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Autore: ShinyDarkF    17/02/2011    3 recensioni
Erano solo due ragazzi.
Erano felici.
Non sapevano quello che stava per accadere.
Ora sangue è quello che vedono.
Sangue è quello che sentono.
Sangue è quello che vogliono.
Ma forse non tutto è perduto.
Sono stati nel buio per anni ma ora...
Stanno tornando.
Genere: Dark | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Edit: Non voglio dirvi questa cosa troppe volte, ma vedo che non state più lasciando recensioni. Se non vi piace più la storia, va bene, io accetto anche critiche però non posso sapere se, non so, sbaglio a scrivere qualcosa se non lasciate neanche una recensione...spero che ne riceverò presto e soprattutto spero che vi piaccia questo nuovo capitolo. a presto

Christina decise di uscire. Non ce la faceva più a stare dentro ma non voleva dirlo a nessuno. In verità non ce la faceva più a fare niente. Sentiva che doveva semplicemente riposarsi ma non ce la faceva. In pochi giorni aveva scoperto che il suo ragazzo era un vampiro e che sua cugina era la cacciatrice. Si mise a ridere. Prima neanche sapeva il significato di queste parole. A quell’ora lei sarebbe stata a letto e forse avrebbe anche dormito o forse avrebbe preferito mandare messaggi ai suoi amici o, perché no, scrivere il suo diario. La sua vita era monotona, se lo ripeteva in continuazione, ma era anche bella, una semplice vita da ragazza normale. Prima avrebbe dato di tutto per cambiare la sua vita. Ora avrebbe dato di tutto per riaverla indietro. Insieme agli altri. Aveva lasciato tutti per seguire un sogno che non avrebbe mai avuto fine. Per lei era solo questo: un sogno. Credeva che passare un periodo con il suo ragazzo gli avrebbe fatto bene, una bella e spensierata vacanza. Ma non era un sogno. Quello era un incubo e non aveva modo per risvegliarsi.
Nessuno l’avrebbe più portata indietro.
Si guardò intorno. Aveva camminato davvero a lungo ed era arrivata nel giardino dei gemelli. Ex giardino. Era davvero bello, ricco di fiori e di notte c’era una strana luce che lo abbagliava e quasi lo rendeva argenteo. Era la luce della luna. Era di certo un incanto, una di quelle cose che le persone pagherebbero per vedere.
Ed era appartenuto a due semplici ragazzi.
Non faceva freddo. O forse era lei a non sentire freddo. Voleva che qualcuno stesse vicino a lei ma nessuno era più lì. Bill e Tom erano a caccia, Sue..bè anche Sue lo era. E Christina era sola. Sola con i suoi pensieri, sola con il mondo intero, sola. Ma in fondo stava bene. Da un po’ di tempo non riusciva a nascondere le sue emozioni, era sempre più spaventata e irascibile e sapeva che gli altri se ne accorgevano ma non le dicevano niente. Sapevano che prima o poi sarebbe crollata e forse questo era un bene. Ma lei non voleva crollare perché sapeva che non sarebbe più stata la stessa. Non voleva accettare la realtà, non voleva altra paura, voleva vivere dietro al suo bel muro di vetro che si era costruita. Niente di quello che stava succedendo fuori poteva entrare nel muro. Là niente le dava la caccia. Niente poteva farle del male. Niente esisteva se non la vecchia, normale Christina. Illusa. Ora capiva perché Tom era sempre così duro e capiva perché anche Bill lo era stato. Spesso è meglio l’indifferenza del tormento.
Alla fine non ce la fece. Si sedette su una panchina e guardò l’ultimo raggio di luna che si allontanava per lasciare posto all’oscurità. Anche lui l’aveva abbandonata. Rimase un po’ così a fissarlo con i suoi grandi occhi pieni di stupore e lacrime inespresse e alla fine si accasciò su un fianco e si addormentò.
"Christina, farai tardi a scuola"
La ragazza si svegliò. Sua madre la stava chiamando per la scuola, come tutti i giorni. Era una giornata bellissima, dopo tanto tempo era spuntato il sole e l’inverno era finalmente finito. Si sarebbe preparata come ogni giorno e avrebbe fatto fatica a decidere che vestiti mettersi. Probabilmente avrebbe fatto tardi come al solito. E probabilmente si sarebbe guardata allo specchio e avrebbe pensato di cambiare qualcosa, magari i capelli. Era tutto così normale, ma al tempo stesso sentiva che tutto era perfetto. Ma lei non stava bene. Improvvisamente sentì qualcosa dentro di lei che non funzionava, come se le avessero asportato il cuore e lo avessero gettato via chissà dove. Ma non c’era motivo per cui si dovesse sentire così. Lei aveva tutto, lei era la più popolare della scuola, lei era semplicemente perfetta. Ma chissà perché queste cose le sembravano così lontane e le mancava qualcosa, ma non riusciva a capire che cosa.
