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Autore: AliceWonderland    17/02/2011    5 recensioni
Londra, XIX secolo. Una giovane psicologa-detective alle prese con la doppia personalità del suo paziente...! (Prideshipping)
Genere: Avventura, Mistero, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Shonen-ai | Personaggi: Atemu, Dark/Yami Yuugi, Nuovo personaggio, Seto Kaiba, Un po' tutti
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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I personaggi e i brani presenti in questa storia appartengono ai loro rispettivi autori. Questa fanfic è stata scritta senza alcuno scopo di lucro. Buona lettura!

Opening Theme: Heroine Syndrome (Kanon Wakeshima_Shoujo Shikake no Libretto)

PhaseEXTRA: Cosa accadde in seguito allo strano caso del Dr.Yami e Mr.Atemu

Londra, 28 Luglio 18**

Mia carissima Emeline,

ricevere vostre notizie è come sempre un immenso piacere, e vi chiedo di perdonarmi se in quest'occasione non farò altrettanto, mettendovi al corrente degli avvenimenti di queste ultime due settimane, ma spero di poterne discorrere con voi, faccia a faccia, molto presto.

Allego a questa breve lettera il 'motivo' di tanto mistero!

Noi tutti ci auguriamo di avervi al più presto qui a Londra per festeggiare insieme il lieto evento...

Rinnovo i miei saluti.

Sinceramente vostro,

Yami

-Si sposano!- sospirai commossa dopo aver letto per l'ennesima volta l'elegante biglietto di partecipazione ricevuto qualche mese prima -Non è meraviglioso, Soriano?-.

Il gatto mi seguì a ruota verso le sdraio, zigzagando fra le gonne guarnite delle dame che passeggiavano nei pressi del ponte e, con un agile balzo, occupò il posto accanto al mio, osservandomi con aria di vivace intesa.

-Signori, Londra! Londra!-annunciò il nostromo, aggirandosi sul passerella e sventolando energeticamente il suo berretto fra le allegre combriccole di passeggeri.

Erano trascorsi diversi mesi dalla nostra partenza dalla capitale, e già con l'approssimarsi di un nuovo inverno stavo per farvi ritorno a bordo della Julliet; sullo sfondo, una nuvolosa alba invernale, di tanto in tanto, ingentilita da timidi fili di luce. Man mano che la nave si accostava all'isola, i numerosi ricordi legati alla straordinaria avventura, vissuta dieci mesi prima, mi accolsero avvolgendomi in un caloroso abbraccio familiare, rendendo così il rientro nella mia fuligginosa e grigia patria natale meno traumatizzante.

Il porto era, come sempre, un intenso e frenetico brulicare di gente in partenza e di persone venute a salutare i propri cari; le carrozze affluivano numerose sugli sbocchi dei moli, i bambini correvano qua e là strillando eccitati, e vaporosi turbinii di gonne d'ogni tipo, appartenenti a signore che camminavano lungo il pontile coi loro accompagnatori, andavano mischiandosi fra loro come i colori sulla tavolozza di un pittore, senza distinzione di ceto sociale o quant'altro.

Era un'atmosfera che rincuorava, benché fossi più che cosciente del fatto che, una volta a bordo, i passeggeri sarebbero stati smistati nelle proprie classi; ciononostante, amavo particolarmente quella breve fase di transizione, in cui le impettite signore dell'alta borghesia erano costrette a discendere fra di noi, gente comune e laboriosa.

-Si scende, signori!-. La nave attraccò dolcemente, facendo si che l'acqua sotto di essa s'increspasse in vivaci semicerchi di spuma bianca, mentre le passerelle venivano prontamente disposte di fronte alle uscite.

-Forse erano così presi dai preparativi che hanno scordato il nostro arrivo- pensai attraversando il molo e guardandomi intorno perplessa -A questo punto sarà meglio procedere a piedi-.

-Miss Emeline Walsh?-;

-S-sì? Sono io. Desiderate?-.

L'uomo presentatosi alle mie spalle, alto poco più di me, sollevò il cilindro in segno di saluto, scoprendo una cascata di lunghi capelli, sottili e radi, riavviati in una bassa coda di cavallo: -Miss Walsh, è un vero piacere poter fare la vostra conoscenza. Sono stato inviato per scortarvi alla residenza di Milord- disse con garbo, indicando una carrozza parcheggiata a pochi metri dall'uscita del porto.

-Temevamo che vi foste dimenticati di noi- ammisi sollevata, mentre venivo fatta accomodare sul mezzo, ed il cocchiere si adoperava per caricare i miei bagagli, -Soriano, che aspetti? Sali!- dissi rivolta al gatto, stranamente restio a seguirmi.

Dovetti tirarlo per le zampe per convincerlo, una cosa che reputai estremamente bizzarra vista la buffa adorazione che solitamente nutriva per i viaggi in calesse. Neanche quando il vetturino incitò i cavalli e la carrozza fu in movimento, il suo strano umore subì qualche mutamento; rimase per tutto il tempo seduto a scrutare coi penetranti occhi d'ambra l'uomo di fronte a noi, la coda striata che circoscriveva nervosamente cerchi concentrici sul sedile di pelle.

Poco dopo, stavamo lasciandoci il maestoso Big Ben alle spalle, diretti ai raffinati quartieri residenziali non distanti da Hyde Park.

-Ditemi, signore: siete forse un nuovo dipendente?- domandai spostando lo sguardo all'interno del calesse in corsa.

-Lavoro saltuariamente da qualche anno per la famiglia di Milord, miss Walsh-;

-Capisco. Soriano, sta buono. Sei così agitato! Se non avessi tutto questo pelo giudicherei il tuo colorito estremamente pallido!- lo rimproverai carezzandogli la testolina -Perdonatelo, il viaggio in nave deve averlo innervosito-.

L'uomo rispose vagamente al mio sorriso, ritirato all'interno del mezzo, nella timida oscurità dell'angolo in cui stava compostamente seduto; non potei fare a meno di scorgere il volto pallido e tirato, quasi opalescente, creare un surreale contrasto col cappotto lungo e scuro, mentre le labbra sottili si schiudevano mostrando una fila di denti bianchi e perfetti. Mi sarebbe venuto molto difficile, in quel momento, immaginare quale potesse essere la sua età, dato che lo sguardo guizzante e giovanile tradiva dei lineamenti parecchio maturi, seppur affascinanti.

No, pensai riscuotendomi, impossibile. Se quell'uomo dal sorriso ermetico fosse stato davvero ciò che avevo in mente, non avrebbe retto un solo istante sotto i tenui raggi del triste sole invernale.

Distogliendo lo sguardo dal suo, di un indaco profondo quanto le sfumature dell'oceano, cercai di rilassarmi, ma il pelo ritto del mio gatto e la sua schiena minacciosamente arcuata, a contatto con la mia mano, continuarono a riportarmi più volte alla mente la nefasta ipotesi.

-Ehm- tossii -Immagino, signore, che tutto il quartiere, se non addirittura la capitale, sia in fibrillazione per il lieto evento!- ripresi, interrompendo nuovamente quel violento silenzio fatto solo di sguardi fugaci da parte mia, ed insistenti da parte del personaggio che, alla mia affermazione, asserì dopo qualche breve istante, come riscosso da vaghi e intellegibili pensieri.

-Sì. Certamente-;

-Bene. A proposito, mi auguro sinceramente che il signor Simon si sia ripreso al meglio da quell'orribile influenza che lo tormentava! Sarebbe un vero peccato non scorgerlo fra gli invitati, in questa lieta occasione- continuai -E' così cagionevole di salute, quell'uomo!-.

Un altro silenzioso sorriso e due saette che attraversavano lo sguardo di lui...

-Certamente. Il signor Simon si è..hm, ripreso in maniera assai sorprendente, nell'ultimo mese. Ci ha lasciati tutti stupiti- rispose -Non l'avremmo mai immaginato-.


-Mamma, ho fame, mi compri le caramelle?-;

-No, Henry! Ne hai già avute abbastanza a casa di zia Mary. Stai buono, su-.

Lo sguardo della donna si dilatò sconvolto, quando scorse la carrozza in corsa, svoltare pericolosamente l'angolo ad una velocità tale da rischiare di rovesciarsi sul ciottolato umido di neve.

-VIENI VIA!-; afferrò il fanciullo in procinto di attraversare la strada, prima che il mezzo lo travolgesse e, dopo aver stretto a sé il figlio spaventato, alzò lo sguardo verso il mezzo che inchiodò pericolosamente a pochi metri di distanza, sotto gli sguardi attoniti dei passanti che cominciarono ad avvicinarsi con circospezione ad esso.

-Che maniera di guidare!-;

-Ma è impazzito?-.

Il cocchio tremò come percosso da un violento strattone, ed un grido di puro orrore si levò da dentro di esso lungo tutto il vicolo, facendo indietreggiare i presenti; in contemporanea, un fitto e denso rigetto di sangue schizzò rumorosamente fuori da entrambe i finestrini, andando ad imbrattare la strada ed il marciapiede, sotto gli sguardi orripilati e le grida dei passanti.

-OH, SIGNORE! MA E'..!-;

-A..AAAAAAAAAAAAAAAAHHH!-.


-Hmm, Seto? E' ora di alzarsi-;

-Hmmgrrr...-.

Yami si sollevò lentamente dalle lenzuola sbadigliando e, mettendosi a sedere, sollevò il cuscino che il compagno si era portato sopra la testa, sussurrandogli: -Seto, sai bene che oggi ..-.

Una mano si levò dal guanciale, andando a zittirlo: -Non_dire_quel_nome- sillabò gelido Seto Kaiba, alzando il volto e spostando lo sguardo blu notte sul biondo.

-Caro, non fare così. Emeline è una carissima amica e se non fosse stato per il suo aiuto, ora, non saremmo certamente qui a godere di questi attimi di intima felicità. Sono certo che in fondo anche tu la pensi come il sottoscritto. Perché ti ostini a non volerle dare una seconda possibilità?-, non ricevette risposta, così cercò il viso del ragazzo e, sorridendo, gli sussurrò provocante all'orecchio: -Oh..Seto Kaiba è forse geloso?-.

La mano dell'interessato si alzò bruscamente da sotto le coperte, ed afferrato per la vita il giovane fidanzato, lo rigettò sul letto, bloccandolo con le braccia forti.

-GELOSO DI..?!-ruggì sotto le risate del più piccolo -Yami, tu stai sfacciatamente insultando il tuo futuro marito!-;

-Ti conosco quanto basta per poterlo affermare..!- ridacchiò l'altro, prima che le labbra del fidanzato gli impedissero di proseguire nel discorso.

-Non istigare la mia pazienza! Dovrò rinfrescarti nuovamente le idee come questa notte!-;

-Ah! S-Seto! Insomma, queste maniere..per quanto possano essere piacevoli..! Non è il momento! Seto Kaiba..!-gemette Yami, sotto di lui, immergendo le mani tremanti fra i suoi capelli -..aaah!-.

-FRATELLONE! FRATELLONE!-.

Le porte della stanza del giovane si aprirono improvvisamente, ed il piccolo Mokuba Kaiba, seguito a ruota dal buon Roland, si fiondò nella stanza, allarmato, facendo sobbalzare i giovani amanti giù dal letto, avvinghiati l'uno all'altro e strettamente avviluppati nelle lenzuola.

