Anime & Manga > Il grande sogno di Maya
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Autore: oscar1755    04/01/2006    1 recensioni
I protagonisti rispecchiano il carattere delle altre mie ff. Che dire? Be’ …solo buona lettura, e spero che vi piaccia.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il passo pesante con cui rientrò a casa, a mattina inoltrata, non passò inosservato al padre che lo attendeva nell’ampio salone, mentre il maggiordomo gli serviva la colazione.
- Siediti Masumi. – dichiarò con disappunto, notando l’aspetto trasandato del figlio.
- Che cosa vuoi, padre? Vorrei farmi una doccia prima di andare in ufficio – replicò con insofferenza.
- Dal tuo aspetto deduco che ti sei ubriacato ancora! Che cosa ti succede in questi giorni? Non ti riconosco più.
Eisuke Hayami tentò di nascondere la propria preoccupazione dietro il tono irato ed accusatorio nei confronti del figlio.
- Non sono ubriaco. Ho bevuto, è vero, ma non tanto da ubriacarmi!
- Non mentire. Mi chiedo che cosa tu mi stia nascondendo, Masumi.
Capì che non era il momento di tergiversare. Aveva rimuginato tutta la notte, seduto al bancone di un bar, dopo che Maya si era allontanata da lui su quel taxi. Non era sua, e mai lo sarebbe stata. Il legame con Sakurakoji era speciale e la loro relazione molto profonda. Avrebbe dovuto dimenticarla. Ma era consapevole che sarebbe stato impossibile.
- Devo parlarti, padre – sospirò infine – sono stanco di vivere una vita che non è la mia. Non voglio inseguire le tue illusioni. E’ tempo di smettere con le finzioni.
Eisuke lo fissò pensieroso.
- Chi è la donna che ti tormenta in questo modo?
Masumi sussultò e chinando il capo, sorrise amaramente.
- E’ così evidente? – ammise senza indecisione.
- Masumi, non sono così sprovveduto. Non avevi mai sfidato apertamente la mia autorità, fino ad ora. La persona che ti ha indotto a tanto, deve essere molto importante per te. Credo proprio che si tratti di una donna, e immagino non sia la tua fidanzata.
- Sì, è vero. C’è un’altra donna – riconobbe tranquillamente.
- Il tuo sguardo deciso mi porta a pensare che tu voglia rompere il fidanzamento – obiettò diffidente.
- Sì – rispose deciso – e non riuscirai ad impedirmelo. La mia decisione è irrevocabile. Se non la condividi, sostituiscimi alla guida della Daito e non considerarmi più tuo figlio. Non mi importa della tua opinione al riguardo.
Eisuke lo fissò intransigente. La rabbia si dissolse con la stessa velocità con cui era comparsa.
- Sono vecchio e stanco e la mia coscienza, perché ne ho una anche se ti sembra impossibile, mi sta assalendo, torturandomi per gli errori commessi. Non ti ostacolerò. La mia brama di potere ha già rovinato troppe vite. Tu non mi vuoi bene, vero?
Masumi si diresse verso il corridoio. Sulla porta, si voltò rivolgendosi al padre.
- Non risponderò alla tua domanda. Troppe vicende ci hanno diviso in questi anni. Un giorno, forse, potremmo parlarne, ma non ora. I diritti della dea scarlatta apparterranno alla vincitrice della sfida. Ho comunque ottenuto dalla signora Tsukikage l’esclusiva per l’organizzazione della messa in scena dello spettacolo.
Il padre sorrise tristemente.
- Sei sempre stato il migliore negli affari, e sapevo saresti riuscito dove io ho fallito – mormorò con un filo di voce.
- Senza sotterfugi, questa volta – replicò Masumi, calmo.
Lo lasciò solo, in preda ai rimorsi della coscienza, che la vecchiaia gli elargiva inesorabile, quale condanna per i suoi peccati.

