esame, Ninfadora Tonks la conosceva bene.

Nella sua carriera ne aveva affrontati parecchi, dai dieci G.U.F.O. che era riuscita ad ottenere a Hogwarts, ai successivi sette M.A.G.O., per non parlare dei numerosi esami per diventare Auror.

La gioia però che provava quella mattina uscendo dal Ministero, superava qualsiasi altra certificazione ottenuta, tanto che si mise a saltellare dalla contentezza, salvo poi ruzzolare nell’atrio per aver messo male una caviglia.

- Lei è certa che quella ragazza non sarà un pericolo? – domandò titubante un signore distinto, con due grossi baffi che lo facevano somigliare vagamente ad un tricheco.

- Assolutamente sì. È per una buona causa. – rispose fiera Minerva McGranitt, visibilmente commossa.

 

*****

 

- Te l’ho già detto che mi spiace non trascorrere questa serata con te? – mormorò Lupin, nel collo della moglie, tra un bacio e l’altro.

Tonks era riuscita ad arrivare sana e salva a casa e a togliersi il sorriso che aveva stampato sulla faccia, da quando era uscita con un rotolo di pergamena nuovo di zecca dal Ministero, che una volta messo piede nella propria abitazione aveva fatto abilmente sparire alla vista del marito.

Era quindi sprofondata, insieme al consorte, nel comodo divano del salotto.

- Ad essere sincera sì, ma se questo è il tuo modo di dirmelo, puoi anche ripeterti fino al tramonto! – rise la donna – Comunque per qualsiasi evenienza, manderò Teddy dalla mamma.

Lupin s’interruppe e con sguardo interrogativo fissò la moglie.

- Ehm, e quale evenienza potrebbe cambiare la situazione?

Tonks gli prese il volto tra le mani strofinando il naso contro il suo.

- Beh, un’eclissi ad esempio…

- Non siamo nel Medioevo, le eclissi si prevedono giorni prima.

- La luna potrebbe tramontare straordinariamente prima stanotte…

- In pieno inverno?

- Vorrà festeggiare anche lei San Valentino con il suo Sole, no? – rise lei alzandosi con l’intento di fare uno spuntino.

- Il “suo” sole? Il sole è una stella, la luna un satellite… - borbottò Lupin, deluso dalla fuga della donna.

- Non sei per niente romantico! – esclamò lei corrugando la fronte.

Tornò sui suoi passi e prese a spiegare, come faceva con Teddy quando cominciava con la sua interminabile catena dei “perché?”.

- Il Sole e la Luna si amarono perdutamente dal loro primo incontro, un po’ come noi due, - Lupin sorrise guardandosi bene dall’interromperla - Ma Dio non l’aveva capito e per donare alla Terra luce e bellezza anche di notte, decise di mettere il Sole a vegliare sui giorni e la Luna sulle notti. I due soffrivano terribilmente di non poter restare insieme, un po’ come noi due, il Sole era addirittura preoccupato per la Luna, che così fragile non avrebbe retto il distacco e così Dio, su sua richiesta, creò le stelle, Andromeda e Sirius, per farle compagnia, ma neanche loro riuscivano a farle dimenticare il suo Sole, che arrivò a dirle cose del tipo, - Tonks si schiarì la voce, poi abbassò il tono rendendola leggermente rauca - “Sono troppo povero, troppo vecchio e troppo pericoloso per te!”…

Lupin stavolta rise di gusto senza trattenersi.

- Il sole le disse proprio così?

- Certo, voleva inventarsi una scusa per non farla stare male, senza capire che peggiorava soltanto le cose. Infatti la Luna era sempre più inquieta e decise di non farsi vedere integralmente per più di una notte al mese, nascondendo la sua intera forma per la maggior parte del tempo.

- Per mia fortuna. – intervenne Lupin.

Tonks finse di non sentirlo e proseguì col racconto.

- Dio fu commosso da tanto amore da far incontrare il Sole e la Luna creando l’eclissi; Sole e Luna da allora vivono nell’attesa di quell’istante in cui il Sole, coricandosi sulla Luna incomincia ad amarla.

