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Autore: Aurora Barone    16/02/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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CAPITOLO 7:

 

Quella mattina avrei voluto non risvegliarmi, perché almeno nei sogni potevo essere chi volevo, potevo essere un comune essere umano, già nei miei sogni tornai ad essere Aiko, ma non appena riaprii gli occhi tornai ad essere Echiko il robot ed il mio padrone era Itou Kayashi colui che mi stava urlando nelle orecchie per svegliarmi.

“Vuoi deciderti ad alzarti!” si lamentò.

“Potresti trovare dei modi più dolci per svegliarmi...” esclamai scocciata con la voce ancora impastata dal sonno.

“Guarda che in teoria dovresti essere tu a svegliarmi e a portarmi la colazione dentro la stanza...ma qua le cose vanno al contrario...io che devo svegliare il mio robot...è da non crederci!” disse continuando a lamentarsi, iniziando pure a parlare con se stesso.

“Bè non mi risulta che tu mi abbia portato la colazione!” esclamai sbadigliando, in quel momento avrei gradito molto quel gesto, sopratutto perché mi scocciava tremendamente alzarmi, ero ancora troppo assonata e in quel momento mi sentivo le gambe e il resto del corpo indolenzito.

“E ci mancherebbe sarebbe il colmo dei colmi” esclamò lui, facendo intuire che non lo avrebbe mai e poi mai fatto, me lo potevo solo sognare un tale gesto da parte sua.

“ E se ti dicessi che non riesco ad alzarmi e che mi sento indolenzita e che avrei bisogno di addentare qualcosa prima di alzarmi?” domandai, sperando di riuscire ad impientosirlo, dato che non riuscivo veramente ad alzarmi,ma mi beccai una delle sue rispostacce “Aspetta mi stai chiedendo di portarti la colazione?! Non è che tu abbia fatto un po' di confusione con i ruoli, guarda che io qui sono il padrone e tu il robot!”

“Bè allora fammela portare da una delle tue cameriere!” gli risposi secca.

“ No, tu adesso ti alzi che già si è fatto molto tardi!” disse con un espressione che non ammetteva repliche.

“ Non riesco ad alzarmi mi fa male tutto...dico sul serio...” ammisi.

“Non riesci ad alzarti perché queste gambe non le usi molto...e devono ancora abituarsi ai movimenti, quindi meglio che ti alzi!”disse iniziando a farsi insistente.

“D'accordo” sbottai seccata.

Mi alzai dal letto perdendo l'equilibrio e finii per appoggiarmi ad Itou dato che era l'unico sostegno che avessi trovato nelle vicinanze.

“Si ma non ti poggiare a peso morto su di me...che altrimenti cado pure io!” quelle furono le sue ultime parole, prima di finire tutti e due a terra.

“Prega Dio che io non mi sia rotto qualcosa,altrimenti giuro che non so quello che ti faccio!” disse mentre si stava rialzando, il suo tono di voce era irascibile come al solito, neppure ci prestavo più tanta attenzione.

“Bè ti stai rialzando, quindi non credo che tu abbia nulla di rotto!” esclamai cercando anch'io di rialzarmi, dopo un po' ci riuscii, le mie gambe sembravano meno fragili, forse aveva ragione Itou più le muovevo e più si rinforzavano.

Arrivati in cucina, c'era il padre che stava bevendo una tazza di caffè mentre leggeva il giornale, ma non appena ci vide arrivare sollevò lo sguardo verso il figlio che non lo degnò di uno sguardo.

“Ben svegliati...a quanto vedo questa mattina ve la siete presa comoda voi due dormiglioni!” disse in tono allegro e scherzoso, fingendo di non notare la scarsa considerazione che il figlio nutrisse nei suoi confronti e sorvolando anche su tutte le discussioni sorte in quei giorni fra lui e Itou.

“Dillo ad Echiko! Crede forse di essere lei il padrone, pretende pure che le porti la colazione in camera... E' da non crederci! Possibile che tu abbia commesso qualche grave errore quando l'hai creata, no perché veramente è roba da pazzi!” disse lamentandosi più del necassario, come se gli avessi chiesto chissà cosa ed ero sicura che il padre si sarebbe infuriato e mi avrebbe sgridata dicendo qualcosa del tipo “ manchi di rispetto al tuo padrone!”

E magari avrei anche dovuto scusarmi per la mia pessima condotta, anche se non sentivo di aver fatto nulla di così grave, avevo semplicemente chiesto un favore ad Itou dato che ero impossibilitata, lo avrei chiesto a chiunque senza esclusioni di colpi e la mia non era stata una mancanza di rispetto.

Ma sapevo che il loro modo di intendere le cose era diverso dal mio, perché per loro io ero un essere inferiore, mentre Itou era il mio padrone è quindi questo faceva si che il comportamento dovesse essere ritenuto inaccettabile e poco riguardevole nei confronti di Itou.

Lanciai un'occhiataccia ad Itou, non mi era piaciuto il fatto che avesse spiattellato tutto al padre, sopratutto in quel modo, tralasciando il fatto che mi facessero' male le gambe e che glie lo avessi chiesto perché non riuscivo ad alzarmi e non per un semplice capriccio.

