CAPITOLO 1: Arrendersi?

“Che sia chiaro: i sogni non sempre sono realizzabili.
Spesso, per farne vivere uno, bisogna sacrificarne un altro. O almeno, è così che è avvenuto.
Dunque, la storia, com’è che era? Ah si, ora ricordo…

La ragazza dai capelli rosa guardava la scena con il cuore colmo di orrore; fissava tutto, attorno a lei, eppure, il suo sguardo, passava attraverso l’immagine come se fosse da tutt’altra parte con la mente. E infatti era così.
Tre anni prima, lei e i suoi due migliori amici svolgevano missioni per conto di Konoah, lottavano per i deboli, salvavano gente e si divertivano insieme. E ora? Cosa stava accadendo? Cosa ci faceva lei in una delle stanze del covo del nemico numero uno di Konoah?
In qualche modo riuscì ad uscire dalla propria mente e ricordò: lei e Naruto, il suo più grande amico, erano andati in territorio nemico per cercare Sasuke, il ragazzo che, qualche anno prima, aveva tradito Il Villaggio Della Foglia alleandosi con Orochimaru.
Le cose si erano nettamente complicate: non solo perchè lei, Sakura Haruno, e Naruto avevano rischiato di affrontare Orochimaru, ma perchè adesso dovevano vedersela anche con Sasuke che non era intenzionato a seguirli e a ricordare la loro amicizia.
Il ragazzo li aveva attaccati e per poco Naruto non ci aveva lasciato la pelle.
Sakura alzò lo sguardo verso l’imboccatura del cratere: eccolo. Sasuke era lì, sopra di loro, che osservava i due ragazzi dall’ alto verso il basso con due occhi rossi e colmi d’indignazione e odio verso i legami. Aveva imparato ad usare appieno i poteri dello Sharingan, come si capiva dalle tre lacrime nere che circondavano la sua pupilla, immerse nell’iride rossa. Non avevano molte speranze contro di lui.
Sakura si voltò verso Naruto per capire se lui avsse qualche idea per non essere sconfitti. Il ragazzo stava fissando Sasuke in apparenza con uno sguardo inespressivo; ma, se lo si osservava meglio, nei suoi occhi si leggeva una tristezza profonda ed inconsolabile, come un baratro senza fine, e si potevano constatare i lineamenti contratti, per il dolore e la rabbia di non poter salvare colui che era stato come un fratello.
La ragazza si stupì: l’ultima volta che aveva visto Naruto con uno sguardo così disperatamente triste era stato anni prima, quando nessuno lo considerava e lui era solo. Gli sguardi dei due ragazzi si incrociarono, quello gelido e spietato di Sasuke e quello di Naruto. I due sembravano parlare la lingua del silenzio e Sakura, con dispiacere, si accorse di essere esclusa da quello scambio di pensieri che avveniva in quel momento.
Sai, il loro compagno di squadra provvisorio, teneva lo sguardo fisso su Sasuke e stringeva ancora, tra le mani, l’ elsa della sua spada, per difendersi, in caso il ragazzo li avesse nuovamente attaccati.
Sakura, come probabilmente Naruto, non aveva la minima intenzione di far del male a Sasuke; ma, se le cose si fossero ulteriormente complicate, sarebbe stato necessario renderlo inoffensivo, anche con la forza.
La ragazza si mise all’ erta per non farsi cogliere nuovamente impreparata davanti ad un attacco improvviso degli altri nemici che, probabilmente, sarebbero arrivati da un momento all’altro.
Riguardo a Kabuto non ci sarebbero stati troppi problemi, ma Orochimaru e Sasuke avrebbero richiesto decisamente più tempo perché, in quanto a potenza, erano nettamente superiori a lei, Naruto, Sai e il Capitano Yamato.
Sakura fu trascinata nuovamente nella scia dei ricordi: pensò a quando si era formata la loro squadra che, inizialmente non andava molto d’accordo, alla loro prima missione, alle esercitazioni col maestro Kakashi, al tradimento di Sasuke che le aveva provocato un dolore immenso. Tutti ricordi sia belli che brutti. Tutti momenti che avevano passato insieme loro tre.
