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Autore: dizzyreads    15/02/2011    2 recensioni
Ebbene, sono approdata anche qua con una storia sui blink! Dal primo capitolo: "La Poway High School di San Diego, era la tipica scuola superiore dove c’era la grande squadra di football della quale i giocatori si vantavano di essere i re del mondo, le cheerleader che ovviamente giravano intorno alla squadra credendosi di essere le loro regine, poi c’erano gli sfigati secchioni che erano ignorati da tutti e poi c’erano quelli soprannominati i “tipi strani” quelli che si vestivano in maniera più trasgressiva degli altri, anche loro erano presi di mira dagli tutti.
E poi c’erano quelli che non si identificavano in nessuno dei tanti gruppi sopra citati, Madison faceva parte di questo non-gruppo insieme alla sua migliore amica Mel, sorella di Travis Barker il batterista di un gruppo che aveva messo su insieme ai suoi due migliori amici Mark e Tom."
Genere: Commedia, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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original prankster 2. ORIGINAL PRANKSTER
Aveva tradito Cory.
Era l’unica cosa che le lampeggiava nella testa e non la faceva dormire, un pensiero fisso ma non si sentiva in colpa...non troppo, in fondo, sapeva che c’era qualcosa che non andava in Cory, ma ormai stavano insieme da due anni e quando ci si era messa era così contenta che uno della squadra di football si era accorto di lei che non aveva fatto caso a tutti i difetti che aveva soprattutto il suo essere così geloso e possessivo.
Poi era arrivato Tom e il modo di essere così divertente, spontaneo, idiota insieme a Mark, si divertiva un mondo stando con lui, sapeva che c’era qualcosa e finalmente aveva capito cosa: attrazione di ogni tipo.
Erano come le calamite, con l’arrivo di Tom, aveva cominciato a vedere Cory con occhi diversi dal solito, vedeva tutti i suoi difetti e non riusciva a trovare un pregio che la convincesse a rimanere con lui ma allo stesso tempo non se la sentiva di lasciarlo, sapeva che non poteva credere in una relazione stabile con Tom visto che andava a letto con mille ragazze allo stesso tempo, per questo Hotpants l’avevano chiamato.
Era una situazione di merda e non sapeva che fare.
Lo stesso era per Tom, non riusciva nemmeno lui a dormire, ripensava a quello che era successo nel bagno, probabilmente sarebbe cambiato tutto tra lui e Mad ma che ci poteva fare? Non era riuscito a resistere, era da tempo che voleva farlo e ora non riusciva a dormire.
Doveva assolutamente parlare con Mark era l’unico che potesse aiutarlo in quel momento, si alzò dal letto, si vestì come quel mattino e uscì di casa ignorando il fatto che fossero le due di notte.
Arrivato davanti casa di Mark, che abitava con la sorella Anne, ma quello era un dettaglio, Anne passava la metà del tempo dal ragazzo, aprì la porta visto che Mark gli aveva dato una copia delle sue chiavi per le emergenze ed in effetti quella era un’emergenza.
Entrò e facendo il massimo silenzio salì in camera da Mark che stava dormendo placidamente, gli si dipinse un ghigno sul volto, aveva voglia di fargli uno scherzo così si andò a sedere sul lato del letto dove Mark dormiva, accavallò le gambe e sospirò prima di cominciare a parlare.
-Ehi Mark! Come va?- Mark si svegliò di colpo e cominciò a urlare come un matto, balzò fuori dal letto e quando si accorse che era semplicemente Tom si calmò.
-Tom! Cazzo! Sei cretino? Che cazzo fai qui? Mi hai fatto prendere un infarto!- Sbraitò come una checca isterica a detta di Tom.
-Non riuscivo a dormire- Rispose semplicemente ridacchiando serafico.
-Embè vieni a svegliare a me cazzo? Ti giuro stavo per lasciarci le penne!- Tom continuò a sghignazzare.
-Devo parlarti- Mormorò appoggiando i gomiti sulle ginocchia e comprendoni il viso con le mani, Mark tornò serio di colpo, capiva che non era da Tom in effetti andarlo a svegliare alle due di notte se fosse stata una semplice cazzata, anche perché per Tom dormire è essenziale e sacrosanto.
Non riusciva a vedere l’espressione per via del ciuffo che gli copriva un occhio ma sapeva che c’era qualcosa che non andava.
-Cos’è successo Tom?- Domandò serio, l’amico sospirò.
-Credo di aver fatto una stronzata ma non mi dispiace d’averla fatta e la rifarei se potessi- Mark si grattò la testa più confuso di prima.
-Okay, andiamo di sotto che prendo un paio di birre eh? Ah comunque ho anche io una cosa da raccontarti e devo dire che sono stato un emerito coglione...- Mark continuò a blaterare.
-Sono andato a letto con Madison- Sbottò Tom mentre l’amico continuava a parlare imperterrito.
-Non so se dopo questa Mel mi vorrà più...- Si fermò un attimo. –EH?!- Esclamò shoccato.
