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Autore: Tempera    17/02/2011    8 recensioni
Piccolo spaccato del 14 luglio, in cui Oscar e Andrè, sopravvissuti, mettono insieme le fila della vecchia vita e guardano al futuro. Per adesso è una one-shot ma potrebbe trasformarsi in una long.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Questa è la mia prima fanfiction. Sono sempre stata una lettrice accanita di fanfiction di Lady Oscar, ma non ho mai avuto il coraggio di pubblicare niente di mio. Finalmente sono riuscita a scrivere e a trasformare una massa di idee in un capitolo.
è un one-shot per adesso, ma se trovrerò la determinazione e l'ispirazione giusta per continuarla credo che lo farò, ma solo dopo averla portata a conclusione.  Spero vi piaccia e che il font permetta la lettura, purtroppo non sono per niente pratica con l'html.  Deborah


POV  OSCAR
 
“Andrè, stringimi ancora un po’, solo un altro po’ ancora”
“Non ti lascio, tranquilla non ti lascio andare…”  e rafforzi la stretta della tua mano tra i miei capelli e mi premi contro il tuo petto, mentre io continuo a piangere stretta a te.
“Cosa ne sarà di noi adesso? Cosa ne sarà di me?”
“Non ti preoccupare Oscar, ora non ti devi preoccupare per lui, ti porto via da qui. Andremo via, ho già pensato a tutto. Domani mattina prenderemo i cavalli e ci allontaneremo da tutto questo. Fuggiremo dal dolore, dalle atrocità di questo massacro. È tutto finito, la Bastiglia è stata presa e si apre un nuovo inizio per la Francia e anche per noi.”  
Sono belle le tue parole, e riescono per poco ad alleviare quella pesantezza che mi porto dentro, trovo l’energia per staccarmi dal tuo petto, bagnato dalle mie lacrime e guardarti in volto. Sei stanco, hai il viso provato da questa giornata, l’occhio affaticato, ma nonostante questo il tuo sguardo è luminoso, pieno di speranza e proiettato al futuro. Per te oggi non c’è stato solo dolore, per te oggi è il giorno in cui gli ideali di libertà e di uguaglianza si sono affermati, finalmente potrai andare in giro a testa alta, orgoglioso di essere quello che sei. Non più padroni, né servi. È il giorno in cui ti sei conquistato il diritto di potermi sposare. E lo farai, io voglio che tu lo faccia.
Ecco perché il tuo sguardo che già costruisce il nostro domani, mi dà la forza per reagire e riuscire ad alzarmi, mentre tu lo fai con me. La folla intorno a noi festeggia, le persone si abbracciano, ballano per le strade di Parigi e si osannano gli eroi che qui oggi hanno perso la vita.  So che vorresti farlo anche tu, ma io non posso, non ci riesco adesso. Sono ancora troppo provata da questa giornata, tutto il dolore, la rabbia, la disperazione. Avere rivisto lui. Troppe emozioni tutte insieme che mi hanno fatto crollare. Ecco perché ti sussurro “Portami via”, appoggiandomi a te come un burattino stanco.
 
POV ANDRE’
 
Ci allontaniamo cauti dalla piazza, mentre un fiume di gente va nella direzione contraria, tutti festeggiano, si abbracciano, fanno volare in aria il cappello: il simbolo della monarchia è caduto, c’è ancora speranza per il popolo francese. Noi camminiamo sottobraccio l’un l’altra lungo le mura delle case. Intravedo Rosalie e Bernard festeggiare e faccio intender loro che ce ne stiamo andando. Non hanno bisogno di altre parole per capire. Quando sarà il momento riprenderemo i contatti noi.
Tu continui a tenere lo sguardo basso come se avessi paura di cadere o inciampare, però ti tieni stretta a me, come se fossi il tuo bastone e tu fossi cieca. Amore, lo sai che tra poco dovrai fare lo stesso con me? Ma non voglio pensarci adesso, ora devo pensare a te, a portarti via nel modo migliore e più discreto possibile. Devo pensare a noi. Adesso ci serve una locanda dove passare la notte, con le divise dei soldati della guardia siamo ancora troppo in vista e tu soprattutto, con i tuoi gradi e anche la tua bellezza. Difficilmente il popolo parigino e la Francia intera si dimenticheranno del fiero comandante della Guardia Nazionale che, nobile e donna, ha guidato i suoi soldati all’assalto della Bastiglia e ha combattuto con il popolo per la libertà.
Abbiamo camminato a lungo in silenzio per i vicoli di questa città, lasciandoci pervadere soltanto dalle grida di giubilo della gente in strada e quando sono stato sicuro di essere in una zona abbastanza tranquilla, si fa per dire, ho cominciato a guardare in giro per vedere se trovavo quello che potesse fare al caso nostro, mi sembrava di ricordare ci fosse una locanda da queste parti. E infatti la vedo, appartata ma piena di persone festanti fuori sedute ai tavoli, di donne poco abbigliate che si strusciano sinuose sopra le ginocchia dei clienti.
“Siamo arrivati” dico, e tu guardi di fronte a te mentre ci avviciniamo, quasi sorpresa, incredula. Sembri sotto shock, chissà quali pensieri annebbiano la tua mente.
Veniamo accolti con pacche sulle spalle dagli avventori, strette di mano e complimenti, la divisa che portiamo da oggi per loro ha assunto un altro significato, e quasi ti vedo rianimarti un poco mentre ti offrono da bere e invece di rifiutare come mi aspettavo, accetti di buon grado.
Dopo le varie esultanze mi avvicino al bancone per chiedere una camera, mentre la proprietaria, che sembra piuttosto sbronza, si avvicina con fare provocante e, mettendomi un braccio intorno al collo, mi passa la chiave. Io cerco di divincolarmi dalla presa il più delicatamente possibile, sperando che Oscar non si riscopra gelosa tutt’a un tratto, e lascio sul bancone il denaro sufficiente per pagare la stanza, una pagnotta di pane, un po’ di salame e una bottiglia di vino che il giovane sguattero mi passa dalla dispensa. Porto tutto di sopra, mentre Oscar mi precede.
Le passo la chiave e indico con un cenno la porta di fronte, lei apre ed entra, io la seguo lascio tutto sopra un tavolinetto e mi affretto a chiudere la porta. Con un sospiro pesante, tra lo stanco e il soddisfatto appoggio la fronte sopra il legno e chiudo il mondo fuori. Per stanotte, solo per stanotte voglio chiudere tutto fuori da questa stanza.
Ci siamo solo io ed Oscar adesso. Solo noi due. E il nostro futuro insieme.  
  
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