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Autore: Liris    14/02/2011    1 recensioni
Ricorderò sempre quel pomeriggio d’inverno.
Il sole faceva capolino a fatica dalle nuvole grigie che macchiavano il cielo bianco, mentre nell’aria si sentiva l’arrivo della neve.
Nell’inverno dei miei dieci anni, ero del tutto inconsapevole di ciò che sarebbe successo di lì a poco.
E di ciò che avrebbe cambiato la mia vita, e quella di mio fratello, per sempre.

Ecco la vostra Liris con una nuova fic a capitoli su un genere totalmente differente dalle prime.
Genere: Drammatico, Azione, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Edward Elric, Roy Mustang, Un pò tutti
Note: Alternate Universe (AU) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Titolo: Away from the sun
Categoria: FullMetal Alchemist
Autrice: Liris
Desclaimers: Tutti i personaggi contenuti non sono di mia proprietà ma di Hiromu Arakawa e la storia non è a fini di lucro
Genere: Drammatico, Guerra, Azione, Romantico
Raiting: Giallo






-Parole spezzate nel vento.-





Forse è così che capita.

Chiudiamo gli occhi, la notte, avvolti nelle nostre calde coperte e ci lasciamo cadere in ricordi che la veglia non può mostrarci.
Giochiamo nelle nostre reminiscenze, senza cogliere fino in fondo ciò che ci sfugge, prima di poterlo davvero afferrare.

Prima di arrivare alla vera comprensione.

Quella notte, in un campo nemico, in una branda scomoda ma comunque essenziale afferrai quel ricordo che soleva sfuggirmi.
Arrivando alla semplice conclusione che i ricordi sono ingannevoli e derisori.


L‘odore della polvere da sparo e il calore che si intensificava intorno al corpo
I soldati caduti intorno a noi, povere pedine di un gioco più grande, disperse in una guerra che ci ha strappato troppo presto alle nostre convinzioni.
Il dolore acuto al mio stesso corpo che rimaneva disteso mentre intorno a me c‘era un inferno.

La guerra dell‘Ovest non era altro che una semplice soglia sulla strada per l’inferno.
La via lontano dal sole che avevo intrapreso con le mie stesse gambe.
Le stesse che ora rimanevano immobili e doloranti sotto le macerie delle casse che poco prima avevo alla mia destra.

Ricordo perfettamente il senso di disorientamento che mi aveva colto, mentre la testa girava e l‘anima era in uno stato pietoso
Le esplosioni continuavano intorno a me.
Gli uomini continuavano a morire, indipendentemente dal fatto che io fossi a terra o a seguire gli ordini come tutti gli altri
La mia alchimia completamente inutile, visto l’immobilità del mio braccio destro, una delle prime parti del mio corpo ad essere pesantemente colpita.
Ricordo ora vividamente che tossivo convulsamente, per colpa di tutto quel fumo che mi circondava.
Voci concitate si sparpagliavano intorno a me
Ordini venivano urlati.
Grida raggiungevano le mie orecchie stordite.

E una voce urgente e piena di apprensione proveniva dall’ombra che mi sovrastava.
-E….Edward Elric?-
I miei occhi erano socchiusi, come anche la mia capacità di dare un vero volto a chi aveva forse tentato di salvarmi?

Come ho già riferito precedentemente, quell‘ombra sconosciuta avrebbe ricevuto in futuro una faccia “amica“, prendendo forma da King Bradley.

Un immancabile errore.

Roy Mustang, ora col senno di poi posso testimoniarlo, mi sovrastava.
Il viso sporco di sangue, per colpa di una probabile ferita che si apriva fra quella zazzera scompigliata che erano i suoi capelli.
Imprecava debolmente, passando una mano sotto la mia schiena.

Il sibilo dolente che provenne dalle mie labbra però lo fece desistere.

Ricordo il dolore che passò fra le mie membra, colpendo distintamente ogni nervo del mio cervello.
Guardavo a fatica e spaesato alla mia destra, mentre il fumo circondava e il fuoco si innalzava da più punti.
-Se non mi fossi accorto in tempo della tua presenza….cazzo Ed, non dovevi esserci tu..- ancora Mustang parlava, e lo sentivo a fatica muoversi, guardandosi intorno urgente.
La mano che sostava ora sulla mia fronte ferita da piccole schegge e il sangue che imbrattava i suoi guanti, proveniente di sicuro dalla mia schiena

I ricordi sono confusi, ma cercano di tornare vividi mentre il sonno ci attraversa.
Un inferno del genere è facile da dimenticare ma difficile da riportare a galla.
E l‘incoscienza dei sogni ci chiude le porte alla realtà, giocando fra i fili della nostra reminiscenza.

Anche adesso è difficile rendere chiare le mie stesse parole, il flusso dei miei stessi pensieri e ricordi che afferrano la mia anima.

-Non morire…-

Le parole soffiate direttamente nel mio orecchio, mentre la mia vista appannata dallo stordimento si porta in alto.
-Non è tempo di morire, Ed…- forse posso anche scorgere nell‘ombra sfocata del mio salvatore quel debole sorriso che lo caratterizza anche adesso -Vivrai per la tua stupida impaziente vendetta….ma soprattutto per farmi pentire di questo-

Quello che sentii, oltre a pezzi di frasi incomprensibili per me anche adesso, forse per la debolezza che aveva colto la mia anima, fu una leggera pressione.
Debole, quasi non reale

Solo adesso posso darle davvero un peso.
E quelle parole non mi sembrano più nemmeno tanto sconclusionate.

Fino ad adesso, in questo campo nemico, non avevo ben chiaro quel piccolo pezzo di passato nella mia testa.
L‘alzarmi di scatto dalla branda, lo sbattere perplesso delle palpebre e le iridi dorate sgranate all‘inverosimile, mi portano alla semplice realtà


Nel tempo che fu la guerra dell‘Ovest, un ombra procurò un esplosione che mi prese in pieno.
La stessa ombra, ora tale Roy Mustang cercò di salvarmi in extremis, riuscendoci per metà.
E come il più grande degli idioti sulla terra, ebbe il coraggio di giocare con la mia incoscienza per…..





