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Autore: Faith Lupin    05/01/2006    9 recensioni
Ecco una nuova traduzione, spero che anche questa vi possa piacere. L'autrice della storia è REBECCA NICOLE, e la ff è davvero molto molto carina! Buona lettura!
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Peter Minus | Coppie: James/Lily, Remus/Sirius
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il campo di grano Di Rebecca Nicole

Questa è la traduzione della ff inglese "The Cornfield" di Rebecca Nicole...siccome l'ho trovata davvero carina, ho pensato di tradurla.
Spero che vi possa piacere!
Faith
p.s: come sempre, per ogni commento rivolgetevi pure a me e poi li tradurrò per l'autrice ^^

Il campo di grano
Di Rebecca Nicole


“E’ incredibile, no?” Sirius disse con sgomento, osservando il vasto campo di grano che aveva preso il posto di quello di Quidditch. Un trascurato cartello di legno verniciato alla sua sinistra, diceva PROGETTO CAMPO DI GRANO DI HALLOWEEN: NON ENTRARE!!!

James sollevò un sopracciglio. “E’ incredibile che non possiamo allenarci perché Silente ha deciso di darsi all’agricoltura?”

“Non penso che sia questo che Sirius intendeva,” disse Peter, una piccola ombra mai più lontana da James di sei pollici.

Remus appariva annoiato. “Non capisco quale sia questo grande progetto. E’ solo un campo di grano.”
Sirius li ignorò. “Non vedo l’ora di vedere cosa sta organizzando Silente per quest’anno,” disse entusiasta.


14 Ottobre
“Per l’ultima volta, Black,” disse Sprott, un troll da giardino alto due piedi che, come Sirius scoprì fin troppo presto, non sorrideva mai. “Non hai il permesso di scavalcare il cartello di NON ENTRARE, finchè il Preside Silente non lo dirà!”

“Non sono ‘questo’ Black di cui tu parli!” urlò Sirius, la voce camuffata attraverso la barba di poliestere attaccata con lo spago. “Sono un gentiluomo dell’alta società; come osi scortarmi fuori con tale vigore? Caro mio, erano sicuramente le mie natiche quelle che tu hai sporcato con le tue piccole mani! Non mi tocchi mai più lì, mio buon signore!”

Sprott roteò i suoi occhi tondi. “Black, vattene subito e non tornare più, e sarà come se questo non fosse mai successo. Vuoi veramente che avvisi un professore?”

Sirius gemette. Per la quarta volta in quella settimana, non c’era stato modo di vincere quello scontro.


15 Ottobre
“Sirius, non c’è alcun modo perchè io mi introduca in quel campo di grano,” Remus protestò. “I trolls da giardino hanno già dato fuoco al culo di Peter con quelle loro torce a Esplosione-Permanente, e quando hanno scoperto che James non era veramente uno spaventapasseri, l’hanno buttato a terra e fatto camminare sulla sua faccia, finchè non si è arreso.”

“Ma tu sei talmente più intelligente di loro!” Sirius piagnucolò. “Non verrai catturato!”

Remus sollevò un sopracciglio. “Dici questo solo perché loro non sono qui ad ascoltarti.”

Sirius scosse la testa arruffata con veemenza. “No, è vero. Lo sei veramente. Andiamo, Moony!” pregò. “Halloween è la mia festa preferita, e ho bisogno di sapere cosa sta succedendo in quel campo!”

“Scommetto che non è nulla, Pads,” Remus disse. “E in più, pensavo che fosse Natale la tua festa preferita.”

“Dettagli insignificanti, Moony,” Sirius disse. “Andiamo. Ci stai? Per favore dì di sì. Silente non fa mai nulla senza uno scopo.”

Remus sospirò. Sirius aveva vinto. “Va bene. Ma mi sei debitore per molto tempo.”

Un grande, inebetito, sbilenco sorriso attraversò il viso di Sirius. “Potrei baciarti, Moony. Potrei veramente. Penso che lo farò.”

Remus rimase congelato per un minuto, prima di alzare un sopracciglio e farfugliare, “Dimostrazioni di affetto non necessarie.”


Venti minuti dopo
“BLACK! COSA TI HO DETTO IERI?” Sprott ruggì, la faccia chiazzata di rosso per la frustrazione.

“Non ero io!” Sirius urlò. “Era il Professor Lupin!” Guardò un estremamente sporco, un estremamente scontento Remus. Uno stridulo “Professor Lupin, il mio culo!” potè essere sentito dietro di loro. “Davvero, Moony, con quel maglione sembri veramente un insegnante.”

“Il problema nella tua teoria,” Remus disse, “è che tutti i professori sanno già cosa succede nel campo!”

Sirius appariva confuso. “Se lo sapevi, e sapevi che saresti finito nei guai, allora perché sei venuto?”

Remus alzò le spalle. “Curiosità.”

Sirius diede una manata sulle spalle dell’amico. “C’è ancora speranza per te, compagno.”


24 Ottobre
James fece capolino dai suoi compiti di Incantesimi. “Oi, Pete,” disse. “Non hai detto niente in quasi mezz’ora. In nome di Minerva McGranitt, cosa stai facendo?”

“Sto dando gli ultimi ritocchi alla mia lanterna fatta con la zucca,” Peter replicò. “Vuoi vedere? E’ la cresta di Hogwarts.”

James vi scrutò attraverso. “Dannazione, Pete, “ disse. “E’ veramente bella! Non avevo idea che tu fossi così artistico.”