Bene ecco adesso aspettavo la sfuriata dal padre o magari uno schiaffo come la volta in cui mi aveva dato dell'ingrata, perché non li avevo ringraziati per avermi tirato fuori dai guai.

Ma stranamente la sua reazione non fu nessuna di quelle,anzi si mise a ridere di gusto, non lo avevo mai visto ridere così.

Persino Itou lo osservò perplesso domandogli “Papà va tutto bene?”

“Niente credo solo di aver affatto un ottimo lavoro! Un robot che vuole che tu lo serva,è semplicemente perfetto per un tipo come te che pretende il contrario!”

“Non mi dirai che l'hai fatta di proposito così?” domandò lui incominciando ad alterarsi.

“Sei un ragazzo viziato, quindi per uno come te ci vogliono i robot che non soddisfino le tue richieste!” rispose il padre con naturalezza.

“Io non sono viziato!” disse Itou irrigidendosi.

“Tua madre ti ha sempre viziato ed è per questo che vuoi più bene a lei che a me, perchè io sono sempre stato quello che ha cercato di non viziarti troppo...”

“Bè certo eri troppo impegnato a fare altro per potermi viziare e comunque la mamma mi viziava forse per compensare alla mancanza di un padre che era troppo impegnato a divertirsi con la sua amante!” disse alzando la voce e irritandosi visibilmente.

Avevo capito che non appena si diceva qualcosa di sgradevole riguardo sua madre Itou perdeva del tutto il controllo, diventava una bestia selvaggia pronta a sbranare chiunque.

Il padre di Itou era stato colpito e affondato! Non rispose alla provocazione del figlio, ma uscii dalla sala da pranzo senza proferire parola.

“Andiamo a scuola” disse Itou rivolgendosi a me, con un espressione scocciata e inquieta.

Le discussioni tra padre e figlio non volevano giungere al termine, per quanto ancora Itou aveva intenzione di rinfacciare al padre di essersi innamorato in passato di un robot?

Non lo avrebbe mai perdonato nonostante fosse suo padre e pur non sapendo il vero esito della vicenda.

Anzi se avesse saputo come fossero' andate realmente le cose, ero sicura che lo avrebbe odiato e disprezzato ancor di più ritenendolo la causa della morte della madre. Poi lo avrebbe odiato per il fatto che lo avesse preso in giro per tutto questo tempo tacendogli la morte della madre e mandandogli delle sue false lettere.

Saliti in quella grande macchina, Itou si mise a giocare ad un videogame, poi mi sorprese mi propose di giocare insieme a lui a quel gioco di combattimento.

Lo vedeva accanirsi su quel joyped avventandosi contro quei poveri tasti, come se fosserò loro la causa di ogni male e poi lo vedevo colpire il mio personaggio, facendo prese e mossa di ogni tipo per potermi battere.

“Ti ho battuta!” esultò contento.

“Bè non mi hai neppure dato il tempo di capire le funzioni dei vari tasti!” protestai.

Ma lui non mi stava neppure dando retta, era troppo soddisfatta della propria vittoria, si comportava proprio come un bambino, in un certo senso mi parve patetico e infantile, poi però capii che in fondo per lui era solo un modo per distrarsi dalla discussione avuta con il padre.

Arrivati a scuola, Sayoko comparve con la nuova compagna dagli occhi blu elettrico.

Quegli occhi erano di un blu scuro intenso e guardandoli ebbi quasi l'impressione di annegarci dentro.

“Ciao” disse lei senza neppure accennare un sorriso, poi ci guardò con attenzione, si concentrò sopratutto su Itou.

Itou rispose forzatamente al suo saluto, ma era evidente che tra quei due non scorresse buon sangue persino Sayoko si accorse dell' atmosfera pesante che aleggiava fra noi tre.

“Oh ma insomma cosa sono queste facce scure?” domandò Sayoko che non era al corrente del nostro spiacevole scontro con Lydia.

Lydia però sembrava molto astuta e furba, davanti a Sayoko assunse un espressione inconsapevole, come se non capisse perchè io e Itou la guardassimo male,ma non appena Sayoko si voltava da qualche altra parte riprendeva ad osservarci con uno sguardo di minaccia e sfida.

Dopo suonò la campanella e iniziarono le lezioni.

“Allora ragazzi, volevo parlarvi di una gita in montagna che abbiamo pensato di organizzare la prossima settimana!” disse la professoressa ,mentre i compagni esultavano contenti, non tanto perchè l'idea di andare in montagna li entusiasmasse,ma perchè almeno in questo modo avrebbero potuto saltare delle ore di lezione.

“Ci sono domande?” strillò la professoressa per contrastare il trambusto che si era scatenato in classe.

“Professoressa mi chiedevo se a questa gita siano ammessi anche i robot?” domandò un compagno suscitando le risa dei compagni.

La professoressa disse delle frasi di circostanza “ bè la gita include tutti i menbri della classe e poi avere un robot ad una gita in montagna ci sarà abbastanza utile...”

Quel “ci sarà abbastanza utile” mi infastidii molto, sopratutto perchè io non avevo neppure detto che volessi andarci in quella stupida gita e neanche me lo avevano chiesto.