South City
Interno della città






Un mezzo gemito esce dalle labbra di un giovane appena destatosi da un sonno tormentato.
-Quel……quel pezzo di idiota ha….- stringe nel pugno d’acciaio la ruvida coperta da accampamento, mentre con le dita della mano di carne si tocca le labbra.
-Nii-san..?- borbottò mezzo addormentato Alphonse, tirandosi su dalla sua branda.
Gli occhi mezzi miopi guardarono verso la figura del fratello che tremava appena.

No….nono, il suo stupido e irrazionale cervello gli sta tirando uno scherzo idiota, pensa Edward
Non può essere la realtà quella che l’ha colto nella sua reminiscenza del passato.

Si alzò il giovane FullMetal, mentre avanzava con passo malfermo verso un piccolo specchio posto nella parete più lontana.
La luce sulla scrivania venne accesa, per aiutare gli occhi ad abituarsi.
Puntò le iridi dorate nella sua immagine riflessa, sorridendo nervosamente.
-Nii-san, tutto bene?- domandò ancora perplesso Al, non riuscendo davvero a cogliere il problema che Edward si stava ponendo nel cervello.

O meglio, la lotta interna fra ricordi e realtà che sta avvenendo nella sua scombussolata anima.

Perché come può essere quella la verità che il Generale ha tentato di fargli tornare a galla?.

Non può essere vero

Semplicemente Edward si rifiuta di credere che, tale Roy Mustang abbia osato, nel gran casino della guerra su ad Ovest….

….baciarlo.

Un mezzo gemito sconclusionato esce dalle sue labbra mentre Alphonse cerca di alzarsi a fatica, fermato quasi subito dal fratello.
Il maggiore degli Elric si girò, guardandolo tranquillo.
-Scusa nii-chan, un brutto sogno…- borbotta, segnandosi però mentalmente che qualcuno avrebbe dovuto affrontare il giorno dopo la sua imminente furia
Alphonse non sembra del tutto convinto, ma con un alzata di spalle e un piccolo sbuffo si rimette sotto la ruvida coperta.
Edward lo segue, infilandosi nel suo giaciglio in silenzio.

Oh certo che qualcuno l‘avrebbe pagata…


Quando le prime luci dell’alba filtrarono da sotto la porta malconcia, trovarono gli occhi dorati di Edward ad attenderli.
Non era riuscito più a prendere sonno, visto l‘agitazione che correva nel suo corpo.
Prima poteva benissimo attribuirla a tutta quell‘assurda verità che gli era stata buttata addosso in un solo giorno, o a quello che li attendeva d‘ora in avanti.

Ora però quel movimento improvviso che faceva scontrare la sua anima con il suo cervello ne era il colpevole una sola persona.
Si alzò quindi, il FullMetal, lavandosi la faccia in una piccola tinozza che c’era in un angolo, asciugandosi poi in fretta su uno straccio malconcio ma comunque pulito.
Non aspettò che il fratello si svegliasse e lo seguisse.

D’altronde non erano che le prime luci dell‘alba, e lui aveva assolutamente bisogno di calmarsi e schiarirsi le idee da solo.

Per questo uscito dalla casupola che ospitava lui e il suo nii-chan, salutata la guardia e il cane che prontamente erano accanto alla porta, si diresse verso un punto imprecisato.
Camminava tranquillo, a passo lento mentre vedeva già alcuni uomini muoversi per le vie mezze distrutte della città di South City, con i loro ordini già impartiti.
Molti erano soldati che si erano prontamente schierati dalla parte del Generale Mustang, mentre altri saltavano subito all‘occhio come semplici concittadini.
Casse e sacchi venivano spostati, mentre alcuni cercavano di porre rimedio ad alcune case pericolanti.

Sospirò appena, andando verso il muro che circondava completamente la città estendendosi come un abbraccio protettivo, da un capo all‘altro della catena montuosa che avevano alle spalle.
La prima volta che Edward l‘aveva visto, mentre i suoi uomini preparavano la loro tenda nel campo 12, aveva ipotizzato che quella cinta impenetrabile doveva essere una costruzione medievale.
Era stata migliorata e tenuta con cura fino ad allora, in caso come questo, di assedio e guerra

Si fermò una volta giunto davanti a quella parete che stava dando del filo da torcere all’esercito di Amestris, notando però come in più punti questa stava cedendo.
Si morse il labbro inferiore, sapendo perfettamente che con l’arrivo dell’artiglieria pesante il problema delle bombe alchemiche sarebbe stato sorvolato con facilità.
Una mano guantata si posò sulla parete, saggiandone la tenuta.

Ancora non riusciva a capire perché King Bradley avesse fermato l’attacco.
Forse il motivo principale era la cattura sua e dei suoi uomini.
Era davvero una pedina così fondamentale per il Furher, tanto da fargli arrestare l’avanzata che avrebbe finalmente capovolto l’inutile assedio?

Edward portò le braccia conserte, picchiettandosi però poi le labbra con due dita pensieroso.
O meglio, il Furher aveva dovuto per forza frenare l‘attacco.
La notizia che il reggimento del Colonnello Elric, più quest’ultimo, fossero in mano al nemico si doveva essere sparsa velocemente nell’esercito.
Anche se King Bradley era il Comandante Supremo, non poteva fare mosse azzardate, perdendo così la fiducia nei suoi uomini decidendo di attaccare senza pensare alle conseguenze.
Edward sapeva che, anche non essendo particolarmente di spicco in Central, era ben apprezzato per le sue doti di comando e di strategia.

Sarebbe stato un errore imperdonabile se una pedina così valente fosse stata scartata davanti a tutta la forza bellica di Amestris.

Borbottò pensieroso il giovane FullMetal, mentre alcuni uomini gli passavano accanto portando con se alcune casse.
I suoi occhi dorati erano fissi su un punto imprecisato del terreno, mentre le dita ancora poggiate sulle labbra.
Fu forse per loro che tornò il pensiero prepotente del Generale.
-Colonnello!- fece qualcuno, scostandolo per un po’ da quei ricordi che gli facevano montar su una gran rabbia

Davanti a lui si parò Brosh, facendogli così alzare un sopracciglio.
-Colonnello! Finalmente sono riuscito a trovarla!- fece con un gran sorriso, mentre Edward poteva notare che le sue ferite erano state curate.
Il soldato si azzardò a posare una mano sulla spalla del biondo, più per la rassicurazione che tutto quello fosse vero.
-Brosh!- fece d’un tratto il FullMetal, posando entrambe le mani sulle braccia del sottoposto, spaventandolo non poco e facendolo irrigidire.
Beh, era una sorpresa inaspettata trovarsi davanti lui e qualche altro suo uomo alle spalle.

