Libri > Le Cronache di Narnia
Segui la storia  |       
Autore: Melardhoniel    14/02/2011    4 recensioni
In nome dello sfavillante mare dell’Est, ecco a voi la regina Lucy, la Valorosa.
In nome del grande bosco dell’Ovest, re Edmund, il Giusto.
In nome dello splendente sole del Sud, la regina Susan, la Dolce.
In nome del limpido cielo del Nord, ecco re Peter, il Magnifico.

I Pevensie sono stati incoronati; ora sui troni di Cair Paravel siedono due figli di Adamo e due figlie di Eva. Quindici anni dopo, i quattro fratelli si ritrovano accanto all'armadio alla stessa ora in cui erano partiti.
Ma cosa è successo in quei quindici anni?
Genere: Avventura, Comico, Fluff | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Edmund Pevensie, Lucy Pevensie, Peter Pevensie, Susan Pevensie, Un po' tutti
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Lucy…Lucy…Lucy…che stai facendo, bambina mia?




La mattina dopo alle sei il signor Castoro impiegò tutta la sua buona volontà per svegliare i quattro sovrani.
O meglio, precisiamo… i due sovrani.
Lucy e Susan erano già in piedi vestite ed emozionatissime da più di mezz’ora.
Susan si fece scivolare la faretra piena di frecce accanto al corno, sull’ampio vestito Narniano rosso e grigio: i colori della sua terra, i colori della battaglia. Prese in mano il suo arco ed aiutò Lucy ad allacciarsi la cintura di cuoio contenente il cordiale e il pugnale attorno al vestito degli stessi colori del suo: si guardarono ed insieme sospirarono.
-Sei sicura di voler andare, Lucy?-
Lei sorrise.
-Sì, Susan. Mai stata più convinta di così… voglio partecipare anche io alla vita di corte. E poi, io e te siamo indispensabili per la riuscita della battaglia; siamo le uniche assieme ad Aslan a conoscere il suo bosco! Perciò, anche se volessi, non potrei tirarmi indietro.-
Susan stava per ribattere, quando arrivarono il signor Tumnus con un cavallo nero e Peter ed Edmund con uno marrone.
-Susan, Lucy… lei è Speranza.- Peter indicò la cavalla marrone. –Ho…ho pensato che, visto che è una donna come voi, forse vi proteggerà di più di un cavallo maschio.- Balbettò.
-Sire, mi reputo offeso.- Intervenne in quel momento il cavallo nero del fauno.
Edmund, Lucy e Susan scoppiarono a ridere.
-Oh, avanti, Tenacia! È solo preoccupato per le sorelle!- ribattè Speranza. –Io lo trovo molto tenero.- Aggiunse poi.
Lucy le carezzò il manto morbido.
Speranza ignorò il marito che sbuffava nella sua direzione e sembrò ridacchiare.
-Non preoccupatevi dolcezze. Con me sarete al sicuro! Salite in groppa! Tra donne ci si intende…-
-Beh, allora a dopo ragazzi. Peter, Edmund…- Susan chinò il capo per salutare i fratelli.
Lucy li osservò: come erano cambiati durante quei mesi passati a Narnia! Edmund era di certo maturato, e Peter…beh, Peter sembrava decisamente più grande degli anni che dimostrava.
La piccola si soffermò sull’espressione di quest’ultimo, e vide che era la stessa di quando le aveva abbracciate dopo l’attacco di Maugrim; poi passò all’altro fratello: era –o voleva apparire- calmo e rilassato, ma nei suoi occhi, sotto il velo di sicurezza, stazionavano preoccupazione e tensione.
Si rimproverò di aver pensato che quella avrebbe potuto essere l’ultima volta che li avrebbe visti, ma non resistette a lungo: non poteva partire lasciandoli così preoccupati.
Susan, che cercava di fare la dura, aveva le mani ferme sulla sella di Speranza da troppo tempo: forse voleva far intendere che stava aspettando la sorella, ma chiunque avrebbe capito che i suoi pensieri erano gli stessi di Lucy.
La piccolina abbandonò la posizione accanto a Tenacia e corse tra le braccia di Peter, che la strinse forte baciandola sulla testa.A loro si aggiunsero Edmund e anche Susan, in un abbraccio stritolatore che voleva nascondere le lacrime.
-Vi prego, state attente!- raccomandò loro Peter.
-Ci vediamo tra quattro ore, ragazze.- Edmund fece fare a Lucy una mezza giravolta in aria; poi abbracciò Susan, dandole delle pacche sulle spalle.
-Vieni, Lu… il tempo è giunto.- Susan prese per mano la sorella, e la aiutò a salire sulla cavalla, che si abbassò per facilitare l’operazione. Poi, rivolto un ultimo sguardo ai due fratelli in armatura, montò in groppa anche lei.
-Non piangete, piccole mie… li rivedrete presto.- Speranza cercò di consolare le due sorelle, che annuirono tra le lacrime.
Una pacca e Speranza partì al galoppo verso la Tavola di Pietra, inoltrandosi nel fitto bosco.
Tenacia la seguì con poca distanza, con in groppa il signor Tumnus.

