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Autore: fri rapace    17/02/2011    8 recensioni
Tonks aveva perso il lavoro. Per strada veniva additata e derisa, dai negozi di Diagon Alley cacciata in malo modo:
“Non qui, pervertita!”
“Ho dei figli, io, gira al largo!”
“Tornatene nella tana col tuo animale!”
“Nocturne Alley ha tutto quello che serve a gente come voi. Non vogliamo mostri, a Diagon Alley! Questo è un posto rispettabile!”
Remus nascondeva la mano con la fede dietro la schiena, lei la sbatteva in faccia a chi la insultava...

Storia classificata dodicesima al Three days Contest indetto da Foxfeina.
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nimphadora Tonks, Remus Lupin | Coppie: Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno | Contesto: II guerra magica/Libri 5-7
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La paura più grande Tonks aveva perso il lavoro. Per strada veniva additata e derisa, dai negozi di Diagon Alley cacciata in malo modo:
“Non qui, pervertita!”
“Ho dei figli, io, gira al largo!”
“Tornatene nella tana col tuo animale!”
“Nocturne Alley ha tutto quello che serve a gente come voi. Non vogliamo mostri, a Diagon Alley! Questo è un posto rispettabile!”
Remus nascondeva la mano con la fede dietro la schiena, lei la sbatteva in faccia a chi la insultava: una sberla diretta al loro perbenismo.
Un arco di luce, coda del misero anellino con cui l’aveva sposata, rincorreva il suo gesto e scompariva quando chiudeva il pugno davanti al volto esterrefatto del mago di turno, come se ogni volta lo acchiappasse al volo.
Remus interveniva precipitosamente: la prendeva per il polso e la trascinava via in malo modo, sordo alle sue proteste.
“Dora, non dovevi! Dobbiamo cercare di stare nascosti!” le ordinava brusco.
“Non siamo noi quelli che dovrebbero andare a nascondersi!” prendeva fuoco lei.
“Dammi la mano,” tentava allora di ammansirla, tirandola di peso in qualche vicolo Babbano dove, sommersi dalle ombre, persino i suoi capelli rosa acceso sbiadivano.
Lei non gliela negava mai e Remus frugava con lo sguardo nel suo palmo dischiuso, immaginandosi lo scintillio dell’anello spiccare il volo da lì, come un piccolo insetto, una lucciola cattiva. Un raggio di luna.
“Ho fatto di te una reietta,” si accusava a denti stretti, nudo e indifeso davanti al dolore che gli causava il vederla maltrattata a causa sua. Era un supplizio, per lui, tirare avanti a quella maniera. Persino Ted e Andromeda avevano loro detto schiettamente quanto ritenessero disgustoso il loro matrimonio.
“Io sono orgogliosa di averti sposato, Remus! Orgogliosa!” si intestardiva Tonks, come se non vedesse altro che lui. Aveva tutto il mondo contro, e non vedeva altro che lui.
Era spaventoso quell’amore così grande e cieco, Remus non riusciva a riceverlo e tenerlo dentro. Avrebbe voluto, ne aveva così bisogno… ma la certezza di non meritarselo affatto gli rivoltava lo stomaco e lo obbligava a rigettarlo.
Era solo un codardo, e da codardo parlava:
“Quell’anello… non dovresti portarlo più… Nascondilo, almeno, invece di mostrarlo a tutti. È la tua condanna.”
Lei scuoteva il capo con gli occhi pieni di lacrime, incredula e ferita.
“È il mio orgoglio,” ripeteva.
“È solo un anellino,” cercava di farla ragionare. “Un raggio di luna facile da nascondere.”
“A me la luna non fa paura,” lo rassicurava con voce dolce, stringendogli la mano per fargli forza, l’offesa già dimenticata.
“È il mio Molliccio,” rabbrividiva lui, terrorizzato. E poi taceva per ore, convinto di poterla ingannare, di potersi nascondere persino da lei.
Remus a volte si rendeva conto di parlare a vanvera, che i suoi sotterfugi erano del tutto inutili: l’intera comunità magica sapeva che Ninfadora Tonks - l’Auror con gli sgargianti capelli rosa - aveva sposato un licantropo. Il loro matrimonio era stato registrato regolarmente al Ministero e da lì la voce si era sparsa.
Le lettere di protesta non si erano fatte attendere: erano piovute a centinaia dai becchi dei gufi, in quei giorni. Maghi e streghe all’unanimità, ritenevano che fosse uno scandalo che una dipendente del Ministero, stipendiata con le loro tasse, avesse fatto una cosa tanto abominevole senza venire immediatamente licenziata.
A furor di popolo, Tonks era stata cacciata.
Tutto quello per cui l’aveva allontanata da sé per un anno intero, si era avverato.
La cosa più terribile, era che ora non le rimaneva che la causa di tutto quello: lui.
E Remus non poteva perdonarselo. Era spaventato a morte da quello che le aveva fatto, e non era ancora finita.