Quindi erano stati liberati.

Si sentì rassicurato di avere la sua truppa sana e salva, intorno a lui.
Questi non erano neanche del tutto certi di quello che stava accadendo.
-Dopo che l’hanno portata via, siamo rimasti in attesa di un qualche responso o decisione per la nostra sorte- iniziò uno, seguito subito da un’altra faccia amica.
-Può immaginarsi la sorpresa quando ci siamo ritrovati il Maresciallo Falman e il Maggiore Elric davanti alla nostra prigione!-
Edward ascoltò le loro parole, venendo a conoscenza che anche i suoi uomini erano stati informati di tutto quel trambusto che si era venuto a creare.
-All’inizio non credevamo ad una singola parola, ma vedendo che il Maresciallo e il Maggiore erano vivi e stavano bene, ci siamo solo assicurati che anche lei fosse salvo- mormorò Brosh, grattandosi distrattamente la cute.
Il giovane FullMetal li guardò uno per uno, lasciando poi andare il sottoposto, dandogli però delle pacche amichevoli sulle spalle.

-Sono felice io di vedere che voi state bene, ragazzi- affermò il biondo, sospirando appena.
Guardò per un momento il muro che aveva alla sua destra, come se avesse potuto superarlo e vedere così la vastità del campo dell’esercito di Amestris.
-Avendo ascoltato ciò che muove la Resistenza, le reali intenzioni che ci sono dietro, siete con me?- fece, tornando a puntare gli occhi dorati sui suoi uomini.

Questi non risposero, ma si misero sull’attenti, con il saluto militare rigido e perfetto.

Edward sorrise appena, facendo un cenno con la testa.
-Bene…- mormorò, portando le braccia ai fianchi guardandoli deciso -Ora il nostro nemico è l’esercito di Amestris, o meglio coloro che hanno scatenato questo inferno. Come uomini al servizio della patria, aiutate i cittadini di South City e servite il Generale Roy Mustang in ogni ordine che vi darà.- formulò senza remore il maggiore degli Elric, statuario nella sua posizione.
-Avete giurato fedeltà al Fhurer e come tale lo servirete fino alla fine- mormorò, portando le braccia incrociate al petto.
-Signor sì, Signore!- fece ciò che rimaneva del suo plotone, rincuorando Edward per quella fedeltà che provavano anche verso di lui.
-Riposo signori….ora potete continuare il vostro lavoro. Mettetevi fra le file dei nostri alleati e aiutateli anche nei lavori più umili- affermò infine il FullMetal, vedendo i suoi uomini rispondere positivamente e disperdersi poi come gli era stato ordinato.

Solo uno rimase davanti a lui, facendo sorridere il biondo.

-Si, Brosh?- chiese, vedendolo ancora sull’attenti.
-Vorrei poterla servire Signore- fece questo senza guardarlo direttamente.
Edward poté quasi rivedere in lui Havoc, così sempre pronto ad aiutarlo.
Strinse un po’ dolorosamente le labbra il giovane, non visto dal suo sottoposto.
La sorte di Jean gli era ignota e sperava che alla fine di tutto questo l’avrebbe potuto rivedere con la sua immancabile sigaretta fra le labbra
-Soldato Brosh, mi sarebbe più d’aiuto in giro a seguire gli altri- fece Edward, dandogli una pacca sulla spalla quasi come a rassicurarlo.

Questo sospirò appena, tornando sciolto e a riposo, annuendo piano.
-Seguirò gli ordini, Signor Colonnello..- fece sorridente, dandogli un ultimo sguardo prima di seguire i suoi compagni.
Edward dal canto suo si lasciò scivolare addosso la tensione che gli si era creata in corpo, guardando per un ultima volta il muro.
Alzò gli occhi al cielo plumbeo di quell’inizio giornata, lasciando uscire un ennesimo sospiro.
Tornò infine sui suoi passi mentre i ricordi ancora battevano prepotentemente nella sua testa, come il suo cuore nella sua gabbia toracica.


Seguì l’esempio dei suoi soldati, dandosi da fare nell’aiutare i concittadini, mentre Alphonse si muoveva con Falman sull’altro lato della città
Anche rivedere il Maresciallo incolume, se non per una ferita di striscio che aveva riportato anche lui, lo aveva rincuorato.

Odiava perdere persone valenti, come anche amiche.

Soprattutto se lo sbaglio era suo.


Di lavoro ce ne era abbastanza, e quel momento di calma in quello stupido conflitto era un respiro in più per la città che cadeva a pezzi.
Hughes l’aveva informato che quella “tregua” che si era venuta a creare era appunto perché King Bradley stava ponderando la situazione della sua cattura.
Edward ci aveva visto giusto nel pensare che il falso Furher stesse pensando ad un modo per non far crollare il suo stesso castello di carte.

Informazioni dalle spie nell’accampamento dell’esercito di Amestris non portavano altre notizie salienti, ma il maggiore degli Elric non era comunque tranquillo.

Soprattutto ora che si trovava proprio ai piedi delle scale nella casa di “comando” del Generale.
Sbuffò appena, mentre fuori il primo pomeriggio stava ancora portando aria di serena tregua.
Con un po’ di coraggio salì quei pochi gradini, per trovarsi proprio nella piccola stanza dove il giorno prima lo stesso Roy Mustang aveva rivelato gli ultimi istanti di suo padre.

Lo stesso Mustang ora era fermo davanti alla finestra della stanza, mentre in mano teneva le ultime notizie provenienti dalle spie.
-Colonnello Elric- fece tranquillo senza girarsi, lasciando che l’altro si mettesse in una posizione di stasi poco distante da lui.
Il saluto militare che fece fu veloce e preciso.
Mustang si girò verso il giovane FullMetal che non sembrava tranquillo e pacato come al solito.
Poteva quasi avvertire l’intento omicida brillare in quegli occhi di miele puro.
Non scosse più di tanto il Generale, che invece fece qualche passo tenendo le braccia incrociate dietro la schiena.
-Ha bisogno di qualcosa, Colonnello?- continuò Mustang, mentre Edward serrava di più le labbra
-Semplicemente una spiegazione che non riesco a formulare da solo- fece contrito il biondo, avvicinandosi all’uomo mentre le mani erano strette in piccoli pugni. -Diciamo che qualche ricordo mi è tornato alla mente….su un dato giorno-

Come aveva sempre detto suo fratello, doveva imparare a controllare la sua indole avventata, prima di fare i suoi soliti casini.