-Buona fortuna…- Sussurrò Peter.
-Miei re, è ora di andare.- Oreius si avvicinò ai ragazzi, tenendo per le briglie un cavallo ed un unicorno maschi: uno era Philippe, l’affezionato equino marrone di Edmund, l’altro era Stardust, l’unicorno di Peter che era stato quasi ucciso da Jadis durante lo scontro di Beruna, ma che il cordiale di Lucy aveva salvato.
I due fratelli salutarono con gioia i loro compagni di battaglia e montarono in sella.
Oreius porse a Peter lo scudo e Rhindon, la sua spada, e ad Edmund il suo scudo e una spada che Aslan in persona aveva consegnato al Giusto il giorno dell’incoronazione.
-Coraggio, Ed… ci vediamo all’accampamento.- Peter ripose Rhindon nel fodero, e tirò le briglie di Stardust per dirigerlo verso destra, nella direzione della truppa che avrebbe dovuto guidare a Beruna ovest.
-Sì…certo.- Mormorò Edmund, alzando un sopracciglio.
Sospirò e accarezzò lentamente Philippe.
-Dai, mio buon cavallo… si parte!- gli diede una pacca e Philippe nitrì, raggiungendo la truppa che il re avrebbe dovuto condurre a Beruna est.
Accanto a lui, su un centauro, viaggiava il signor Castoro: sarebbe stato il suo confidente di viaggio.

Peter, galoppando velocemente, vedeva il paesaggio attorno a sé tutto sfocato: si voltò indietro ancora una volta, verso il fratello, come per assicurarsi che stesse bene. Non aveva dubbi che sarebbe riuscito a portare a termine il viaggio, ma era la prima volta che lo lasciava da solo con un compito così pericoloso ed importante.
A pensarci bene, rifletté il re Supremo, era la prima volta anche che portava in battaglia Lucy e Susan, ed era preoccupato. Temeva che, per paura che potessero essere ferite, lui si distraesse dal combattimento e rischiasse di essere ferito gravemente –o peggio ucciso- e di compromettere così la sicurezza di Narnia e della sua famiglia.
Oreius galoppava vicino a lui, ed ogni tanto gli rivolgeva uno sguardo indagatore, come a capire cosa passasse per la testa del suo re.
-Dimmi, Oreius.- Peter si girò verso di lui. –Sei con me?- Domandò.
-Fino alla morte, mio signore.- Il centauro rispose alla stessa maniera nella quale aveva risposto al tempo della battaglia contro la Strega Bianca: “fino alla morte”. Ovvero, “io vi seguirò ovunque, mi fido di voi”. Non importa se siete un quattordicenne, credo nel mio re.
Peter sorrise, e rivolse lo sguardo fiero avanti.
-E allora andiamo!- Esclamò.