Itou alzò la mano per poter dire qualcosa.

“Dii pure Kayashi!” disse la professoressa.

“Spetterebbe a me decidere se il mio robot debba venire o meno...” disse contrapponendosi alla professoressa e al compagno.

“No, ti sbagli...il regolamento dice che se c'è un robot nelle classi...questo deve essere presente alle gite in cui ci sono dei percorsi un po' pericolosi, dato che può esserci di aiuto...”

“Scusi professoressa, ma cosa intende per un po'pericolosi?” domandò Itou con un espressione seria.

“Bè avrete tutti sentito parlare del famoso “ponte della morte”, è stato ricostruito varie volte poiché ci è sempre caduto qualcuno dentro... bè adesso è stato reso più resistente e comunque lì c'è una bel panorama!”

“Non mi sembra una buon idea farci attraversare un ponte in cui sono morte un sacco di persone...” sostenne Itou.

“Bè lo sai che dice il regolamento?” chiese la professoressa rivolgendosi ad Itou con un espressione composta e pacata.

Itou non rispose, rimase in silenzio poi la professoressa disse “Kitokawa spieghi a Kayashi cosa dice il regolamento?”Il compagno rispose con un espressione malevola dipinta sul viso “ Se c'è almeno un robot in una classe spetta al robot attraversare per prima percorsi ritenuti pericolosi... quindi vorrebbe che 660 passerà il “ponte della morte” prima di noi e se non ci cade giù ci passiamo noi... così noi non corriamo alcun pericolo!”

Non appena sentii quelle parole, mi sentii male, io neppure ci volevo andare in quella gita e loro pretendevano che io corressi tanti sciocchi pericoli solo per ammirare uno stupidissimo panorama e per garantire la loro incolumità, incolumità di gente che mi trattava di merda.

Non alzai neppure la mano per parlare e gli ringhiai contro “ Guardate che io non ho alcuna intenzione di venire a questa stupida gita!”

Tutti mi guardarono malamente e risero, poi l'insegnante disse “ Bè non è che tu sia nella posizione di obbiettare! Lo dice il regolamento, giusto Kayashi?”

Itou annui appena, poi però disse “ Però se scegliessimo un percorso meno pericoloso sarebbe meglio”

In quel momento tutti I compagni iniziarono a parlottare fra di loro dicendo frasi del tipo “ Ma sentitelo come si preoccupa dell'incolumità del suo robot...è stupido quanto il padre!”

La profesoressa come I compagni disse “ Non è che lei si stia preoccupando un pò troppo del suo robot?”

“No, è soltanto che tengo molto al duro lavoro di mio padre e mi seccherebbe molto che a causa di uno stupido ponte uno dei suoi lavori venisse distrutto...” disse con freddezza a testa alta dinanzi ai compagni, io l' osservai con la coda dell'occhio dato che era dietro il mio banco.

“Bè non mi pare che suo padre possa incontrare troppe difficoltà a realizzare un altro robot...” disse l'insegnante non ammettendo la sua replica.

Poi mi intromisi dicendo “ Questa decisione spetta solo a me, spetta solo a me decidere se ho intenzione di attraversare quel ponte è la mia risposta è no, no e no!”

“Vada fuori! Subito fuori!” mi sbraitò contro l'insegnante poi si immischiò anche Sayoko dicendo “ Professoressa non potremmo scegliere un altro percorso per evitare ogni tipo di discussione!”

“Ora ci si mette anche lei signorina Hayame!” si infuriò la docente, mentre I compagni continuavano a parlottare e a tramare contro chiunque prendesse le mie difese, Sayoko e Itou erano in quella cerchia.

Uscii fuori dalla classe furiosa, non potevo più sostenere quella situazione.

Poi però pensai che almeno c'era qualcuno che prendeva le mie difese,così un sorriso stupido mi si dipinse sul viso, ripensando alla presa di posizione di Itou e di Sayoko.

In particolar modo mi aveva colpito la presa di posizione di Itou, quella di Sayoko non mi sorprendeva, da lei me lo sarei aspettato, ma da lui...

Poi però ripensando alle sue parole, aveva giustificato quel gesto dicendo che non voleva che il lavoro del padre andasse perduto.

Già io non ero altro che il lavoro del padre per lui, non poteva ritenermi nient'altro che questo.

No, non c'era di esserne contenti anzi tutto il contrario, così il mio malumore si rafforzò ulteriormente.

Poi vidi uscire dall' aula accanto alla mia Yoto , come al solito si era fatto buttare fuori.

“Ei ragazzaccia!” disse sorridendomi con dolcezza.

“Incomincio a credere che ti faccia buttare fuori di proposito!” dissi ridendo.

“Certo, ovvio che lo faccio di proposito!” rispose guardandomi in un modo che mi faceva sentire bene, non mi guardava come faceva il resto della scuola, ma il suo sguardo era dolce e rincuorante.

“Suppongo che ti sia infuriata per la storia della gita!” esclamò lui.

“E tu che ne sai?” domandai sorpresa.

“Ne stavano parlando anche nella mia classe e parlavano anche della faccenda del ponte!” esclamò con aria perplessa.

“Già vogliono obbligarmi ad attraversare quel ponte è da non crederci!” esclamai irritata.