- È davvero una storia bellissima, Dora. – disse serio Lupin, tendendole la mano.

Tonks afferrò la mano del marito serrandola tra le sue.

- Ad ogni eclissi corrisponde la nascita di un nuovo pianeta, l’ultimo conosciuto è stato battezzato “Teddy”!

- Finale demenziale a parte! – aggiunse Lupin tirandola verso di sé.

 *****

Il sole stava scomparendo all’orizzonte quando Lupin chiuse dietro di sé la porta dello scantinato sigillandola con diversi incantesimi.

Ripose con cura la bacchetta nello scaffale più in alto e attese il sorgere della luna con la solita dose di nervosisimo che comportava, a cui era abituato, nonostante la pozione Antilupo presa con cura per tutta la settimana.

Tonks era nel soggiorno che camminava avanti e indietro, come fosse caricata a molla, colpendo talvolta lo spigolo del tavolino, talvolta lo schienale del divano, urlando quasi più del consorte in piena trasformazione ogni volta che il mignolo del suo piede veniva a contatto con il duro legno dell’arredamento.

Controllò ansiosa l’orologio; la luna era sorta da circa sei minuti, il che significava che ormai il corpo di Lupin aveva lasciato il posto al lupo mannaro.

Un bel lupo, dal folto manto grigiastro, era accoccolato sotto un vecchio tavolo tarlato; avrebbe tanto voluto sgranchirsi un poco, ma il dolore della trasfigurazione non si era ancora attenuato.

Tese le orecchie in allerta ad un rumore insolito.

Drizzò la testa in direzione della porta dove vide uno spiraglio di luce fioca e una sagoma indistinta che, veloce come un lampo, s’infilava nell’oscurità.

Un odore umano pervadeva l’aria e decise di seguirne la scia, quando a metà strada tra il tavolo e le scale, ne perse la traccia.

Stava per ritornare al suo nascondiglio quando una massa bianca, illuminata scarsamente dalla luna che filtrava dall’alta finestra, si fece avanti.

Lupin strinse gli occhi, mentre le narici si impregnavano di un nuovo odore, animale stavolta.

Ne ebbe la conferma quando la massa bianca si mise di fronte a lui, occhi negli occhi, leccandogli il muso.

Lupin indietreggiò per la sorpresa e per la curiosità: una bellissima e sconosciuta lupa bianca dagli occhi scuri era davanti a lui.

Lo studiava con uno sguardo indecifrabile e sensuale, gli girò intorno, muovendo sinuosa la folta e lunga coda sotto il suo naso facendolo starnutire.

Poi ci fu un tonfo sordo e un rumore di pentole che rimbalzavano sulla vecchia credenza di nonna Tonks, prima di finire a terra.

Lupin s’era dileguato in fretta al sicuro sotto al tavolo e solo quando l’ultima padella aveva smesso di ondeggiare sul pavimento s’azzardò a uscire.

Cercò la nuova arrivata, trovandola semisepolta da un set di valigie scozzesi, dalle quali spuntava solo la coda.

Cavallerescamente le scostò una ad una, liberando la lupa che per lo spavento tremava e si copriva gli occhi con le zampe.

Dato che non accennava ancora a muoversi, la toccò leggermente con il muso e anche con la scarsa luce che c’era vide chiaramente che la lupa bianca aveva repentinamente cambiato il suo manto in… rosa.

 

“Dora?”

 

La lupa, che avrebbe tanto voluto sorridere, assunse un’espressione colpevole, abbassando le orecchie e nascondendo la testa tra le zampe, per esibirsi in un mezzo ululato roco.

 

“Wotcher, Remie!”

 

Lupin la guardava feroce, scrutando ogni suo gesto e Tonks ne ebbe paura.

 

Quando sei mesi prima aveva deciso di diventare un Animagus per poter dare una compagnia al marito, si era gettata anima e corpo (letteralmente) nel nuovo progetto.

Minerva McGranitt si era immediatamente dimostrata entusiasta dell’idea e l’aveva aiutata con frequenti lezioni e consigli.

