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Autore: maude17    14/02/2011    4 recensioni
Durante la mia carriera mi erano capitati clienti di tutti i generi: c’erano quelli che ti pagavano subito come per sottolineare che non sei nulla per loro, solo un divertimento, ed erano specialmente gli uomini sposati a farlo; quelli che dovevi pregare in ginocchio per darti i soldi, e per fortuna ne ho incontrati ben pochi; quelli che ti tenevano tra le braccia dopo l’amplesso come segno di appartenenza, anche se non era vero, ma era solo il post-orgasmo a renderli così dolci, ed erano specialmente gli uomini single; poi c’erano quelli perversi, che ti chiedevano di tutto, fregandosene dei tuoi desideri; quelli violenti e ogni amplesso con loro era quasi uno stupro; quelli che a malapena li sentivi; quelli che non duravano niente; e, infine, quelli come lui, che erano un insieme di tutte le sensazioni che si potevano provare, di tutti modi di fare l’amore, quella capacità di essere passionali e dolci allo stesso tempo, si, tutto questo era Marco e mi manca da morire.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: Lemon | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Capitolo 6. Matt.

 


Quando i genitori di Marco tornarono a casa, il mio rapporto con lui si era…approfondito.
Tuttavia, davanti ad Antonio e Maria, fingemmo come se non fosse cambiato nulla fra noi: niente baci, niente sguardi ambigui, niente toccatine…niente di niente
E ovviamente la situazione era orribile!
Appena eravamo da soli ci saltavamo letteralmente addosso!
Così un giorno decidemmo di andare a prendere una boccata d’aria lasciando Charlie con i Di Carlo.
Mi prese per mano subito e mi baciò sulla soglia della porta, con trasporto.
-Mi sei mancata, tesoro-, sussurrò sulle mie labbra.
-Anche tu-, cantilenai ansimando sulle sue labbra.
Mi aveva quasi sbattuta contro al muro facendomi sentire davvero quanto gli ero mancata.  
-Marco…-, gemetti sulle sue labbra cercando di fermarlo.
-Hai ragione…-, si allontanò da me e cercò di ricomporsi più che poteva.
-Oh al diavolo tutto!-, e gli saltai addosso circondandogli i fianchi con le gambe.
-Mi sei mancato anche tu-, sussurrai mentre lui mi trascinava in un vicolo appartato dove non passava nessuno.
Mi strinse in una mano il seno sinistro facendomi buttare la testa all’indietro dai brividi di piacere.
Mi abbassò la canotta che indossavo insieme al reggiseno per avere più accesso al mio seno, ogni sua carezza corrispondeva ad un mio gemito e ad uno scontro fra i nostri bacini.
Mi alzò in fretta la gonna e mi abbassò le mutandine mentre io facevo lo stesso con le sue.
Con un’unica spinta entrò in me, non c’era dolcezza in questo atto, solo un bisogno carnale.
Sentivo la mia schiena colpire il muro dietro di me a ritmo delle sue spinte, più forti di come mi ricordavo, ma mai troppo violente.
Quasi urlai quando raggiungemmo l’apice insieme, alzando le braccia per dargli la possibilità di prestare attenzioni più intime al mio seno.
-Dio, Megan quanto ti volevo-, sussurrò cercando di regolarizzare il respiro uscendo da me.
Mi rimisi in piedi con gambe tremanti e mi risistemai i vestiti meglio che potevo.
-Tutto bene?-, mi chiese.
-Si, ora si-, gli sorrisi e lo baciai dolcemente; poi lo presi per mano ci dirigemmo verso il parco come se niente fosse…
Il parco della città non era molto grande, almeno quello in cui andammo noi.
Era semplice e con pochi giochi, ma nell’insieme era carino e non troppo rumoroso.
Ci sedemmo su una panchina e incominciammo a parlare del più e del meno.
Ad un tratto Marco sospirò.
-Non so come farò a continuare a far finta di niente quando ci sono i miei…-
-Ne abbiamo già parlato, se mi vuoi vedere in giro per casa tua dobbiamo continuare a mantenerlo segreto. Per me, per noi-, gli accarezzai una guancia.
Mi sorrise amorevolmente.
-Megan?!-, mi sentii chiamare.
Mi bloccai, quasi come pietrificata.
La conoscevo quella voce.
Matt.
Mi voltai leggermente con il terrore nel viso.
-Tesoro! Ecco dov’eri finita!-, mi abbracciò toccandomi di proposito un seno e baciandomi prepotentemente le labbra.
Mi staccai da lui schifata.
-Non toccarmi!-, gridai. 
-Ma che ti prende piccola? Non ti ricordi di me?-
-Si che mi ricordo…-, sussurrai già pronta alle lacrime.
-Dai bambolina, vieni a fare un giro con me-, mi chiese ammiccante trascinandomi prendendomi per mano.
-NON TOCCARMI, PORCO!-, gridai facendo voltare parecchie madri verso di noi.