“Non lo sono,” disse.

“Cosa?”

Peter ridacchiò. “Non l’ho fatto io questo, mi stai prendendo in giro? Lily ha fatto il più grosso, io sto solo lisciando il tutto.”

James farfugliò. La sua mascella cadde. Fece correre una mano ruvida attraverso i suoi capelli per almeno sei volte in pochi secondi. “Lily Evans?” disse, suonando molto più arrabbiato di come intendeva. “Uh, da quando siete amici tu e Lily e perché io non lo sapevo?”

“Beh, non siamo veramente amici,” Peter disse. “Ma, lo sai. Ci salutiamo. Spesso lei mi aiuta con i compiti.”

“Ma per questo ci siamo Sirius e io! Non hai bisogno di Lily!” James urlò.

Peter sembrava terrorizzato e profondamente triste. “Non odiarmi, James, per favore,” disse. “Non intendevo fare nulla di sbagliato!”

James considerò di mettersi a fare i capricci, e stava per farlo, anche, quando arrivò proprio Lily, con due sue amiche. Improvvisamente il suo cipiglio aggrottato, divenne un sorriso arrogante e la sua voce si fece più profonda, in un modo che lui pensava fosse soave. “Nah, non c’è problema,” disse, arruffando i capelli di Peter. “E’ a posto. Noi siamo a posto.”

Peter sembrava confuso. Pensava che gli sarebbe piaciuto farsi un bel pianto.

James si alzò, arruffandosi ancora i capelli. Avanzò spavaldo verso il piccolo tavolo di Lily, dove lei stava parlando e leggendo il Settimanale delle Streghe con le sue amiche. “Hey, Evans,” disse, esibendo il suo sorriso più vincente.

Lily roteò gli occhi. “Ciao, Potter.”

“Ho visto che hai aiutato Pete con le zucche,” continuò, cercando di sembrare sicuro, anche se il freddo saluto di Lily gli aveva fatto venire voglia di restringersi nelle sue scarpe più velocemente di come avrebbe potuto dire Accio Naso!

“Sì l’ho fatto,” disse con disinteresse. Le sua amiche guardavano da lei a James e viceversa, e ridacchiavano. James voleva colpirle entrambe.

“Tu, uh, non ti sei offerta di aiutare me con la mia zucca,” disse, avvicinandosi a lei.

Lily fece uno sbuffo stizzito. “No, non l’ho fatto,” disse, voltandosi per affrontarlo. “E non lo farò mai. Lasciami sola, James.”

Una volta lo scorso anno, o quello prima, Lily aveva scoperto che se lo insultava o scaricava usando il suo nome (dato che lei di solito lo chiamava solamente Potter) di solito funzionava più di qualsiasi altra cosa, sia che fosse Potter, brutte parole, o alcun nome.

Ora James voleva veramente restringersi nelle proprie scarpe. Lasciò andare una risata gioviale, che suonò molto più forzata di quello che avrebbe voluto. “Solo per oggi, Evans, solo per oggi.”
 

27 Ottobre
“E’ fatta. Posso sentirne l’odore,” Sirius disse, fissando il campo di grano dall’unica finestra nella torre di Divinazione.

Peter annusò l’aria. “No, penso che sia solo il tè della Professoressa Cooman.”


28 Ottobre
Lungo quello che di solito era il campo da Quidditch, oltre all’enorme campo di grano, c’erano magiche ragnatele che intrappolavano chi vi camminava troppo vicino, ragni alti quattro piedi posizionati attorno ai confini del campo, stormi di corvi, zucche grandi come una casa, colonie e colonie di pipistrelli vampiri, lapidi, demoni predatori, e un’allenata rappresentazione di streghe e stregoni dalla pelle verde, coperti da verruche, alcuni dei quali vestiti molto convincentemente da vampiri (quelli veri avrebbero morso) e zombie non morti.

Sirius tremò per l’eccitazione. “Pizzicami.”

James fu fin troppo veloce ad afferrare la pelle di Sirius e pizzicarla violentemente.

“Bastardo.”

“Come se non avessi saputo che stava arrivando.”
 

31 Ottobre
“Mooooony,” ululò una voce da qualche parte non molto lontana da sopra il viso di Remus. “Moooony, sono il Fantasma del Natale Passaaaato!”

Remus non voleva nemmeno aprire gli occhi. Cercò di voltarsi, ma non potè muoversi; Sirius era seduto sopra di lui.

“Lo so che sei sveglio,” ululò. “Perché sono il Fantasma del Natale Passato che tutto conosce, e io so tutto!”

Remus alzò leggermente un occhio, abbastanza per vedere Sirius seduto sul suo addome, con un lenzuolo bianco sopra la sua testa, che muoveva le braccia come un pazzo, facendo rumori da fantasma. “Era già implicito che tu sapessi tutto, quando hai detto che eri colui che tutto conosce,” brontolò, spostando lontano ogni acuta consapevolezza che aveva sul fatto che Sirius era effettivamente seduto sopra di lui.

Sirius smise di agitarsi. “Si è svegliato!”

“Per l’amor di Dio, Padfoot, è Halloween, non Natale,” Remus disse, stropicciandosi gli occhi, finchè non si aprirono comodamente.

“Ma sono un fantasma,” Sirius disse, “E’ tutto nello spirito, Moony!”

Peter scoppiò a ridere nel suo letto dall’altra parte della stanza. “Tutto nello spirito…e tu sei un fantasma…oh, Sirius! Mi fai morire!”