In un qualche modo, Edward ci stava provando anche adesso.
Con scarsi risultati, visto il pugno d’acciaio che tremava impercettibilmente.

Il Generale Mustang sembrò non capire in un primo momento quelle parole, o meglio, finse di non comprendere la situazione che si stava venendo a creare.
Diede il consenso di continuare al ragazzo, che senza aspettare fece un passo avanti.
-Mi spieghi un dato gesto, decisamente sconsiderato e senza fondamento- proseguì FullMetal, vedendo l’altro annuire appena

-Dipende, Colonnello. Potrebbe benissimo esserci fondamento, non crede?-
Edward alzò un sopracciglio, vedendo l’uomo compiere anche lui un passo.
-Si spieghi meglio Generale- marcò la parola il biondo, stringendo appena le labbra.

Entrambi avevano perfettamente capito il nocciolo della questione che non veniva direttamente detto.
-Possiamo dire che il dato fatto, possa avere in realtà delle fondamenta ben delineate negli anni..-
-La demenza senile si fondamenta negli anni, Generale, devo forse prenderla come motivo?- ribatté il maggiore degli Elric, avvicinandosi ancora.
Ormai entrambi erano ad una spanna l’uno dall’altro e sembrava che nell’aria ci fosse una certa tensione.

-No, ci sono altri motivi ben più validi, tipo un certo sguardo risoluto o un certo piacere nel guardare un…-
-Per la sua sicurezza, io non finirei la frase.- lo interruppe di nuovo Edward, sentendo però il suo stesso braccio meccanico afferrare con risolutezza il colletto del Generale.
Questo sorrideva tranquillo in quella morsa pericolosa.

Come diceva spesso Alphonse?
Ah si…..dannata impulsività.

-Bando alle ciance, Mustang. Perché diavolo mi ha baciato?!- sibilò irritato il più giovane mentre l’altro serrava una mano intorno al suo polso di acciaio.
-E tu perché hai chiamato il mio nome?- ribatté l’uomo, tenendo gli occhi fissi in quelli dorati che assunsero una tonalità più chiara.

Perplesso Edward alzò un sopracciglio.

-Che diavolo stai dicendo?- soffiò stringendo sempre quel misero pezzo di stoffa
-La verità, FullMetal. O non ti ricordi esattamente come si sono svolti i fatti?-

Entrambi non si erano accorti di come le formalità fossero caduta fra loro, mentre la tensione diventava quasi palpabile a mano nuda.

-Ricordo esattamente che mi hai baciato! Nient’altro! Non inventare idiozie per dar colpa a me- affermò Edward, avvicinando il viso a quello del superiore che sembrava serafico in quella pericolosa posizione
-Avresti bisogno di una rinfrescata di memoria, FullMetal, perché quello che mi ha istigato sei stato tu-

Esattamente non sanno nemmeno come ci sono finiti adesso, in quella posizione.

Il Generale Mustang sbattuto con poca generosità contro il muro della stanza, e il maggiore degli Elric addosso a lui fremente di rabbia.
-Sei un fottuto bugiardo- soffia il ragazzo mentre i suoi occhi sono socchiusi a due fessure pericolose, sondati da due pozze nere che sembrano cercare qualcosa che non può semplicemente essere portato all’esterno.
-E tu un pestifero fagiolo- sibila sorridente Roy, capovolgendo la situazione, facendo così sbattere contro il muro questa volta il biondo
-NON SI AZZARDI A…- cerca di ribattere Edward, colto sul vivo da quell‘epiteto poco felice alla sua statura.

Peccato che il moro gli impedisce di ribattere, tenendo premute le sue labbra contro quelle del più giovane.
È una lotta di supremazia che nessuno dei due sembra vincere, ma nemmeno sciogliere.
Le mani del FullMetal sono strette alle braccia del Generale, mentre questo tiene le proprie intorno ai fianchi del sottoposto.

Non c’è ricerca del respiro fra i due, anche perché sarebbe un passo falso verso la sconfitta.
Quindi le labbra rimangono unite come anche le lingue che sferrano attacchi senza precisione, esplorando e toccando ogni punto della bocca dell’avversario.
Mustang sembra ricercare però una certa calma che però l’Elric non sembra condividere, combattendo come una pantera.
In un momento Roy solleva il corpo del più giovane, che si ancora ai suoi fianchi con le gambe, mentre la schiena rimane perfettamente incollata al muro.
La braccia di Edward circondano il collo dell’uomo che gli sta decisamente portando via fiato prezioso, ma al quale lui stesso non da tregua.

Sembra poi che qualcosa finalmente permette ad entrambi di staccarsi l’uno dalle labbra dell’altro.
Forse finalmente la richiesta disperata dei polmoni di chiedere ossigeno.
Entrambi con il fiatone, entrambi a guardarsi negli occhi.
-…dire che sono un microbo in un campo di fieno…- borbotta Edward chiudendo gli occhi e cercando aria a piccole boccate.
-Direi invece che sei una furia bionda…- sbuffa appena Mustang, appoggiando la fronte a quella del minore, strappando un mugolio di disapprovazione.

Quando questo si accorge della posizione equivoca in cui sono, cerca di scostarlo da se in malo modo.
-Sei un maledetto pervertito! Che diavolo ti è preso!- afferma, guardandolo con tanto d’occhi che fa sorridere ferino Mustang-
-No scusa, io? Sei tu quello che ha tirato la corda fino a qui, e ripeto che è colpa tua- afferma senza scomporsi il Generale, vedendo formarsi negli occhi del Colonnello una luce omicida.

Luce che si intensifica quando attira di nuovo in malo modo le labbra del Generale sulle sue.
Vuole forse “pulirgli” la bocca da quelle stupide idiozie.
Il ricordo però prepotente torna a lambirgli la memoria, mentre sente la schiena staccarsi dal muro e il corpo di Mustang sostenere il suo senza problemi.

