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Autore: Melmon    14/02/2011    1 recensioni
FANFICTION PARTECIPANTE AL 19 TURNO DEI NESA.
VINCITRICE DELLA CATEGORIA BEST COUPLE.
Sentivo i suoi occhi addosso, quello sguardo assassino risalire la mia schiena nuda lasciata libera dall’elegante vestito da sera, un brivido mi percorre veloce ma non è né di paura né di eccitazione.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Josef Kostan, Nuovo personaggio
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Pigramente mi trascino fuori dalle coperte e infilo la tuta, inizio i miei quotidiani allenamenti nella palestra personale al piano di sotto. Le mie solite tre ore di allenamento però sono interrotte dallo squillo del cellulare, scatto a rispondere ma non riconosco il numero.
– Pronto?
– Parlo con la signorina Alexandra White?
– Sono io, lei invece è?
– La segretaria del Signor Kostan, attenda in linea prego.
Aspetto in linea anche se il sangue stava per iniziare a ribollire nelle vene, come cavolo ha fatto ad avere il mio numero di cellulare? E’ un numero strettamente riservato, in pochi possono permettersi di conoscerlo e lui l’ha senza problemi?
– Pronto?
– Salve! Desidera?
– Sempre cosi a prima mattina?
– Fino a due minuti fa stavo bene a dire il vero…
– Allora o sono io o ho interrotto qualcosa …
– Entrambe dire. Posso sapere come hai ottenuto questo numero?
– Ho i miei trucchi.
– Anch’io e per questo chi è stato la pagherà cara!
– Colpa mia ma è per una buona causa.
– Puoi fare in fretta non sei l’unico a dover mandare avanti un’industria!
– Sei libera per il pranzo?
– Dritto e coinciso. A cosa devo questa richiesta?
– Stamattina nella mia bella e lussuosa limousine ho trovato qualcosa che ti appartiene …
– Ah … la borsetta …
– Già, allora?
– Si sono libera.
– Vengo a prenderti in ufficio.
– Tutto questo caos per una borsetta? Poi farmela recapitare in dieci modi diversi ...
– Ma non altrettanto piacevoli.
– Mr. Kostan non si sta prendendo un po’ troppe libertà?
– Siamo al Mr ora? Come vuole Miss, l’importante e poter uscire a pranzo con lei Miss.
– A dopo Josef.
– Non lavorare troppo.
– Neanche tu.
Riattacco e ormai l’allenamento è bello che andato, la mia concentrazione non esiste più.
Come ho potuto dimenticare la borsetta? Non me ne sono accorta, io non faccio questi errori, ok ieri ero un po’ frastornata dalle novità ma non è la prima volta. Spero che non l’abbia aperta altrimenti sarò costretta a bruciare i tempi. La giornata lavorativa scorre veloce, niente di nuovo, la solita routine. All’ora di pranzo la mia segretaria mi avvisa del suo arrivo, lo faccio accomodare nella sala convegni mentre io finisco una telefonata. Passo i restanti quindici minuti in una noiosissima conversazione per poi chiudere solo innervosita e nessun altro, mi dirigo nell’ufficio e prima di varcare la porta faccio un bel respiro profondo.
– Mi scusi Mr. Kostan ma certi uomini d’affari credano che una donna non sappia dirigere un’agenzia di queste dimensioni Una noia avere a che fare con uomini come lei.
– Chi le dice che negli affari come nella vita io sia cosi. E poi non ci davamo del tu?
– Se proprio devo. Spero che la tua permanenza qui sia stata gradita.
– Si, le tue segretarie hanno reso piacevole l’attesa.
– Si guadagnano bene lo stipendio.
– Usciamo?
– Si.
Prendo la borsa. Percorro la strada fino al mio studio, dove lui, da vero gentlemen, mi apre la porta, in questo gesto riesco a vedere tutti i suoi 400 anni, la galanteria è davvero morta! Peccato che sia un vampiro …
Questo pensiero mi turba un pochino, non posso iniziare a vederlo diversamente da un vampiro succhia sangue a tradimento, da un essere spietato che si nutre di altre vite per condurre la sua, dall’uomo che mi ha portato via Sarah.
Mi giro e lui è ancora qui, ignaro di tutto, la mia vita è al sicuro? La tua vita è al sicuro? Se t’impaletto ora non avrò tutte le informazioni che di certo tu hai in tuo possesso, sai dove è Sarah, lei mi racconta che a volte sente la tua presenza al suo fianco.
Sei davvero innamorato di lei a tal punto di continuare a vegliare il suo corpo per tutti questi 50 anni?
Il fatto che sia viva dice tanto ma anche niente, i dubbi, le domande senza risposta sono cose che odio. Mi riprendo e afferro la mia borsetta per poi tornare verso la porta, tu sei ancora fermo e per una frazione di secondo ho l’impulso di far scivolare la mia mano all’interno del cassetto più vicino e impugnare un bel paletto.