-CHE DIAVOLO..! MOKUBA!-latrò il fratello maggiore cercando di liberarsi, sotto le risate divertite di uno Yami paonazzo, -CHI DIAMINE TI HA DATO IL PERMESSO DI..!-.

Il maggiordomo, rimasto fermo sulla soglia, sobbalzò voltandosi con le guance imporporate di un vivace rosso pomodoro: -Vi-vi chiedo umilmente perdono, signore! Non ho saputo tratt..!-.

-Roland, è forse accaduto qualcosa?- chiese Yami riemergendo da dietro il letto, mentre il fidanzato lottava ancora avviluppato fra le coperte.

-Ecco, come da lei esplicitamente richiesto, stamane io ed il signorino Mokuba ci siamo recati al porto per ricevere miss Walsh..-;

-RARGH!!-ululò Seto Kaiba, furioso.

-Bene! Dunque è già arrivata!-.

Mokuba saltò sul letto scuotendo il capo: -No, Yami! Abbiamo cercato ovunque al porto, ma di miss Emeline neanche l'ombra!-.

-Come? Oh cielo, che cosa sarà accaduto?-;

-USCITE SUBITO! TUTTI QUANTI!!- esclamò Seto Kaiba, fuori di sé.

Il fratellino ed il maggiordomo sobbalzarono e, facendo dietro front, uscirono a gambe levate dalla stanza lasciandosi dietro l'eco di mille scuse.

Yami fissò il compagno rialzarsi: -Sono preoccupato, Seto- ammise rivestendosi.

-Dal fatto che mio fratello ci abbia trovati in questa situazione prima delle nozze?- domandò violaceo l'altro, abbottonandosi di malavoglia la camicia.

-Sai bene a cosa mi riferisco-;

-Yami, molto probabilmente non si sono incontrati al porto! Per quale maledetta ragione dovete sempre essere tutti così precipitosi?-;

-Bé, sì, forse hai ragione. Un piccolo contrattempo può capitare a tutti, però..-.


-A..AAAAAAAAAAAAAAAH!-.

Sotto le grida di donne, uomini e fanciulli, lo sportello laccato della carrozza si aprì sbattendo violentemente, ed un cadavere ne fuoriuscì crollando al suolo, tra gli zampilli di sangue, polverizzandosi in una sagoma indistinta, a contatto coi pallidi raggi del sole.

Aggrappandomi alla portiera, scesi barcollante dalla carrozza gocciolando da testa a piedi di denso e rivoltante liquido rosso, brandendo lo spillone, il gatto ed il parasole di stoffa.

-Coff!..buon Diooo!- gemetti disgustata gettando tutto a terra e portandomi le mani sul viso imbrattato, per togliermi di dosso le immonde tracce del sangue appiccicoso -E'..è rivoltanteee..!- singhiozzai disgustata quanto incredula, riavviandomi i capelli bagnati ed alzando lo sguardo verso il vetturino con un altro pessimo presentimento nei riguardi della sua reale 'natura'.

Quest'ultimo fissò la scena con una smorfia demoniaca disegnata sul volto lattescente, e nascondendo il capo nel cappuccio del mantello nero, saltò giù dalla carrozza gettandosi nella fitta vegetazione del parco vicino. Anche lui era un vampiro.

-Oh no!-esclamai sbigottita, vedendolo svanire nella macchia verde degli alti cespugli, -Sarà..sarà meglio andarcene da qui-.

Qualcuno mi bloccò per la spalla voltandomi bruscamente verso di sé, e scorgendo l'elegante uniforme di cui era investito, sospirai sollevata come non mai in vita mia.

-Scotland Yard. Dovete seguirmi in questura!-.

-Come?! No, aspettate, agente!- esclamai cercando di opporre resistenza -Non è come pensate! Io non ho..! Quello era un..! Aspettate, vi prego!-.


-Ancora nulla, Maximillian?-;

-No, Yami-boy. Comincio ad avere il timore che le sia davvero accaduto qualcosa..-;

-Non pensatelo neppure, vi prego- sussurrò il giovane Yugi.

-Io sono davvero impaziente di conoscerla! Il mio caro fratello e tutti voi ne parlate sempre così tanto e bene!- sorrise allegramente la giovane Serenity Wheeler, prendendo sottobraccio il biondino.

-E se per caso avesse perso la nave?-;

-No Joey, ne dubito fortemente- replicò Yami, voltandosi verso amici e parenti riuniti nel salone.

-Voi vi preoccupate troppo- intervenne fermamente il giovane Alyster, seduto accanto al fuoco, -Vedrete, ci raggiungerà anche a costo di remare lungo l'intero Stretto della Manica a bordo di un iceberg!- fece lanciando il bicchiere vuoto al buon Roland -Riempi fino all'orlo. Whisky e soda-.

Siegfried Von Schrider storse il naso, e voltandosi verso il giovane lord annuì mostrando un sorriso raffinato: -Ja, dolze Yami, inoltre, è coza risaputa: alle donne piace farzi attendere, und..!-.

-Ma lei non è per niente una di quelle donne- replicò l'americano, attirando gli sguardi della sala su di sé -Credetemi, non avete avuto occasione di conoscerla quanto noi, Von Schrider-.

-Già! Ahah! Ha un gran bel caratterino!- rise nonno Simon, -Pensate che è arrivata addirittura a rifiutare la mia offerta di matrimonio per ben cinque volte!-;

-Quello l'avrebbe fatto chiunque- mormorò serio Mokuba, dando voce ai pensieri dei presenti.

-Seto non ci raggiunge?-;

-Ha detto di dover visionare alcuni documenti per il lavoro-;

-Hm, immagino si stia preparando psicologicamente all'arrivo di mio padre, domattina- sospirò Yami tornando ad osservare i giardini fuori stanti.

-Mi pare di ricordare che tra qvei due non correzze buon sangue- disse vago Siegfried.

-E' così. Purtroppo mio padre non ha mai visto di buon occhio le famiglie borghesi come la loro. Non fa che ripetere:..-;

-'Questi plebei arricchiti che giocano a fare a gara coi lussi dei veri aristocratici'!- intervenne il fratello minore.

-Bè, ammetto che nostro padre non era la persona più onesta di questo mondo, ma Seto non era come lui: riuscì ad ottenere onestamente la medesima indipendenza finanziaria, e anche se ora non lo da a vedere, è terribilmente ansioso di dimostrare a vostro padre quanto tiene a Yami e a questo matrimonio. Come se ciò che fece in passato non gli fosse bastato per dimostrarlo..-;

-Vostro padre, come il mio, è particolarmente tradizionalista.- sospirò Joey.

-Già. Quando Yami rifiutò il fidanzamento combinato, per restare accanto a Seto..aah, quella fu la settimana peggiore di tutta la nostra vita- ricordò il giovane Yugi, impallidendo.

-Sarà una giornata impegnativa, fratellino- asserì il gemello -E come se non bastasse, questo sospetto ritardo da parte di miss Emeline comincia seriamente a tenermi sulle spine-;

-Se la cosa può tranquillizzarvi, io e Alyster potremmo andare a cercarla- propose Raphael.

-Lasciate che vi aiuti a..!-.

-Yami, hai un matrimonio da organizzare. Non preoccuparti..-disse il rosso, avviandosi verso la porta ed aprendola con foga -Saremo di ritorno..!-;

-AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHHH!-.

Lo strillo acuto e l'immediato svenimento di Serenity Wheeler, fra le braccia del fratello, costrinsero tutti a spostare gli occhi sgranati da lei, a ciò che stava sopraggiungendo alle spalle del ragazzo, ancora fermo sulla soglia.

-Ma che diamine le prende, adesso?- chiese stizzito quest'ultimo, guardando la fanciulla.

-UN MOSTRO! E' COPERTO DI SANGUE!-;

-INDIETRO, CREATURA IMMONDA! VADE RETRO!-;

Fissai i presenti basita, dopo aver salito faticosamente la scalinata: -M-ma che dite, Buon Dio!? Vi prego di calmarvi..!- biascicai attraversando stancamente la soglia, e togliendomi il cappello dalla testa -Sono io! Non mi riconoscete?-.

-CHE DIAVOLO E' QUELL'AFFARE?!- latrò il signor Kaiba, scendendo le scale.

-Ma..ma è miss Emeline!-;

-S-signorino Yami, grazie al cielo!- sospirai rincuorata, sorridendo ed alzando una mano in segno di saluto -Il viaggio è stato tranquillo e.. piacevole- dissi; poi gambe e braccia persero sensibilità, e tutto intorno a me divenne buio e silenzioso.


-Non immaginate lo spavento che ci avete fatto prendere, Emeline. Pensare a tutto quel sangue come vostro..!-.

Nella stanza adiacente, mentre il mio paziente si confidava rincuorato, gettai i miei abiti sporchi sul paravento e, con l'aiuto di Anzu e Mana, mi sistemai dentro la tinozza, godendo al contatto dell'acqua bollente e della schiuma profumata, mentre all'esterno, una consistente nevicata stava nuovamente facendosi largo per il cielo grigio di Londra.

-Se sapeste lo spavento che mi sono presa io..-;

-Oh, Emeline, la vostra entrata in scena è stata davvero degna dell'apprendista di Van Helsing!-;

-Vi posso assicurare che me la sarei risparmiata più che volentieri- sospirai poggiando le braccia fuori dalla vasca, stiracchiandomi beatamente e cercando di soprassedere alla sua ultima affermazione -Mi auguro che miss Wheeler..-;

-Oh, si è già ripresa perfettamente! Non tutti sono preparati alle vostre buffe presentazioni!-;

-Sopratutto il signor Kaiba- dissi afflitta -Speravo di rifarmi in questa lieta occasione...-;

-Non dite così. Anche lui era molto preoccupato-.

Inarcai le sopracciglia, permettendomi uno slancio di sarcasmo, dato che l'interessato non era nei paraggi per controbattere: -Preoccupato per me o per la tappezzeria?-.

-Manderò Anzu alla boutique qui vicino e provvederò a farvi avere degli abiti nuovi.- disse Yami, cercando di trattenere una risatina; nel frattempo, sull'uscio della camera affiancata alla mia, udii una seconda voce farsi largo.

-Come sta? Va tutto bene, miss Emeline?- chiese Maximillian, facendomi trasalire.

-Oh, s-sì, v-vi ringrazio! Mi dispiace di avervi fatti preoccupare!-;

-Ditemi, Emeline, poc'anzi avete affermato di esser stata condotta fuori dal porto da un'altra carrozza?- riprese il mio ex paziente, incuriosito.

-E' così. Un vampiro si è fatto passare per un vostro inserviente- spiegai.

-Che cosa?!-esclamarono sorpresi, entrambi -Ecco perché eravate ridotta in quello stato! Santo cielo, non vi avrà per caso morsa?-domandò Yami.

-Certo che no!- risposi inorridendo -Ma avrei dovuto prestare maggiore attenzione. Soriano aveva percepito immediatamente che qualcosa non andava in quella persona! Ha tenuto il pelo ritto per tutto il viaggio- dissi -Così, per assicurarmi delle loro intenzioni, gli ho posto qualche domanda-;

-Do-domanda?-ripeté sorpreso l'americano.