Remus levò il lenzuolo dalla testa di Sirius. “James è ancora addormentato,” disse, “vai e dai fastidio a lui finchè non si sveglia.”

Sirius acconsentì con riluttanza. “James è molto ma molto più violento di te, però. Non voglio un occhio nero a Halloween.”

Remus alzò le spalle e iniziò a rifarsi il letto. “Il tuo costume sarà ancora più convincente così.”

Sirius annuì con approvazione. “Hai ragione. Oh, Jaaames!”

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“E’ ora per il banchetto di Halloween?” Sirius chiese.

“Sono le due del pomeriggio,” Remus rispose.

“Allora?”

“Il banchetto non inizierà fino alle sette di stasera,” Peter pigolò. “Persino io lo so.”

Sirius lo guardò torvamente. “Voglio sapere cosa sta succedendo in quel dannato campo di grano! Io odio le sorprese!”

“Questo non è vero,” James disse. “Tu ami le sorprese. Non c’è niente che ti renda più confuso di una bella sorpresa, me l’hai detto tu stesso.”

Remus sollevò un sopracciglio. “Proprio niente, amico? Nemmeno le ragazze ti rendono più confuso delle sorprese?”

Sirius li guardò ancora più severamente. “Non è quello il punto,” disse aspro. Guardò in basso. “Halloween non è il momento per parlare delle ragazze che mi fanno sentire confuso dentro.”

Peter ridacchiò. “Non riesco nemmeno a ricordarmi l’ultima, amico, e ho una memoria d’acciaio…” Chiuse velocemente la bocca vedendo le facce intimidatorie e leggermente incredule degli altri.

James si schiarì la gola. “Allora, uh, Sirius, amico, com’è il tuo costume, comunque?”

Sirius sogghignò. “Questo lo devo sapere io e scoprire voi.”

“Lo fa tutti gli anni.” Remus puntualizzò.

“Vero,” James concordò.

“Oi, che ora è?” Sirius chiese.

“Le due e tredici,” Remus disse, controllando il suo orologio da polso.

Sirius ammiccò, sorridendo. “Si sta facendo tardi. Farò meglio ad andare a prepararmi,” disse.

James scosse la testa. “Fa veramente così ogni anno.”

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Alle sei e mezza tutti i Grifondoro si incontrarono nella Sala Comune per vedersi l’un l’altro i costumi, prima di dirigersi nella Sala Grande per il Banchetto di Halloween. Remus girava attorno con Peter, aspettando che gli altri due fossero pronti. Era vestito molto elaboratamente da Re Artù, completo di cotta di maglia e spada.


Era molto elegante, se lo doveva dire. Peter, d’altra parte, pensava che il Fantasma del Natale di Sirius fosse così divertente, che aveva cercato di farlo per se stesso, e così sedeva accanto a Remus coperto da un lenzuolo con trascurati tagli per le fessure degli occhi.

“Dove sono?” Remus borbottò. Stava diventando impaziente. Accennò un saluto a Lily, che appariva bellissima e molto potente vestita come la divinità greca della caccia, Atena. Sorrise civettuola e salutò come facevano le ragazze carine.

All’improvviso ci fu un urlo “TA DA!” dal pianerottolo di fronte al dormitorio dei ragazzi del sesto anno. Lì c’erano James e Sirius, schiena contro schiena, con costumi oltraggiosi e interamente esagerati.

Gli occhi tondi di Peter si allargarono. “Non so perché lo facciano tutti gli anni,” disse in soggezione.

Remus li dovette ammirare; erano fantastici. Ridicoli, ma fantastici. James, per completare l’Atena di Lily (Come l’ha scoperto comunque? Remus si chiese), era vestito come il dio del sole greco, Apollo, a partire dai suoi sospettosamente autentici sandali. Il costume di Sirius aveva ogni dettaglio inclusa la (sebbene non accesa) sigaretta; vestito in stretti jeans neri, una borchia da pirata lungo la maglia bianca, decisamente troppa gioielleria, e una chitarra appoggiata sulla spalla, era vestito da nient’altro che Keith Richards dei Rolling Stones.

Remus ricacciò indietro la strana sensazione nel suo stomaco e trattenne un sorriso quando Sirius avanzò spavaldo verso lui e Peter. Con i suoi neri capelli scompigliati e la larga fossetta della bocca, la somiglianza era impressionante.

“Bei costumi, ragazzi,” disse, prendendo la sigaretta tra le dita come uno spinello e strascicando le parole per sembrare un po’ ubriaco.

“Sì, voi due sembrate sexy,” disse James. “Beh, veramente tu no, Peter, ma i fantasmi non devono essere sexy.”

“James e Sirius, non vi posso davvero vedere troppo bene,” disse Peter, “ma sono sicuro che i vostri costumi sono belli.”

Sirius rise. “Lo sono,” disse, colpendo Peter sulla schiena così forte che quasi cadde in avanti. Si lasciò andare sulla sedia accanto a lui, i suoi occhi non sembravano focalizzare nulla.

Remus aggrottò le sopracciglia. “James, cosa succede a Sirius?”

“Oh,” disse James. “quello. Beh, per entrare nel personaggio, uh, Sirius un tipo di overdose.”

“Lui COSA?”

“No, no, va bene. La pozione al pepe ha quasi cancellato via via che ha preso tutti quei narcotici.”

