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Autore: emylee93    17/02/2011    5 recensioni
"Sono stati la tu prima vera famiglia,e sospetto che per te loro lo saranno sempre, più di chiunque altro"...
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Harry Potter | Coppie: Ron/Hermione
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Un matrimonio di ricordi



Salve a tutti. Questa è la prima storia che pubblico qui su EFP (in realtà è la prima storia che pubblico punto!). Avendo recentemente avuto una brutta esperienza, finita bene per fortuna, in amicizia, ho voluto scrivere questa storia. La cosa che ho sempre apprezzato maggiormente nei libri di Harry Potter è infatti proprio questo forte sentimento che lega Harry, Ron ed Hermione; per questo ho cercato di immaginare cosa possa aver provato Harry nel veder sposare i suoi migliori amici.

Mi scuso  per tutti gli eventuali errori che troverete nel testo  (spero pochi o nessuno), e per la modalità di scrittura da principiante. Credo di aver parlato anche troppo, quindi vi lascio alla mia storia. Siate brutali, non vedo l'ora di poter migliorare.

I personaggi di questa storia non appartengono a me (purtroppo direi), ma sono frutto della mente geniale della Rowling.

Non poteva crederci, ma quel giorno era arrivato davvero. Non che fosse poi così sorpreso;  forse aveva  sempre saputo che sarebbe andata a finire così. Solo che una cosa è fare supposizioni, per quanto queste possano essere del tutto verosimili, un altro paio di maniche è invece ritrovarsi spiattellato in faccia, la reale, incontrovertibile verità, ciò che da sempre aveva sospettato e tutto sommato anche sperato.

Era il 7 Luglio del 2002, forse una delle giornate più torride di quella lunghissima estate. Harry Potter, il ragazzo che aveva sconfitto per sempre l’Oscuro Signore, se ne stava seduto in una poltrona un po’ vecchiotta all’interno di una delle cinque tende posizionate nel giardino della Tana. Gli ricordava molto quella che lui e i suoi migliori amici avevano utilizzato durante la Seconda Guerra Magica, solo che questa non era impregnata di quel caratteristico odore.

Quello era un giorno davvero speciale per Harry: il giorno del matrimonio di Ron ed Hermione. Alla fine ce l’avevano fatta, dopo ben 4 anni di fidanzamento  stavano per compiere il grande passo. Il ragazzo con la cicatrice a forma di saetta non poteva esserne più felice, soprattutto perché nessuno più di lui aveva vissuto da vicino la loro storia: prima un disprezzo profondo l’uno verso l’altra, poi erano iniziati i primi battibecchi ( che avevano portato all’esasperazione il povero Ragazzo-Che- È-Sopravvissuto, nel corso degli anni), poi finalmente erano arrivati anche i primi segnali evidenti di quell’attrazione, che tutti avevano notato, tranne i due diretti interessati.

Ma c’era qualcosa, in quella giornata, in quel cielo terso senza una nuvola, in quel gioioso canto degli uccellini: qualcosa di profondamente sbagliato, qualcosa che turbava Harry Potter.La sua poltrona era posizionata dinanzi ad uno dei tanti specchi presenti nella tenda ,riservata ai parenti più intimi dei due sposi. Egli  impeccabile nel suo smoking grigio fumo, si guardava, o meglio studiava attentamente le espressioni del suo viso allo specchio,  quando una ragazza, dai lunghi capelli rossi già acconciati in una bellissima pettinatura , in dosso una veste da camera lilla, entrò nel padiglione. Suo marito non si voltò, ma si limitò a fissarla dallo specchio.

-Sai, potrei offendermi profondamente: non mi hai fatto ancora nessuno complimento! E sono entrata da circa- e fece finta di consultare un orologio da polso prima di continuare- due minuti e mezzo!-

Ma Harry continuò a non voltarsi, rivolgendole un sorriso triste.

-Ginny, direi proprio che non è il momento adatto per gli scherzi, mi dispiace- le disse funesto.

La rossa non rimase delusa da quella risposta: stava aspettando quel momento già da un po’, ed infine era arrivato. Trascinò una sedia accanto a quella di suo marito, e si rivolse a lui sempre guardandolo dallo specchio di fronte a loro.

-Harry, io non so come ti senti, lo ammetto. Ma credimi posso capirlo.- iniziò dolcemente fissandolo in quei meravigliosi occhi verdi che l’avevano fatta perdutamente innamorare di lui.

- No, non credo tu possa capire; non riesco a capirlo nemmeno io!- a Ginny ricordò tanto l’Harry di qualche anno prima, frustrato e tormentato. – Dovrei essere felice, i miei due più grandi amici si sposano, e lo sono, non fraintendermi. Ma c’è qualcosa, in tutto questo, che stona terribilmente-

-Non ho avuto la fortuna che hai avuto tu purtroppo.- iniziò la più piccola di casa Weasley­­- Accanto a te hai sempre avuto Ron e Hermione, fin da quando avevi undici anni. Sono stati la tua prima vera famiglia, e sospetto che per te loro lo saranno sempre, più di chiunque altro…-

-Ma io ti amo, sei mia mo…-

-Si, Harry sono tua moglie!- lo interruppe la giovane- ma loro per te rappresentano tutto: fratello, sorella, madre, padre, amico, compagno e forse a volte anche consorte- e risero entrambi.-Io lo capisco. E capisco che tu oggi abbia paura che tutto possa cambiare, che loro non ti considerino più parte della famiglia, che il Trio più famoso di Hogwarts possa diventare un duo.-

Harry rimase pietrificato; era quella la verità, la nota dolente: aveva paura. Ogni volta che sua moglie riusciva a capire cosa gli passasse per la mente prima che riuscisse a spiegarselo lui, gli ritornava in mente il motivo per cui principalmente amava quella donna: lei riusciva a capirlo, più di quanto riuscisse a fare lui stesso. E ad Harry serviva proprio qualcuno che districasse quell’agglomerato di pensieri, che era la sua mente.