Un ricordo che gli era sfuggito nei fumi del sonno.
Un “Roy” sospirato con fatica mentre intorno a lui vi era fuoco sangue e grida.
La sua mano sinistra e insanguinata che si aggrappa a quell’ombra che lo sovrastava preoccupata.
Nella sua semi incoscienza quel giorno non aveva riconosciuto esattamente la persona che lo sovrastava, anche se ora gli aveva dato un volto e un nome vero.
Perché diavolo aveva chiamato allora il nome di un uomo che aveva conosciuto solo una volta e che aveva contorto la sua piccola anima di bimbo con un sorriso.

Bloccò in malo modo il corpo di Mustang sopra di lui, non chiedendosi nemmeno perché diavolo ora lui era sdraiato sul letto sfatto del Generale, con quest’ultimo a gattoni su di lui.
Aveva scollegato il cervello quel tanto che bastava per ricordare quel giorno.
Con tanto di occhi osservava il viso del moro sopra di lui, perplesso.
-FullMetal?- domandò tenendo le mani a fianco della testa del minore puntati sul materasso, così da sostenere il suo corpo.
Il sopra citato biondo però era sconvolto da quello che la sua mente razionale rifiutava di accettare.

-Perché diavolo ho chiamato il tuo nome?- mormora senza riuscire più a muoversi, rimanendo immobile sotto di lui.
Mustang sonda il suo viso senza fiatare, togliendosi poi da sopra di lui in silenzio.
Lasciandolo ai suoi dubbi.
Domande a cui Edward non riesce ad associare una risposta sensata, logica.

Non può essere che in un momento di debolezza e dolore, avesse richiamato alla memoria l’unica persona che…
Bloccò il suo stesso flusso di pensieri il biondo, tirandosi su seduto.
Non si è nemmeno reso conto che la coda di cavallo è bellamente andata a farsi friggere, per colpa dell‘elastico scivolato più giù sulle spalle.
Mustang rimane seduto sul bordo, tenendo il busto leggermente arcuato all‘indietro, grazie al puntellamento delle sue stesse braccia.
-È chiaro che ti sono entrato nel cuore, FullMetal- fa prendendola sul ridere, cercando di calare quella vibrante tensione che si venuta a creare.
Edward imbroncia il viso, guardandolo di traverso.
-Oh, stia zitto..- sbuffò irritato, ricevendo però un sorriso sghembo da parte dell‘altro.

Uno di quegli odiosi sorrisi che vorrebbe togliere con un sonoro pugno.

Si trattiene però, prendendosi del tempo per osservare il taglio orientale degli occhi dell’uomo.
Sbuffa poi di nuovo, cercando di ridare un contegno alla sua persona, sistemandosi i capelli nell’alta coda.
-È stata una sorpresa per me….- mormora appena Mustang, guardando i suoi stessi stivali.
Edward torna con le iridi sulla sua schiena questa volta, aspettando che l’uomo continui a parlare.
-…sentire il mio nome dalle tue labbra, Edward- proseguì, puntando lo sguardo su di lui.
Il maggiore degli Elric fu preso in contropiede a sentire ancora il suo nome dall’uomo che poco prima lo stava soffocando con quei baci.

O forse era l’inverso.

-Non eri molto cosciente…quindi non mi avevi riconosciuto di sicuro- ancora cercò di spiegarsi Mustang, interrotto però da un movimento del più giovane.
Questo cercò di scivolare sul bordo, sedendosi così accanto al Generale.
-Perché mi hai baciato?- domandò ancora, sperando questa volta che la risposta si fosse fatta viva, senza inutili giri di parole.
Guardava il pavimento, quindi non poteva vedere il malinconico sorriso dell’uomo che aveva accanto.
-Perché tu hai chiamato il mio nome?- sussurra Roy, facendo sbuffare Edward.
-Non lo sa che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?- fece stizzito il più giovane, guardandolo di traverso.
L’altro rise, alzandosi.
-Nel tuo quesito sta la stessa risposta del mio…- affermò Mustang porgendogli una mano per aiutarlo ad alzarsi.

Il FullMetal si trovò in accordo purtroppo con le sue parole, anche se non lo accettò a voce.
Rifiutò gentilmente quella mano, alzandosi di sua iniziativa.

Di nuovo uno di fronte all’altro.
Ancora a poca distanza fra loro.

Mustang si chinò appena, portando un braccio intorno alla schiena di Edward che storse le labbra
Non erano tipi da cose romantiche
Semplicemente non erano tipi e basta.
Fu difficile rubare un altro bacio, dovette constatare Roy, a quelle labbra di miele che lo morsero appena quando si avvicinò.

-Quando avrai trovato la risposta, ci troveremo una seconda volta- mormorò il Generale sulla bocca del maggiore degli Elric.
Questo sorrise di scherno, guardandolo negli occhi.
-Alla fine di questa stupida guerra….veda di sopravvivere, perché troverò la risposta.- fece schietto, prima di separarsi e scendere le scale con passo fermo.


Giusto in quel momento stava per uscire dalla casa di comando del Generale, quando Maes Hughes si parò davanti a lui con in mano alcuni fogli.
Si guardarono un attimo perplessi entrambi e poi Edward fece spazio all’uomo per lasciarlo entrare.
-Ehilà, Edward! Non è che mi hai ucciso il Generale, vero? Mi serve la sua bravura nel far casino- fece allegro Maes, lasciando perplesso il più giovane.
Non capiva come un uomo del genere potesse essere così allegro e spensierato anche in momenti così duri.
Un gemito provenne da dietro le sue spalle e buttato l’occhio poté appurare che Mustang aveva sceso i pochi gradini per andare al tavolo pieno di cartine e fogli sparsi.
Maes entrò nella stanza scambiando i soliti convenevoli con il Generale, mentre Edward stava giusto in quel momento mettendo un piede fuori, quando fu richiamato.
-FullMetal, ci serve anche il tuo aiuto, non svignartela- fece tranquillo il moro occhialuto, mentre l‘altro era seduto su uno sgabello a visionare quelle poche informazioni.

Edward si girò tornando accanto a loro e guardando curioso Hughes.
Anche Alphonse entrò insieme a due altri uomini più la bionda donna che l‘aveva aiutato la prima volta.
Una certa Riza, si.
Dovevano essere una parte di truppa di cui Mustang si fidava ciecamente.
Uno lo riconosceva.
Assottigliò appena lo sguardo, rimanendo accanto a suo fratello, mentre l‘uomo che aveva attirato la sua attenzione gli diede una leggera occhiata, tornando poi con l‘attenzione su Maes che stava parlando.