Remus tossì fin quasi a soffocare. “Come diavolo ha preso quella pozione al pepe, per iniziare?” chiese.

James lanciò un’occhiata a un Sirius che sorrideva scioccamente e scosse la testa. “Dolce-chiacchierata con Madama Chips. Lo sai come diventa quando vuole qualcosa.”

“Ah sì, la dolce chiacchierata,” disse Remus con finta nostalgia. “La conosco bene.”

“E’ davvero convincente,” pigolò Peter.

Sirius ridacchiò. “State parlando di me, ragazzi?”

“JAMES POTTER, NON CI POSSO CREDERE!” Lily urlò attraverso la stanza. Suonava decisamente arrabbiata.
James sorrise beffardo. “E’ il mio momento.”

“Vado a guardare,” Peter annunciò, seguendo James.

Remus rimase seduto quieto sulla sedia vicino a Sirius per qualche minuto, finchè Sirius si alzò. “Mi sento molto più come me stesso,” disse, “sebbene probabilmente molto meno Keith.”

Remus sorrise. “Beh, quell’uomo prendeva così tante droghe, che non la considererei affatto come una brutta cosa.”

“Vero.” Sirius si guardò attorno finchè i suoi occhi si posarono su James, che sembrava, come tutte le volte che stava parlando con Lily, che volesse veramente piangere.

“Guarda il povero Jamesy, non ha alcuna fortuna con la Evans,” disse.

Remus guardò James, che stava cercando di puntualizzare tutti i modi in cui lui e Lily erano fatti l’uno per l’altro, che guardasse solo i loro costumi, e riceveva uno sguardo torvo e un piccolo schiaffo durante il processo.

“Non funziona mai,” disse beffardo.

Sirius rise un pochino, prima di rivolgere la sua attenzione a Remus. “Hey Moony,” disse dolcemente, il suo viso a pochi centimetri da quello di Remus, “il tuo costume da Re Artù è fantastico. Stai benissimo. Davvero.”

La bocca di Remus si fece asciutta. “Grazie, Padfoot. Anche tu.”

Si sorrisero l’un l’altro con un mix di gratitudine, curiosità, speranza e imbarazzo sui loro visi e nelle loro menti, e al momento, nessuno poteva indicare con esattezza il perché.

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“Buonasera, signore e signori,” Silente disse all’inizio del banchetto. “Felice Halloween e benvenuti al banchetto! Come alcuni di voi avranno notato” – qui guardò significativamente Sirius, che fece subito la sua faccia più innocente – “abbiamo recentemente acquisito un campo di grano qui a Hogwarts. Effettivamente, è stato creato con il solo scopo di divertimento per Halloween, perché quale miglior momento per celebrare tutte le cose magiche e sovrannaturali – tutte le cose che sono la vera essenza della magia – di Halloween?”

Tutti si presero un momento per acclamare ad alta voce – le acclamazioni di Gideon e Fabian Prewett non funzionavano senza festosi casinisti – prima che Silente li riportasse alla calma.

“Stasera, Hogwarts avrà il suo primo Festival della Paura di Halloween, il che implica che tutti entreranno nel labirinto del campo di grano e…beh, vedrete. Solo cercate di arrivare dall’altra parte senza arrendervi. Buon appetito!”

James scosse la testa. “Tipico di Silente,” disse, ammucchiando il cibo nel suo piatto. “Non ci ha detto nulla di importante.”

Sirius appariva pensieroso. “Arrendersi, eh?”

“Sirius, per favore non lasciarti trascinare,” Remus disse. “Ti sto pregando. PREGANDO. Per favore.”

Sirius sbatté la mano sul tavolo. “Non lasciarmi trascinare?” chiese, come se Remus avesse proferito una bestemmia. “NON LASCIARMI TRASCINARE? Le nostre VITE potrebbero essere a repentaglio e tu mi dici di NON LASCIARMI TRASCINARE?”

“Ora l’hai fatto,” borbottò Peter.

Alzandosi, Sirius urlò, “NON PENSI CHE NOI CI ARRENDEREMO, SILENTE! SIRIUS BLACK NON CONOSCE IL SIGNIFICATO DI RESA!”

Remus e James lo tirarono giù. “Stai zitto,” Remus sibilò. “Non sai nemmeno cosa succederà!”

Sirius fece il broncio in modo petulante. “Non ho bisogno di sapere di cosa si tratta per sapere che non mi arrenderò.”

James guardò Remus e scosse di nuovo la testa. “Ora dovresti sapere di non discutere con Sirius quando è drogato.”

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“…Ci sono protezioni attorno a questo campo contro l’incantesimo Lumos,” Silente stava spiegando, una volta che tutti si erano recati fuori nel campo. “Avete tutti gli altri quattro sensi; vogliamo che voi troviate la strada per uscire dal labirinto usandoli tutti a eccezione della vista. E, preferibilmente, il gusto, sebbene non si sai mai come si possa attraversare. E attenti, perché ci sono cose appostate in questo campo a labirinto che non augurerei al mio peggior nemico!”

“Ma le augura a noi,” James brontolò. “Ecco le sue priorità.”

“I nemici sono qui per rendere le cose eccitanti,” Remus sussurrò, “mentre noi studenti siamo qui solo per fargli da baby-sitter, soprattutto. Pensate a tutte le avventure che potrebbe avere, se noi morissimo tutti in questo campo a labirinto stanotte!”

“Se dovessi morire, vorrei che fosse in un campo di grano,” Peter disse.