Il paletto t’immobilizzerebbe e potrei ottenere le mie informazioni comunque.
Sorrido invece quando mi porgi la borsetta che avevo ieri sera.
– Dimmi che non l’hai aperta.
– La tentazione è stata forte, scoprire l’enorme mistero di ogni donna, ma non l’ho fatto sta tranquilla.
– Perché no?
– Ci sono misteri che mi piacciono non svelare.
– Le donne in generale o una in particolare?
– Le borse in generale.
Ok mi sto divertendo ad amoreggiare con il vampiro che mi rubo Sarah, anche se non ero ancora nata e Sarah era consenziente, all’epoca non aveva tutti i dati, all’epoca non sapeva la verità, Josef non era ancore Josef.
Il pranzo scorre piacevolmente, mi ha portato in un localino appartato e non molto frequentato dove si mangia bene. I vampiri non mangiano e avere un invito fuori e stato strano, resto, però sbalordita dalla disinvoltura riesce ad evitare di mangiare, lascio cadere la questione. Il tempo scorre ed io voglio trovarti, ora più che mai, ora che la soluzione e a pochi passi. Sorrido dolcemente, lascio correre la discussione, lascio passare il tempo ripetendomi che presto potrò davvero abbracciarti. Il pranzo è finito, mi riaccompagna in ufficio, dove resto lo stretto necessario perché lui vada via, durante il pranzo ho trafugato un bicchiere per analizzarlo. Certo il suo sangue non può dirmi nulla, non è suo da 400 anni … ma le sue impronte digitali posso tornare utili cosi mi dirigo nel mio laboratorio top secret.
Come potevo prevedere le sue impronte non mi dico nulla, che era bravo nel nascondersi lo sapevo già a mie spese, ma dovevo provare anche solo per la piccola probabilità che una volta in 400 anni tu sia stato talmente umano da commettere un errore. Gli uomini commettono errori, anche se con i milioni che ti ritrovi e il tempo dalla tua hai avuto tutte le opportunità per cancellare o rimediare. Chissà se consideri Sarah un tuo errore. Lei ti ama davvero, non ti ha mai incolpato di nulla, non ha mai parlato male di te. Io ho davvero provato a odiarti con tutta me stessa, lei non mi ha mai permesso di farlo realmente.
Sbuffo e come sempre in questi casi inizio a camminare su e giù per la sala, potrei consumare il pavimento per il tempo che trascorro in questo esercizio, ma non posso evitarlo, non riesco a stare ferma, sei a due passi e dopo tanto tempo e tanto sforzo non riesco a trovarti. Altro modo per distrarmi sarebbe uscire ma ti ho promesso di non stancarmi ed ho voglia di stare più tempo con te cosi rimando la mia serata di pura follia a domani e mi dedico alle faccende domestiche. Certo la mia domestica e brava, la villa ed enorme ed io sono una scansafatiche, pigrona capace solo di sporcare e non di rimettere a posto cosi ho assunto un’intera squadra di pulizie che all’occorrenza mi rinnova casa. In una giornata no come questa sarei capace di distruggere la villa, di farla soccombere sotto il caos!
Non volendo mi addormento sul divano e quando mi accorgo di ciò, sono già da te, non voglio svegliarmi per recarmi sul letto, non voglio lasciarti e perdere tempo cosi resto sul divano consapevole che mi risveglierò con il mal di schiena, ma vale la pena. Questa con te è una delle più belle serate che io abbia mai passato, sentirmi a casa in mezzo a tutto questo caos fa bene al cuore. Il tempo però passa velocemente quando sei felice ed io ora sono super felice, non faccio in tempo a godermi la tua presenza, la tua risata, i tuoi consigli e il tuo affetto materno che la realtà bussa di nuovo e a malincuore come sempre devo dirti arrivederci. Quando odio doverti lasciare, essere costretta da qualcosa più forte di me a lasciarti, a non avere cinque minuti di più, a non poterti sentire sempre e comunque.
Come previsto la schiena mi duole e la giornata si prospetta storta già da ora, purtroppo ho un’industria da mandare avanti almeno fin quando non ti avrò al mio fianco, poi posso anche ritirarmi, saremo solo noi e tanti, tantissimi soldi da sperperare e divertirsi. Continuare a sgominare il male e un lavoro a tempo pieno, noioso e faticoso alle volte, ma qualcuno deve farlo e quel qualcuno purtroppo oggi sono io. La mattina lotto contro idioti uomini d’affari e la notte lotto contro demoni succiasangue, non so mai decidermi quali sono i peggiori …
Nel pomeriggio mi scontro con Beth, la sua compagnia mi tira su di morale, questa ragazza mi piace, anche se sono costretta a fare indagini sul suo fidanzato investigatore privato.