Kimbley.
L‘uomo che l‘aveva pestato quando era stato prelevato dalla “prigione“ dove li tenevano il primo giorno.
Eppure gli sembrò di averlo già visto….prima.
La sua memoria però non voleva smetterla di portarlo in vicoli chiusi

Alphonse lo guardò preoccupato, pronto a chiedergli se c‘era qualcosa che non andava, quando Edward scosse la testa sorridendogli.
Hughes intanto stava spiegando le ultime mosse di Bradley.
-Non sappiamo esattamente quello che vuole fare. Da quando Havoc è stato preso non abbiamo ricevuto altre informazioni utili sul punto, tranne che il nostro nemico non ha ancora deciso che come muoversi.- spiegò velocemente, posando i fogli che teneva.
-Da Central che notizie arrivano?- chiese subito Mustang, sorvolando sull‘espressione sorpresa del giovane FullMetal.
Questo guardò il suo nii-chan che gli spiegò velocemente che una buona parte dell‘esercito della Resistenza era ben infiltrato al Quartier Generale, pronto ad un ordine di Mustang.

-Gli uomini sono pronti a ribaltare la situazione. La nostra talpa alle trasmissioni è pronta a riferire l’ordine appena saremo pronti qui- rispose l’uomo sconosciuto ad Edward, mentre Roy annuiva appena.
-Quello che ci serve adesso è un diversivo per tenere a bada Bradley, in modo da poterlo attaccare di direttamente. Ora come ora siamo più protetti all’interno delle mura, ma con l’artiglieria pesante, questo vantaggio potrebbe cadere- mormorò il Generale Mustang, alzandosi e soppesando il momento con pochi passi.
-Avrà di sicuro aumentato la guardia nei punti di sbocco dei sotterranei- fece Alphonse indicando sulla cartina i due accessi che conducevano alla città.
Maes annuì, mentre Edward si avvicinava al tavolo, puntando il dito meccanico su uno dei due rifugi.
-Questo tunnel è ancora utilizzabile?- domandò, ricevendo un alzata di spalle da Hughes.
-No, quando abbiamo salvato Alphonse abbiamo dovuto far saltare l’entrata- fece Riza.
-Quindi anche l’esercito di Amestris penserà che sia inutilizzabile, giusto?- mormorò ancora il giovane FullMetal, sentendo gli occhi di Roy addosso.
-Avranno lasciato delle sentinelle appostate- disse Hughes, chiedendosi dove volesse arrivare Edward.

Questo portò le braccia incrociate al petto, pensieroso.
-Se avete bisogno di un diversivo, potrei essere io- fece alzando gli occhi sui presenti. -King Bradley non può attaccarvi direttamente, sapendo che così attirerebbe il dubbio sui suoi uomini, essendoci io come ostaggio. Tornando però fra le sue fila potrei muovermi liberamente per sabotare l’artiglieria.- propose, trovando però subito lo sguardo di Mustang in disaccordo su quel piano.
-Non possiamo rischiare di perdere proprio te, FullMetal- fece, notando però il cipiglio del più giovane.
-Avete bisogno di qualcuno che possa liberarvi la strada. Alphonse è dato per morto, visto il falso cadavere nel campo, e chiunque in questa stanza è un traditore. Sono l’unico che possa avvicinarsi senza problemi come infiltrato- ragionò, portando avanti l’unica vera soluzione che avevano.
-Mustang ha ragione….potrebbe essere pericoloso..- mormorò Hughes, trovando però giusto il ragionamento del colonnello.
-Nii-san…- provò Alphonse, venendo però interrotto dalla mano alzata di Edward, giratosi verso di lui.
-O facciamo così, Al, o rimarremo in questa stasi finché Bradley non decide di infischiarsene di tutto il buonsenso, attaccando direttamente- affermò il FullMetal, scuotendo così gli ultimi dubbi.

Il margine di errore purtroppo c’era.
Se loro avevano spie nell’accampamento dell’esercito di Amestris, anche Bradley poteva avere spie fra i cittadini di South City.
Purtroppo però era un rischio che andava corso.
-Questo piano deve rimanere in questa stanza- fece subito Alphonse, guardando i presenti.
Mustang si mosse sul posto, non del tutto tranquillo e convinto.
Gli altri annuirono in silenzio.
-Una volta che avrò messo fuori uso l’artiglieria farò esplodere i rifornimenti di munizioni al centro dell’accampamento 10- spiegò Edward, puntando il dito sull’esatta ubicazioni della tenda.
-A quel punto sferreremo l’attacco alle truppe di Amestris e rovesceremo le sorti di questo dannato paese..- mormorò Mustang, tenendo lo sguardo su Edward che invece aveva le sue iridi puntate sulla mappa.
-Come farai ad uscire, Nii-san?- domandò Alphonse, studiando l’espressione pensierosa del fratello.
Questo tornò ad indicare l’uscita del tunnel distrutta
-Con l’alchimia potrò farmi l’uscita, Al. Poi si trova lontano dal punto in cui sono situate le bombe alchemiche, quindi non ci sarà reazione.- spiegò spiccio.

Gli ultimi particolari furono chiariti in meno di mezz’ora.
Quando le prime ombre della sera calarono sulla città, il piano era pronto e stabilito.
Riza, Maes, il secondo uomo e Kimbley uscirono per dare i vari ordini, mentre Al, Edward e Roy rimanevano intorno alla mappa.
Il più giovane dei fratelli Elric era in apprensione per quello che sarebbe successo da li a poche ore, mentre il Generale sentiva dentro di se un senso di inquietudine.
-Sei proprio sicuro di quello che vuoi fare, FullMetal?- domandò, attirando così gli occhi dorati del ragazzo
Questo annuì, passandosi una mano sulla fronte.
-Come ho detto, se non lo faccio saremo noi a ricevere il colpo- mormorò, facendo annuire appena suo fratello.
-Dovremmo andare a prepararci, Nii-sa. Prima di fare qualunque cosa hai bisogno di cambiare quelle bende…- mormorò Alphonse notando il sangue macchiare il pantalone della gamba di carne del fratello
La ferita doveva essersi riaperta per colpa dei movimenti del giovane.
Edward neanche si era reso conto, dopo tutto quel trambusto, che il lieve pizzicore che sentiva alla gamba fosse la ferita.
Mustang osservò i due fratelli avviarsi alla porta, ma richiamò all’ultimo il maggiore.
Questo si girò fermandosi, mentre Alphonse lo avvertiva che l’avrebbe preceduto dal dottore.
Tornò sui suoi passi il biondo, sapendo perfettamente perché il Generale l’aveva richiamato.
Questo osservò la porta semichiusa, avvicinandosi poi all’alchimista.
-Non devi farlo…- mormorò rimanendo a pochi passi da lui.
-Non ricominciamo, Generale…- alzò gli occhi al cielo Edward, portandosi la mano di carne a stropicciarsi con due dita gli occhi. -Sa bene anche lei che è l’unica soluzione-
-Edward- lo bloccò, ricevendo così l’attenzione di quegli occhi di miele.