-Va tutto bene, regine?- il signor Tumnus rallentò l’andatura, per avvicinarsi alle ragazze.
Lucy si aggiustò la corona, ancora stretta al petto di Susan.
-Io credo di sì… sto riconoscendo i posti.- Mormorò.
-Da quant’è che viaggiamo, amico mio?- Chiese la Dolce.
-Due ore, signorina. Dovremmo pressappoco essere al limitare del bosco di Aslan.- Rispose il fauno.
Erano finalmente usciti dal bosco che costeggiava Cair Paravel, e stavano passando su uno stupendo prato di erba verdissima pieno di fiori.
Susan tirò le briglie di Speranza.
-C’è qualche problema, cara?- Domandò gentilmente la cavalla.
-Vorrei che ti fermassi un po’, Speranza. Abbiamo ancora due ore di viaggio davanti e preferirei che tu fossi riposata, nel caso incontrassimo dei nemici. Non voglio che tu venga ferita.-
-Non per evitare di essere ferita, ma per adempire al mio compito affidatami dal re Supremo vostro fratello, io obbedisco e mi riposo. Devo proteggervi e portarvi sane e salve fino in fondo, e se fossi al limite delle mie forze potrei non riuscire a sfuggire ai nemici.- Speranza si accovacciò a terra, facendo scendere le regine.
-Oh, ma io non intendevo…- Arrossì Susan.
-Lo so, cara, lo so… la fama della tua dolcezza e generosità è arrivata fin da noi.-
Susan sorrise e la accarezzò sul muso.
Il signor Tumnus, smontato da Tenacia, raggiunse Lucy e portò acqua e mele selvatiche per tutti.
-Che sia una pausa breve, però…- Disse, porgendo una mela alla Valorosa, che gli rivolse uno stupendo sorriso.
-Ha ragione- intervenne Tenacia. –Questo non è un posto sicuro.-
-Lo so…- Susan rivolse uno sguardo preoccupato al bosco della Tavola di Pietra, che si prospettava ancora più fitto e buio del precedente.
-È che varcato il limite del bosco di Aslan niente sarà più sicuro.-
-Sue, noi non ci ritireremo.- Affermò Lucy.
-Certo che no, sorellina.- La maggiore toccò inconsciamente la cintura di cuoio che legava la faretra sulla schiena.
Mezz’ora dopo il fauno si alzò da terra.
-La pausa è finita, mi rincresce. Ma bisogna andare.- Susan e Lucy annuirono, salendo nuovamente in groppa a Speranza, che masticava rumorosamente una mela.
-Coraggio, Speranza. Dritti verso la nostra meta!- urlò Lucy.
La cavalla si alzò su due zampe e nitrì, galoppando dentro al bosco della Tavola di Pietra.

Erano già tre ore che viaggiavano, e Edmund era sempre più impaziente di arrivare: voleva fermarsi, riposarsi, cambiarsi l’abito, e soprattutto assicurarsi che le sorelle e Peter fossero giunti indenni all’accampamento. Guardò Philippe, che non accennava a rallentare l’andatura, e poi il signor Castoro, che si teneva stretto alla criniera del centauro.
Si girò verso la sua truppa: loro erano lì, si fidavano di lui, si aspettavano che da bravo re Giusto li conducesse sani e salvi poco fuori Beruna.
Ma lui sarebbe stato all’altezza di quel compito? Era estremamente difficile, e lo sapeva. Non si era mai allontanato così tanto da Peter, a parte forse quando aveva tradito la sua famiglia…basta! Non ci voleva neanche pensare.
Il ragazzo scosse la testa, come a voler cancellare i suoi pensieri.
Eppure, in una parte remota di sé era convinto che ce l’avrebbe fatta, avrebbe superato anche quest’ostacolo con l’aiuto dei suoi fratelli; dopotutto, ognuno era indispensabile all’altro. E poi, desiderava con tutto sé stesso non essere ricordato come “il ragazzo che tradì”, ma come “il ragazzo che ritornò”. Come il figliol prodigo.
Voleva cancellare il suo passato, ricominciare da capo con un nuovo Edmund: perciò doveva riuscire a eliminare l’esistenza degli emissari del nemico.
Per un momento gli parve di sentire un fruscio di foglie ben distinto, diverso da quello prodotto dagli zoccoli dei cavalli, proveniente dalla sua sinistra: si voltò verso quella direzione, ma non vide altro che alberi.
Ma… per un attimo, solo per un attimo, gli parve di vedere una figura arancione correre velocissima, al passo con i cavalli, quasi ad accompagnarli.
Si riscosse dai suoi pensieri e spronò Philippe, che si addentrò su per una stradina stretta che passava accanto ad una collina.