“Bè dai non credo che sarà tanto pericoloso, da quel che so l'hanno reso più resistente per evitare che ci cadesse qualcun altro! Dato che sono morte fin troppe persone su quel ponte!”

“Già ma se non fosse poi così resistente?Non ho intenzione di porre fine alla mia vita in un modo così stupido e sopratutto per l'incolumità di gente come quella!”

“Temo che sarai costretta a farlo...” disse assumendo un espressione seria e preoccupata.

“Ma io non voglio!”dissi perdendo le staffe.

“Si, lo capisco, ma purtroppo non è una scuola che hai contro, ma un intero governo!” disse facendosi cupo.

“Già” esclamai amareggiata.

“Dai sono sicuro che il ponte non si romperà!” disse tranquillizzandomi, scacciando così i cattivi pensieri.

E se si rompesse?” domandai.

A quel punto rimase in silenzio, poi disse “Non accadrà!”

“Ne sei veramente sicuro?” insistetti.

“Pregherò così tanto per evitare che accada!” disse sorridendomi.

“Ma Dio non provvede solo per la salvezza degli esseri umani?” gli domandai.

“Non ascoltare le sciocchezze che dicono gli altri, è vero che la chiesa è contraria ai robot, ma questo non significa che Dio lo sia”

Dopo la scuola e appena rientrati a casa, Itou non disse una parola riguardo la faccenda della gita, non parlò neppure al padre riguardo quella faccenda.

Il pranzo si svolse in un assordante silenzio, padre e figlio non si rivolserò neppure mezza parola.

Itou mangiò piuttosto frettolosamente e si diresse verso la sua stanza senza dir nulla,mentre il padre mi fece un cenno per dirmi di raggiungerlo e di portare a termine il piano “far studiare Itou”.

Bussai diverse volte e svogliatamente alla stanza di Itou, ma lui non mi diede alcuna risposta,così alla fine mi decisi ad aprire la porta con scarsa convinzione.

Non ero lì per piacere personale, avrei voluto evitare qualsiasi rapporto con lui, ma Itou era il mio padrone e io il suo robot e nonostante non riuscissi ad accettarlo, sapevo che quel rapporto non potevo scioglierlo tanto facilmente.

Non si voltò neppure per vedere chi avesse aperto la porta o forse non mi aveva neppure sentito entrare, era troppo concentrato a guardare un film porno sul computer per degnarmi di uno sguardo.

Disgustata vidi nello schermo un ragazzo e una ragazza nudi messi in una posizione quanto mai improbabile, a meno che non fossero due esperti contorsionisti del sesso e poi si udivano I rantoli di piacere di quei due.

“Mi spiace interrompere la tua importante attività, ma ecco vedi tuo padre mi ha detto che devo aiutarti a studiare!” dissi piuttosto di malavoglia.

Lui si voltò verso di me e poi scoppiò a ridere dicendo “ Non sa più cosa inventarsi per convincermi a studiare!”

Non aveva alcuna intenzione di darmi retta e così riprese la visione di quel porno senza più considerarmi.

Così finii per alterarmi e per interrompere il video che stava vedendo piggiando dei tasti a caso dalla tastiera del computer, ma lui con il mouse riavviò il video.

“Adesso vedi di darmi retta perchè sto iniziando ad irritarmi sul serio!” esclamai iniziando ad agitarmi.

“Non ho alcun intenzione di mettermi a studiare quando posso vedere video interessanti come questi!” disse assumendo un 'espressione depravata, che per qualche strana e insolita ragione risultava anche sensuale.

Iniziò così una dura lotta tra noi due, io che cercavo di interrompere quel video cercando di pigiare ancora una volta I tasti della tastiera,mentre lui me lo impediva tenendomi ferme le mani.

Purtroppo lui era in vantaggio dato che ogni qualvolta che tentassi di liberarmi e di alzargli le mani iniziavo ad avvertire scosse per tutto il corpo, poi però pensai a Miamoto, quella si che era un 'ottima arma da poter usare contro di lui.

Così finii col dire “ D' accordo non vuoi studiare, accetto la tua decisione!”

Lui non parve tanto convinto da quella mia improvvisa arresa, poi mollò la presa dicendo “ Non credevo che ti saresti arresa con così tanta facilità!”

“Bè sei un caso disperato!” gli risposi uscendo dalla stanza.

Quello era stato solo l'inizio, non avevo di certo intenzione di morire per colpa di un Itou che non voleva studiare.

Così dopo aver preso il mio amato micino rientrai nella stanza di Itou e posai il gatto sulla scrivania su cui era poggiato il computer di Itou.

“Mettilo subito giù!” tuonò Itou allontanandosi dalla scrivania e incominciando a starnutire.

“Solo se ti metterai a studiare!” esclamai soddisfatta, adesso ero io ad avere il coltello dalla parte del manico.

“Dannazione lo sapevo che non avrei dovuto acconsentire a farti tenere questo dannato gattaccio!”

Dopo un pò presi il gatto tra le braccia e glie lo avvicinai sempre di più, lo vidi indietreggiare poi non appena si trovò a sbattere contro il muro disse “Ok va bene, ho capito...che palle!”