-Bé, gli ho domandato se il signor Simon si fosse ripreso dalla brutta influenza da cui era afflitto..-;

-Ma il nonno non ha mai preso un'influenza in vita sua!- ricordò il nipote, sorpreso.

-Bé, l'ho domandato per scoprire se davvero lavorasse per voi-;

-Incredible! Molto astuto!- asserì vivacemente Maximillian.

-Quando mi sono accorta che era un vampiro, ha cercato immediatamente di aggredirmi, per fortuna avevo lo spillone del cappellino e...bé, potete immaginare cos'è accaduto dopo!- continuai cercando di cancellare dalla mente quell'orribile e rivoltante episodio -Non avevo mai visto rigettare tanto sangue in tutta la mia vita!- ammisi -E come se non bastasse volevano anche arrestarmi. Siamo riusciti a scappare per miracolo da Scotland Yard-.

-Vi hanno riconosciuta?-;

Mana mi aiutò ad uscire dalla vasca e dopo avermi avvolta nell'asciugamano, mi fece accomodare davanti alla specchiera della toilette.

-No, avevo il viso imbrattato di sangue. Nemmeno mia zia mi avrebbe riconosciuta- lo tranquillizzai -Ma c'era un altro vampiro questa mattina, ed è riuscito a fuggire. Yami, quei due mostri sapevano! Conoscevano il mio nome e volevano uccidermi, e se a causa di questo dovessi mettere in pericolo tutti voi...io devo andarmene immediatamente!- esclamai -Cercate di capire: con tutte le cose di cui vi dovete occupare, il vostro matrimonio e gli invitati! Rischio di mettere tutti in pericolo!-;

-No.- replicò la voce sicura e ferma dell'inglese, dopo qualche buon minuto di silenzio -Non ditelo nemmeno per scherzo, Emeline. Avete fatto benissimo a venire da noi!-;

-E poi, dopo aver affrontato quel Thief, che problemi volete che ci diano dei vampiri?-;

-Ben maggiori, Maximillian- risposi melanconica, -Credetemi.-;

-Miss Emeline, tormentarvi fino a questo punto non servirà. Ora pensate a rilassarvi. Domani sarà una giornata impegnativa per tutti-;

-Ben detto, Maximillian! Di questo ne riparleremo più tardi, dopo un buon pranzo. A proposito di preparativi: mentre aspettiamo che Anzu torni, mi farebbe piacere vedervi indossare un momento quest'abito- spiegò mentre la seconda camerierina andava e tornava dalla stanza del giovane padrone con un meraviglioso completo da cerimonia, -E' il vostro abito da damigella-.

-Davvero?!-; mi alzai dallo sgabello della toilette, prendendo l'abito e guardandolo stupefatta. Era un meraviglioso quanto semplice completo color crema in velluto a coste finissime, composto da corpetto e gonna, con un ampio nodo che andava a formare un grazioso fiocco sul didietro, da cui scendevano, diramandosi sul pavimento, alcune rose finemente lavorate in intrecci di stoffa dorata, -E ditemi, chi saranno i vostri testimoni?-;

-A dire il vero, quest'estate, Seto aveva lasciato ad intendere quel ruolo ad Alyster, ma lui ha ribattuto contrariato: “Piuttosto che restarmene l'intera giornata ad assecondare insensate e balorde tradizioni matrimoniali..”-;

-“...preferisco spararmi in bocca”!- terminai divertita, portandomi davanti allo specchio.

-Ad ogni modo, sono certo che Yugi e Maximillian saranno dei testimoni perfetti!- continuò il giovane.

-L'abito vi sta a pennello- sorrise Mana, -Ma i vostri capelli sono da spuntare-;

-Ehm, sì, ultimamente li ho un po' trascurati..-ammisi passandomi le mani fra le ciocche umide, tornate a scendermi lungo la schiena.

-Non appena Anzu tornerà, le chiederò di sistemarveli!-.


Consumammo un pasto sfizioso ma frugale e, su richiesta di Yami, il signor Kaiba si astenette dal commentare aspramente l'accaduto in presenza degli ospiti, sebbene le sue ripetute ed insistenti occhiatacce, accompagnate da sporadiche frecciatine del più cupo humor inglese, mi avessero perseguitata e costretta a mandare più volte di traverso i bocconi delle squisite pietanze.

Fui invitata a prender posto accanto alla timida miss Wheeler, ancora visibilmente perplessa riguardo l'accaduto di poche ore prima, ma ben disposta nei miei confronti; era una creatura dolce ed ingenua, dal viso di porcellana incorniciato da lunghi e lucenti capelli, e nei suoi occhi da cerbiatta splendeva una luce di pura ammirazione ogni qual volta il suo sguardo si posava sulla mia persona; tuttavia, come ogni giovane della sua età e del suo ceto, era stata educata secondo una fin troppo riconoscibile e superficiale istruzione borghese, e divenne presto chiaro che, per quanto la considerassi una delle più graziose giovani mai incontrate, si intendeva di psicologia, medicina e politica quanto io di pregiate essenze francesi, così, durante il pasto, si limitò unicamente a rivolgermi gentili frasi di convenienza, complimentandosi affascinata per il mio grazioso quanto “audace” taglio di capelli e, in seguito, continuando a riprendere più volte contrariata la sbadataggine dei marinai che al porto avevano 'distrattamente' lasciato che un ingente quantità di vernice rossa mi si rovesciasse addosso, senza poi prestarmi alcun soccorso. (Per evitare, infatti, di turbare la giovane, preferimmo esporgli una versione meno cruda di quella avvenuta in realtà, o non avrebbe retto ad un simile racconto senza continuare a dilatare gli occhi sgomenta, lanciare gridolini di sorpresa e terrore ed esse preda di svenimenti improvvisi a cui il sistema nervoso del signorino Alyster non avrebbe retto ancora a lungo).

Al termine del pasto, lei ed il signor Wheeler si avviarono verso casa, ed anche Siegfried Von Schrider si accomiatò col solito impeccabile charme, così potemmo finalmente rilassarci in salone e discorrere dell'accaduto.

-VOI..! DANNAZIONE!- latrò il signor Kaiba, gonfio di rabbia, -Possibile che non riusciate a tenere lontani i vostri guai da gente innocente?! Ora anche i vampiri vi portate appresso per tormentarci! VOI NON SIETE UNA DONNA! SIETE UNA MALEDIZIONE!-.

-Signor Kaiba, vi reputo troppo intelligente per credere davvero a ciò che avete appena affermato.- replicai pacatamente, lasciandolo, come sempre, malevolmente interdetto.

-Miss Emeline, potreste descriverci questo vampiro?- domandò il signorino Yugi, seduto lì accanto.

-Disegnatene un ritratto! In questo modo tutti noi lo riconosceremo immediatamente in caso d'emergenza!- propose Mokuba, passandomi un blocco ed una matita.

-Ehm, perdonatemi, non ho mai avuto talento nel disegno!-rivelai imbarazzata.

-Allora direi che in quest'occasione, Maximillian potrebbe rivelarsi molto utile!- intervenne Yami voltandosi verso l'uomo che sembrò riscuotersi dai suoi pensieri.

-Uh? Sì, certamente.- asserì -Provate a descrivermelo, miss Emeline, al resto penserò io-;

-Voi disegnate?- domandai piacevolmente sorpresa.

-Lo trovo un passatempo molto rilassante- ammise lui con un sorrisetto affabile -Restare immerso troppo tempo negli affari non giova alla salute!-;

-Già. Ahahah! Anche il nostro Seto dovrebbe trovarsi un hobby!- ghignò nonno Simon lanciando un'occhiatina fugace al moro, seduto in disparte -Moltissimi hobby-;

-Non temete, Emeline, riusciremo a risolvere tutto- mi rassicurò Yami, mentre fornivo all'americano i dettagliati tratti del volto bieco e demoniaco del secondo aggressore.

-Siete gentile a preoccuparvi. In ogni caso, sono sempre più convinta che quell'attacco fosse premeditato-;

-Pensavo che ai vampiri non importasse granché di chi fosse la loro vittima. Insomma, sono alla stregua di bestie selvagge, una volta puntata la loro preda l'attaccano indistintamente!- disse il signorino Alyster, passeggiando guardingo davanti alle vetrate.

-A quanto pare, questa volta non è così- sospirai fissando la mano veloce e precisa di Maximillian, ondeggiare con maestria sul foglio -Quelle persone conoscevano il mio nome, sapevano il giorno e l'ora in cui sarei sbarcata e sono sicurissima che fossero a conoscenza del fatto che, precedentemente, viaggiassi col Dr. Van Helsing!-.

Al seguito di quell'esclamazione, il viso concentrato dell'americano si alzò momentaneamente dal quaderno, per posarsi sul fuoco scoppiettante nel camino.

-Bé, non mi stupisce che lui sia vittima di simili complotti, visto che li bracca e li studia come cavie, ma voi che ruolo avete in tutto questo?- lo precedette il signorino Règnol.

Tacqui per qualche istante, interdetta: -Questo non posso affermalo con certezza, ma, giunti a questo punto, penso che loro stiano cercando di rintracciare chiunque abbia stretti contatti col Dr. Evidentemente cominciano a sentirsi minacciati e temono che ben presto qualche altro abile cacciatore divenga il suo erede- affermai.

-Woow!- esclamò Mokuba, entusiasta, spezzando il silenzio -E' roba forte!-;

-Mokuba, che linguaggio è mai questo?- lo riprese pacatamente Yami -E voi pensate che sia per questa ragione che oggi hanno tentato di uccidervi?-.

Annuii convinta: -Abraham è sempre stato come un secondo padre, per me; di conseguenza, essendo la sua protetta, saranno portati a pensare che sia destinata a divenire la sua erede, ma tutto ciò è inverosimile! Ci sono giovani seguaci molto più abili e temibili! Sono sparsi in tutti i continenti, alcuni sono riuniti in vere e proprie organizzazioni, mentre il mio unico desiderio è di tenermi alla larga da queste orribili faccende!-;

-Organizzazioni per la difesa contro i vampiri?- ripeterono Mokuba ed il signorino Yugi, ammirati.

-E' chiaro: non potendo sapere con certezza chi diverrà il successore di Van Helsing, attaccano chiunque abbia a che fare con lui.- osservò pacatamente il signor Raphael -Ha senso-;

-Per essere come un padre, non vi ha messa in una bella situazione- sogghignò il compagno.

-Non manco di ripeterglielo ogni giorno- sospirai affranta.

-Miss Emeline, è forse lui?- ci interruppe timidamente Maximillian alzando il disegno.

-Sì!- esclamai -Sì, è assolutamente lui!-confermai prendendo il blocco e fissandolo nei minimi particolari che lo contraddistinguevano -E' davvero orribile!..hm, non il vostro disegno, Maximillian- mi corressi lanciandogli un sorriso riconoscente che venne prontamente ricambiato -E'..perfetto, come se l'aveste visto anche voi!-;

-C'è un'altra cosa, miss Walsh..- intervenne il biondo, sotto le reazioni più disparate di chi osservava il ritratto in quel momento, -Non avete trovato strano venire attaccata da quelle creature in pieno giorno?-;

-Ha ragione. E' immaginario comune collocarli in panorami notturni.- asserì il giovane Yugi.