Peter e la sua truppa erano quasi arrivati: avevano scelto la strada più corta per Beruna, ma anche quella più pericolosa; fortunatamente non era successo niente durante quelle tre ore e mezza, e sembrava impossibile potesse accadere loro qualcosa, ora che le tende dei centauri compagni di Oreius si intravedevano.
Stavano attraversando una pianura, costeggiando il Grande Fiume che il re conosceva bene: ricordava ancora il tempo in cui esso era ghiacciato, e lui, i castori, Lucy e Susan dovevano passarlo, per giungere alla Tavola di Pietra e trovare Aslan, l’unico in grado di salvare Edmund. Era lì che aveva dovuto affrontare la prima prova: il coraggio di pensare a mente fredda alla soluzione migliore per tutti, senza lasciarsi trasportare dall’ira.
Era stato allora che aveva deciso di infilzare il ghiaccio con la spada invece del lupo per evitare di finire nel fiume gelato assieme alle sue sorelline, che non era sicuro nuotassero bene.
Susan sì, si corresse poco dopo. Nuotava bene e faceva anche le gare. Ma Lucy?
Stardust inchiodò di colpo, come se avesse visto qualcosa.
Peter, spaventato, lo accarezzò: -Cosa c’è, Stardust? Qualche nemico?-
-No…- bisbigliò il cavallo. –Nessun nemico. Ma percepisco una presenza strana.-
-Di che tipo?-
-Non ne ho idea, ma so che è buona, possiamo proseguire.-
Il cavallo riprese a trottare, e Peter circospetto si guardò in giro, non notando un animale che, osservandolo dall’alto di una roccia, si era voltato indietro, balzando di nuovo nella boscaglia.

Dopo altre due ore di viaggio, le Pevensie erano sicure di essere quasi arrivate.
Sapevano che stavano costeggiando la foresta proprio accanto alla Tavola di Pietra, e sperarono che in qualche modo Aslan le proteggesse.
Era arrivato il tratto più pericoloso: se gli emissari del nemico si erano accampati accanto alla Tavola, allora se venivano uditi era la fine.
Susan ed il signor Tumnus tirarono le briglie dei rispettivi cavalli, frenando la loro andatura.
-Secondo me, mia regina, così è anche peggio. Se andiamo piano ci sentono comunque, camminiamo su foglie e rami secchi ed i nostri zoccoli fanno rumore.- sussurrò Speranza.
-Se invece galoppiamo, passiamo, come si dice? “In modo rapido ed indolore”.- Le diede ragione Tenacia.
Susan e Lucy si scambiarono uno sguardo, poi quest’ultima si girò verso il signor Tumnus, che annuì leggermente.
-Presto!- disse piano Speranza. –Potrebbe già essere troppo tardi!-
E i cavalli ripresero a galoppare.
Dopo qualche metro, Tenacia nitrì di spavento, fermandosi di colpo e rischiando di disarcionare il signor Tumnus.
Lucy e Susan urlarono: davanti a Tenacia stava Ginarrbrik, il nano fidato consigliere della Strega.
-Ti credevo morto, carogna…- Sibilò Susan. La Dolce. Ma sorvoliamo, aveva anche ragione.
Il nano ghignò, afferrando il pugnale. Speranza si voltò per cercare una via di fuga per salvare così le due regine; ma si accorse con sgomento che erano circondati:Tenacia ed il signor Tumnus erano tenuti sotto tiro di arco da un nano e un minotauro, ed accanto alle ragazze stavano Ginarrbrik, un lupo evidentemente scampato alle ire dei soldati Narniani durante lo scontro di Beruna, e una furia.Una di quelle creature mitologiche con il corpo di uccello rapace e il viso di una donna brutta e spaventosa.
Susan e Lucy, senza sapere bene come comportarsi, in sella strette alla cavalla, passavano lo sguardo dagli emissari della Regina Bianca ai cavalli al signor Tumnus.
-SALVATEVI, REGINE! Non pensate a me! La mia vita vale meno della vostra…- Le parole dal fauno vennero troncate dal minotauro che, infastidito, lo prese come ostaggio puntandogli la sua ascia alla gola.
Lucy si portò le mani alla bocca.
-NO! TUMNUS!- Urlò.
Susan prese il suo arco e scoccò una freccia che, sibilando minacciosamente, uccise il nano accanto al minotauro, poi mirò al lupo, che fuggì immediatamente ma venne ferito ad una zampa dall’imbattibile regina arciera.
Nuovi nemici li raggiunsero, saranno stati una decina.
Lucy era come pietrificata: non aveva mai ucciso nessuno in vita sua, nemmeno gli insetti, perlomeno volontariamente, e non sapeva come comportarsi.
Aveva solo undici anni, e vedeva sua sorella scagliare frecce ornate di rosso che non mancavano un bersaglio.
Attorno a lei, i corpi dei nemici cadevano.
Il fauno Tumnus era in pericolo, loro anche.
Non che Lucy non fosse coraggiosa, era solo spaesata.
Susan, sudata, si voltò verso di lei, tirando un’altra freccia ad un nano, che ruzzolava a terra ansimando.
-LUCY!- urlò la sorella.
Lucy cadde in trance: all’improvviso tutto intorno a lei divenne sfocato, i nemici erano masse indistinte, tutti, Susan, Speranza, Tenacia, il signor Tumnus, le giravano lentamente intorno come fantasmi a colori.
-Lucy! Lucy…Lucy…- La ragazza spalancò gli occhi azzurri.
-Aslan…- sussurrò, girando lo sguardo a destra e a sinistra per capire da dove provenisse la voce, dove fosse il suo leone.
-Lucy…- Ed Aslan apparve: in mezzo alle figure indistinte, camminava con portamento fiero ed elegante: Aslan, era lì, era con lei, era tornato.
-Aslan!- Esclamò Lucy emozionata.
-Lucy…- Sospirò il leone, quasi sorridendo. –Ma cosa combini, bambina mia?- Le domandò cortesemente. Ma la ragazza sentì una fitta al cuore; sapeva che la stava sgridando.
-Io…non credo di saper combattere. Non ho mai ucciso nessuno.- Il tempo attorno a loro pareva essersi fermato.
-Lucy…- ridacchiò Aslan. –Qui non si tratta di uccidere per cattiveria, ma di sconfiggere per amore. Salva il signor Tumnus, pensa a Speranza, a Tenacia, a Susan…-
La bimba abbassò lo sguardo. –Non so se sono in grado, Aslan. Chissà, forse se fossi più coraggiosa…-
-Mia cara…se fossi più coraggiosa, saresti una leonessa!- Sul muso del leone si aprì un sorriso affettuoso.
Lucy guardò Aslan negli occhi: i suoi, azzurri, si specchiavano in quelli del leone, color miele, così determinati e sinceri. E forti.
-Aslan, tu…non ci abbandonerai più, vero?-
-Lucy…io sono sempre stato vicino a voi, e lo sarò sempre. Ora va, colpisci!-
-Aslan!- gridò Lucy, nel vedere che il grande leone si allontanava.
Lui si voltò e le rivolse un enorme sorriso, poi ruggì sparendo nel suo bosco: tutto parve tornare come prima, il tempo riprese a scorrere veloce.
-LUCY!- La bambina sbattè le palpebre, trovandosi davanti Susan, come qualche minuto prima.
Con la sola differenza che ora sapeva cosa fare: si ridestò dalla trance, afferrò il suo pugnale, e lo lanciò dritto nel petto del minotauro, sotto lo sguardo sbigottito della sorella e del fauno.
La creatura si accasciò a terra lasciando libero il signor Tumnus, che con un colpo di zampa mandò a terra Ginarrbrik, troppo vicino alla sua cara Lucy.
Il nano tuttavia si rialzò e riuscì a fuggire, seguita dalla furia.
Le due sorelle si scambiarono un’occhiata che non aveva bisogno di parole: saltarono in sella a Speranza e galopparono verso la fine del bosco, seguiti da Tenacia e dal fauno.
Dietro di loro, in mezzo ai cadaveri dei nemici, un leone ruggì la sua vittoria.


