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Autore: RoundJelly    13/02/2011    1 recensioni
Un'amicizia che è qualcosa di più e qualcosa di meno.
Una storia complicata dove nessuno si fa domande e, al tempo stesso, se ne fanno fin troppe.
Un messaggio sul cellulare. “Yuu, puoi scendere?”
E lì aveva fatto la sua scelta, si era infilato un paio di ciabatte, la vestaglia, ed era sceso lungo le scale e, trattenendo il respiro, aveva aperto la porta.
All’inizio non l’aveva neanche riconosciuto.
Genere: Generale, Introspettivo, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aoi, Un po' tutti, Uruha
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Scusate, scusate il ritardo nell'aggiornamento! çwç""
In compenso, capitolo abbastanza ricco *^*
Nulla da dire, la scuola lentamente uccide e io sto capitolando perchè sono stanchissima!
Buon inizio di settimana a tutti / e. (:
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Fu quasi nello stesso istante che i due cellulari di Yuu e Ryo squillarono.
Non appena vide il nome sul display, Yuu si accigliò.
“E’ appena mezzanotte, strano.”
– Yuu? Yuu?! – il moro si sentì gelare il sangue nelle vene e strinse forte il ricevitore. C’era il panico nella voce di Kouyou.
– Kou, stai calmo, cos’è successo? – tentò di dare un tono tranquillo alla propria voce, sebbene la sua fantasia l’avesse già portato a pensare le peggio cose, galoppando lontana.
– Oddio, oddio… –
– Cazzo, Kou, parla! – lo incalzò cominciando a innervosirsi.
– Yuu, un ragazzo ha fatto un incidente, non so se è vivo, ha la macchina ridotta malissimo…ecco, stanno chiamando qualcuno…quello che guidava la seconda macchina…oddio, sangue… – la sua voce era totalmente in preda al panico.
– Kou, stai tranquillo. Dove…no, aspetta un secondo. – coprì il ricevitore con la mano e si volse verso l’amico, che fissava il cellulare. – Ryo, tutto ok? – era più bianco di un lenzuolo candeggiato.
Il biondo, incurante, si alzò di scatto e cominciò a mettersi la giacca in tutta fretta, imprecando e lasciando la zip aperta a metà, dove si era incastrata.
– Oh, dove pensi di andare? Aspettami almeno! – protestò Yuu vestendosi anche lui.
– Il mio ragazzo si è sfracellato con la macchina, cosa cazzo aspetto?! – sputò fuori Ryo, sbattendo il pugno sul tavolo, prima di uscire sbattendo la porta, non abbastanza in fretta da far sì che paura e nervosismo restassero in quella stanza a giocare a carte.

Trenta secondi dopo, erano immersi nel traffico di Tokyo.
Yuu era riuscito ad acchiappare Ryo mentre si infilava in macchina e a salire sul sedile accanto al suo.
Finse di guardare fuori dal finestrino mentre studiava le mosse dell’amico, che tamburellava nervosamente con le dita sul volante. Gli offrì silenziosamente una sigaretta, che lui accettò di buon grado, quasi distruggendola per accenderla.
– Ecco. Ecco, ci siamo. – disse il biondo con un tremito nella voce, respirando a fondo. Spense la macchina nervosamente, facendo tintinnare le chiavi prima di prendere una boccata di fumo e buttare la sigaretta dal finestrino. Yuu aprì la portiera e scese cautamente, aspettando che anche l’altro facesse lo stesso.
Dopo qualche secondo, lo vide scuotersi di scatto e sbattere la portiera violentemente.
– Se ti fosse rimasta sulle mani non mi sarei meravigliato. – Ryo non lo ascoltava. Era corso in un lampo accanto all’autoambulanza. All’interno, in tutto quel bianco accecante, un corpicino vestito di nero era rannicchiato con le ginocchia strette al petto, le ciocche rosse fuse ai capelli scuri che si intonavano in maniera inquietante al sangue sul lato del viso.
Yuu restò ad osservare da lontano.
Ryo raggiunse il ragazzo nel tempo di due battiti. Lo vide carezzargli la guancia, inginocchiarsi e stringerlo a sé, baciandogli la fronte e sussurrandogli qualcosa all’orecchio.
– Yuu! YUU! – sentì Kouyou chiamarlo dall’altra parte della strada e lo intravide mentre agitava le braccia. Non gli prestò molta attenzione, però. Era stato catturato dall’altra macchina, quella messa peggio. Sembrava fosse stata stritolata dal pugno di qualcuno di molto più grande, un bambino capriccioso che si era stancato e aveva lasciato lì il suo giocattolino. “Come siamo vulnerabili.”, pensò amaramente, mentre vedeva gli infermieri trarre fuori un ragazzo dal rottame; il sangue che gli copriva la fronte e il collo, l’unica macchia di colore in mezzo al grigio che lo vestiva e al nero dei suoi capelli.
Fu adagiato delicatamente su una barella e trasportato dentro l’ambulanza, mentre Ryo scendeva e gli correva incontro.
– Yuu, ti lascio le chiavi della macchina, per favore seguici…Yuu, mi stai ascoltando? –
– S-sì. – disse lui prendendo ciò che il biondo gli porgeva mentre lo squadrava attentamente.
– Dai, che per oggi di incidenti ne abbiamo fatti abbastanza, eh? – quest’ultimo si aprì in un sorriso ansioso, prima di tornare indietro.