Andai a riposare il gatto della mia stanza e rientrai nella stanza di Itou ritrovandomelo immerso nei libri, ero stata abbastanza convincente.

Poi però mi accorsi che in realtà sopra il libro c'era un manga hentai, così finii per sequestrarglielo, ma lui cercò in tutti I modi di riprenderselo.

“Vuoi che vada a riprendere Miamoto?” lo minacciai.

“Non mi faccio fregare due volte di seguito!” disse strattonandomi contro il muro per impedirmi di muovermi e buttando a terra il manga hentai.

“Guarda che mi troverò costretta a parlare con tuo padre della tua pessima condotta!” dissi incrociando I suoi occhi verdi come olive mature.

“Questo andrebbe solo a tuo discapito, mio padre potrebbe ritenerti un robot incapace e quindi potrebbe decidere di sostituirti con qualche altro robot!” disse astutamente con un sorriso tra le labbra.

Tentai inutilmente di liberarmi dal peso del suo corpo che mi teneva ferma contro il muro, ma era tutto inutile.

“Facciamo così...io studierò, ma solo ad una condizione...” disse sfiorandomi il viso e chinando il capo per avvicinare il suo viso al mio.

“Quale sarebbe questa condizione?” domandai con diffidenza,tentando di apparire insensibile all'estrema vicinanza del suo viso con il mio.

“Mia cara come sei impaziente!” disse con un sorriso malevolo, eppure era diverso da quello dei suoi compagni mi parve in un certo senso meno cattivo e poi era attraente.

No, ma che andavo pensando, non c'era nulla di attraente in lui! Ma per quanto cercassi di fermare quei pensieri, era tutto inutile una parte di me era completamente assorbita dalla sua bellezza.

“Ecco vorrei provare quella posizione del video!” disse guardandomi in un modo piuttosto ambiguo e provocante.

“Eh?!” esclamai accigliata.

“Dai non mi sembra una richiesta così difficile da soddisfare dopotutto io sono il tuo padrone e non sono neppure uno di quei padroni brutti e vecchi, insomma dovresti sentirti onorata, non sai quante ragazze si sentirebbero onorate di venire a letto con me!” disse con arroganza.

“Già così onorate che le paghi!” dissi ricordando la ragazza dell'altro giorno a cui aveva dato dei soldi.

“Non è proprio così, che vanno le cose... le costringo a prendersi I soldi perchè non voglio che diventino storie serie” rispose tranquillamente rivolgendomi un sorriso sensuale e disarmante.

Ok , aveva ragione non era un brutto ragazzo,si poteva dire tutto su di lui ma non che fosse brutto e quindi che ci fossero' ragazze disposte ad andarci a letto senza problemi poteva anche essere fattibile, ma che ci andassi a letto io, quello era fuori discussione.

Per quanto lui si ostinasse a dire che la mia personalità fosse molto cambiata rispetto a quella precedente, io non vedevo alcun cambiamento, anzi sentivo di non essere cambiata affatto, a parte il mio aspetto, ero sempre la solita Aiko.

Quella che non sarebbe mai andata a letto per puro piacere fisico, ma solo e soltanto per amore.

Poteva cambiare il mio nome, il mio aspetto, ma quello che ero sarebbe sempre comunque rimasto immutato, la personalità di una persona non la si può cambiare con tanta facilità.

E allora perchè avevo detto si? Perchè avevo accettato la proposta di Itou? Perchè ci eravamo stretti la mano?

“Bene” disse lui incominciando seriamente a studiare,mentre io continuavo a chiedermi cosa mi avesse spinto ad accettare una proposta indecente come quella.

Era stata tutta colpa di quegli occhi così penetranti, che mi osservavano in quel modo, sembravano denudarmi e poi il suo petto contro il mio e poi quel suggestivo profumo che proveniva dalla sua pelle e poi quelle labbra carnose rosso amaranto che erano un opprimente e devastante tentazione.

Mi ero lasciata soggiogare dalla sua bellezza con eccessiva facilità, forse era il braccialetto a rendermi particolarmente sensibile al fascino del mio padrone.

Mi morsi il labbro dal nervoso, avrei voluto avere una macchina del tempo, tornare indietro e rispondere con un bel “no” alla sua assurda condizione. Ma ormai era troppo tardi.

No, non era troppo tardi per sottrarsi ad una proposta come quella, così mi schiarii la voce dicendo “Senti riguardo a quello che ho detto prima ...non credo che...ecco” e adesso perchè diamine stavo balbettando?

Mi ritrovai i suoi occhi addosso, oddio che occhi, erano più splendenti dei rubini.

Ecco, bene già balbettavo prima di aver incrociato il suo sguardo, e adesso incrociando quelle iridi ero letteralmente pietrificata.

Occhi verdi come: le distese di verde, i cespugli,le olive appena mature, le pianure, come le piante, I trifogli, gli smeraldi. Poi mi fermai un attimo e dopo aver richiamato alla mente quelle belle immagini cercai qualcosa di verde e di sgradevole da poter attribuire ai suoi occhi e poi dopo lunghe riflessioni mi rammentai che anche gli anfibi e I rettili sono verdi.