-Potrebbe trattarsi di una nuova specie- risposi perplessa -Se così fosse, dovrei metterne immediatamente al corrente il Dr..eppure c'era qualcosa di strano, questa volta. Un particolare che..- sgranai gli occhi, soffermandomi sulle fiamme purpuree e scoppiettanti del caminetto -Sangue, ovvio! Quel vampiro, una volta ucciso, ha rigettato una quantità inverosimile di sangue! Diversi litri in più del normale!-, i presenti inorridirono, -E' risaputo: il corpo di un vampiro non può produrre energia per sé stesso come un normale essere umano, e..se quel vampiro avesse ingerito molti più litri di sangue del necessario, proprio per stimolare i tessuti della pelle a reagire positivamente alla luce del sole? MA CERTO! E' un'ipotesi! Buon Dio, assumerne così tanti litri l'avrebbe, molto probabilmente, portato alla morte per emorragia..! Ha rischiato parecchio pur di uccidermi, e questo mi porta a pensare che non sia stato lui il vero artefice di questo complotto, ma solo una semplice pedina!-.

Il signorino Yugi si portò una mano alla bocca, cercando di placare una forte ed improvvisa nausea.

-Quindi, volete dire che sono stati mandati da una specie di capo dei vampiri?-domandò il rosso.

-Precisamente- confermai portandomi una mano sul mento, pensierosa, -Sarà meglio che mi metta in contatto con il Dr. e lo informi della cosa-;

-ORA BASTA!- ci interruppe il signor Seto, voltandosi furibondo -Yami, ti stai forse dimenticando che domani, qui, si celebrerà un matrimonio? Vorresti buttare tutto al vento per dare la caccia a dei vampiri?! C'è solo una soluzione per risolvere tutto questo: che la ragazzina se ne torni da dov'è venuta e porti con sé tutte le sue dannate creature dell'Inferno!-;

-Che modi, Seto! Questo è fuori discussione!- replicò il mio ex paziente, prima che potessi prender parola -Non mi stancherò mai di ripeterti che se non fosse stato per Emeline, a quest'ora non ci sarebbe nessun matrimonio in programma! Intendo sdebitarmi, che tu sia d'accordo o meno!-;

-Ah! Dunque sono queste le tue ultime parole?!-;

-Proprio così!-;

-Bene!-;

-Bene!!-;

-Stupendo! Fa quel che ti pare, allora!-.

Yami mi afferrò per un braccio e, sotto gli sguardi sgranati dei presenti, che seguirono la scenetta come una partita a volano, mi condusse a grandi passi fuori dalla sala esclamando in chiusura: -PERFETTO!-.

SBAM!

-Insomma, Kaiba, come riesci a rovinare sempre tutto a un giorno di distanza da ogni lieto evento?-;

-Aah! Taci, Alyster!-.


Io e Yami ci apprestavamo ad attraversare, in teso silenzio, l'atrio, diretti nella biblioteca, quando dei possenti colpi sul battiporta catturarono la nostra attenzione.

Roland, da buon maggiordomo, ci precedette, e sistemandosi la giacca dell'elegante completo scuro si schiarì la voce ed aprì le porte.

-Finalmente, Roland! AH, CARO YAMI!-.

Seguito da un folto gruppo di valletti, un distinto uomo in pastrano, alto e possente quanto il maestoso gigante di Rodi, camminò a passo spedito dentro la casa e, scorgendo il giovane al mio fianco, aprì le braccia sollevandolo da terra e stringendolo in un soffocante abbraccio che mi fece temere il peggio per la fragile costituzione di quest'ultimo.

-P-PADRE?!-esclamò sorpreso,Yami, riemergendo dalle ampie pieghe del cappotto dell'uomo.

-...padre?!- ripetei sconvolta. Quell'avvenente e possente Adone era il padre di..?!

-YAMI! Il mio principino! Il mio bocciolo di rosa! Giove e Nettuno, ti sei fatto ancora più bello! Il ritratto di tua madre!-disse con l'echeggiante e profondo vocione -Che gioia poterti finalmente stringere fra le mie braccia!-;

-P-padre, così mi soffocate!-;

-Oh, perdonami figliolo!- rise posandolo a terra e sollevandogli il visetto ovale -Ahahah! Sei davvero un angelo disceso dal cielo! Ah, che meraviglie abbiamo fatto io e tua madre, insieme..!-;

-Padre, ma cosa fate qui?- lo interruppe paonazzo, il figlio -Non dovevate raggiungerci domattina?-;

-Oh, già, il matrimonio- bofonchiò l'uomo, con indifferenza -Bé, diamine, mi sono detto: che razza di padre sarei se non contribuissi ai preparativi del, hmm, matrimonio del mio preziosissimo figlio, dico bene? E..dimmi, figliolo, chi è mai questa signorina?-;

-YAMI, COS'E' TUTTO QUESTO BACCAnoh-. Seto Kaiba comparve sulla soglia del salone assieme al gruppetto, e non appena il suo sguardo zaffiro si posò su quello dell'illustre e titanico padre del mio caro paziente, percepii l'aria incupirsi attorno a noi.

-Hm- tossicchiò Mr Muto, riacquistando un inquietante contegno dinanzi ai gelidi occhi del futuro genero -Ebbene..-;

-Oh, padre!- esordì Yugi andando incontro al genitore che ripeté l'ennesima scena di poco prima col fratello minore del mio paziente, -Che gioia avervi qui! Ma siete arrivato con largo anticipo: il matrimonio è domani!-;

-Hmrgh..bé prima del 'lieto' evento, volevo assicurarmi che TUTTO fosse pronto-.

-Sì, lo è- replicò asciutto il signor Seto, stringendo i pugni come pronto ad un apocalittico scontro. Effettivamente, messi a confronto, parevano proprio il prode Davide ed il suo acerrimo ed imponente avversario, Golia.

-Ehm, è un vero piacere fare la vostra conoscenza, Mr Muto!- tergiversai attirando l'attenzione di quest'ultimo su di me, prima che avesse davvero luogo l'Apocalisse.

-Oh, sì, la signorina. Perdonate la mia scortesia, miss..?-;

-Walsh. Emeline Walsh- dissi stringendogli la mano sotto gli sguardi sgomenti del gruppetto.

-W-Walsh?- ripeté sorpreso Mr Muto, sgranando gli occhi -Perbacco! La figlia di Jonathan Walsh?-.

-Voi, signore, conoscevate mio padre?-;

-Ma certo! Ahah! Per Giove, signorina! Abbiamo attraversato gli oceani di tutto il mondo, in gioventù! Ah, una persona stupenda e un grande studioso! Di sani principi, il vecchio Jonathan!- ricordò lanciando un'occhiataccia allusiva, quasi impercettibile, verso il signor Kaiba che ricambiò taciturno.

-Emeline, di questo voi non siete a conoscenza, ma dovete sapere che è stato mio padre a consigliarmi di rivolgermi allo studio del Dr. Walsh, lo scorso anno- mi spiegò Yami.

-Già, so tutto di ciò che è accaduto lo scorso Natale, signorina! Io e i miei ragazzi teniamo una fitta corrispondenza!- spiegò Mr Muto dando una lieve pacchetta che bastò a far barcollare pericolosamente il giovane Yugi -E' un vero peccato che ci abbia lasciati, il caro Jonathan, un vero peccato. Ma devo dire che ha trovato una più che degna sostituta! I miei complimenti, signorinella, avete il coraggio di mille uomini..e anche una bella stretta di mano, per Giove!-.


I preparativi per il matrimonio, nel frattempo, procedevano. Yami pareva perfettamente a suo agio nell'impartire con gentile fermezza le direttive ai laboriosi domestici, e nell'organizzare il locale adibito al buffet, allestito per l'occasione nell'enorme e spaziosa sala degli arazzi; verso pomeriggio inoltrato, gli ultimi accorgimenti erano stati prontamente arrangiati e, mentre il signor Simon intratteneva assieme al signorino Yugi, Mr Muto, il restante gruppetto si riunì nella biblioteca per un buon thè.

-Non ci voleva- sospirò affranto il giovane lord, passeggiando avanti e indietro davanti a noi.

-Già, come intendiamo informarlo della cosa?- mormorò il signorino Alyster lanciandogli fugaci occhiate: - “Oh padre! Sono così felice di sposarmi, nonostante ci sia un pericoloso vampiro succhia sangue in giro per Londra che tenterà di ammazzare la mia damigella e tutti gli invitati!”- disse acquisendo il medesimo e preciso timbro della voce del mio ex paziente, lasciandoci dapprima meravigliati, poi assai contrariati per l'esternazione.

-I miei complimenti per l'imitazione, Alyster, ma questo è davvero di cattivo gusto- fece Yami -Se mio padre venisse a conoscenza della cosa, coglierebbe l'occasione per rinviare o addirittura sospendere le nozze! Voi non lo conoscete ! Sarebbe capacissimo di farlo!-;

-Yami ha ragione, e Dio solo sa come reagirà il signor Kaiba alla notizia!- aggiunsi stringendomi nelle spalle e rabbrividendo -Mi spellerà viva, ne sono sicura!-;

-Già! Ve l'immaginate la faccia delusa di quel vampiro, quando scoprirà che la concorrenza di Kaiba gli ha tolto la sua vittima?-. Il medesimo carico di torve occhiatacce zittì il signorino Alyster, facendolo arrossire per la vergogna.

-Non ci resta che tacere l'accaduto- propose risoluto il signor Raphael -E' l'unica soluzione-.

Stavo per replicare, quando le porte scorrevoli della biblioteca si aprirono, facendoci trasalire, ed il futuro sposo entrò in gran fretta richiudendole immediatamente dietro di sé.

-Seto, qualcosa non va?-;

-Sì: tuo padre!-.

Il ragazzo alzò lo sguardo ametista al soffitto, lasciandosi cadere sul sofà: -Oh, Signore!-;

-Persino i cani gli stanno alla larga! L'unica bestia per il quale prova sviscerata simpatia è quell'ambiguo felino striato!-continuò lanciandomi l'ennesima occhiataccia malevola.

-Ehm, Soriano è fatto così!-biascicai portandomi, tremante, la tazzina alle labbra -Nessuno riesce a trovarlo antipatico..hm, quasi nessuno- mi corressi, visto che il moro non smetteva di fulminarmi con lo sguardo.

-Seto, noi avremmo deciso di non far parola con mio padre del nostro problema..-tergiversò Yami.

-Ci mancherebbe che prendesse parola anche su quest'argomento! Risulterebbe fatale per qualunque non-morto che gli capiti a tiro!-rispose seccamente questo, digrignando i denti.

-Cerca di portare pazienza, caro. Dovrai resistere solo fino a domani- sorrise il fidanzato, baciandogli affettuosamente la fronte, sotto i nostri sguardi rassegnati.


L'aria che tirò durante la cena non fu migliore.

