Requiem
Era difficile.
Come quando si scala una montagna troppo ripida e senti sotto i piedi il terreno sgretolarsi, riportandoti al punto di partenza.
Era difficile, lo era sempre stato.
Come il mare in tempesta, il dolore non ammetteva repliche e mi intristiva. Non potevo cambiare le situazioni, gli eventi, ma potevo permettermi di stare male ancora.
Ed ero sola.
Serenamente sola, su quella stessa montagna che faticosamente ero riuscita a scalare.
Continuavo a ripetermi che andava tutto bene, che il mondo era ancora lì ed attendeva di essere conquistato, con il sudore della fronte e il sangue. E l’Amicizia. E l’Amore.
Ma io non conoscevo niente del genere, non l’avevo mai conosciuto. Mai nella Vita.
Non possedevo niente, non ero felice. Mi fidavo poco delle persone ( Loro non capivano! )ed ero sola.
Ero Io, nell’Essere e nello Spirito.
Come il silenzio vuoto nella grotta in cui mi ostinavo a vivere ed a cui riproponevo il nome Casa.
La verità giaceva nell’abisso del mio cuore, in cui non sarebbe dovuta stare. Io ero mente, solo quello dovevo essere per tutti.
Ma persino io avevo sbagliato le mie conclusioni, la teoria non mi aveva salvata dall’Universo.
Se fossi nata come mente, non avrei provato quegli stessi sentimenti troppo estremi.
Troppo umani.
Ed ero umana.
Ed ero sola.
Niente amiche, niente parenti, niente di niente. Nessun Amore.
Questo mi rendeva fragile a me stessa, ma forte agli occhi altrui. Ero tutto quello che avevo sognato di divenire, un giorno. Troppo tardi mi resi conto che il mondo è troppo grande da affrontare, troppo problematico.
Non si poteva conquistare, non era possibile.
Come la montagna, non aveva una cima. Troppo in alto, troppo pericoloso. Troppo.
No.
Non ero arrivata al vertice. Non era fatto per me, quel posto.
Ed ero sola.
Note:
L'ho scritta per me e per nessun altro.
Il dolore, in fondo, è solo Nostro.
_Electra_