La lascio andare al giornale mentre io mi fiondo a casa, prima di uscire nuovamente devo assolutamente concedermi un bagno rilassante, devo ricaricarmi per una serata di “lavoro”.
M’infilo il primo vestito che trovo e scendo, la macchina mi aspetta e mi conduce in un locale notturno, la cosa che odio di più degli uomini d’affari idioti sono gli uomini d’affare idioti che tendono di passare per fichi. Nel marasma del locale intravedo più di un vampiro, il locale seme buio, l’alcool, la droga che potrebbe girare, mordere una giugulare diventa un gioco da bambini. Istintivamente copro la mia di giugulare, cerco vie di fuga e sistemi d’allarme, in un attimo succede un caos, un vampiro morde il collo di una bionda, la sua amica urla, tutti corrono mentre io resto ferma e cerco di capire come mettere in salvo tutto questa gente. Nel momento più opportuno piazzo un paletto nel cuore del vampiro che ha appena rischiato di svelare la loro esistenza al mondo intero, faccio scattare l’allarme antincendio, gli taglio la giugulare con un movimento veloce e preciso, gli svuoto addosso tutto l’alcool presente sul tavolo e gli do fuoco. Non ci ho messo molto, sono veloce e precisa merito delle lunghe ore di allenamento, ma devo spiegare perché ci ho messo tanto a uscire, sono bagnata dalla testa hai piedi e fuori sento già le sirene dei vigili del fuoco, il fumo si addensa ma uscire non è un problema, aspetto ancora un attimo e non appena il primo vigile del fuoco inizia a scendere le scale mi avvio verso di lui. Ho strappato il vestito in vari punti e rotto il tacco di una delle mie scarpe, dirò di essere caduta, spinta dalla folla, ho cercato di rialzarmi ma il tacco si era incastrato cosi ci ho messo un po’ a salvarmi da sola. La ragazza ferita non ha visto nulla di preciso, è ubriaca e drogata, la colpa cade sull’uomo senza identità vittima nell’incendio, beh la colpa è realmente sua!
Un enorme problema sorge quando il mio naso capta odore di morte, non un odore di morte qualunque ma di un vampiro ultracentenario di mia conoscenza, che ci fa lui qui? Lo vedo avvicinarsi all'ambulanza, ho una mascherina d’ossigeno e sono sporca di fumo, non ho le scarpe e il vestito armai è da buttare, farmi vedere cosi da lui mi ha sentire strana, in imbarazzo, lui è perfetto nel suo completo mentre io faccio letteralmente schifo. Mi osserva, in questo momento non noto la differenza tra di lui e gli altri uomini che mi circondano, so bene che sono capaci di nascondere, mimetizzarsi bene con l’ambiente ma la differenza resta colossale. Anche se so che se vorrebbe ora potrebbe già essere saziato con il mio sangue non vedo nei suoi occhi la stessa voglia di sangue dell’animale che ho sterminato, sa bene come comportarsi. Lo osservo studiandolo come lui sta facendo con me per il resto restiamo in silenzio.
– Signorina a prima vista lei non ha nulla di grave ma le consiglierei di passare la notte sotto osservazione. 
– La ringrazio ma non c’è ne bisogno, vorrei tornare a casa, le assicuro che al primo malessere chiamerò il mio dottore e che passerò nel suo ufficio domani mattina.
– Se insiste.
– Grazie.
– Ti serve un passaggio?
– Sono venuta in limousine grazie.
– Hanno allontanato tutte le vetture.
– La mia auto non era qui, devo solo chiamare il mio autista. Il cellulare e nella borsa che è rimasta sul tavolino che con molte probabilità è andata a fuoco.
– La mia auto è dopo la barricata.
Mi dice porgendomi la mano per scendere dall’ambulanza.
Staccagli la testa al momento non m’interessa, non po’ sembrarmi solo umano, lui è l’essere spietato che mi ha portato via la mia Sarah. Sono nella sua auto che veloce mi riporta a casa, l’odore del fresco, il vento che mi schiaffeggia il viso porta lontano l’odore acre del fumo, l’odore di decomposizione, tutto è lontano. Mi riporta a casa, in un luogo freddo di mattoni che non hanno significato, non hanno un’anima, la mia casa, la mia vera casa è lontana mille miglia tra gli alberi e campagne, lontano dal mondo ma non dal mio cuore.
– Siamo arrivati.
– Grazie Josef.
Scendo dall’auto e in silenzio attraverso il cancello prima di … non è qualcosa di preciso ma una sensazione, una strana sensazione gelida, esco e lo inseguo. Seguire un uomo non difficile con un vampiro la cosa diventa solo un po’ più complicata per via dei sensi più sviluppati ma a complicarmi il lavoro è il fatto è che lui sia in auto ed io a piedi. Complicato ma non impossibile!

Angolo dell'autore:
Aggiorno nuovamente sempre per poter partecipare hai Nesa.
Domani altri due capitoli!
  
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