Sirius rise. “Tu forse vorrai morire in un campo di grano,” disse, la voce alta, “ma io, prenderò l’itinerario divertente. Io voglio fare sesso in un campo di grano.”

Lily, che era dietro di lui, gli diede uno schiaffo in testa. “Sei un tale cretino,” sbottò.

Lui esibì il suo sorriso più vincente. “Fa tutto parte del mio fascino, Evans.”

“…Qualcuno ha altre domande?” Silente stava chiedendo.

Gideon Prewett alzò la mano. “Quanto andrà avanti?”

“Finchè qualcuno o qualcuna non troverà la via per uscire,” Silente rispose, i suoi occhi azzurri scintillanti.

“Buona fortuna a tutti,” Silente disse sopra le loro chiacchiera, “e cinquanta punti alla casa di chi uscirà per primo! INIZIAMO!”

Gli studenti corsero nel campo in un brulicare di movimenti, corpi travestiti, calpestandosi le dita l’un l’altro e spintonandosi a vicenda. Era impossibile vedere a più di tre pollici in fronte a sé, e il grano era alto almeno quindici piedi. Senza dubbio i trolls da giardino li avevano innaffiati con la Pozione per Piante a Crescita Istantanea o qualcosa del genere, ma nessuno degli studenti si aspettava veramente qualcosa di diverso.

Nel giro di cinque minuti, per via di tutte le pressioni e spinte e calpestamenti, Moony, Wormtail, Padfoot e Prongs erano stati completamente separati.

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Stavano camminando intorno per quelli che sembravano giorni, ma non potevano essere giorni, perché era ancora buio fuori.
Silente può anche essere un mago potentissimo, Remus pensò beffardo, ma non può incantare il dannatissimo cielo.
Ogni pochi minuti, si faceva forza per l’inevitabile piccolo attacco di cuore, che gli sarebbe venuto ogni volta che qualcosa di spaventoso e brutto gli si parava davanti. Stava iniziando a costruire una sorta di resistenza, e come bonus aggiunto, come risultato della sua amicizia con James e Sirius, era probabilmente meno facilmente spaventabile degli altri.

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Sirius, d’altra parte, era sempre quello che faceva spaventare gli altri, e non aveva nessuno che lo preparasse a questo scopo. Proprio per questo, alla prima vista di ogni sorta di ombra che poteva incontrare, strillava, o occasionalmente urlava cose come, “PER FAVORE ABBI PIETA’ DELLA MIA ANIMA! NON HO NEMMENO MAI INCONTRATO I MIEI NIPOTI!”
Ovviamente, la metà delle volte le ombre che vedeva non erano altro che un proseguimento del suo stesso corpo.

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“Santa fottuta merda, dannato fottuto inferno, santa fottuta merda, dannato fottuto inferno,” James ripeteva senza fiato, mentre cercava la via attraverso il labirinto. Lui, come Sirius, era da sempre abituato a essere quello che faceva gli scherzi, e la sua tolleranza per le cose spaventose era persino minore di quella di Padfoot.

“Alla fiiiine,” sussurrò una voce da strega molto vicina al suo orecchio, “la tua anima è miiiiiiia, tutta miiiiiiia per la caaaattura.”

“AAUUUGGHHHH!!”

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“Jaaames,” Peter chiamava sommessamente, zigzagando attraverso il campo. “Siiiriuuus, Reeemus, dove sieteeee?”

“I tuoi amici ti hanno lasciato, vero?” chiese una voce che sembrava provenire da un’ombra non molto lontano da Peter. La sua mano si appoggiò sulla bocca di Peter prima che avesse possibilità di urlare.

“Guarda, sono umano. Non urlare perché so che lo vuoi disperatamente fare.”

“Sei un fantasma?” Peter sussurrò.

“No, idiota,” replicò, gli occhi roteanti. “Sono il tuo compagno di classe preferito, Severus Piton.”

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Sirius non ne poteva più, non era per nulla divertente, perchè era stanco e sconquassato e forse se fosse tornato indietro, sarebbe finito dove erano partiti, o almeno –

“Oomph!” disse qualcuno a cui Sirius aveva evidentemente sbarrato la strada.

“Scusa,” disse, “Sto cercando di scappare dai demoni predatori.”

“Sirius? Sei tu?”

“Moony?”

“Sì! Oh, grazie a Dio ti ho trovato.”

“Sono quello che stavi cercando da tutto questo tempo, eh? Sono stato proprio sotto il tuo naso tutto questo tempo.”

“Non esattamente, ma sono felice di vederti. Er, sentirti.”

“Ti vuoi sedere? Non posso sopportare ancora questi demoni.”

“Certo che mi voglio sedere. Sono stato in piedi per ore, i miei piedi mi uccidono. Re Artù doveva davvero investire in scarpe più comode.”

“Le scarpe di Keith sono comode.”

“Gira il coltello nella piaga, perché non lo fai?”

“Sono fantastico in questo.”

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“La smetteresti di strillare così?” chiese una voce femminile. James avrebbe riconosciuto quella voce ovunque.

“Scusa, Lily.”

“Potter?”

“Colpevole.”

“Dannazione.”

“Sei sola?”

“Stai per violentarmi?”

“No.”

“Allora sì.”

“Sì cosa?”

“Sì sono sola.”

“Oh. Pensavo tu intendessi sì, tu vuoi che ti violenti.”

“Ew! No! Perchè avrei detto sì a questo?”

“Non lo so, per questo che ho chiesto.”