Il maggior timore di Tonks era sulla tipologia di animale che sarebbe diventata; se avesse impiegato le sue fatiche per diventare una pulce, la sua nobile causa si sarebbe rivelata inutile.

La professoressa di Trasfigurazione l’aveva però rassicurata; non era possibile scegliere l’animale in cui trasformarsi ma si poteva prediligere un regno (acquatico, terrestre o aereo) e una tipologia (insetti, mammiferi, volatili, pesci…) con dei semplici accorgimenti.

Fu così che gli sforzi di Tonks si erano concentrati su un mammifero di terra che avrebbe potuto trascorrere tranquillamente il plenilunio con il suo mannaro e, dopo soli cinque mesi e mezzo, era comparso il suo alter ego animale, una lupa.

In tutto ciò però non aveva messo in conto la reazione del consorte, che in quella prima notte di luna piena, la guardava come se fosse stata un succulento piatto di costolette di maiale.

Si decise a rimettersi in piedi per poi strofinarsi contro Lupin guaendo mortificata.

“Ok… ho capito… va bene… smettila!”

 

Tonks girò la testa di lato in una posa tenerissima, con gli occhi che parevano diventarle sempre più grandi, come quelli dei cuccioli… o forse erano più grandi date le sue doti di Metamorphomagus.

Lupin rimase qualche secondo interdetto, il che diede a Tonks l’occasione per riprendere a leccargli la faccia, prima che sobbalzasse indietro sempre più corrucciato.

“Promemoria: niente baci, non gli piacciono!”

La lupa si girò sui suoi passi a muso basso, verso la finestra.

Lupin capì di averla ferita e le si avvicinò cautamente.

 “Non è che non mi piacciono… è solo… strano…”

“È strano che io ti baci?”

“Sì! Cioè… così…”

 Tonks si raddrizzò in modo da essere muso contro muso e prese a studiarlo.

“Ci sono altri modi per baciarci?”

Lupin abbassò la testa, poi con la zampa posteriore prese a grattarsi vigorosamente dietro l’orecchio.

“Non lo so… non credo”

“Non hai mai baciato una lupa?”

“No, mi spiace. Non ho mai visto il plenilunio come un’occasione per rimorchiare”

Tonks sbuffò, si guardò intorno e prese a camminare, agitando freneticamente la coda tanto che Lupin starnutì di nuovo.

“Non puoi tenerla bassa? Mica sei una gatta!”

“Ehi! Sono una lupa da neanche un’ora e già critichi?”

Stavolta fu Tonks ad assumere un cipiglio feroce e senza pensarci due volte, saltò addosso a Lupin ingaggiando una lotta fatta di piccoli morsi, leggere zampate e grandi rotolate sul pavimento impolverato.

Lupin si lasciò sopraffare lasciando che Tonks, sopra di lui, ululasse di gioia, prima di scivolare a terra di schiena e scivolare fino alle scale.

“Ma possibile che anche con quattro basi d’appoggio tu non riesca a stare in equilibrio?”

Il manto di Tonks divenne presto di un preoccupante rosso sangue e quando il suo sguardo incrociò quello del compagno cominciò a ringhiare.

Lupin si acquattò all’istante con aria seriamente pentita.

 “Scusa, scusa, scusa!”

 

Tonks si rialzò un po’ a fatica e si avvicinò a Lupin barcollando e in tutta risposta, lui prese a guaire disperato.

 

“Sono pentito, giuro!”

 

Tonks si fermò; si leccò il muso decisamente più rilassata, con il pelo nuovamente bianco neve.

 

“Sei molto più bella così”

“Molto meglio. Grazie”

Lupin si alzò ritto e le si avvicinò, i suoi occhi verdi nei suoi occhi scuri. Si strofinò contro il suo collo, avvertendo delle sensazioni di pace che da lupo non aveva mai provato.

 

“Grazie a te!”

“Idee su come trascorrere la notte, Remie?”

“Mmm… qualcuna…”

“Ehi! Ma per che razza di lupa mi hai preso? Niente sesso al primo appuntamento!”