Si guardarono per alcuni minuti in silenzio.
Nessuno dei due parlava dopo quel nome quasi sussurrato dalle labbra del moro.
Edward poi sospirò appena girandogli le spalle e incamminandosi verso la porta.
-Questa guerra finalmente finirà….abbi pazienza..- mormorò Edward, senza guardarlo.

-Mi hai ordinato di rimanere vivo fino alla fine. Questo vale anche per te, Ed..- soffiò a sua volta Mustang, facendo sorridere di scherno il minore.
-Per chi mi hai preso? Sono Colonnello, se non lo avessi ancora capito- cercò di scherzare su, forse per calmare entrambi.

Quando Edward fu sulla porta, si girò per guardarlo solo una volta prima di uscire.
-Ti darò la tua risposta, idiota di un Generale..-
Un sibilò che arrivò a Mustang facendolo sorridere appena.





South City
pianura esterna, ore 22.00





Un soldato di pattuglia nel perimetro ovest esterno si accese una sigaretta, rimanendo seduto su una cassa dimenticata.
Il fucile imbracciato e gli occhi vigili, lasciava che l’aria della sera passasse sulla sua pelle, rilassandogli così i muscoli indolenziti.
Era pronto al minimo rumore a saltare su in piedi e puntare l‘arma contro qualsiasi problema in vista.
Quando però la sua leggera pausa notturna fu interrotta dall’avvicinarsi incespicante dal bosco, di un personaggio conosciuto per poco la sigaretta non gli cadde dalle labbra.

Richiamò in men che non si dica altri della pattuglia, aiutando il giovane Colonnello Edward Elric ad avanzare fino alla tenda di comando.

Edward ringraziò l’uomo che l’aveva soccorso, puntando i dorati occhi sul Furher King Bradley, fermo davanti a lui a pochi metri.
Si mise sull‘attenti, aspettando l‘ordine di riposo che arrivò subito dopo
Dietro un tavolo si ergeva nella sua silenziosa figura, con quel sorriso chiuso e sereno l‘uomo che solo quarantotto ore prima aveva servito da bravo cane.
-È un piacere vederti incolume, Edward- iniziò, facendogli cenno di prendere posto su una cassa li affianco.
Il maggiore degli Elric prese posto, rimanendo impassibile e ben attento ad ogni mossa che faceva.
Sapeva bene che King Bradley non era uno stupido e ogni più piccola differenza veniva colta in quell’occhio impassibile.
-Immagino che sia stata dura uscire da quella città incolume.- iniziò il Furher, notando però il giovane scuotere la testa.
-Al contrario, Signore. Quel manipolo di idioti che si nasconde oltre le mura pensa di avermi plagiato con stupide ciance.- fece tranquillo, assumendo una aria falsamente divertita.

Doveva giocare bene le sue carte.

Ogni mossa.

-E come avrebbero cercato di plagiarti, Edward?- domandò facendo alcuni passi, mentre il FullMetal tornava in piedi per rispetto alla carica che ricopriva Bradley.
-Convincendomi che lei fosse il burattinaio di Amestris, di tutta questa guerra. Una storia senza fondamento e senza prove- fece sbuffando l’Elric -Ho dovuto fingere di credere alle loro panzane, per poter essere libero di muovermi.- spiegò cercando negli occhi del Furher una qualche scintilla d dubbio.
Questo rimase impassibile, annuendo piano.
-La Resistenza ha a cuore solo il loro guadagno personale a sbattermi giù per portare così il caos in tutta Amestris. Sapevo però che un ragazzo in gamba come te non sarebbe mai cascato nei loro trucchi.- affermò l’uomo più potente di Amestris, tenendo le braccia unite dietro la schiena.
-Non avrei mai potuto tradirvi, Signore. Avete sempre fatto molto per me, tirandomi su quasi come se fossi un figlio. La mia lealtà è verso il mio Furher- moderò le parole, senza strafare.

Edward sapeva perfettamente recitare la sua parte, stando attento a non incappare nelle sue stesse parole.
Tutto sarebbe andato alla perfezione, anche se non voleva gridare vittoria subito.

-Hai avuto modo di entrare in contatto con Mustang?- chiese poi l’uomo, guardando su una cartina appesa alle spalle della scrivania.
-Purtroppo solo sporadiche volte. È sempre ben lontano. Come vedete anche se cercavano di convincermi del contrario, sono sempre loro che spargono menzogne mentre il loro capo si nasconde dietro ai suoi uomini- mormorò, portando il peso del corpo sulla gamba di acciaio.
King Bradley annuì ancora una volta, girandosi verso di lui.
-Ti sei infiltrato bene, dunque? Sei riuscito a carpire i loro piani?- chiese ancora con calma, vedendo il sottoposto annuire.
-Hanno intenzione di attaccare all’alba. Sembra che un passaggio come quello a cui eravamo appostati noi, passa proprio sotto la pianura dove il nostro reggimento è appostato. Ci sbucheranno alle spalle, attaccandoci nel momento in cui saremo meno pronti- spiegò Edward, sentendosi gli occhi del Comandante Supremo addosso.

Lo sentiva quel leggero brivido lungo la spina dorsale
Cercò di calmarsi, di lasciarlo scivolare via.

