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Autore: Nyappy    14/02/2011    0 recensioni
[One-shot] [Gau/Raiko/Yoite]
Da quando Yoite aveva bruscamente iniziato a far parte della quotidianità di Raiko e Gau, quest’ultimo lo aveva subito considerato un intruso, e non a torto.
Yukimi aveva praticamente obbligato il samurai a sorvegliare il ragazzo almeno fino a quando non sarebbe tornato da una missione con i Kairoshu.
-E stai attento!-, gli aveva raccomandato prima di sparire.

Il triangolo... sì! Buon San Valentino :)
Genere: Introspettivo, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Gau Meguro, Kazuhiko Yukimi, Raikō Shimizu, Yoite
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Da quando Yoite aveva bruscamente iniziato a far parte della quotidianità di Raiko e Gau, quest’ultimo lo aveva subito considerato un intruso, e non a torto.
Yukimi aveva praticamente obbligato il samurai a sorvegliare il ragazzo almeno fino a quando non sarebbe tornato da una missione con i Kairoshu.
-E stai attento!-, gli aveva raccomandato prima di sparire.
Yoite aveva un’aria malridotta e crollò a terra dopo pochi istanti, tossendo furiosamente: la sua stessa vita era il prezzo del Kira, Gau lo sapeva, e si sentiva anche piuttosto meschino mentre fissava indecifrabile il suo signor Raiko che si chinava sull’altro, preoccupato.
-Aiutami a portarlo di là.-, gli chiese il samurai voltandosi verso di lui, e Gau acconsentì a trasportare Yoite nella camera vicina, sul proprio letto all’occidentale.
-Signor Raiko!-, lo chiamò allarmato notando il sangue che inzuppava gli abiti del ferito e gli aveva sporcato la mano.
-Yukimi è pazzo.-, sibilò Raiko prima di ordinare a Gau di portargli delle bende, del disinfettante e panni bagnati, dato che non conosceva alcun jutsu medico, e il ragazzo obbedì volentieri, era sempre felice di rendersi utile.
Ci mise un attimo a trovare tutto il richiesto e quando tornò in camera non gli piacque per niente quella vista. Il signor Raiko aveva iniziato a spogliare Yoite, valutando le ferite apparentemente leggere che continuavano a sanguinare, sporcando le coperte.
Non era il fatto che il ragazzo fosse mezzo nudo, no; non erano nemmeno le sue coperte macchiate a farlo rimanere imbambolato sulla porta.
Lo sguardo del signor Raiko… era quello meticoloso e attento di chi doveva valutare i danni di una ferita, certo, eppure sembrava celare di più. Ma cosa?
Gau scosse la testa e si avvicinò ai due svelto, porgendo per primo al samurai un asciugamano bagnato con cui pulire il sangue.
-Non sono ferite gravi, sembrano graffietti.-, iniziò Raiko pensoso indugiando con delicatezza su una zona sulla quale il liquido ematico si era seccato, -Ma non smette di sanguinare.-
Yoite accennò una smorfia ironica, gli occhi spenti e stanchi. Lo sapeva che quella era la sua fine.

Stringersi in quel modo al signor Raiko, avvolti nelle coperte del futon, era il frutto di una fortunata combinazione di eventi.
Primo tra tutti, anche se non particolarmente felice, Yoite che occupava il suo letto.
Gau avrebbe potuto dormire sul divano, ma sarebbe stato scomodo e al freddo dato che i Kairoshu non li pagavano abbastanza da poter accendere a pieno regime il riscaldamento notte e giorno.
-Sigh…-, Raiko sospirò prima di muoversi appena.
Gau gli si era innocentemente spalmato addosso, e non poteva certo biasimarlo per questo, dato che metà di lui stava congelando allegramente.
Senza nemmeno pensarci gli accarezzò i corti capelli neri, avvicinando appena la sua testa all’incavo del proprio collo.
-Cosa c’è, signor Raiko?-, bisbigliò Gau arrossendo appena.
-Mm, nulla. Avrai freddo.-, la buttò giù lui con finta noncuranza.
-Già.-, e come obbedendo ad una muta richiesta il ragazzo gli si strinse appena un po’ di più.

Da quanto Gau lo amava?
Il sentimento iniziale di riconoscenza e ammirazione si era presto trasformato in qualcosa di più, lo sapeva, e anche se il signor Raiko non sembrava ricambiarlo particolarmente quando erano con gli altri –per esempio quell’invadente del signor Yukimi- erano i momenti che trascorrevano quotidianamente assieme a dare a Gau la certezza di essere corrisposto.
Il the mattutino, ad esempio, che Gau preparava con cura, le missioni che controllava, i pasti, i pomeriggi liberi trascorsi sul divano, uno a leggere, l’altro a lucidare Shirogamon, e i rigorosi allenamenti giornalieri.
Eppure… erano già tre giorni che Yoite era arrivato, e tre giorni che la loro routine si era spezzata.
Gau non poteva fare a meno di notare come il signor Raiko indugiasse sulla pelle nuda dell’altro più tempo del necessario, come ritenesse opportuno sistemargli i capelli in modo che non gli finissero sugli occhi, come gli fosse indispensabile toccarlo.
Era quasi umiliante provare fastidio per tutto quello. Di sicuro era tutta immaginazione, lo sguardo tenero di Raiko nient’altro che un’illusione, come la smorfia dolorante di Yoite che sembrava accendersi di vita. Tutto frutto della sua fantasia…