It's getting better!
Tadaaaaaaaaaaaaan!! Sono tornata u_u ragazze, ho notato che le recensioni alla mia storia sono miseramente calate... questo mi dispiace un po', ma non importa :) la scuola porta via un sacco di tempo, sono la prima a capirlo, fidatevi :D
Tuttavia se c'è qualcosa della mia storia che non vi piace, vi invito a dirmelo, perchè le critiche sono costruttive!
Come avete notato, in questo capitolo ritorna Aslan, che avrà un ruolo piuttosto importante nei prossimi aggiornamenti :) ho voluto farlo apparire in questa maniera perchè, come ripete spesso lui, "le cose non accadono mai due volte allo stesso modo", poi perchè per il momento deve essere solo Lucy a vederlo. Più tardi toccherà anche agli altri tre, tranquille! (Anche se ad Edmund e Peter, indirettamente, è comparso :P)
Un appunto: Lucy non ha affatto paura. Solo che, trovandosi in una situazione pericolosa e nuova, è ovviamente spaventata e non sa come comportarsi per non sbagliare :) :)
Un'altra cosa... i nomi dei cavalli -eccetto Philippe- sono inventati da me :P e Speranza è ispirata a Dolly Parton XD XD non chiedetemi perchè...
Anyway...bando alle ciance! Grazie a cioccolata, _L a l a e SPevensie che hanno recensito lo scorso capitolo!
Spero davvero che questo vi piaccia! =]


Baci,
Marty
  
Leggi le 4 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Le Cronache di Narnia / Vai alla pagina dell'autore: Melardhoniel