“Oh. Ha senso, suppongo.”

“Lo so.”

“Hey Potter?”

“Sì?”

“Ho una sorta di strana richiesta.”

“Vai avanti…”

“Staresti con me? Per ora. Solo perchè così non dovrei rimanere da sola. E’ così buio.”

James sorrise. “Tutto quello che vuoi, Lily.”

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“Severus sei un vampiro?” Peter chiese.

“No.”

“Sei sicuro?”

“Sì.”

“Perchè gli assomigli un po’.”

“Cosa?”

“Beh, è vero.”

“Continua a camminare, Minus. Deve esserci una via per uscire da qui in un qualche modo che non implichi la morte.”

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Sirius si rivoltò sulla pancia di Remus. “Vai via,” Remus si lamentò, cercando di spingerlo invano.

“Posso vedere meglio il cielo da questo angolo,” Sirius disse.

“Non mi importa,” Remus disse. “Mi stai facendo male.”

Sirius lo ignorò. “Pensi che usciremo mai da qui?” chiese. “Intendo, Silente non ci può lasciare chiusi qui dentro per sempre, no? Uomo, odierei rimanere chiuso qui dentro per sempre. Ho ancora così tanto per cui vivere. Ho la mia moto, per esempio. Ho posti in cui andare, persone da vedere che non abbiano alcuna relazione con nessuno della famiglia Black. Voglio vedere tutta l’Europa, non solo l’Inghilterra e la Francia e l’Italia, e voglio vedere l’America,e qualche volta penso persino che vorrei vedere il Giappone, ma se stiamo qui per sempre, non vedrò mai il Giappone, anche se non lo voglio veramente, quando verrà il momento di viaggiare! E come potremmo uscire, comunque, se Silente decide che dobbiamo? Le stele di grano sono più alte di tutte le nostre teste, eccetto forse per Kingsley Schacklebot, ma qualche volta dubito che sia interamente umano – non che sia una brutta cosa, Moony, sto solo puntualizzando –“

“La smetti mai di parlare, anche solo per un minuto?” Remus chiese esasperato.

Sirius si appoggiò sui gomiti, spostando la maggior parte del suo peso dal corpo di Remus. “Conosco un modo che mi fa sempre tacere,” disse.

Remus alzò un sopracciglio, scettico. “Oh davvero? Qual è?”

Prima ancora che avesse finito di parlare, Sirius aveva premuto le sue labbra contro quelle di Remus. Prima che qualunque cosa potesse veramente accadere, si era staccato dalle sue labbra e si era seduto, respirando pesantemente.

“Questo funziona sempre?” Remus chiese, sedendosi e respirando ugualmente forte.

Sirius annuì. “Non fallisce mai. Specialmente se sei tu.”

A quel punto, lo baciò di nuovo. La sua bocca era calda e invitante, e prima di rendersene conto, Remus aveva iniziato a ricambiare il bacio, afferrando Sirius per il collo e per i suoi capelli arruffati, spingendolo giù sopra di lui.

“La tua corazza è in mezzo,” Sirius mormorò contro la bocca di Remus.

“Dobbiamo sbarazzarcene, allora,” Remus replicò con voce roca, e in un fluido movimento la corazza fu tolta, assieme alla – e Remus avrebbe giurato che era stato un incidente, sebbene non avesse fatto nulla per cambiare le circostanze – sua tunica e camicia e, allo stesso tempo, si tolse la cintura con la guaina per la spada.

Sirius fece correre le sue mani lungo la pelle liscia di Remus e mentre lo baciava, lungo il collo e il petto, aumentava la pelle d’oca sul suo corpo nudo.

Mentre proseguivano con la nuova scoperta che baciarsi in un campo di grano era scomodo ed eccitante, come immaginavano che fosse, sebbene con molto più sporco di quello che veniva di solito mascherato nelle storie, e procedevano nella sperimentazione a vicenda dei propri corpi sempre più nudi, l’ultima cosa che Remus poteva ricordare di aver pensato prima che le sue mutande gli fossero tolte era, Caro dolce dio sono felice che non ci sia nessuno qui intorno e oh, amo Halloween!

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“…e così si conclude la storia di come Sirius ed io fummo arrestati in Italia la scorsa estate.”

Lily stava ridendo così forte che lacrime le cadevano sul viso. “Voi due siete troppo, “ disse, asciugandosi gli occhi. “E’ troppo brutto che siate dei tali bastardi a scuola.”

“Siamo davvero così cattivi?” James chiese.

Lily sospirò. “Devo veramente rispondere a questo?”. Tremò. “Il freddo sta avanzando velocemente,” disse.

James fu veloce a tirarsela in grembo e a circondare le braccia attorno a lei. “Se non ti dispiace, questo è un metodo che non fallisce mai.”

“Oh, l’hai provato con tutte le ragazze, suppongo.”

James scosse la testa. “No. Non sono stato con nessuna, Lily. Non voglio nessuna, se non te, io continuo a dirtelo.”

“Allora come conosci questo metodo?” chiese. “Che, e quasi mi vergogno ad ammetterlo, funziona molto bene.”

Lui sorrise. “Mia mamma era solita tenermi al caldo così, quando ero bambino.”

Lily non potè trattenersi dal sorridere. “Questo è molto dolce,” disse.

Lui smise di sfregarle le braccia dopo pochi minuti e lei scese dal suo grembo, ma rimase vicina. “Sono davvero così cattivo?”