Più volte, ognuno di noi tentò di intavolare una conversazione che vedesse i due 'schieramenti' all'unisono nell'opinione, ma risultò essere soltanto un'utopia, visto che entrambe difendevano a spada tratta le proprie opinioni, agli antipodi l'uno dall'altro. Ciononostante, non potei fare a meno di guardare con ammirazione il signor Kaiba, che, pur esprimendo i suoi concitati pareri, non esplose così presto come io ed il signorino Alyster avevamo pensato.

Quando, al seguito di un cupo ed intenso silenzio, nuovamente Mr. Muto alzò lo sguardo dalla pietanza per posarlo sul figlio, la scena che si presentò ai nostri occhi fu all'incirca la seguente..

-Allora, figliolo, sei proprio deciso a compiere questo grande passo?-.

I pugni del signor Seto si strinsero nervosamente attorno alle posate, mentre continuava a recidere in silenzio il suo filetto. Yami gli lanciò un'occhiatina fugace e, posando il tovagliolo, annuì riuscendo a sfoderare un sorriso così sereno ed amabile che lasciò tutti stupiti.

-Sì, ma certo- asserì placido -Trascorrere la vita a fianco della persona che amo non potrà che rendermi il giovane più felice e fortunato di questo mondo-.

-Hm, sei davvero deciso- osservò, un po' sorpreso, il padre -Oh! Prima che me ne dimentichi: sai chi ho incontrato venendo qua, ragazzo?- domandò al seguito -Lady Rebecca!-.

Il quel preciso istante, parve che un pestilenziale morbo di pertosse si impadronisse dei membri della famiglia, lasciando me, Maximillian, il signorino Alyster ed il suo compagno, sgomenti.

-Hmbrgh! Ma dobbiamo proprio parlarne a tavola?- tossì paonazzo nonno Simon, battendosi dei pugni sul petto.

-Chi è questa Lady Rebecca?- bisbigliai rivolta al signorino Yugi.

-La precedente fidanzata di Yami. Un fidanzamento combinato dalle famiglie, s'intende- sussurrò -Mio fratello non l'ha mai approvato-;

-Padre, sapete bene cosa penso di quella faccenda. Vi prego, non..-;

-Ma si capisce, ragazzo mio, se sei deciso a compiere questo grande passo, allora così sia. Ahah!- riprese l'uomo alzando il calice di vino rosso -Dinanzi al vero amore, allora, al diavolo anche la rendita inconsistente che ne ricaveremo!-.

Un forte frastuono di posate che si infrangevano sopra ai piatti di porcellana interruppe la conversazione, facendo sobbalzare tutti quanti.

-Seto, calmati, ti prego..!-;

-Forse non sarò stato marchiato dalla casa reale dalla nascita come voi, signore, ma ciò non significa che non sappia provvedere alla felicità della persona che amo e che intendo sposare!-. Detto ciò abbandonò la sala a grandi passi, lasciandoci tutti a bocca aperta.

-P-per Giosafat..- bisbigliò incredulo il signor Pegasus -Una dichiarazione ammirevole, davvero-;

-Padre! Siete stato davvero sgradevole!- esclamò Yami -Conoscete benissimo..!-;

-Sì, Yami, ma pare che tu continui a dimenticare cosa penso io di questa unione. Io voglio il meglio per i miei figli, vorresti farmi una colpa di questo?-;

-Non vedo come possa importargli- si intromise il signorino Alyster -Vostro figlio si è assunto tutte le responsabilità della sua scelta: sarà lui a dover sopportare Kaiba per il resto dei suoi giorni, non voi, signore-. Al seguito di una breve pausa di silenzio, anche quest'ultimo si alzò e abbandonò la sala, lasciandola immersa nel più teso e tetro silenzio.


-Il padrone è stato terribilmente scortese nei confronti del signor Kaiba! Dovrebbe imparare a conoscerlo meglio!- mormorò Mana, indispettita, ripiegando alcuni asciugamani -Tutti sanno che il signor Kaiba, anche se freddo e distaccato, in fondo, è una persona davvero eccezionale! Lui ama davvero il signorino Yami! Pare proprio che di questo, il signor Muto, non ne voglia prendere atto!-.

Davvero non riuscivo a comprendere l'oscura ragione per cui la servitù, sempre attenta ed impegnata nelle proprie mansioni, una volta varcata la soglia della mia stanza e di fronte a me, si sentisse così libera di spettegolare e commentare simili accadimenti riguardo la vita privata dei propri padroni..

-Miss Walsh, cosa ne pensate?- esclamò ad un tratto Anzu, interrompendo i miei pensieri -Non trovate che l'affermazione del padrone sia stata alquanto sconveniente?-.

Allontanai lo sguardo dalla specchiera e lo spostai sulle due cameriere, in febbricitante attesa di un parere: -E' più che giustificabile, direi; inoltre, non dovreste parlare in maniera così superficiale di una situazione delicata come questa. Qualcuno potrebbe udirvi-

-Però..vorremmo sapere per quale ragione difendete il padrone- balbettò costernata Mana.

-Non lo sto difendendo. Cerco soltanto di vedere la situazione dal suo punto di vista. Da come ho avuto modo di capire, il signor Muto è spesso lontano da casa e, benché mantenga una fitta corrispondenza coi figli, questo non rende certamente le cose più facili, diciamo che le rende solo meno complesse-, le due giovani aggrottarono le fronti, dubbiose, -..mi spiegherò meglio: per il signor Muto non dev'essere stato facile tornare dopo anni di assenza, e scoprire i propri figli cresciuti ed autonomi, con accanto persone di cui non sa nulla, e per cui loro provano un sincero affetto- spiegai -La sua diffidenza è comprensibile. Non è al corrente di cosa realmente abbia avvicinato quello che considerava il suo bambino ad un estraneo, per questo è ovvio che rimanga piuttosto disorientato nello scorgere il forte sentimento che lega Yami al signor Kaiba. Quando imparerà a conoscerlo meglio tutto si sistemerà. Cerca solo di proteggere suo figlio, ecco tutto-;

-In effetti..-ammise Anzu -E poi il signor Kaiba non è certamente la persona più estroversa e amichevole di questo mondo..-;

-Vedo che avete colto. Ed ora, aiutatemi a indossare queste stramaledette sotto strutture prima che le riduca in mille pezzi!- esclamai barcollando per la stanza senza fiato.


I vasti giardini della villa erano stati scrupolosamente organizzati in modo da poter ospitare il lieto evento. Sull'immacolato sfondo di viali e prati innevati, facevano capolino eleganti statue reggenti ghirlande di agrifoglio e vischio finemente intrecciate in nastri d'oro lucente, che richiamavano a sé i timidi raggi del sole di novembre, celato da spesse coltri di candide nubi che, di tanto in tanto, incipriavano le cime spoglie degli alberi del circondario con sporadiche nevicate.

-Cielo, Emeline: siete così pallida!- osservò divertito Yami, annodando la candida cravatta in un vaporoso fiocco e indossando la redingote di velluto -I matrimoni vi fanno sempre questo effetto?-.

Mi riscossi bruscamente dai miei pensieri, e distogliendo lo sguardo dai viali imbiancati, scorsi i penetranti occhi d'ametista del giovane lord squadrarmi divertiti: -Perdonatemi. Quest'oggi non sono proprio di compagnia!-;

-Suvvia, siete molto affascinante! Farete sicuramente colpo, quest'oggi!- continuò lui, con un sorrisetto malizioso, facendomi sobbalzare -Il prossimo matrimonio potrebbe essere il vostro!-;

-Che dite?- replicai a disagio -Maritarmi non è decisamente fra i miei programmi, e..-.

-Oh Emeline: innamorarsi non è mai nei programmi di nessuno. Accade, tutto qua- sorrise il giovane, riavviandosi i capelli -Quando meno ve lo aspettate, colpisce!- disse voltandosi di scatto e puntandomi l'indice sulla fronte come fosse stata la canna di una pistola.

-...c-certo- lo assecondai incrociando gli occhi, interdetta.

Ero davvero felice per Yami, dal più profondo del cuore, e l'idea di potergli essere accanto in un occasione così importante, in veste di damigella, mi riempiva di gioia, ma i suoi discorsi cominciavano a rientrare in una sfera così ottimista, rosea ed intima da innervosirmi; e in quel momento, mantenere la calma e la concentrazione era essenziale, per me.

Una forte nausea mi agitò le viscere, non più prigioniere di insopportabili corsetti e stringi vita, ma pur sempre avvolte in eccessivi strati di stoffa che ne facevano le veci: -Speriamo che tutto si concluda per il meglio..- pensai.

-Signorino è tutto pronto!- cinguettò Mana, bussando e facendo capolino nella stanza -Gli ospiti cominciano ad arrivare!-.


Attraversai il breve corridoio che conduceva al piano sottostante, ma proprio quando stavo per scendere lo scalone di marmo, un'ombra si mosse, repentina, nell'oscurità del corridoio comparendomi alle spalle.

-Miss_Emeline_Walsh-;

-AAAAH!..Si-Signor Kaiba!- gemetti appiattendomi contro la parete -Per un attimo ho temuto..!-.

Le sue iridi zaffiro si alzarono verso il soffitto in un gesto di esasperazione, mentre il loro proprietario si infilava i guanti di seta bianca, riavviandosi elegantemente i sottili capelli castani.

-Hm, ebbene, miss Walsh, il mio più sincero desiderio per questo lieto giorno è di non trovarmi di fronte i vostri biechi avversari assetati di sangue, non so se mi spiego- sibilò.

-Ma certo..signor Kaiba, davvero non riesco a comprendere il motivo per cui tutti voi siate convinti che la lotta contro i vampiri sia la mia strada, se non addirittura la mia ragione d'esistere.- replicai soffocando il mio timore per quelle occhiate raggelanti -Ma state pur certo che farò il possibile per evitare spiacevoli incidenti a voi e alla vostra famiglia-.

Lo vidi allontanarsi, chiuso come al solito nel suo cupo silenzio, e mi affrettai verso l'atrio.

Quando la maggior parte degli ospiti furono riuniti nei giardini della villa, potei finalmente tirare un lungo sospiro di sollievo, concedendomi una passeggiata nei dintorni del silenzioso boschetto spoglio.

-Ah, una meravigliosa giornata per un matrimonio, davvero- sospirò una voce alle mie spalle, facendomi trasalire -Ha un certo fascino, questo immacolato cielo invernale, non trovate, miss Emeline? Il nostro sposino ama particolarmente i paesaggi pittoreschi come questo.-;

-Se è davvero questo lo scenario che ritiene adatto alla cerimonia, allora non posso far altro che esserne altrettanto compiaciuta.- risposi voltandomi ed abbozzando un sorriso verso l'americano.


-Teniamola d'occhio. Se è lei che il vampiro cerca, perché perdere tempo a sorvegliare gli invitati?-;

-Una strategia rischiosa, Alyster-.

Il ragazzo scrutò i margini del boschetto scheletrico attraverso le vetrate della veranda, curvando la bocca in una smorfia indispettita e portandosi la tazza di thè bollente alle labbra.

-Che intendi, scusa?-;

-Potrebbe essere avventato, da parte nostra, tenere gli occhi solo su miss Walsh. Proprio di questo il vampiro potrebbe approfittare- affermò il biondo, al suo fianco.