Ecco I serpenti, le rane e le lucertole sono verdi e lui era viscido e pericoloso come un rettile.

Quella era l'associazione più congeniale alla sua natura, ma per quanto cercassi di richiamare l'immagine dei serpenti per evitare di rimanere incantata dai suoi occhi, era tutto inutile, erano troppo belli per poterli paragonare alla verdastra e viscida pelle di un serpente.

“Stavi per dire qualcosa?” domandò lui ammiccando un sorriso.

Lo stava facendo di proposito, ne ero ormai certa, era consapevole di quanto mi mandasse in tilt I feromoni con quei suoi sorrisi seducenti e con quei suoi splendidi occhi!

“Echiko, mantieni la calma e torna in te!” mi ripetevo dentro la testa,me mentre l'osservavo la perversione prendeva il sopravvento.

L'idea di fare cose vietate ai minori di 14 anni con un ragazzo con quei bei occhi forse non mi dispiaceva mica tanto.

“No, ma che sto dicendo, Echiko, anzi Aiko torna in te!” continuai a ripetermi dentro la testa, ma in quella ardua lotta l' Echiko depravata si aggiudicava la vittoria.

“Io oh niente” esclamai completamente rapita dal suo sguardo.

“Bene allora potresti aiutarmi a fare quest' esercizio che non l'ho capito!” disse continuando a lanciarmi dei sorrisi accattivanti.

Mi ritrovai a sorridere come un' ebete, mentre mi avvicinavo a lui per leggere quell'esercizio che non aveva capito.

Mi stupii il fatto che non lo avesse capito, era una scemenza pazzesca, possibile che fosse un pò tonto?

Glie lo spiegai, ma mi seguii con un espressione poco convinta, come se in realtà non avesse capito un accidente di quello che gli stessi dicendo.

Alla fine tra sorrisi e sguardi ammiccanti del sottoscritto, mi ritrovai a dovergli fare l'esercizio io, poi dopo la matematica passò alla letteratura e lo aiutai a ripetere.

Mi accorsi quasi subito che la storia di “Genji Monogatori” ( Considerato uno dei primi capolavori della letteratura giapponese) la sapeva spiegare benissimo nei minimi particolari.

Tutte le varie vicende del giovane “Genji” figlio dell'imperatore giapponese che si innamora dell' amante del padre le sapeva spiegare con maestria, ma se gli chiedevo qualsiasi altra opera rimaneva in silenzio con gli occhi sbarrati.

Così iniziai a chiedermi la ragione per cui sapesse così bene la storia di “Genji Monogatori” mentre delle altre il nulla assoluto.

Poi ascoltando quello che diceva iniziavo a percepire delle somiglianze, dei punti di incontro tra Genji e Itou.

Tutti e due avevano perso la madre e tutti e due avevano una vita amorosa frenetica, da quello che era trapelato dalla bocca del padre: Itou andava a letto sempre con ragazze diverse come faceva Genji, solo che nell'epoca in cui era ambientato il romanzo era ritenuta normale la poligamia.

“Secondo te perchè Genji va a letto con tutte quelle donne nonostante ami Fujitsubo( amante del padre)?” domandai cercando di scavare a fondo su quelle somiglianze che trovavo tra lui e il protagonista, in realtà con quella domanda gli stavo chiedendo indirettamente perchè lui andasse a letto con altre ragazze se amava Sayoko.

“Bè nell'epoca Haien tutti gli uomini erano poligami!Comunque credo che lo facesse perchè Fujitsubo lo aveva rifiutato e poi lui risentiva molto della perdita della madre e cerca disperatamente nelle altre donne la figura della madre che solo in Fujitsubo aveva ritrovato”

Ecco la spiegazione!In Sayoko rivedeva la figura della madre, forse perchè erano amici di infanzia e quindi in un certo senso avevano un legame affettivo molto forte, ma lei lo aveva rifiutato.

Così cercava nelle altre ragazze quest' immagine riflessa della madre che non riusciva mai a trovare.

Iniziavo quasi a sentirmi una psicologa, poi perchè diamine stavo indagando su di lui?La mia stupida curiosità cresceva in maniera vertiginosa.

“E perchè Sayoko ti ha rifiutato?” esclamai erroneamente, poi subito dopo mi corressi dicendo “cioè volevo dire perchè Fujitsubo rifiuta Genji?”

Itou inarcò un sopracciglio dicendo “Stai per caso cercando di indagare sulla mia vita sentimentale?”

“No, ti sto facendo delle domande di letteratura..” risposi con ingenuità.

“Fujitsubo rifiuta Genji perchè era l'amante del padre è se venivano scoperti sarebbe successo un pandemonio...” rispose mettendomi in difficoltà.

Da quel che sapessi Sayoko non aveva relazioni con il padre di Itou, quindi in quel caso non c'era alcun rapporto di somiglianza tra il rifiuto di Fujitsubo e quello di Sayoko.

Rammentai una frase di Sayoko “ Itou è un buon amico, ma come innamorato è asfissiante!”

Dopo mi tolsi dalla testa le faccende sentimentali di Itou, dopotutto non erano cose che mi riguardavano.

“Comunque ti dirò del rifiuto di Sayoko se tu mi risponderai ad una domanda che intendevo farti da tempo...” disse guardandomi con attenzione.