Lily gli diede una spallata, sorridendo più di quanto pensava che avrebbe dovuto. “Beh, dato che saremo incastrati qui probabilmente per tutta la notte, ci sono persone molto peggiori con cui sarei potuta finire.”

Un lento sorriso attraversò il viso di James, e improvvisamente non potè smettere di sorridere. “Davvero?”

“Sì, davvero,” disse, la voce bassa e quasi incerta. “Lascia che ti dica una cosa, James. Quando la smetti di cercare di imbastire uno show per chiunque, sotto tutto questo, non sei così orribile come pensavo.”

“Questo è quello che sto cercando di dirti!” James disse con esasperazione, sempre sorridendo. “Tutti questi anni di attente pianificazioni e eccellente persuasione, e poi ci troviamo incastrati in un campo di grano, dove sto strillando come una ragazzina, abbiamo poche speranze di sopravvivere, e tutto all’improvviso non sono poi così male. E’ ironia questa?”

Lei rise un pochino. “Sono difficile da accontentare,” disse.

“Non m’importa,” James disse sommessamente. Si spostò più vicino a lei. “Hey, Lily…”

Da qualche parte in lontananza, ci fu una piccola esplosione, e improvvisamente ogni stelo di grano fu coperto da tenui luci luccicanti. Il cielo aveva l’aspetto calmo e stagnante di poco prima dell’alba, ma l’intero campo di grano fu improvvisamente illuminato. James e Lily si guardarono l’un l’altro come se non potessero credere a ciò che era veramente successo in quell’intera notte. James aveva paglia e foglie nei capelli, i suoi occhiali erano storti, e c’era una sbavatura di sporco proprio lungo la mascella. I capelli di Lily erano annodati e in disordine e il suo viso aveva diverse sbavature di sporco. I loro costumi da divinità greche erano rovinati. Tutto attorno a loro, le persone stavano urlando che erano salve, che erano sopravvissute, e che questa era la cosa più divertente che avessero mai sperimentato nelle loro vite. Era perfetto.

“Lily, ti do il permesso di schiaffeggiarmi quando avrò finito,” James disse bruscamente, “ma c’è qualcosa che devo fare.”

Lei sapeva che stava per baciarla ancor prima che lo dicesse, e non la disturbava poi così terribilmente tanto. Ovviamente, non aveva alcuna idea di quanto potesse essere bello un bacio. James prese il suo viso tra le mani e premette la sua bocca sulla sua per un lento, dolce, appassionato bacio, prendendo da lei il più possibile. Lily si dispiacque solo che non fosse durato più a lungo.

Quando si staccarono, tutto ciò che poterono fare fu guardarsi l’un l’altro.

“Allora,” James disse dopo quella che era sembrata un’eternità, “verrò schiaffeggiato o cosa?”

Lily si morse leggermente il labbro, il corpo ancora tremolante. “Penso che per stasera ti lascerò libero,” disse. “Solo perché è Halloween.”

Lui sorrise, offrendole la mano. “Per me va bene. Vuole che la scorti, mia gentile signora?”

Lei afferrò la sua mano con riluttanza. “Sicuro,” disse, “ma non pensare che siamo una coppia ora, perché non lo siamo. Sei ancora il bastardo più arrogante che io abbia mai incontrato, a dispetto di ogni prova contraria che che possa aver testimoniato nelle ultime Dio-solo-sa-quante ore. Ho anche un avvertimento per te, James Potter. Se tu dirai mai a qualcuno che abbiamo dormito insieme stanotte, specialmente se il suo nome è Sirius Black, ti ucciderò nel modo più doloroso che riesco a immaginare, e come tu puoi sapere, sono una donna piuttosto creativa.”

“E’ cosa nota,” James disse, non molto sicuro di come prenderla. Esagerare la storia non gli sarebbe occorso, che era senza dubbio un principio. Si maledì silenziosamente per aver perso il senno così presto nella sua vita.

Lily gli sorrise. “Grazie di tutto per stasera, comunque,” disse sommessamente, mentre zigzagavano attraverso lo scintillante campo di grano, verso ciò che ora riuscivano a vedere, grazie al percorso magico che Silente aveva tracciato per chiunque fosse fuori strada. “Grazie per avermi tenuta al caldo, per aver parlato per me, per non aver urlato con me perché sono sempre una tale stronza con te…”

James alzò le spalle. “In qualunque momento,” disse.

Lily rimase in silenzio prima di aggiungere qualcosa ancora più a bassa voce, “Grazie anche per avermi baciata.”

James non riuscì a trattenersi dal sorridere. “Grazie a te per non avermi schiaffeggiato dopo. Non so se il mio debole cuore l’avrebbe retto.”

“Non lo so,” lei disse con finto scetticismo. “Mi sei sembrato abbastanza resistente.”

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“Sirius,” Remus disse intontito, lasciando abituare gli occhi alla luce del campo di grano. “Sirius, svegliati. Il gioco è finito, qualcuno ha vinto.”

Sirius borbottò incoerentemente, girandosi e finendo direttamente su uno stelo di grano. “DANNATO INFERNO!” urlò, alzandosi. Si strofinò il naso, che apparentemente aveva sbattuto. “Perchè il grano taglia?”

Remus alzò le spalle. “Non te lo so dire,” disse onestamente, “ma ora non è il momento. Dobbiamo uscire di qui.”

“Chi ha vinto?” Sirius chiese, mentre avevano velocemente trovato e seguito il percorso ora chiaro.