Il quarto giorno da quando Yoite era arrivato portò a Gau consiglio, o almeno questo fu quello che si disse lui: dato che il signor Raiko era uscito per un’importante missione per i Kairoshu e non l’aveva portato con sé, il ragazzo decise di scambiare quattro chiacchiere con l’infermo.
-Va meglio?-, gli chiese con cortesia entrando nella stanza, non ottenendo risposta.
Disfò i bendaggi, sostituendoli e controllando le ferite che si stavano rimarginando, anche se tutto il corpo emaciato di Yoite suggeriva che sarebbe bastato un nonnulla per farle riaprire.
-Spero di non farti male.-, ritentò, ricevendo un’occhiata cupa.
Com’era intrattabile!
-Il signor Raiko è più bravo di me.-, confessò senza malizia, decidendo che l’assenza di risposte non era poi una tragedia così grande, ma il sorriso appena abbozzato che spuntò a Yoite di malizia sembrava averne, eccome.
Cosa doveva fare? Continuare a parlargli o terminare il lavoro ed uscire?
-E’ davvero una persona eccezionale.-, continuò, -Così buono, e…-
-Vattene.-, lo interruppe Yoite con un bisbiglio soffocato, la voce rotta dalla stanchezza, e Gau obbedì in silenzio.
Gau obbediva sempre.

Quando vide il signor Raiko imboccare Yoite con le stesse mani con cui la notte lo aveva abbracciato e quella mattina gli aveva scompigliato i capelli, Gau capì.
Non erano solo gli sguardi attenti che si lanciavano, l’impazienza e fame di Yoite, era probabilmente la sua reazione a confermare ciò che più temeva.
“Il signor Raiko è così buono”, pensò affannosamente, “Il suo cuore è così grande…”
Balle”, si rispose con durezza, “Anche lui non è altro che un doppiogiochista
“Ma gli sta solo dando da mangiare”
Sai bene che Yoite è in grado di farlo da solo, e lo sa pure lui
“Non sta facendo nulla di male”
Non fa mai nulla di male, anche con te. Ti bacia la testa, ti accarezza, ti abbraccia… credi che non lo faccia anche con Yoite?
“No, lo sta solo curando. Sta mantenendo la promessa fatta a Yukimi”
Non gli ha fatto nessuna promessa, non gl’importa nulla. A Yoite dà il necessario, con te non si decide
“E’ troppo buono”
Ecco forse a cosa si riferiva Yukimi con quell’attento
“L’ha indirizzato a me?”
Ovvio”, fu l’ultima battuta trionfante che pose fine al conflitto dentro di lui.
-Gau, che ci fai lì? Torna in cucina che ti raggiungo tra un attimo.-, Raiko si era accorto di lui, e dopo un paio di minuti effettivamente lo raggiunse a tavola, mangiando con lui e donandogli gli stessi sguardi colmi di tenerezza di sempre, come se fosse un cucciolo.
-Delizioso.-, commentò terminato il pranzo, lodando le abilità culinarie di Gau.
Che stupido. Era peggio di un cucciolo: era un cane a comando.

Stretto al corpo più grande di Raiko, le labbra del samurai sulla sua fronte e le sua braccia che lo avvolgevano –non stavano dormendo, lo sapevano entrambi, eppure si allacciavano così fingendo l’innocenza del sonno-, Gau si sentiva felice.
Stranamente felice, ed inquieto allo stesso tempo.
Era certo che con quelle mani Raiko avrebbe accarezzato anche Yoite, lo avrebbe guardato con quell’attenta avidità, forse gli avrebbe fatto sentire il suo respiro caldo sulla pelle.
Si sarebbe mai deciso, il signor Raiko?
Gau si concesse un sospiro prima di affondare nel collo dell’altro.
Non poteva saperlo, poteva solo sperare.
Non voleva costringerlo, era costretto a lottare.

Storia partecipante al contest  "'Cause Threesome is Better!" indetto da En~Dark~Ciel sul forum di EFP

Festeggio San Valentino in modo diverso, con una bella threesome dove nessuna coppia prevale xD spero di aver rispettato l'interpretazione, in fondo la situazione non si risolve. Ho deciso di narrare la storia dal punto
di vista di Gau perchè mi sembrava più facile rispettarne il carattere: obbediente, tranquillo, soffre in silenzio. Raiko fa il "fratello maggiore", prendendosi cura di Yoite, che rimane cupo e piuttosto sulle sue, anche se
apprezza le attenzioni di Raiko. Dato che ritenevo improbabile che Yoite si ferisse, ho ipotizzato che avesse subito solo dei graffietti, ma a causa del suo progressivo deperimento il sangue non riesca a coagularsi
e quindi continui allegramente a scorrere. Um, poi lo stile è un po' un esperimento, diverso dal mio solito.
Ho cercato di valorizzare l'introspezione di Gau, anche se ora che rileggo il suo conflitto ineriore sembra affetto da doppia personalità, poveretto x°
E' il mio primo esperimento su Nabari ed il mio primo triangolo: mi piacerebbe davvero sapere che ne pensate, punto a migliorarmi sempre di più :) Grazie per aver letto!
Nyappy
   
 
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