Lupin avrebbe tanto voluto ridere, sperò che almeno i suoi occhi lo facessero per lui.

Le leccò dolcemente la faccia, come aveva fatto lei con lui.

“Così non vale… tutti i miei propositi di lupa seria vanno a farsi benedire…”

“Buon San Valentino, Dora”

“Buon San Valentino, Remie”

 *****

 L’aurora arrivò puntuale a scacciare il lupo e a svegliare Remus, che per la prima volta ne fu quasi infastidito.

Da che era un lupo mannaro non ricordava una sola notte passata a dormire beato, eppure quella notte era riuscito ad assopirsi accoccolato con la sua dolce metà.

Anche Tonks si svegliò di soprassalto, sentendo i lamenti di Lupin che si ridestava umano, ma intontita da sonno e inabituata al corpo animale, non riusciva a controllare le zampe e finì ancora una volta a ruzzolare tra la polvere della cantina.

- Ferma. – le ordinò secco Lupin.

Era riuscito a infilarsi qualcosa addosso prima di sedersi appoggiato al freddo muro, col volto imperlato di sudore e braccia e gambe che ancora tremavano.

- Ti farai male. – aggiunse poi più dolcemente.

Tonks lo guardò imbronciata prima di disubbedirgli e saltargli al collo con due grandi balzi.

- Buona, Tonks! – rise Lupin mentre la lupa si strofinava contro il suo petto, muovendo entusiasticamente la coda e lanciava ululati di gioia.

Si trasformò all’istante, ancora avvinghiata a Lupin che le accarezzava dolcemente la testa.

- Ehm, ehm, - tossicchiò lui fingendosi arrabbiato – Sbaglio, o mi devi qualche spiegazione?

Tonks si tirò a sedere con un largo sorriso, mentre i capelli passavano dal bianco al più consueto rosa.

- Era la nostra eclissi! – esclamò candidamente, come se fosse stata la cosa più ovvia del mondo – Te l’avevo detto che Sole e Luna aspettavano l’esclissi per incontrarsi!

- E cosa c’entra con il fatto che sei diventata un Animagus? – rise Lupin, con gli occhi che gli brillavano per la felicità e per l’emozione.

- Ho pensato che se si fosse eclissata la strega avremmo risolto il problema, no?

Lupin la tirò a sé, le prese il viso tra le mani e la baciò intensamente, stringendola tanto da farle mancare il fiato, cercando di esprimere con quel bacio tutto l’amore e la gratitudine che provava.

Quando staccarono le labbra per riprendere fiato, sorridevano entrambi, senza accennare a separarsi.

- Ma la strega è un po’ meno… ehm, seria della lupa, o mi devo aspettare un altro due di picche? – mormorò Lupin accarezzandole dolcemente la schiena.

- Ti do tre ore per riprenderti, caro. Poi sarai mio per le successive!

 

 

NdA bis: Avrete notato parecchie ripetizioni come "muso", "leccare", eccetera, ma a mia discolpa posso dire che le interazioni di due animali... quelle sono!

Altra nota riguardo ai pensieri dei lupi: come avrete notato sono cose semplici, per quello Remus non chiede immediatamente "cosa ci fai così?", perchè con versi, occhiate e quant'altro non sia un linguaggio, sfido chiunque a spiegare "Ho pensato di diventare un Animagus per poter passare i pleniluni con te e mi è stata di grande aiuto la McGranitt".

Infine, non credo che Tonks sarebbe mai diventata un Animagus per via della sua natura di Metamorfomagus, probabilmente sarebbe stato più pericoloso per lei che non per altri, ma mi è balzata l'idea di una lupetta colorata e imbranata.

Ah! Il colore di Tonks trasformata è sintomatico; cioè è bianca proprio perchè inizialmente la concentrazione necessaria a trasformarsi in lupa non le consentono cambiamenti, che arrivano dopo quando familiarizza con il nuovo corpo.

Detto ciò, tanti auguri a tutti!

  
Leggi le 7 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: xela182