***

“Io ti amo, Remus, e anche lui ti amerà!”
Remus non la stava ascoltando, fissava il vuoto oltre la sua spalla, scioccato.
Tonks gli raccolse il viso tra le mani e lui spostò lentamente gli occhi spalancati sul suo viso, la bocca abbandonata, aperta in un gemito muto.
“Sembri un pesce rosso,” gli sorrise vivacemente lei. “E lo stai anche diventando!”
“Un pesce?” balbettò lui, speranzoso. Era completamente fuori di sé.
Nessuna passione privava la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura.
“No. Rosso!”
“Oh…”
Chinò il capo con le guance in fiamme, lo sguardo che gli scappava sul ventre di Tonks.
Lei se lo accarezzò amorevolmente.
“Non si nota ancora per niente, ma tra qualche mese… beh… vedrai che roba!” allontanò le braccia dal corpo, fingendo di sostenere una Pluffa enorme.
Il suo sorriso era radioso, ma Remus era troppo spaventato per accorgersene.
“Tra qualche mese, sarà come se ti avessi fatto ingoiare la luna,” riuscì a buttar fuori, con il cuore in gola.
Le aveva messo uno dei suoi raggi al dito e l’intero astro in pancia. La stava seppellendo, soffocata dalla sua paura più grande.
Lei annaspò, cercava un suo abbraccio… e lui, invece di stringerla, le voltò la schiena, camminando come un sonnambulo verso la cucina.
Faceva la conta delle persone a cui aveva rovinato la vita: una, due, contava con le dita.
Una, due; una, due. Una, due. Dora. Un bambino. Dora e il loro bambino. Quanto di più caro avesse al mondo.
“Per chi sono quelle Burrobirre?” sentì domandare Tonks da molto, molto lontano.
Era un pesce rosso in un acquario e lei gli parlava da fuori, dove c’era l’aria.
“Remus! Ma dove stai andando?”
Lui abbassò la maniglia, senza voltarsi indietro.
“A festeggiare,” vaneggiò disperato, sbattendosi con violenza la porta alle spalle.







Lo so, argomento già trattato... ma la citazione che ho scelto per il contest: 
"Nessuna passione priva la mente così completamente delle sue capacità di agire e ragionare quanto la paura" (Edmund Burke), era perfetta per questo Missing Moment ^^
Oh, specifico che: "Persino Ted e Andromeda avevano loro detto schiettamente quanto ritenessero disgustoso il loro matrimonio",
è una cosa che ho dedotto dal settimo libro, dove Remus dice ad Harry che persino i genitori di Tonks erano disgustati dal loro matrimonio.
Copio qui sotto il giudizio di Foxfeina, che ringrazio:



Dodicesima classificata
“La paura più grande” di Fri


Correttezza grammaticale e ortografica: 10/10
Lessico e stile: 9/10
IC dei personaggi: 8/10
Originalità: 8/10
Adeguato inserimento della citazione: 5/5
Gradimento personale: 4,4/5
Totale: 44,4/50


Nel complesso, veramente una Fanfiction molto valida, piacevole da leggere. Grammaticalmente parlando nessun errore, o almeno così mi è parso. Lo stile è buono, scorrevole, si lascia leggere senza problemi a parte – forse – in un paio di casi in cui l'ho trovato lievemente ripetitivo. Nulla di grave, comunque. La storia, in sé, non è originalissima, in quanto il terrore di Remus nei confronti di Ninfadora viene analizzato un po' in tutte le maniere... la tua originalità, però, sta nell'arricchire queste scene di una semplicità e di una quotidianità che le rendono più vere che mai: la similitudine tra l'anello e la luna, la luna nella pancia, Remus che sembra un pesce rosso....la situazione si disegna benissimo davanti gli occhi di chi legge :) Ho un appunto da farti per quanto riguarda la caratterizzazione. Per quanto io trovi Rem e Dora perfetti da questo punto di vista, c'è una frase che mi ha disturbata parecchio: “Persino Ted e Andromeda avevano loro detto schiettamente quanto ritenessero disgustoso il loro matrimonio”.
Perché mai? :) Ricordiamo che l'amore di Ted e Andromeda è uno dei più contrastati e fortemente voluti di tutta la saga...lei si è fatta radiare dalla famiglia Black, per aver seguito il cuore...come potrebbe condannare la figlia, per la sua scelta d'amore? ^^ Spero tu non sia in disaccordo con questo pensiero :)
A parte tutto, complimenti per la fic ^^

   
 
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