-Beh letto non è la definizione più giusta visto che eravamo nel bagno dei disabili della scuola...ma la sostanza è quella- Spiegò Tom continuando a tenersi la testa tra le mani.
Mark rimase in silenzio non sapendo che dire, non stava a lui fargli la predica visto che molto probabilmente se l’era già fatta da solo e poi Mark non era il tipo da prediche, più che altro gli interessava sapere che avrebbero fatto.
-Che farete adesso?- Chiese per l’appunto.
-Non ne ho idea, consigli?- Mark ci pensò un po’ su.
-Beh forse dovreste parlare insomma...vedi che dice lei, a te lei piace lo so questo ma chissà se lei...-
-Ehi vacci piano con le parole...non ho detto che mi piace- Lo interruppe Tom puntando i suoi occhi scuri in quelli chiari di Mark che inarcò un sopracciglio.
-Non serve che lo ammetti, ti conosco troppo bene per saperlo già- Tom roteò gli occhi, tanto era inutile discutere con lui, quando Mark Hoppus si metteva in testa qualcosa era quella e basta ma su questo tratto erano simili loro due. –Comunque parlaci, vedi che ne pensa lei...- Tom si fece pensieroso e rimase in silenzio per qualche minuto.
-Hai ragione Mark, farò finta di niente grazie mille!- Esclamò infine soddisfatto, Mark sbuffò.
-Non capisco perché vieni a chiedermi consiglio se poi non mi dai retta ed è risaputo che io ho sempre ragione- Tom sghignazzò.
-Cos’è che hai fatto tu con Mel?- Chiese poi ricordandosi di quello che gli aveva detto prima.
-Beh ero andato in biblioteca per chiederle di venire al ballo con me ma quando sono arrivato lì l’unica cosa che mi è venuta da chiedergli è stato se mi prestava il libro di biologia- Tom lo guardò serio per un attimo ma non riuscì a trattenersi e gli scoppiò a ridere in faccia.
-E poi ti chiedi perché non ti do’ retta?!- Rise tenendosi la pancia.
Mark alzò gli occhi al cielo sospirando, uno a zero per Tom.
-Andiamo sotto ho voglia di giocare a Tekken- Sentenziò il chitarrista scendendo le scale.
-Adesso vuoi giocare alla play?- Sbottò incredulo Mark seguendolo.
-Sì perché? Tanto io non ho sonno e tu mi devi fare compagnia perciò prendi le birre che giochiamo-
-Certo, fa come se fossi a casa tua- Borbottò l’amico aprendo il frigo.
-Grazie!- Urlò di rimando Tom dalla sala.
Così alla fine si ritrovarono svaccati sul divano con i joystick in mano ad insultare i personaggi alla televisione e la birra aperta davanti a loro, alle tre di notte.
Il mattino dopo si svegliarono tutti indolenziti sulla schiena e il collo, Tom aveva dormito sul tappeto appoggiato al divano e la testa all’indietro, mentre Mark direttamente steso per terra abbracciato al joystick e una stesa di pop corn di fronte a loro.
-Aah...- Mugolò dolorante Tom alzandosi e stiracchiandosi, si guardò intorno, quella stanza era un disastro birre vuote, la ciotola di pop corn mezza svuotata, la prese e cominciò a mangiare lanciando qualche pop corn a Mark che ancora dormiva steso a terra.
Continuò finche non si svegliò.
-Tom...- Sbadigliò sonoramente alzandosi. –Che ora è?- Borbottò strofinandosi gli occhi.
-Uhm le otto- Constatò Tom guardando l’orologio a forma di gufo appeso alla parete; Mark sgranò gli occhi.
-Cazzo! E’ tardissimo! Dobbiamo essere a scuola a quest’ora!- Esclamò in preda al panico. –Adesso c’è quella stronza di matematica!- Tom spalancò la bocca, lanciò via la ciotola di pop corn che cadde a terra svuotandosi sul pavimento.
-Vado e torno!- Disse prima di correre via sentendo in lontananza Mark che lo insultava per aver fatto ancor più casino di quanto non fosse già.
Arrivò a casa e corse di sopra a cambiarsi, si mise un paio di pantaloni neri soliti molto calati, la cinta con le borchie e una maglia nera dell’Atticus.
Si lavò i denti e sciacquò la faccia, si guardò allo specchio, aveva una faccia stravolta con due occhiaie da far invidia a un panda, sospirò.
Avrebbe rivisto Mad e non aveva idea di come doveva comportarsi, certo aveva detto che avrebbe fatto finta di niente, ma se non ci riusciva? Che situazione di merda.
Complimenti Delonge, sempre nei guai ti devi ficcare se no non sei contento... Pensò scuotendo la testa.
Uscì di casa e cominciò a correre verso casa di Mark, non appena arrivò lo vide uscire di casa.
-Muoviti!- Gli urlò questo prendendo lo skate e ne diede uno pure a Tom che molto intelligentemente aveva dimenticato; in fretta e furia arrivarono alla scuola.