Io seduta accanto a lui, incominciai a sentirmi in estremo disagio e poi facendo la disinvolta dissi “ Cosa ti fa pensare che sia tanto interessata a sapere la ragione per cui Sayoko ti ha rifiutato?”

“Bè me l'hai chiesto...” disse beffardamente.

“Prima dimmi cosa hai intenzione di chiedermi e poi ti dirò se ho voglia di rispondere...” risposi con sagacia, non volevo trovarmi a dover rispondere a domande imbarazzanti.

“Bè mi chiedevo quel Rinsaki...ecco lui ti ha per caso fatto fare cose strane?” domandò con un espressione insolita, mi parve quasi che si sentisse a disagio nel farmi quella domanda.

“Come mai ti interessa tanto saperlo?” domandai incominciando a sentirmi pure io a disagio, sopratutto perchè mi rammentai di quello sgradevole spogliarello che ero stata costretta a fare.

“Bè a te perchè interessa sapere perchè Sayoko mi ha rifiutato?” domandò astutamente rigirando la frittata.

Già, perchè ne ero così interessata? Forse perchè se fossi stata Sayoko, non lo avrei rifiutato.

Oddio ma che cosa stavo dicendo? No, aspetta...calma! Cioè intendevo dire che se fossi stata Sayoko e avessi ricevuto tante attenzioni e gentilezze da un ragazzo bello come Itou di certo non lo avrei rifiutato.

Si, in effetti se fossi stata trattata nel modo in cui trattasse Sayoko molto probabilmente...Oh no, adesso basta con questi sciocchi pensieri! Tanto erano solo delle sciocche supposizioni perchè io ero Echiko il suo robot e lui il mio padrone e quindi non avrei mai ricevuto certe gentilezze e attenzioni da parte sua, quindi perchè rimuginarci sopra?

“Semplice curiosità!” mi azzardai a rispondere.

“Anche per me è una semplice curiosità!” mi rispose astutamente.

Bene e adesso che dovevo dirgli? Dovevo rispondergli? Dovevo dirgli, no ecco mi sono dovuta spogliare davanti a un sacco di uomini allupati di sesso? Ma cosa diamine voleva che gli rispondessi? E poi erano cose mie private! Tanto valeva avvalersi della facoltà di non rispondere.

“Non mi va di rispondere a questo genere di domande!” mi affrettai a rispondere con finta scioltezza.

“Comunque riprendiamo con lo studio...” aggiunsi abbassando lo sguardo verso il suo libro di letteratura.

“Veramente abbiamo finito!” disse con aria sorniona.

“No, devi ancora ripetermi ecco...vediamo...” dissi cercando disperatamente un argomento che non mi avesse ancora ripetuto, perchè sapevo bene a che cosa alludesse con quella sua espressione fintamente bonaria, stava alludendo all' accordo che avevamo stretto.

“Ti ho ripetuto tutto!” ci tenne a precisare.

“Già, però in quest'argomento eri un po' indeciso, non me lo hai ripetuto bene, che dici se me lo ripeti di nuovo?” dissi iniziando ad arrampicarmi agli specchi, poi sollevai lo sguardo verso l'orologio il tempo sembrava essersi fermato, non potevo neppure usare la scusante del tipo “devo andare che adesso si è fatto tardi e sono molto stanca”

Itou mi stava ripetendo l'argomento con un espressione piuttosto scocciata e contrariata, però a parte questo me lo stava ripetendo alla perfezione, così cercai di metterlo in difficoltà iniziando a fargli un sacco di domande,ma lui riusciva a rispondermi a tono a tutte le domande che gli rivolgevo.

“Ok adesso, abbiamo finito!” disse maliziosamente alzandosi dalla sedia e invintandomi a fare lo stesso.

“Aspetta un momento...c'è un altro argomento che...ecco...non mi è piaciuto come... lo hai ripetuto!”dissi balbettando per il nervosismo.

Iniziavo a sudare freddo e il mio cuore sembrava come impazzito, batteva fortissimo, sembrava una bomba pronta a scoppiare da un momento all'altro.

Lui non mi stava più dando retta, non mi ascoltava neanche, nonostante io cercassi di convincerlo a ripetermi meglio qualche altro argomento. Strinsi forte il libro di letteratura giapponese tra le mani come se fosse un'arma o uno scudo che mi potesse proteggere da lui.

Stavo tremando,mentre lui si avvicinava sempre di più a me, poi mi tirò via il libro dalle mani con estrema facilità.

“No, ti prego!” dissi tremando non appena lo vidi chinarsi per avvicinarsi sempre di più alla mia bocca.

“Non sei una persona di parola, anzi non sei un robot di parola!” si corresse con un sorriso subdolo ed enigmatico.

Avrei tanto voluto fare qualcosa, ma il mio stato emotivo mi impendiva di fare qualsiasi movimento e anche se lo avessi fatto lui mi avrebbe bloccato e stretta a sè impendendomi di fuggire via, poi io avrei cercato di liberarmi però in quello stesso momento la scossa elettrica del braccialetto mi avrebbe impedito di reagire.