-Tz! Ridicolo. Non sopravvalutare quelle stupide bestINSOMMA, SI PUO SAPERE CHE FAI?!-;

-Avevi il fiocco storto, Alyster-;

-Bastava dirlo, che diamine! Non ho bisogno della balia per fare una cosa simile..!-;

Il biondo si ritrasse mascherando un lieve sorrisetto che scomparve quando scorse il viso del compagno fissare il pavimento, vacuo.

-Alyster..?-;

-Dimentico sempre di non poter più fare cose banali come questa- mormorò alzandosi e scrutando imbarazzato le iridi acquamarina del biondo, mentre la mano scorreva sulla lunga mantella, mascherante l'arto amputato -Che aspetti? Sbrigati a sistemarmi la cravatta e poi raggiungiamo gli altri!- sbuffò sotto il paziente sorriso del ragazzo.


-Dite sul serio? E-Erzsébet Bathory, la contessa d'Ungheria!?- esclamò ad occhi sgranati, Maximillian -Mi auguro che tutto si sia risolto per il meglio!-.

-I-in un certo senso, diciamo che, ancora una volta, il Dr. ha trovato la maniera di portare la situazione a suo vantaggio!- balbettai poco convinta dalla mia stessa affermazione.

-Intendete ripartire a cerimonia conclusa?-;

-Temo proprio di sì. Non potrei di certo riaprire il mio studio senza un'adeguata certificazione, e poi, dovrò mettere al corrente di questa anomala situa..zio..ne..!-;

-..qualcosa non va, miss Emeline?-.

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-..meline? Emeline? Miss Emeline?-.

Mi riscossi bruscamente da quell'inspiegabile torpore, passandomi una mano sulle palpebre fattesi improvvisamente pesanti, e tornando ad alzare il volto sul sentiero dinanzi a noi, cercai con lo sguardo la presenza di una figura stranamente familiare che, fino a poco prima, mi era sembrata di scorgere nei dintorni.

-Non vi sentite bene? Volete rincasare?-;

-No, è tutto a posto. E poi, devo occuparmi degli ospiti in giardino-;

-Signor Pegasus! Il signor Kaiba desidererebbe parlarvi- esclamò Anzu, sulla soglia -Potreste raggiungerlo un momento?-.

Quando scorsi l'americano svanire dal giardino mi distaccai dal folto gruppo d'invitati, allontanandomi fra gli alberi e procedendo lentamente tra i cespugli che costeggiavano la recinzione in ferro battuto. Non mi sarei fatta scrupoli a rivelargli di aver intravisto il vampiro (ne sarebbe andato della sicurezza degli invitati), ma stranamente, ciò che ebbi occasione di intravedere pochi attimi prima non era affatto ciò che mi aspettavo, visto che non sembrava corrispondere al bieco personaggio che avevo incontrato il giorno prima. Probabilmente si trattava di un ospite; se si fosse perso per quei giardini immensi non l'avrei certamente biasimato, d'altronde.

Allungai il passo e ispezionai il ciottolato, ma nessuna traccia di impronte pareva essersi impressa sullo spesso strato di neve, oltre alle mie.

-C'è nessuno qui?- domandai guardandomi intorno, inquietata dall'improvviso silenzio che aveva avvolto il circondario -James, Radcliffe, Mokuba? Questo non è il momento adatto per gli scherzi!-.

Una risata bonaria echeggiò alle mie spalle e, nuovamente, un fastidioso torpore tornò ad irretirmi, mentre scorgevo la cancellata distorcendosi e ondeggiare dinanzi ai miei occhi confusi.

-Giochi ancora a nascondino, Emmy Non Mi Sposo?-;

-Cosa..?- il sibilo del vento cancellò le mie ultime parole e, voltandomi, scorsi fra il candore surreale della neve la medesima figura di pochi attimi prima riemergere da dietro uno degli alberi che si estendevano ai lati del vialetto.

Mi sorrise dilettato e, muovendo qualche passo, fece roteare fra le dita guantate un trasparente calice di quello che riconobbi come champagne, mentre sul volto, di tanto in tanto percorso da piccole rughe, comparve un altro irresistibile sorriso, più accentuato, che andò a mostrare una lunga ed immacolata fila di denti perfetti.

-Ma che splendida festa, davvero! E tu sei cresciuta così tanto, Emmy. Spero non vorrai negarmi un abbraccio, nonostante questo- ridacchiò scherzoso.

Avanzai di pochi passi verso di lui, scrutandolo incredula e meravigliata allo stesso tempo, leggendo quei lineamenti, rispolverandoli come una vecchia fotografia gettata in un baule e sbiadita dal tempo e, schiudendo le labbra, assaporai involontariamente il salato delle lacrime che avevano preso a rigarmi il viso, improvvisamente avvampato..

-Padre?-.


-Allora è tutto pronto? Ci sono tutti?- domandò Yami.

-Tutti tranne la damigella- rispose il gemello, fissando l'orologio da taschino, ansioso.

-Poco fa l'ho lasciata in giardino ad occuparsi degli invitati, Yami-boy..!-;

-DA SOLA?!- latrò il rosso afferrandolo per la collottola e scuotendolo con insistenza.

-B-but, A-Ayster-b-oy, cos'ho de-etto di m-male?-;

-MA SIETE SCEMO O COSA?! E' bastato toglierle gli occhi di dosso per un secondo ed ora..AH!-;

-Seto, miss Emeline è sparita!-;

-FINALMENTE!-;

-MA INSOMMA!-esclamò il gruppo, facendo sobbalzare lo sposo -Dobbiamo trovarla-;

-Tutti insieme daremo troppo nell'occhio- osservò Raphael, -E insospettiremo nostro padre- precisò Yugi, pallido, mentre il piccolo Mokuba li raggiungeva di corsa seguito dai due alani.

-Yami, poco fa ho visto miss Emeline prendere uno dei cavalli qua fuori e correre chissà dove!-;

-Cosa?! Nonno, Yugi e voi altri: pensate agli ospiti! Alyster, qui affido tutto a voi..-;

-Neanche per sogno! Io e Raphael veniamo con voi, Yami! Potreste avere bisogno d'aiuto!-;

-Vi prego: ho bisogno di qualcuno che sappia proteggere gli ospiti in caso di pericolo! Non temete- esclamò il ragazzo -A difendere miss Emeline ci penseremo io e Seto!-;

-Difenderla?! MA NEANCHE PER IDEA! YAMI, IL NOSTRO..!-.

Il giovane lo afferrò per la manica del thigh e lo trascinò fuori dalla porta di servizio, seguito a ruota dal gatto: -Vorrà dire che tu difenderai me, mentre io difenderò miss Emeline! Soriano cerca la tua padrona!-.

-E-ehy, voi due! Ma dove avete intenzione di cercarla?! Aaah, accidenti!-.


-ASPETTATE!-.

Non avevo idea di cosa mi avesse spinta a compiere quella serie di azioni: ad allontanarmi dalla villa, a galoppare sola per le strade della capitale, senza nemmeno rendermi conto di quale fosse la mia reale meta, e sicuramente si sarebbero preoccupati tutti..! Il corpo soccombeva a quel piacevole torpore che lentamente irretiva i miei sensi, fino a poco prima ben allertati, ed una voce echeggiava dentro di me sussurrandomi di non temere, di continuare a seguire quella figura..

Stretta alle redini, spronai ancora il cavallo al galoppo, mentre l'amato padre che avevo dinanzi sembrava volermi mostrare il giusto percorso da seguire; l'unica cosa che desideravo in quel momento era riabbracciarlo. Soltanto questo, anche se non comprendevo per quale strana ragione, una parte di me si mostrasse ancora così restia a quel richiamo. Non era ciò che avevo sempre desiderato, questo? Riavere una famiglia accanto..? La mia famiglia..

-N-NO!-.

Tirai bruscamente le redini. Il cavallo scuro nitrì, alzandosi sulle due zampe, e dovetti reggermi con tutte le forze per non venire sbalzata dalla sua groppa, quando superò alcuni steccati e rientrò sulla strada bagnata, fermandosi.

-Emeline, che cosa ti succede?- sussurrai a me stessa, confusa -Riprenditi. Tutto questo è impossibile, te ne sei scordata?-. Perché mi trovavo lì? Come avevo potuto farmi abbindolare in maniera tanto sciocca?! Solo per inseguire un'assurda chimera..

Alzai lo sguardo, scrutando spaesata i dintorni in cui la fasulla figura paterna mi aveva condotta, e quando i miei occhi si alzarono sull'imponente e macabra recinzione che avevo dinanzi, la bambina dentro di me, urlante, in lacrime, che pregava per tornare ad essere abbracciata dagli affettuosi genitori, svanì, trasportata via dalla gelida brezza invernale.

-Mio padre è..morto- ricordai improvvisamente, percorrendo la sbiadita targa “Highgate” con lo sguardo.

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-Padre, non trovo più il trattato di psicoanalisi di Meringer e Mayer!-;

-Perbacco! Forse l'ha mangiato la zia Agatha, che ne dici, Emmy Non Mi Sposo?-;

-Finisci di chiamare tua figlia in quella maniera, Jonathan! Si sposerà come tutte le giovani di buon costume!-;

-La zia Agatha è proprio stereotipata-;

-Ahahah! Non dirglielo in faccia, però, Emmy, mi raccomando!-.

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Attraversando il cancello del cimitero, lentamente i ricordi affiorarono, tornando ad imprimersi nitidi nella mia mente, uno ad uno, ognuno al suo posto. Come poteva, la vista di quel volto, avermi portata a dimenticare quel tragico evento? Come avevo potuto confondere un volto paterno con un effimero riflesso?

Il surreale Highgate mi osservava, mentre, a passo cauto, procedevo lungo i suoi viali e tra le sue lapidi marmoree; platani, cipressi ed una folta vegetazione ne costeggiavano i corridoi di ghiaia e ciottoli, tratteggiati da sapienti tocchi di neve e brina, ornati di statue di angeli e santi che accompagnavano silenziosamente i miei passi con occhi rispettosi e colmi di plastica misericordia. Le sue siepi ed i suoi cespugli erano paffuti e minuziosamente curati nei luoghi che conducevano a tombe e mausolei di prestigiose famiglie del luogo, scheletriti e radi nelle zone periferiche, dove liane ed erbacce serpeggiavano ricoprendo le ultime tracce dei suoi primi occupanti, intrecciandosi e contorcendosi come serpenti infernali.

-Mia cara Emmy-.

Come poteva, quella creatura, aver assunto spudoratamente le sembianze di ciò che mi era più caro al mondo, per attirarmi a sé? Con che coraggio aveva macchiato il sorriso e lo sguardo puro di un padre, plasmando a suo piacimento le mie memorie, stravolgendo i miei ricordi passati e presenti per i suoi biechi scopi..?

-Voi..dovete avete un bel coraggio a profanare il volto di un defunto- sibilai con disprezzo, immobilizzandomi sul ciottolato umido.