C’era ancora quel sole che spuntava dalla finestra.
Troppo, troppo sole.
Scese in cucina a fare colazione. Non trovò nessuno. La porta di casa era aperta e per qualche strano motivo decise di uscire. I raggi del sole la colpivano in pieno viso e sapeva benissimo che erano troppo forti per uscire senza protezione solare, ma non le importava. Il sole le colpiva il suo vestito bianco candido. Chissà perché aveva deciso di mettersi un vestito del genere per un normale giorno di scuola. Sapeva che non sarebbe andata a scuola, non sapeva come ma capiva che il suo destino non era lì. Il suo destino era molto più grande. Si sentiva realizzata. Provò quasi l’impulso di correre per il suo giardino, quasi come se fosse una bambina e non si vergognava di quello che poteva dire la gente.
Ma nessuno c’era.
Improvvisamente si fermò. Il sole se ne era andato e non voleva tornare. Strano, sembrava una giornata così bella invece in quel momento sembrava che stesse per piovere.
Christina sentì un grido e un pianto disperato.
Entrò in casa.
Trovò sua madre che piangeva. Era a terra e sembrava che stesse sul punto di svenire. Forse non si era sentita bene ed era caduta o almeno questo pensò Christina prima di guardare le mani della madre.
Erano sporche di sangue.
"Mamma" chiamò la ragazza ma non ottenne nessuna riposta.
Il padre della ragazza accorse in soggiorno e vide la donna che non riusciva a calmarsi. Anche lui piangeva. Erano disperati.
Christina sentì di nuovo quello strano impulso che la costringeva a muoversi e che non sarebbe riuscita a fermare neanche volendo. Capì che si trovava in un sogno ma tutto le sembrava reale, come se quella situazione fosse realmente accaduta e lei stesse solo ricordando qualcosa.
I suoi piedi le dissero di salire le scale.
Trovò Sue, anche lei piangeva. Non aveva mai visto quella ragazza così indifesa. Vicino a lei c’era un ragazzo con lunghe treccine. Era Tom e anche lui sembrava preoccupato. Non era dispiaciuto ma si vedeva dai suoi occhi che era turbato. La situazione era stranissima. Di solito Sue e Tom si sarebbero combattuti a vicenda e Tom aspettava solo un momento del genere per saltare sulla cacciatrice e distruggerla ma non lo faceva. Sembrava che avesse paura.
Christina sorpassò i due. Voleva dire qualche parola ma non se la sentiva, non voleva che sua cugina piangesse ancora di più. Non voleva che qualcuno le dicesse cosa era successo.
I suoi piedi la portarono in camera da letto.
Sulla soglia trovarono Bill. Bill non era in lacrime, non piangeva, non sembrava preoccupato, era semplicemente distrutto. La ragazza conosceva il vampiro solo da poco tempo ma sapeva che stava molto, molto male per avere quell’espressione. Sembrava che non volesse esserci, che volesse scomparire e non tornare più, che volesse morire.
Ora anche Christina cominciava ad aver paura. Cosa poteva essere successo per turbare Bill, che di solito non si preoccupava mai, o se lo faceva, non lo mostrava agli altri per non spaventarli.
Non la degnò neanche di uno sguardo, come se lei non fosse lì o come se lei non fosse abbastanza importante.
I suoi piedi la portarono davanti ad un letto. Il suo letto. Dentro c’era una ragazza con lunghi riccioli castani. I suoi occhi erano chiusi ma Christina sapeva che quegli occhi erano di un blu elettrico, del colore del cielo. Era molto pallida, anche se normalmente il suo colore di pelle non era molto più scuro. Christina lo sapeva bene. Sembrava tranquilla, forse sembrava anche felice.
Non si sarebbe mai svegliata per andare a scuola.
Non si sarebbe più svegliata.
Era morta.
Era Christina.
"Succederà" sussurrò una voce alle sue spalle.
La ragazza si girò ma non c’era nessuno. C’era soltanto Bill che continuava a guardare il basso e a deprimersi. Ora la ragazza sapeva il motivo e sapeva che era tutto un incubo.
Doveva svegliarsi.
Ma qualcosa dentro di lei le diceva di restare.
"Chi sei?" urlò Christina.
Qualcosa cambiò nella stanza. Forse qualcosa nelle pareti. Forse non si trovava più nello stesso ambiente ma lei non ci fece caso. Aveva cose più importanti da fare che guardare il muro che cambia forma e colore.
Rifece la domanda.
Bill alzò la testa e per un attimo la guardò dritto negli occhi.
"Succederà" disse.
Christina voleva chiedergli spiegazioni ma si ritrovò a osservare gli occhi del ragazzo.
Bill aveva gli occhi più profondi.
Quello non era Bill.
   
 
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