Corsi indietro da un Marco molto preoccupato e mi tuffai tra le sue braccia.
-Megan? Che succede?-
-Ehi sgualdrinella! Non ti permetto di parlarmi così!-
-Lei ti chiama come vuole! E non parlarle tu così!-, sbraitò Marco.
-E tu chi saresti scusa?-
-Non sono affari tuoi, Matt-, sussurrai.
Sentii Marco irrigidirsi sotto al mio abbraccio, trattenendo il fiato.
Aveva capito chi aveva di fronte.
-Dai non fare la difficile, ci rintaniamo da qualche parte insieme!-
-Non.la.toccare-, disse secco Marco.
-Ripeto: ma chi sei tu?-
-Il suo ragazzo!-, sbottò.
-Ah.ah.ah. Ma se sono io il suo ragazzo!-
-Ma non farmi ridere! Dopo quello che le hai fatto?!-
-Senti, ma come ti permetti?-, gli chiese avvicinandosi.
Marco lasciò la presa dai miei fianchi e si avvicinò a sua volta.
-Mi permetto eccome! Bastardo!-
-Ma che cazzo vuoi dalla mia vita?-
Mi avvicinai a Marco e gli presi la mano.
-Lascia stare Marco… torniamo a casa…-
-No, prima gli devo spaccare la faccia!-
-Che cazzo stai blaterando? Megan ma che vuole questo qui da noi?-
-Non osare rivolgerti a lei, fottuto figlio di puttana!-, gridò Marco serrandogli un colpo sul mento che lo fece barcollare di lato.
Matt lo guardò prima scioccato, poi furioso.
Si avventò anche Matt su di lui e incominciarono a tirarsi colpi su colpi, mentre io cercavo di divederli.
Per fortuna non c’erano più persone nel parco: era sera e dopo aver visto che avevamo alzato la voce si erano tutti allontanati.
-Marco! SMETTILA PER FAVORE!-
Tutto inutile, non pensavo nemmeno che riuscissero a sentirmi troppo impegnati a tirare pugni e a non riceverli e a offendersi a vicenda.
-HO DETTO BASTA!-, gridai più forte delle altre volte, istericamente.
Mai lo avessi fatto.
Marco si distrasse e Matt riuscì a mollargli un pugno fortissimo sul naso che glielo fece sanguinare.
-Basta Matt! Non hai già fatto abbastanza?-, gli dissi piegata su Marco per vedere se stava bene.
-Non parlarmi, zoccola! Avrei dovuto farti di peggio quella sera alla festa! Tanto vedo che sei esperta! Sei solo una puttana!-, mi sputò ai piedi e se ne andò senza aggiungere altro.
Rimasi a guardarlo allontanarsi con uno sguardo vuoto e lacrime silenziose mi scesero sulle guance.
-Non… ascoltarlo, Megan. Non è assolutamente vero! Non ha diritto nemmeno alle tue lacrime quello stronzo!-
Lo abbracciai più forte che potevo singhiozzando ormai apertamente.
Proprio mentre tutto stava andando bene doveva ricomparire il mio incubo più grande?
-Marco… io… n-non…-, cercai di dire.
-Shh… Megan, tu sei una persona fantastica, lui non è niente. Niente-
Lo guardai negli occhi e lo baciai leggermente.
-Torniamo a casa?-, mi chiese.
Annuii piangendo ancora e mi lasciai prendere in braccio e portare a casa. Per fortuna non era così lontana.
Arrivati a casa i genitori di Marco ci assalirono di domande vedendo le condizioni in cui ci eravamo presentati. 
-Marco che ti è successo? Megan tutto bene?! Che è successo ragazzi?-, Maria, brava donna.
-Papà prendila e portala in camera per favore-, chiese Marco a suo padre.
Quando Antonio mi prese in braccio mi strinsi a lui fortissimo piangendo ancora, mentre sentivo Marco incominciare a raccontare a Maria ciò che era successo al parco.
-Tesoro tutto bene?-, mi chiese Antonio dopo avermi depositata sul letto.
Annuii e mi rannicchiai su me stessa.
-Ti vado a prendere qualcosa?- 
-No grazie… ho solo bisogno di riposo…-, sussurrai cercando di smettere di piangere.
-Certo, piccola-, mi diede un leggero bacio sulla fronte e poi mi lasciò da sola nella camera buia.
In fondo era così che era sempre stato per me: sola al buio, non degna di un’esistenza felice, destinata a combattere soprusi su soprusi, e a non reagire perché ero debole.
Una puttana, ecco cos’ero destinata ad essere, e Matt me lo aveva fatto capire una volta per tutte. 



Note dell'autrice:


Non ho molto da dire su questo capitolo, solo che SONO ENORMEMENTE DISPIACIUA PER QUESTO ENORME RITARDO! ç.ç
Ma la scuola e tutto il resto e l'ispirazione è andata a farsi friggere!
Volevo anche scusarmi se in questo capitolo ci sono un sacco di parolacce, ma Marco si è leggermente sfogato e Matt...beh lui è un porco villano di natura D:
"
Non ha diritto nemmeno alle tue lacrime quello stronzo!"
Avrebbe dovuto ascoltarlo Megan, ma si è lasciata influenzare da Matt nel modo peggiore che avesse mai potuto fare!
Detto ciò, al prossimo capitolo!
Grazie a tutti coloro che leggeranno e/o recensiranno!
  
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