La sensazione però sembrava non volerne sapere di lasciarlo in pace.
King bradley sorrise a labbra chiuse, portando le mani avanti e sbattendole una sola volta.
-Magnifico Edward. A sprezzo del pericolo che correvi, sei corso ad avvertirmi del pericolo imminente- fece guardando i fogli sul tavolo, mentre riportava le braccia dietro la schiena. -Sei uno dei giovani più fidati che Amestris potesse avere. Tuo padre sarebbe molto fiero di te..- finì.

Edward rimase immobile, annuendo solo una volta alle sue parole, cercando di trattenere la rabbia che gli stava montando addosso.

-Un ottimo soldato….peccato essere proprio figlio di Hohenheim, così coraggioso e puro da sacrificarti per loro, mh?- mormorò dolente il Furher, mettendo in allarme Edward che troppo tardi cercò di sgusciare via dalla presa di due soldati entrati in quel momento.
Archer entrò dopo di loro, seguito da un terzo uomo che fece gelare il sangue del giovane FullMetal.

L’unica pecca purtroppo di quel piano perfetto esisteva.
E aveva il nome di Zolf J. Kimbley

Un ringhio basso uscì dai denti stretti del maggiore degli Elric, mentre gli occhietti della spia si puntavano nei suoi.
-Come puoi ben vedere, avevamo il nostro informatore ben infiltrato nel campo nemico. Mai abbassare la guardia, Edward, dovresti saperlo bene…- fece tranquillo Archer, mentre il biondo veniva atterrato dal pugno da parte di uno dei soldati.

Era stato doppiamente un idiota.
Perché solo adesso si rendeva veramente conto di dove aveva già visto quella faccia odiosa del traditore.
Come non ricordarsi il primo giorno che King Bradley aveva bussato alla loro porta.
Chi, in silenzio stava dietro di lui da bravo cane fidato.

Tossì a terra, guardando con i dorati occhi l’uomo che si era preso il posto sul quale stava comodamente seduto.
Bradley non sorrideva più nel suo solito modo, ma lo guardava serio.
-Portatelo nella tenda e sorvegliatelo. Generale Archer, credo che un conto in sospeso ti lega al giovane FullMetal, mh?- mormorò serafico, mentre i soldati eseguivano gli ordini.

Frank Archer ghignò annuendo appena al suo comandante, facendo un veloce gesto militare.
-Vedrò di trattare il nostro ospite nel migliore dei modi, Signore. E di scoprire più precisamente dove troveremo i documenti, una volta entrati in città- fece sorridendo, prima di uscire all’annuire convinto del Furher.

Questo si girò verso Kimbley, sedendosi poi dietro al tavolo sul quale stavano i fogli sparsi.
-In quanto a noi, parliamo del reale piano che vorrebbe attuare quello scocciatore di Mustang.- mormorò sorridente, concedendo al suo fidato uomo di esporre i fatti.

















Note d‘Autrice:

Possiamo sempre dire che sono le due di notte, e io mi rammento di scrivere i nuovi capitoli adesso X°D Dunque….siete autorizzati ad uccidermi =w= chiedo umilmente perdono *striscia tipo verme verminoso* questa ficciola è davvero un mostro e io sono una povera fanwriter casinista ç_ç
Avendo lasciato questa poveretta campata in aria da settembre facevo un po’ fatica a rimescolare le idee, ora che ci stiamo avvicinando al casino immane ù-ù
Soprattutto era difficile per me fare interagire Ed e Roy.
Appunto loro due X°D Roy serafico tranquillo, mentre Edward è una specie di animale in gabbia, e fa paura persino a me che lo descrivo o.o
Comunque spero di aver creato quella strana complicità di cui ancora non son ben consci X°D ew, ci vorrà del tempo ^^

Cosa dire….ahahaha, ho messo Ed nei casini ù-ù pirla lui che si ricorda ADESSO che Kimbley era il fidato cane di Bradley…una visitina alle memoria la farei eh, l’altereo sclerosi avanza e *viene atterrata da un fagiolo ambulante* ç_ç
La mia mente vaneggia, indi mi interrompo qui X3 gnaw, alla prossima ù-ù
Essendo tornata in pista (ed essendo tornata amante di FMA, credo che mi vedrete più spesso ù-ù gh)

Ringraziameti:




My Pride:Neee-chan! Li ho dovuti leggere anche io purtroppo X°D sai che casino ricordarsi tutti gli inghippi? XDD
Muahauahua il problema è avere i capitoli pronti XD non ho neanche loro ç_ç
Tutto al momento, cazzarola A_A ma tranquilla, non sparirò più ù-ù son tornata alla carica <3
Per quanto riguarda la storia, spero di aver dato una leggera carica dopo la tranquillità del momento, anche se il vero caos logistico verrà nel prossimo X3 e sto ancora decidendo le ultime parti che non mi convincono (indovinate? Muahaua si, mi vuol fare del male ç__ç nd Ed) (shh, tesoro, lascia fare alla mamma Liry nd me) ù-ù
Coccola quel micio che hai preso e muori su questo capito gh




nemesio6: eh si, la piattola vive ù-ù ma starà tranquillo. A meno che non mi scappa di mano nel prossimo, ma non credo XD magari qualche azione figa da “salviamo mio fratello“ ma nulla di che ù-ù Amo però Al con gli occhiali e soldato o.o
È meno piattola XDD
Ew, grazie come dicevo ai tempi, adoro descrivere ogni cosa soprattutto i paesaggi e ciò che li circonda oltre i personaggi.
Roy ed Ed sono difficili da muovere in questo frangente, ma sto facendo sforzi sovraumani per creare ogni cosa nel giusto ordine. Edward è si prudente, ma azzardato come sempre. Credo che la sua indole sia difficile da frenare ^^
Mi piace che ti sia piaciuto il loro confronto, anche io ho adorato scrivere quella parte.
Mi piace metterli l‘uno di fronte all‘altro, cercando di creare una giusta relazione fra le loro personalità
Questo capitolo come dicevo è stato particolarmente ostico, perché se da una parte abbiamo un Roy tranquillo, prudente su ciò ce fa ma comunque un immancabile idiota per i suoi colpi di testa, dall‘altro c‘è un Edward che non riesce a comprendere come un personaggio come Mustang possa sconvolgerlo tanto
Tanto da portar fuori un lato violento e possessivo che non sapeva di conoscere e di cui cerca di allontanare quasi subito ^^
Spero che anche questo sia di tuo gradimento, chiedendo subito scusa per errori osceni ç_ç



   
 
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