Poi come si faceva a dire di no a quegli occhi? Come? Dentro di me cercavo di fare come diceva Sayoko, mi ripetevo dentro la testa “Forza di volontà aiutami tu! Forza di volontà!” ma per quanto la invocassi tutti I miei propositi e la forza di volontà andava a farsi benedire, non appena incrociavo gli occhi verdi del mio padrone.

Dopo vidi le sue labbra rosse e carnose che si avvicinavano lentamente alle mie, ero ancora in tempo per fuggire dopotutto non mi stava neppure tenendo ferma, stava semplicemente abolendo qualsiasi distanza tra me e lui.

La pressione che esercitava su di me non era una pressione fisica, ma psicologica:

Usava I suoi occhi, le sue labbra, le sue guance paffute come armi per sedurmi, sopratutto quelle zigomi leggermente pronunciati erano un'arma a doppio taglio che mi inducevano ad abbassare la guardia.

Erano come le guance di un un bambino, gli davano quasi un ' aria infantile e ingenua rispetto a come realmente fosse, già quelle guance mi traevano quasi in inganno, come se volessero' dirmi “ Dai in fondo non sono così cattivo!”

Il suo braccialetto si era illuminato, ma non appena abbassai lo sguardo verso il mio che avevo visto illuminarsi, sentii la sua mano calda e grande sollevarmi il viso con fermezza.

In quel momento il tempo mi parve fermarsi per davvero, le sue labbra avanzarono unendosi alle mie.

Rimasi immobile e con gli occhi sbarrati dalla sorpresa, mentre lo vidi chiudere gli occhi come se volesse evitare di incrociare il mio sguardo, poi sentii la sua lingua calda e carezzevole premere contro le mie labbra serrate. Mi stava causando i brividi e quasi di istinto, presa dal piacere e dalle sensazioni piacevoli di quel momento, socchiusi le labbra lasciando che la sua lingua entrasse dentro la mia bocca per sfiorare la mia.

Poi mi lasciai trascinare dal ritmo incalzante della sua lingua che accarezzava la mia e così iniziai ad essere io a condurre il gioco, ad essere io stessa a leccare la sua e a baciarlo con più passione, perdendo ogni contatto con la realtà.

L'unica cosa che riuscivo a percepire in quel momento era l'estasi di quel bacio, il piacere che provavo nel sentire le nostre lingue toccarsi e i nostri corpi vicini.

Leccavo le sue labbra, poi cercavo di nuovo la sua lingua con insistenza e anche lui faceva lo stesso, tutti e due eravamo come due magneti che non volevano più staccarsi l'uno dall'altro.

Poi sentii le sue mani sfiorarmi il collo con delicatezza causandomi i brividi lungo la schiena e dopo sentii le sue mani spostarsi un po' più giù, forse un po' troppo giù.

Mi stava toccando i seni, presa dalla passione del momento, non ero più in grado di intendere e di volere e di capire di quanto tutto quello che stavo facendo fosse terribilmente sbagliato.

In quel momento avrei quasi detto di amarlo. Ma quello non poteva essere amore, era solo desiderio sessuale primordiale, un'attrazione fisica eccessiva. Oppure no?

Pensandoci neppure Yuri era riuscito mai a farmi perdere del tutto il controllo di me stessa, con lui ero sempre stata frigida da quel punto di vista, non riuscivo mai a sciogliermi, nonostante stessimo insieme ormai da anni.

Stavamo insieme da 4 anni, eppure tutte le volte che provavo a far l' amore con lui, non ci riuscivo, rimanevo tesa come la corda di un violino, non riuscivo mai a lasciarmi andare del tutto pur sapendo quanto Yuki mi amasse.

Mentre lì con il mio padrone che detestavo e che non mi amava affatto, mi sentivo così a mio agio,pronta a fare follie senza pensarci due volte.

Sentivo i palmi delle sue mani stringermi i seni con ardore, mentre io continuavo a baciarlo.

Poi però improvvisamente smise di toccarmi e pose fine ai nostri baci dicendomi che forse era meglio se me ne tornavo nella mia stanza.

Mi parve turbato da qualcosa, ma non avrei saputo dire con precisione cosa lo avesse turbato tanto, poi lo vidi osservare più volte il suo braccialetto illuminato, ma non appena notò che lo stessi fissando se lo coprii sotto la manica della maglietta.

“Dimentica quello che è successo!” disse diventando visibilmente pallido.

Io non dissi nulla, dopotutto doveva essere stato un bene che si fosse fermato, dato che se non lo avesse fatto io molto probabilmente non mi sarei fermata, avevo perso del tutto il controllo! Che diamine mi era passato per la testa?

Scappai via dalla stanza di Itou dandomi della sciocca, avrei davvero voluto fare come aveva detto Itou dimenticare quella mia stupida debolezza.

Stavo per concedermi a lui? Al mio padrone? Quello che mi riteneva una sua proprietà, un suo giocattolo con cui potesse giocare tutte le volte che volesse.

Dentro la mia stanza accarezzai Miamoto e mi confidai con lui, più che parlare con lui era una comunicazione con me stessa, mi diedi ancora della stupida, perché una parte di me avrebbe voluto follemente fare sesso con Itou.

   
 
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