La campana era già suonata da un pezzo e arrivati davanti alla loro classe sentirono la voce acida della prof spiegare.
-Che facciamo entriamo?- Domandò titubante Mark.
-Ehm...direi di no, entriamo alla seconda- Mark annuì e non appena si girarono si trovarono davanti il bidello che li guardava male.
-Se non entrate lo dico al preside- Li minacciò con uno sguardo assassino.
I due sbuffarono ed entrarono nella classe, non appena misero piede dentro la stanza tutti si zittirono e tutti gli sguardi erano puntati su di loro, Tom notò che Madison era seduta vicino a Cory, forse avevano fatto pace.
-Delonge! Hoppus! Vi rendete conto dell’ora?- Sbottò la prof irritata e indicandogli l’orologio.
-Ehm...le...ehm...non lo so- Borbottò Mark con un debole sorriso.
-Le otto e venti! Ben venti minuti di ritardo! Qual è la vostra spiegazione?- I due si guardarono sperando che a uno dei due venisse una buona idea.
-Ehm...sì beh...ecco...- Mark non sapeva che pesci pigliare e Tom sbuffò.
-Fanculo...- Mormorò mordendosi poi la lingua.
-Tom! Che cazzo dici!- Mark si portò una mano alla bocca, se c’era una cosa che la professoressa di matematica non tollerava proprio, erano le parolacce in sua presenza e i ritardi e loro avevano infranto entrambe le regole.
-Dal preside!- Ordinò.
-No no prof! Aspetti...io non volevo dire fanculo...cioè oh...cazzo! ehm no! Scusi, scusi!- Farfugliò Tom facendo ridere la classe tranne che la prof che lo guardava non male, di più.
-Tom?- Lo chiamò Mark. –Sta zitto-
-Sì- Abbassarono lo sguardo ma non potevano far a meno di ridacchiare, che situazione assurda, era alquanto comica, certo se i genitori di Tom avessero scoperto che era andato di nuovo dal preside sarebbero stati cazzi amari ma che ci poteva fare? Lui non era fatto per la scuola.
-Dal preside, ho detto!- I due sbuffarono ancora e fecero come richiesto, tanto peggio di così non poteva andare.
Alla fine il preside decise di lasciarli andare per disperazione, gli aveva dato qualche ora pomeridiana di punizione, e il resto della mattinata fino al pranzo filò liscia.
Durante la pausa, erano tutti seduti al solito tavolo di fuori in cortile, Travis, Mark e Tom chiacchieravano di stronzate come loro solito mentre Mel e Mad parlavano tra di loro di cose da ragazze che i tre non avevano intenzione di stare a sentire.
Tom e Mad non si erano parlati, di tanto in tanto si lanciavano qualche occhiata molto significativa e Tom fremeva dalla voglia di poter baciare di nuovo quelle labbra che in quel momento erano così sensuali.
Sapeva che non poteva resistere, lo sapeva, si maledì nuovamente...era sicuramente nel suo DNA incasinarsi da solo.
-Ehi Mark... il libro di biologia che volevi- Disse Mel dandogli il suddetto libro, Mark sorrise imbarazzato e a Tom scappò una risata beccandosi poi una gomitata tra le costole.
-Spero tu stia ridendo perché stanotte ti ho strabattuto alla play- Disse Mark a denti stretti.
-Mh...te l’avevo detto che non sono bravo in queste cose- Si giustificò il chitarrista.
-Ma chi te l’ha fatto fare di venire a casa mia alle due di notte!- Sbottò il bassista.
-Ragazzi ma che cazzo fate voi due di notte?- Domandò Travis dando voce ai pensieri anche delle due ragazze.
-Tom e i suoi problemi esistenziali, stanotte è entrato in casa mia e mi ha fatto prendere un infarto! Poi ha voluto giocare alla play e ora si lamenta perché l’ho battuto almeno una centinaia di volte- Spiegò Mark tra i continui sbuffi dell’amico.
Tom spostò lo sguardo su Mad che lo guardava ridacchiando, gli fece un cenno verso la scuola con un occhiata che lasciava intendere di seguirlo.
-Bene, visto che vi divertite a insultarmi brutte checche, io ho un affare da concludere...in ehm...là- Si alzò sotto lo sguardo confuso e divertito degli amici e si diresse verso la scuola.
Dopo qualche minuto anche Madison si alzò.
-Ragazzi, vado a cercare Cory...non mi rivolge ancora la parola- Annunciò Mad consapevole del fatto che in quel momento Cory era l’ultimo dei suoi pensieri.
-Okay, saluta lo stronzo- Disse ironicamente Mark, lei sorrise e li salutò.
A Mark tutta quella storia puzzava alquanto ma tanto lui era il primo a dover star zitto visto che la sua situazione con Mel era un disastro sotto ogni punto di vista.

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Grazie per le recensioni *w* comunque so benissimo che le firme atticus, macbeth e famous sono state create anni dopo il liceo, ma vabè io me li immagino così (:
  
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