La creatura alle mie spalle emise una risatina strozzata e immonda, riprendendo le sue mostruose sembianze: -Credevo avrebbe fatto piacere a miss Walsh- sussurrò -Ho immaginato che essere uccisi da un volto a lei caro sarebbe stato decisamente meglio che incontrare lo sguardo di un dannato della specie che più disprezza!-.

-Voi vampiri avete davvero una scadente immaginazione oltreché un pessimo gusto-.

Quando mi voltai indietro, una morsa opprimente mi bloccò le spalle scaraventandomi violentemente contro la parete di un mausoleo, togliendomi il fiato dall'impatto col marmo gelido e levigato; una bruciante fitta mi avvolse testa e torace, costringendomi all'immobilità, e cercando di riaprire gli occhi, annaspanti in una densa oscurità, scorsi la sagoma sfocata del vampiro, avvicinarsi.

-Non prendetela come una vendetta personale. Non porto rancore ad Emeline Walsh per il piccolo contrattempo della scorsa mattina, ma veniamo al dunque: un timido e vulnerabile passerotto come voi, l'erede di Abraham Van Helsing. Ditemi, suona inverosimile anche ad Emeline Walsh stessa, non è così?- sogghignò la creatura, fermandosi ai miei piedi e stringendomi la testa con l'affusolata mano opalescente -Ma è desiderio del mio Maestro porre fine alla tua esistenza, come a quella di tutti gli alleati di cui il dottore si circonda, perciò, ADDIO, MISS EMELINE WALSH!-.

Una scarica di spari echeggiarono lungo la via, infrangendo il silenzio ovattato del camposanto, in contemporanea alle urla strazianti del vampiro, che in breve lasciò la presa, permettendomi di tornare ad intravedere la luce del giorno.

-Emeline!-, il confortare richiamo del giovane Yami raggiunse le mie orecchie ancor prima che i miei occhi socchiusi riuscissero ad individuare la sua gracile sagoma affiancata a quella dello sposo, stagliato alle spalle del vampiro.

-Allontanatevi da qui, subito- ordinò il signor Kaiba, mentre il compagno mi prestava soccorso.

-Come avete fatto a trovarmi?-;

-Il vostro gatto è più affidabile di un segugio, Emeline. E' stato davvero interessante ed istruttivo vederlo all'opera!-;

-VI SEMBRA IL MOMENTO PER UN CONVEGNO SUI FELINI?!-ci interruppe con ferocia il signor Seto, gettando via l'arma, oramai scarica, ed attirando la creatura verso di sé.

-Se hai fiato da sprecare a riprendermi usalo per fermare quella belva!- replicò il biondino, indispettito.

-Permettetemi di illustrarvi i pericoli che state correndo..-biascicai incredula.

-Vi ringrazio, miss Emeline, ma se vorreste essere così gentile da saltare direttamente alla parte su come distruggere quell'essere, credo che Seto ve ne sarebbe infinitamente grato!- mi interruppe il ragazzo.

Con le spalle rivolte contro un'alta statua, il signor Kaiba scivolò lungo la parete di marmo, schivando in tempo il pugno dell'avversario prima che questo gli trafiggesse il petto a mani nude; quella creatura avrebbe sradicato un albero secolare col solo ausilio di una mano, e limitarsi al solo attacco sarebbe stata una vera follia, senza prima pensare ad un'adeguata difesa.

-MALEDIZIONE, WALSH! DATEVI UNA MOSSA!-gridò torcendo l'estremità di un ramo e lasciandola andare contro gli occhi del nemico, che ruggì infastidito, sferrando bracciate alla cieca.

-L'unica cosa che potrebbe ucciderlo è l'argento, o un paletto appuntito, ma prima bisogna riuscire ad immobilizzarlo!- spiegai.

-Allora trovateli, Walsh!- esclamò il moro, con la fronte madida di sudore, prima di venir colpito e scaraventato contro una statua di granito.

-SETO!-;

-Yami, dove andate?! E' pericoloso!- strillai vedendolo scivolare accanto al compagno e deviare coraggiosamente alcuni attacchi, prima che questi centrassero il moro.

-Emeline, andate, noi lo terremo occupato!- esclamò.

-Yami, cosa diavolo ci fai qui?! Va via!-;

-Ah! Vorresti divertirti solo tu, Seto Kaiba?!-;

-TI SEMBRO DIVERTITO?!-;

-Seto Kaiba, ti ricordo che siamo QUASI sposati; d'ora in avanti dovremo condividere tutto, nella buona e nella cattiva sorte! Che si tratti di un letto o di un vampiro!- affermò il giovane, schivando miracolosamente un calcio del non-morto, che andò a scorticare un recinzione alle sue spalle.

Scavalcai il muretto di cinta, guardandomi intorno alla disperata ricerca di un qualunque oggetto appuntito che potesse rivelarsi utile allo scopo; finalmente, a poca distanza, scorsi dinanzi a me i resti di una piccola palizzata in legno e ferro arrugginito.

-Amen, signore Gesù!- esclamai commossa strappandone alcune schegge appuntite e tornando sui miei passi, -HO TROVATO I PALETTI!- esordii sopraggiungendo, ma poco prima di varcare l'ala del cimitero, scorsi il corpo del signorino Yami venire scaraventato contro una logora cancellata colma di rampicanti, ed il signor Kaiba, parato dinanzi a lui, fungergli da scudo contro gli attacchi sferrati dalla creatura; a mani nude, bloccò i polsi della bestia, impedendogli di colpire a morte il giovane alle sue spalle, ma questi deviò la sua presa infliggendogli una ginocchiata allo stomaco che lo fece barcollare, mentre un rigagnolo di liquido denso e purpureo colava dalle labbra, schiuse in una smorfia di dolore.

-Seto..-; anche il signorino Yami, fino a poco prima, doveva aver lottato con tutte le sue forze a fianco dello sposo, viste le guance imporporate ed i muscoli ancora tremanti per la tensione dei colpi precedentemente sferrati.

Bisognava trovare una maniera efficace per immobilizzare quella belva, per privarla di una parte della sua eccezionale forza.

-Signor Kaiba, Yami!- esclamai lanciandogli i cavicchi di legno -Dobbiamo spingerlo contro quel muro!- dissi accorrendo ed indicando la parete di una delle numerose catacombe, ornato da cespugli di rosa canina.

-Va bene - soffiò Yami, alzandosi a fianco del compagno. Tentammo di circondare il nostro avversario, di confonderlo, pungendolo con le schegge affilate per farlo indietreggiare e finalmente, seppur con qualche difficoltà, ci riuscimmo.

Dapprima, il vampiro sogghignò, mostrando la fila di denti taglienti, poi, scoprendosi improvvisamente con le spalle al muro, ci scrutò malevolmente, riducendo gli occhi sanguigni a fessure.

-Che gli succede?!- ringhiò il moro.

-La rosa canina ha gli stessi effetti dell'aglio: li tiene lontani e li indebolisce- spiegai, -Presto, bisogna trafiggergli il cuore!- dissi, mentre il signor Kaiba si gettava contro il vampiro, bloccandolo a terra.

-Yami, svelto, colpiscilo in fretta!-.

Un lampo rosso scarlatto attraversò gli occhi terrorizzati del non-morto, che si dimenò selvaggiamente con le sue ultime forze, svincolandosi dalla presa ma scontrandosi, per sua sfortuna, contro una delle lapidi innalzate davanti a lui.

-Non solo li indebolisce, ma li disorienta- osservai, mentre i due giovani davanti a me si preparavano a trafiggerlo.

-VA ALL'INFERNO!!-.

Non appena piantarono i loro paletti nel petto del vampiro, un impressionante rigetto di sangue si levò dal suo corpo costringendoci a rovesciarci all'indietro sulla neve; il corpo del non-morto venne scosso da brividi e convulsioni, e la testa si voltò nella nostra direzione schiudendo le labbra oramai deformate, facendoci rabbrividire.

-E' ancora vivo, questo figlio di..!-;

-No! Aspettate, signor Kaiba!- lo fermai prima che potesse tornare a colpirlo.

-..Gurimo ha fallito, ma..i-l Maestro..u-cci..derà...Van Helsing e i suoi..-, e si accasciò privo di vita sul ciottolato, mostrando per l'ultima volta le orbite vuote, prima che i tiepidi raggi del sole tramutassero in cenere il suo corpo martoriato.

Ansante, mi lasciai cadere fra la neve, mentre il signor Kaiba sollevava fra le sue braccia il fidanzato ancora stremato, ricambiando il suo bacio affettuoso.

-E' soltanto l'inizio- sussurrai osservando le polveri antracite venir trasportate via dal vento.

-Andiamo a casa- mormorò il signor Seto.

-ECCOLI! EMELINE! KAIBA-BOY! YAMI-BOY!-;

-Maximillian?!-esclamammo all'unisono, voltandoci -PADRE!- soffiò Yami, sorpreso.

-Figlio mio, che storia è questa? Chi vi ha ridotti in questo stato?!-;

Prima che i due fornissero le loro spiegazioni mi feci avanti, interrompendoli: -Un vampiro ci ha teso un agguato. Se non fosse stato per il signor Kaiba, ora non saremmo certamente qui a discorrerne- raccontai, voltandomi verso Yami e lanciandogli un' occhiata allusiva che venne prontamente ricambiata con gratitudine.

L'uomo alzò lo sguardo sul genero e si morse le labbra, turbato: -Hm, immagino di dovervi ringraziare, Kaiba-;

-Non siete obbligato a farlo, signore- mormorò l'interessato, fissando le iridi vermiglie del giovane fra le sue braccia, che sorrise teneramente stringendosi a lui.

-Ehm, non per interrompervi, ma..miss Emeline è sparita di nuovo!- li informò l'americano.


-Perdonatemi- sussurrai immergendo le mani fra l'umido fogliame e le spesse radici, strappandole pazientemente -E' trascorso molto tempo dalla mia ultima visita. Ne sono successe così tante da allora, se solo sapeste, padre- con gesto brusco liberai la lapide dalla sua prigionia, restituendo la ruvida pietra incisa alla luce del giorno.

Provavo vergogna a mostrarmi, dopo tanti anni, dinanzi alla sua fotografia sbiadita, che, nonostante il freddo, le intemperie ed il proliferare di erbacce, continuava imperterrita a sorridere con dolcezza.

-Come ho potuto commettere un simile errore? Scambiare il bieco sorriso di quell'essere per il vostro? E..e poi, avete visto..in che razza di situazione mi ha messa Abraham?!-, scoppiai a piangere, poggiandomi sulla lapide, lasciando che le lacrime salate colassero su di essa, ripulendola dalla terra e dalla polvere -Mi mancate..mi mancate tanto!-.

-Forse dovremmo..-;

-No, Maximillian. Lasciamola sola per un po'.- bisbigliò Yami, fermandolo, -Quella ragazza ha trattenuto le sue lacrime per troppo tempo-.


-CONGRATULAZIONI! FELICITAZIONI AGLI SPOSI!-.

-Davvero una splendida cerimonia! Tutto è bene quel che finisce bene!- sospirò sollevato il signorino Yugi, osservando i due sposi danzare fra gli invitati, al centro della sfarzosa sala degli arazzi.

-Signorino Alyster, non vi starete commuovendo?!- osservai sorpresa.