“Non lo so, ero addormentato. La luce mi ha svegliato.”

Sirius si fermò; Remus gli finì addosso, non avendo realizzato che si era fermato. “La scorsa notte…abbiamo, um, noi abbiamo…?”

Remus diventò rosso. “Oh dio. A meno che tu e io abbiamo fatto lo stesso sogno…sì.”

Sirius lo guardò incredulo. “Non è stato un sogno,” disse. “Avresti preferito che lo fosse?”

Remus guardò in basso, e poi di nuovo Sirius. I suoi occhi grigi non lo stavano giudicando, erano soltanto curiosi. “No,” ammise. “La notte scorsa è stata una delle notti più belle che abbia mai avuto.”

Sirius sorrise. “Tendo ad avere questo effetto sulle persone.”

Remus sospirò e gli diede un colpetto per farlo andare avanti. “Esci di qui, tu bastardo presuntuoso,” disse, ridendo.

“Ma tu mi ami!” Sirius insistette. “Sono così amabile; perché pensi che mi trasformi in un cucciolo?”

“Non assomigli più molto a un cucciolo,” Remus puntualizzò.

“Ma tu mi ami!”

Remus si spostò i capelli dagli occhi, dopo che erano stati in silenzio per più di trenta secondi. “La notte scorsa è stata okay per te?” chiese.

Sirius gli sorrise radioso. “E’ stata fantastica,” disse. “Seriamente, Moony. Lo rifarei ancora proprio adesso, se non volessi bruciare questo campo così urgentemente.”

“E pensa solamente,” Remus disse, “che tu eri quello che era così eccitato per tutto questo fin dall’inizio.”

“Finchè i demoni predatori non mi sono saltati davanti!” urlò. “Sporchi imbroglioni, tutti loro!”

Improvvisamente, strabuzzò gli occhi, guardando più avanti che poteva. “Hey, guarda,” disse. “Vedo capelli rossi, e una macchia di capelli neri di un maniaco, proprio accanto!”

“Sono Lily e James!” Remus disse con entusiasmo.

“LILY! JAMES!” Sirius chiamò. “TORNATE QUI E ASPETTATE I VOSTRI RAGAZZI PREFERITI!”

Loro si voltarono, salutarono e continuarono a camminare.

“Stanno camminando insieme, Moony.” Sirius disse.

“Lo vedo.”

“Pensi che abbiano avuto una notte bella come la nostra?”

“Noo. Lily non lo farebbe mai.”

“Ma James sì.”

Remus sussultò, orripilato. “Stai – stai veramente – Sirius, James Potter non è uno stupratore!”

“Non è quello che ha detto tua madre…”

“Lascia mia madre fuori da tutto questo!”

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“Congratulazioni, ragazzi,” disse Silente, stringendo la mano prima a Severus e poi a Peter. “Come avete trovato la via per uscire?”

Peter assunse un’espressione pensierosa. “Abbiamo solo continuato a camminare e camminare finchè non c’era più grano.”

Severus roteò gli occhi. “Sfortunatamente ha ragione.”

“Molto bene, molto bene,” disse Silente. “Vi lodo per la vostra collaborazione tra Case, e come ricompensa settantacinque punti ciascuno ai Serpeverde e ai Grifondoro!”

A un cenno della sua bacchetta, i fuochi d’artificio esplosero, bagnando l’intero campo con una magica luminescenza, che sembrava avere un’energia propria.

“Hai sentito, Piton?” Peter disse con entusiasmo. “Settantacinque punti a ogni casa perché abbiamo lavorato così bene insieme!”

“Non parlare con me,” Severus borbottò. “Metterai entrambi in imbarazzo.”


1° Novembre
“Sprott, sono così dispiaciuto di vederti andare via,” Sirius disse con la sua voce più sincera, mentre il frustrato troll da giardino raccoglieva tutte le sue cose in una minuscola valigia. “Davvero, lo sono. Se avessi mai bisogno di qualcuno con cui parlare – per esempio, dei programmi per il prossimo Halloween – puoi sempre contare su di me.”

Sprott si sfregò le tempie. “Com’è che hai aperto la tua bocca da meno di due minuti e io ho già un feroce mal di testa? OH! Penso che si stia trasformando in emicrania. Black, io ti odio. Se ne avessi il potere, maledirei te, la tua famiglia, e ogni sfortunata progenie che potrai eventualmente mettere al mondo.”

Sirius sorrise teneramente a Sprott e diede dei piccoli colpetti sulla sua testa pelata. “Grazie mille per l’offerta,” disse, “e mi piacerebbe che tu lo facessi, ma non è necessario. La mia famiglia è già maledetta.”

Remus tirò Sirius per il maglione. “Andiamo, lascialo finire di preparare la valigia. Dovremmo comunque essere di ritorno al castello, ora,” disse.

“Sì, sì,” Sprott brontolò quando Sirius cercò di baciarlo sulla guancia in segno d’addio. “Vai! Più lontano che puoi, vai!”

“Scusi,” Remus disse a Sprott, “me ne prenderò cura io” Afferrò Sirius per il colletto. “Brutto gesto,” disse risolutamente, “Andiamo.”

“Addio, Sprott!” Sirius disse quando lui e Remus iniziarono ad avviarsi verso i castello, le loro mani infilate reciprocamente nella tasca posteriore dell’altro. “Non vedo l’ora di vederti di nuovo qui per il prossimo Halloween!”

FINE^^

  
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