La notte era giunta da diverse ore e tra breve avrebbe lasciato il posto all’alba nascente. Nel proprio letto, Masumi ripensò alla distruttiva serata che aveva trascorso. Non era fiero di se stesso, ma almeno aveva dato una svolta alla propria vita.
L’immagine dell’elegante saletta privata nel ristorante più in vista di Tokyo lo torturava ancora.
Vi aveva condotto Shiori con il preciso intento di essere sincero con lei.
- Ti ho inviato per parlarti – le disse con fredda cortesia.
Un brivido di timore percorse la schiena di Shiori. Masumi non le aveva mai detto nulla di simile. Ad un esame più attento, in realtà, lui non aveva mai conversato con lei, se non affrontando argomenti superficiali ed asettici.
Rimase in silenzio attendendo che Masumi si spiegasse.
- Tu sei una donna meravigliosa, ma io non sono innamorato di te, Shiori. Non posso sposarti, ti renderei infelice – confessò – ti prego di perdonarmi. Avrei dovuto ammetterlo tanto tempo fa, ma sono stato un vigliacco.
Lei rimase immobile con il cuore in tumulto, sperando che fosse solo un brutto sogno. Non poteva essere vero, Masumi la stava lasciando! Cercò di mantenere la calma, forse c’era ancora una speranza.
- Ma, Masumi – replicò con tutta la calma di cui era capace – so perfettamente che si tratta di un matrimonio combinato dalle nostre famiglie. Non pretendo che tu mi ami, ma basandoci sul rispetto reciproco, non credi che sia possibile creare un’unione duratura?
- Non posso Shiori. Non potrei viverti accanto e darti le attenzioni che meriti. Sono meschino, lo so, ma non posso più fingere. Ti prego di perdonarmi.
- Perdonarti? – gli gridò – ti rendi conto di cosa mi stai chiedendo? Vuoi annullare il fidanzamento a pochi giorni dal matrimonio! Non pensi alla stampa? I giornalisti andranno a nozze con una notizia del genere!
- Se è questo che ti preoccupa, la rottura del nostro fidanzamento sarà resa pubblica solo quando lo vorrai tu. Possiamo inoltre affermare che sei stata tu a lasciarmi, per me non ci sono problemi.
- Sei un bastardo! Credevo che tu fossi un uomo diverso! – lo incalzò, rivolgendogli tutta la propria rabbia – c’è un’altra donna vero? Lo fai per lei! Maya Kitajima! E’ per lei che rinunci al prestigio della mia famiglia.
Il volto di Masumi fu attraversato da un’ombra.
- Lascia la signorina Kitajima fuori dalla nostra discussione! Sono io il vigliacco, sono io che ti ho fatto del male, sono io l’incapace in tutta questa storia! - replicò con voce alterata.
- E che cosa dovrei fare io? Comprendere i tuoi fallimenti? Come puoi pretendere da me comprensione o perdono?
- Non posso sposarti Shiori, è l’unica cosa che posso dire. Odiami, ne hai il diritto, ma non cambierò idea.
- Chiamami un taxi, desidero tornare a casa. Non ho parole per il tuo comportamento. E’ vero, sei un vigliacco. Se non desideravi sposarmi, non avresti dovuto accettare la proposta della mia famiglia!
Masumi chinò il capo. Era consapevole del proprio comportamento odioso, sapeva, inoltre, di non poter più sperare che Maya lo amasse, ma non avrebbe mai potuto vivere accanto ad un’altra donna.
Ricordò lo sguardo carico di dolore di Shiori, mentre saliva sul taxi. Non lo salutò e voltò il viso dalla parte opposta per non vederlo. L’auto partì, conducendola definitivamente lontano da lui.
I pensieri tornarono al presente. Turbato dai sensi di colpa, ma finalmente libero da legami, si addormentò, mentre l’alba rischiarava il cielo di un nuovo giorno, che avrebbe visto concludersi la sfida tra la dea scarlatta di Auymi e quella di Maya.

continua

  
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