L'interessato tirò su col naso, le gote paonazze e gli occhi lucidi: -Aah, per piacere! Non dite sciocchezze! Se ripenso a ciò che mi sono perso..!- sbottò, mentre il braccio del signor Raphael andò a cingergli le spalle, nascondendo il suo viso umido fra le pieghe della giacca.

-Siete stata una perfetta damigella, miss Emeline- disse nonno Simon, allusivo -Ancora una volta il caso è risolto!-;

-Questo non credo di poterlo affermare, signore, al contrario, temo che sia solo l'inizio. Ad ogni modo, se non fosse stato per i nostri due sposi, ora non sarei certamente qui a festeggiare. A fronte della disperata situazione, hanno saputo tirare fuori un coraggio sorprendente nell'affrontare quella creatura. Sono felice che questa vicenda abbia finalmente convinto Mr Muto del valore del signor Kaiba- ammisi più che gratificata.

-Dunque, è come avevate ipotizzato.- disse il signor Raphael -Quei vampiri erano semplici pedine-;

-A proposito di vampiri: come avete potuto farvi abbindolare da quegli esseri una seconda volta?!Avete fatto spaventare tutti quanti!- mi rimproverò il signorino Alyster.

-P-perdonatemi, ma non credo esista la possibilità di divenire immuni dall'ipnosi..!- replicai timidamente -E poi, qualcosa sembra essere cambiato nel loro modo di agire. E' come se fossero riusciti ad evolvere, a sviluppare in maniera sorprendente questa loro ambigua peculiarità, rispetto a quattro anni fa- spiegai passandomi una mano sul collo, sotto gli sguardi consci del gruppo -Quell'essere ha spudoratamente manipolato i miei ricordi, arrivando a farmi credere che mio padre fosse ancora vivo e, dopo aver preso le sue sembianze, mi ha attirata ad Highgate per uccidermi. Sembrano riuscire ad agire senza difficoltà tramite delle vere e proprie pressioni psicologiche. Un crudele lavaggio del cervello. Non mi sarei mai ripresa se quella creatura si fosse limitata a modificare la mia memoria a suo piacimento. Sarei stata uccisa, o ancora peggio, sarei potuta divenire una loro marionetta-;

-Fortunatamente non è riuscito ad arrivare fino in fondo al suo piano- disse sollevato, Yugi.

-Già. Nella sua arroganza, sembra essersi preso la libertà di generare nella mia mente, ipotetiche visioni future, sperando di riuscire a farmi cedere completamente; invece è accaduto l'opposto-;

-Cosa vi ha mostrato di tanto assurdo, da avervi fatta rinsavire?- domandò il biondo.

-Una ridicola sequenza di un mio improbabile matrimonio- risposi lasciandoli sgomenti, -Non appena ho scorto mio padre accompagnarmi all'altare mi sono svegliata istintivamente!-;

-Que-quel povero vampiro pensava di avere a che fare con una fanciulla ordinaria..-mormorò accigliato il signorino Alyster, mentre l'americano sopraggiungeva alle nostre spalle, raggiante.

-Wonderful! Questo matrimonio non avrebbe potuto prendere piega migliore, mia cara miss Emeline- commentò soddisfatto, fermandosi al nostro fianco con due calici di champagne -Una delle più interessanti e movimentate cerimonie al quale abbia mai avuto occasione di partecipare!- assicurò spostando lo sguardo castano su di me -E credo che il merito non vada unicamente alla perfetta organizzazione di Yami-boy- bisbigliò porgendomi la coppa di cristallo e brindando.

-Non vorrete dirmi che avete trovato semplicemente 'interessante e movimentata' una circostanza di estremo pericolo come quella in cui vi ho trascinati? -replicai incredula, fissando la bevanda, -Signor Pegasus, con tutto il rispetto, non vi sembra di valutare la situazione in maniera esageratamente superficiale? -.

L'interessato mi fissò con il suo solito, affabile sorriso: -Voi dite?- ridacchiò -Sì, forse avete ragione, tuttavia, voi, signorina, riuscite a equilibrare appieno questa mia lacuna. E in maniera impeccabile, ve l'assicuro-.

-V-voi avete decisamente una strana maniera di valutare i miei difetti- ammisi imbarazzata -Per riuscire a tramutare il mio pessimismo in un pregio..!-;

-Perdonate l'interruzione, miss Walsh, poc'anzi è giunta questa lettera per voi- mi informò il maggiordomo, porgendomi una busta stropicciata che non esitai a visionare...

-..ah, che sciocco- commentai percorrendo il breve scritto con lo sguardo, -Riportare una simile notizia per lettera è stato davvero avventato da parte sua-;

-Mi auguro che non siano cattive notizie-;

-No. Credo di poterla considerare una buona cosa- risposi sollevando lo sguardo sull'americano, mentre i coniugi Kaiba ci raggiungevano dopo l'ennesimo brindisi -E' una lettera del Dr. Van Helsing-;

-Davvero?- domandò sorpreso Yami prendendo posto accanto a me sui divanetti da conversazione, -Dev'essere importante, allora-.

Bucarest, 11 Novembre 18**

Mia dolce Emmy,

non immaginerai mai quali sensazionali notizie ho da darti! Mi auguro di poterti ritrovare al più presto a Bucarest; desidero con orgoglio introdurti quanto prima al mio giovane erede (...)!

Abraham

-L'erede di Abraham Van Helsing?! Ma allora voi, miss Emeline, non..!-;

-Certo che no. Come potrei esserlo? Sarebbe del tutto illogico, non trovate? -;

-C'è dell'altro. La lettera continua- osservò Maximillian, indicando il Post Scriptum al fondo della pagina.


P.S. Erzsébet è davvero entusiasta della sua nuova mansione e non manca di salutarti con 'particolare' affetto.


Tracce di rossetto si accavallavano su quell'ultima riga.

-..chi è Erzsébet?- domandò Yami, alzando lo sguardo ametista sulla sottoscritta.

Una dolorosa fitta mi percorse la schiena, facendomi rabbrividire: -Nessuno per cui valga la pena spendere delle parole, credetemi!- gli assicurai appallottolando il foglio, innervosita -Solo un'immensa fonte di grattacapi e nulla più!-;

-Dunque, lo raggiungerete appena vi sarà possibile-dedusse il signor Kaiba.

-E' un vero peccato. Contavamo di trascorrere un altro lieto Natale in vostra compagnia, Emeline- ammise il compagno, dispiaciuto.

-E' quello che avrei desiderato anch'io, Yami, ma valutati gli ultimi avvenimenti, credo sia opportuno, da parte mia, raggiungere Abraham prima possibile. Lo metterò al corrente di questi ultimi eventi, inoltre, dovrà fornirmi parecchie spiegazione al riguardo di questa anomala situazione che sta venendo a crearsi! Questa storia dell'erede e del capo dei vampiri comincia già a seccarmi. Prima avrò delle conferme, e prima tornerò ai miei quieti studi, lontana da complotti e agguati-.

-Siete più coraggiosa di quanto mostriate in apparenza, Emeline. Vi prego, fate molta attenzione-;

-Yami, insomma, che state facendo? Devi lanciare il bouquet, l'hai scordato?- ci interruppe il piccolo Mokuba, tirandoci con insistenza fra il folto gruppo d'invitati. -Miss Emeline, venite, presto!-;

-Lungi da me; non è mio costume assecondare sciocche tradizioni come questa-;

-Che noiosa! Pregate di afferrare quel bouquet, almeno troverete un uomo in grado di sopportarvi!- mi rimproverò il ragazzino, spingendomi tra la folla prima che potessi maturare l'idea di strozzarlo.

-Lo stavo quasi dimenticando. Siete pronti?- domandò il giovane sposo, voltandosi -VIA!-.

Il mazzolino si levò verso l'ampio soffitto della sala, cominciando, poco dopo, la tanto attesa discesa verso mani agitate che cercarono invano di afferrarlo, cambiandone la traiettoria e facendolo rimbalzare fuori dalla mischia, contro la mia faccia, infine, in mano al signor Raphael, che rimase a fissarlo perplesso per qualche minuto, sotto gli sguardi sgranati e un po' delusi delle signore presenti.

-Non vorrai sposarti, spero- sbottò pacatamente il compagno, distogliendo lo sguardo cinereo, -Potevi lasciato cadere-;

-Perché mai avrei dovuto?- replicò il biondo, mettendogli in mano il bouquet -Sarebbe stato un peccato rovinarlo- osservò divertito, scompigliando teneramente i capelli del compagno, che gonfiò le gote, paonazzo.

-M-ma che stai dicendo?-;

-IL PROSSIMO SPOSINO!- esultarono gli invitati, circondandolo e portandolo, festosi, in trionfo per la sala.

-MA NON SCHERZIAMO! RAPHAEL, TRADITORE, VIENI A TIRARMI GIU'!!!-.

-Povera la sfortunata che l'accompagnerà all'altare-;

-T'HO SENTITO, KAIBA! DOPO FACCIAMO I CONTI!-ruggì l'interessato, dimenandosi paonazzo.

-Seto, invece di prenderlo in giro, vieni a danzare!-;

-Cosa? E' una persecuzione! Ancora non ne hai abbastanza, Yami?!-.

Prima di lasciarmi alle spalle l'allegra atmosfera dei festeggiamenti, mi voltai un'ultima volta verso la vivace combriccola riunita al centro della sala. I complessi lampadari dorati gettavano su di essa la loro luce più pura e vivida, bandendo le oscure tenebre all'esterno delle mura, ed illuminando i volti ridenti e i fastosi abiti di sete pregiate e taffetà scintillante che ondeggiavano a tempo di musica, indosso ai loro altolocati proprietari. Ogni risata era un piacevole tintinnio, ed i sorrisi che rivolsi a ciascuno di essi era il mio più sincero augurio di un cammino avvolto in quella medesima e calda luce; fissandomi nella mente quelle liete immagini, mi voltai, abbandonando la sala e raggiungendo il silenzioso atrio della casa, dove scorsi Roland comparire sulle scale e venirmi incontro assieme al mio buon soriano.

-I vostri bagagli sono già stati preparati e caricati, come richiesto, miss Walsh-.

Asserii indossando guanti e cappotto e, scendendo lungo il viale, mi lasciai alle spalle la villa, tornando ad immergermi nella tenebra notturna, accompagnata dai rintocchi solenni e metallici del Big Ben, che annunciava la venuta della mezzanotte sotto il cielo brumoso della capitale.

-Meow-;

-Non temere. Guiderò personalmente la carrozza, questa volta-.


-Tzk. Se n'è andata a mezzanotte in punto. Temeva che la sua carrozza si tramutasse in zucca?-;

-Kaiba-boy, questo sarcasmo..?- sorrise Maximillian, tornando ad immergere lo sguardo nell'oscurità dei giardini innevati -Dici che avrei dovuto fermarla?-;

-Per quale ragione?- mormorò il giovane, atono, alzando le spalle ed allontanandosi dalla finestra, -Dopotutto, non ha perduto la scarpetta-.

PhaseEXTRA: Cosa accadde in seguito allo strano caso del Dr.Yami e Mr.Atemu_FINE

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Ending Theme: I'm ALIVE! (BECCA_I'm ALIVE!)



  
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