Tick tack. Le lancette dell’orologio scorrevano lentamente, mentre Yuu aspettava che avessero finito il check-up medico, seduto nella sala d’attesa del pronto soccorso. Si mise le mani nei capelli e si concesse un sospiro.
Sulle prime non notò neanche che qualcuno gli si era seduto accanto. Quando alzò lo sguardo si trovò di fronte ad un ragazzo, giovane, capelli corti, color azzurro chiaro, piercing al labbro e decisamente preoccupato. Il loro sguardo si incrociò per una frazione di secondo, prima che il bluette cominciasse a pregare silenziosamente, lo sguardo al cielo.
– L’incidente…c’entri qualcosa? – fu Yuu a rompere il silenzio, mentre si accendeva con apparente calma una sigaretta.
Lo vide distendersi un po’.
– Prima dimmi di te. –
– Beh, il ragazzo del mio migliore amico è quello che si è fatto meno male… –
– Beh, il mio ragazzo è quello che si è fatto più male. – lo interruppe bruscamente l’altro, prima di tendere la mano in cerca di una sigaretta. Yuu gliela porse.
– Dov’è adesso? –
– Sala operatoria. – sputò fuori insieme ad una boccata di fumo, soffiando verso la finestra.
In quel momento Ryo lo chiamò.
Yuu si alzò senza dire nulla e lanciò il suo supporto silenzioso a quei due ragazzi di cui non sapeva neanche il  nome, mentre si avviava verso la macchina, seguendo automaticamente gli altri due.
– Come sta? – gli chiese in un sussurro, nell’attimo in cui Ryo si accingeva a salire dietro.
– Abbastanza bene. Ha delle ferite nella schiena per colpa dei pezzi di vetro ed è un po’ scosso, ma… –
– Ok, dai. Vi lascio a casa, io torno a piedi. – Yuu lo guardò intensamente, prima di salire e dedicarsi esclusivamente alla guida.

Takanori Matsumoto.
Ryo stava con lui da cinque mesi. Fra poco sarebbero stati sei – lo sapeva benissimo: il biondo glielo aveva ripetuto un sacco di volte. Yuu sorrise fra sé e sé.
In qualità di migliore amico del suddetto biondo, aveva notato un sacco di cose che però non aveva mai detto ad alta voce: si era limitato a pensarle intensamente mentre Ryo gli raccontava pezzi della sua vita.
Quando era accanto “al suo Taka”, sembrava emanare un’aura dorata che andava a ravvivare non solo lui, ma anche il ragazzo minuto, dai capelli neri e lucidi, che gli stava accanto, dando l’impressione di proteggerlo sempre e comunque. Guardandoli da lontano si aveva l’impressione di essere al di fuori di una bolla, all’interno della quale c’erano solo loro due, la loro felicità, le loro risate, le loro incomprensioni e i loro scherzi. Yuu non si era mai sentito di troppo, però. Osservare i due piccioncini, come li chiamava lui, gli dava una sensazione di felicità. Si accontentava di stare fuori da quella bolla, a guardarla e a vegliarla con un sorriso sulle labbra.
Si abbandonò sul sedile della macchina, soffiando fumo lentamente fuori dal finestrino.
Dallo specchietto vide Takanori, appoggiato con la testa sul braccio di Ryo, che gli mandò un’occhiata di gratitudine. – Ci siamo. – sussurrò poi.
Yuu fermò la macchina e si concesse un sospiro, mentre faceva scivolare le chiavi sul dito teso dell’amico, che aveva le mani occupate a sorreggere Takanori.
Dette una pacca sulla spalla a Ryo, per poi cominciare a camminare in direzione di casa.
– Dormite stanotte, che il piccoletto ha bisogno di riposo! – urlò con un sorriso sornione quando fu a debita distanza.
– E ora, vediamo se ci può essere qualche altro problema, eh. – mormorò a sé stesso prendendo in mano il cellulare.

– Kou, dove sei? – chiese cautamente.
– … –
– … – sospirò, stringendo i denti. – Ci vediamo direttamente da me, okay? –
– …S-sì… –
Chiuse il cellulare stritolandolo spasmodicamente fra le dita.
Eh sì, capitavano quelle sere in cui non si sapeva cosa facesse Kou. Con chi andasse. Con quanti andasse. Quanto lo pagassero.
E lui cosa sarebbe stato capace di fare? Starsene zitto e aspettarlo, di nuovo.
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- Yohoho! And so, did you like ehtt? <3
A me personalmente questo capitolo piace. Si vede che cominciamo ad entrare un po' più nei meandri della cosa.
Tanti personaggi presentati assieme (addirittura tre! *o*) e quindi tanti spunti per svilupparli bene...EHI UN MOMENTO. Cosa sto dicendo? *si era addormentata sulla tastiera
Ehww t//t' è tardi, ragazzi, è tardi.
Buonanotte! :3~ *fugge
  
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