Erano passati alcuni anni e le cose erano cambiate, ma soprattutto erano cambiati loro: lei era diventata molto più forte e coraggiosa e, inoltre, come carattere, cominciava ad assomigliare a Tsunade, la donna che dopo la morte del Terzo Hokage, lo aveva sostituito come Quinto.
Naruto era maturato molto, forse troppo e troppo velocemente perché le bravate e il senso dell’ umorismo erano diventate molto più rare sostituite invece dal duro allenamento che il ninja si imponeva. Come era successo per l’eremita Jiraya, un tempo screanzato, ora abile ninja del Villaggio Della Foglia, seppur avesse conservato molto del carattere d'allora e la passione per il seno delle donne.
Riguardo a Sasuke… beh era diventato una copia di Orochimaru, senza onore o amici. Spietato fino all’ultimo.
C’era da dire che era diventato anche molto più forte e la spada che portava al fianco era un arma letale in grado di canalizzare il flusso del Mille Falchi che la rendeva in grado di non sbagliare mai a colpire il bersaglio e di immobilizzarlo.
Sakura fu strappata ai ricordi da un rumore di passi proveniente dal tunnel dietro di loro, quello da dove erano arrivati. Capirono subito di chi si trattasse e lei e Naruto si voltarono da quella parte; Sai ed il Capitano Yamato invece tennero lo sguardo fisso su Sasuke per evitare che attaccasse mentre erano distratti.
Presto nel tunnel si disegnò una figura alta e snella, capelli lunghi e una cintura con la pelle cadaverica che risplendeva colpita dai raggi del sole: Orochimaru.
- Ah, i nostri cari amici sono arrivati prima di me?! – disse con la sua solita voce sibilante e un sorriso beffardo.
- Mi chiedevo che cosa avesse provocato quell’esplosione... – disse Kabuto mentre si avvicinava al cratere
– Alla fine eravate proprio voi, piccoli ninja.
Naruto strinse i pugni e la rabbia lo pervase, Sakura imprecò mentalmente e Sai si limitò a guardare i due nemici. Solo il Capitano Yamato restò indifferente all’entrata di Orochimaru e Kabuto, evidentemente stava cercando di elaborare un piano.
Con un balzo Sasuke si posizionò al fianco del suo maestro e Sakura e Naruto rimasero molto sorpresi perchè si muoveva a velocità impressionante; certo, l'avevano già visto in azione, ma la sua già nota velocità di un tempo era aumentata ancor di più.
- Vedo che avete avuto modo di constatare la nuova forza di Sasuke. Allora, come vi è sembrato? Più forte? – disse ancora sorridendo Orochimaru.
Si stava prendendo gioco di loro. Sapeva che non avevano alcuna possibilità di vittoria contro Sasuke, eppure voleva che il duello continuasse per toglierli di mezzo o farli arrendere e passare dalla sua parte.
Gliel’aveva fatta poco tempo prima la proposta...

- Ho deciso di risparmiarvi la vita, - disse Orochimaru a Naruto – in cambio tu dovrai eliminare tutti i membri della squadra speciale.
- Che cosa?! – rispose il ragazzo – te lo puoi scordare! Non farò mai una cosa simile!
- Bene, la decisione spetta a te.

Ora gli stava rifacendo implicitamente quella proposta che Naruto doveva accettare o buttare alle ortiche.
Forse in molti avrebbero accettato al volo l’offerta pur di vivere, ma per Sakura e Naruto era difficile: non volevano perire per mano di un loro amico però non volevano tradire il villaggio e far strage di tutte quelle persone.
Dovevano decidere, e alla svelta: qualunque fosse stata la decisione finale, non avrebbero avuto ancora molto tempo per dichiararla.