Brothership


Capitolo 1: Temari

-Shikamaru, secondo te sono una persona cattiva?-
Chiese la bionda ninja della Sabbia all'ozioso ninja della Foglia.
Temari si era recata a Konoha per organizzare le selezioni dei chunin.
Quando aveva scoperto che ad affiancarla sarebbe stato Shikamaru, non ne era rimasta particolarmente sorpresa.

Temari era la sorella maggiore. Aveva sofferto veramente tanto per la perdita della madre. E in un primo momento, aveva odiato Gaara: l'intruso, l'essere che le aveva portato via la sua adorata mamma. Colui che aveva privato lei e il fratellino Kankuro della loro felicità. Per questo Temari non degnava Gaara di uno sguardo.
Finché una notte....

La bimba stava tornando a letto dopo essere andata al bagno. Passò davanti alla stanza di suo padre.
-Il problema, Kazekage, è che Gaara sta diventando pericoloso.-
Suo padre non rispose al misterioso interlocutore.
-Farlo possedere dal tasso monocoda, è stata una pazzia! Potrebbe mettersi contro il villaggio.-
Temari rimase impietrita udendo quelle parole.
Gaara era posseduto da qualcosa?
E suo padre era in qualche modo colpevole?
Invece di andare in camera sua, la bambina andò in quella del fratellino, che dormiva.
Era così piccolo. Temari si sentì in colpa per non aver mai accarezzato quel bambino così innocente.
Gaara respirava piano, il suo petto si sollevava e riabbassava con ritmo regolare.
Temari fece per prendere la manina del piccolo tra le sue, ma qualcosa, anzi, qualcuno la fermò.
-Che ci fai qui? Torna in camera tua a dormire.- tuonò la voce del Kazekage.
Intimorita la bambina corse nella sua stanzetta e si mise a letto, ma senza riuscire a dormire. Perciò si alzò di nuovo ed entrò nella stanza dell'altro fratello.
-Kanku-chan, posso dormire con te?- gli chiese
Kankuro per tutta risposta, si spostò un poco, così la piccola gli si sdraiò affianco.

-Di sicuro, non sei peggio di mia madre.- rispose Shikamaru sbadigliando.
-Possibile che tu non riesca mai ad essere serio in vita tua?-
-Quello è Naruto. Io sono sempre serio.-
-Serio e senza cuore!- ribattè secca Temari.
Conosceva Shikamaru da un bel po' di tempo, e si aspettava una risposta del genere da lui.
Ma il suo cuore desiderava consolazione.
Le avrebbe fatto piacere sentirsi dire che non era colpa sua, che c'erano circostanze in cui si era costretti ad agire in un determinato modo.
Eppure, Temari era conscia del fatto che Shikamaru non le avrebbe mai detto quelle bugie.
Lei avrebbe potuto comportarsi in modo di verso, ma era troppo terrorizzata da suo padre.
Quell'uomo, le faceva paura. Non la picchiava. Solo, esercitava su di lei una forte autorità che le impediva di reagire e di ribellarsi e di comportarsi secondo il suo cuore.
Ora suo padre era morto per mano di Orochimaru, e Temari si sentì sollevata.
Adesso era libera. Libera di amare e di vivere come una qualunque ragazza ninja della sua età: tra le gioie e i dolori che ogni missione comportava, ma fidandosi ciecamente dei suoi due compagni di squadra: Gaara e Kankuro, i suoi due fratellini.
Per loro due, anche se non lo davano a vedere, lei era un punto di riferimento. Era come la loro madre, morta a causa dei giochi di potere del loro padre.
Erano orfani. Ma erano insieme. A Temari bastava questo.

-Devo andare.- disse Temari dando le spalle a Shikamaru. Era già tardi e aveva ancora parecchie cose da fare.
-Aspetta!- Shikamaru le prese la mano.
Temari si fermò, stupita dall'intraprendenza del moro. Sì, perché il solito Shikamaru l'avrebbe liquidata con un ''Va beh, ciao...'' senza neanche guardarla e si sarebbe nuovamente appisolato su di un albero.
-Ecco... io... Non penso che tu sia così cattiva...Beh, si un pochino si...- balbettò impacciato. Proprio non gli riusciva farle dei complimenti o dirle parole dolci.
-Ho lasciato che Gaara patisse la solitudine e l'abbandono. Non l'ho mai accarezzato perché avevo troppa paura di mio padre. Eppure, avrei tanto voluto.-
Shikamaru si grattò la testa. Ora capiva dove voleva arrivare Temari. Le donne... Perché facevano tanti giri di parole? Non poteva dirglielo subito?
-La paura è una brutta bestia.- disse. Lentamente le si avvicinò e si fermò al suo fianco. Con gli occhi rivolti al cielo continuò
-Guardare al passato è inutile. Ciò che conta è pensare al futuro.-
Certo!
Non avrebbe mai potuto cancellare quegli anni di angoscia, ma avrebbe potuto rimediare ed essere un punto di riferimento per il fratellino.
Fratellino...
Temari non aveva mai avuto il coraggio di chiamarlo così. Si limitava ad essere formale: un po' perché lui era il Kazekage, un po' perché la cosa la imbarazzava. Insomma, chiamare fratellino una persona che per anni e anni non aveva mai cercato e che aveva temuto, era alquanto...imbarazzante. Si sentiva una stupida, anche se capiva che non ce n'era motivo.
Una volta tornata a Suna le cose sarebbero cambiate.
In parte lo erano già, ma per ricostruire il loro rapporto, per diventare veramente fratelli, c'era ancora parecchio lavoro da fare.

Fine Capitolo 1




Questa era una vecchia fic di quattro capitoli abbandonata nel mio pc e pressoché conclusa. Era da molto che volevo pubblicarla. Anche questa è scritta da tanto e quindi a tratti è un po' ingenua ed acerba (beh, non che io adesso scriva divinamente, ma ho migliorato i certo rispetto alle prime ficcine U_U
Al prossimo capitolo con Kankuro!