-Io… io credo che tu abbia ragione- ammise alla fine.

-Oh certo che ho ragione! Ricordi con chi hai l’onore di parlare?- chiese divertita.

-Sono un egoista: non riesco nemmeno ad essere felice per quelli che considero la mia prima vera famiglia!- sospirò rassegnato prendendosi il volto tra le mani. Aveva davvero così tanta paura? Tanta da superare la gioia? Che razza di Grifondoro era mai?

Ginny stanca di dover guardare solo il suo riflesso dallo specchio gli intimò di girarsi verso di lei, e di guardarla negli occhi. Con non poca riluttanza e con una lentezza esasperante il ragazzo obbedì.

-Io so che tu sei la persona più felice della terra al momento, quasi più felice del giorno del nostro matrimonio. Sono sicura che dentro di te sai che loro non ti abbandoneranno mai, non l’hanno mai fatto. Sei solo scombussolato dai troppi avvenimenti, susseguitisi velocemente. Stai solo esternando i tuoi sentimenti.- gli disse fissandolo negli occhi. Poi si alzò e fece per uscire dalla tenda, ma prima di varcare la soglia si voltò un’ultima volta verso l’uomo che amava:- Pensa bene a quello che ti ho detto, e se non ho ragione io, evita di presentarti  a questo matrimonio. Io vado a prepararmi. Ci vediamo dopo… forse.- e detto questo uscì lasciandosi dietro una scia di profumo di fiori che Harry amava tanto.

Rimase lì per quelle che gli parvero ore, ma probabilmente erano solo minuti, fermo immobile, senza pensare a nulla, la testa svuotata da ogni pensiero. Poi si alzò e percorse freneticamente l’intero perimetro della tenda più e più volte borbottando tra se.

Ricordava come se fosse stato ieri il primo incontro con Ron: i suoi capelli rossi, il suo volto sbalordito nel constatare che aveva dinanzi il vero Harry Potter, i suoi modi di fare amichevoli, senza secondi fini, le sue battute. Ron era stato il suo primo vero amico, fin dal loro primo incontro: due bambini uno con gli occhiali rattoppati da diversi giri di nastro adesivo, e l’altro con una grossa macchia nera sul naso.

Poi Hermione. Non gli era stata molto simpatica inizialmente a dir la verità: quell’aria da so-tutto-io, il suo rispetto maniacale per le regole. Ma poi, quell’avventura nel bagno delle ragazze con quel brutto troll, aveva fatto capire ad Harry quanto si era sbagliato sul suo conto. Aveva trovato in lei una vera amica, una ragazzina brillante ed altruista, sempre pronta a dargli una mano anche a costo di violare tutte quelle regole che tanto amava.

Ricordava bene poi quando al secondo anno Hermione era stata pietrificata dal basilisco. Non aveva forse mai provato un desiderio di vendetta così forte fino ad allora, tanto da spingerlo ad avventurarsi con Ron nel lato forse più oscuro della foresta Proibita. Ron era stato straordinario: aveva superato la sua folle paura per gli aracnidi soltanto per salvare la vita ad Hermione. Forse già allora avrebbe dovuto accorgersi che tra quei due c’era qualcosa di molto speciale.

O forse al terzo anno, quando quelle due teste calde avevano iniziato a non parlarsi per settimane intere a causa dei loro animaletti. Hermione era quella che aveva sofferto di più tra i due, o forse era quella che lo aveva esternato maggiormente. Era sicuro che anche il suo amico aveva passato brutti momenti.

E poi come dimenticare il quarto anno! La coppa del mondo di Quidditch, la sua prima coppa del mondo! Il torneo Tremaghi ed infine la morte di Cedric e la rinascita di Voldemort. Hermione gli era stata vicino sempre, non lo aveva mai abbandonato, pur avendo altri impegni come il C.R.E.P.A. o Vicktor Krum. Quello era stato anche l’anno della sua prima vera lite con Ron; certo per fortuna era durata poco, ma gli aveva fatto capire quanto per lui fosse importante la sua amicizia.

Bhè al quinto anno se non ci fossero stati Ron e Hermione, forse non avrebbe retto fino alla fine. Gli erano stati vicini nonostante i suoi forti sbalzi d’umore: che fosse per organizzare l’E.S. o per parlare di Cho Chang. Inoltre aveva per la prima volta capito quanto fosse pericoloso per loro stargli accanto. Ma Ron e Hermione parevano non essersene mai accorti.

Poi ci fu il tragico sesto anno, tragico da molti punti di vista: per la prima volta Harry dovette ammettere che Ron e Hermione presto o tardi sarebbero finiti insieme, Voldemort che acquistava sempre più potere e infine la tragica morte di Silente.

Non sarebbe mai riuscito senza il prezioso aiuto dei suoi migliori amici a sconfiggere l’Oscuro Signore: senza la mente brillante di Hermione, che li aveva salvati più e più volte nel corso di quei lunghi mesi di ricerca degli Horcrux. Ma Ron era stato quello che lo aveva stupito di più tra i due: fin dall’inizio si era mostrato molto determinato, sicuro e pronto a tutto. Certo aveva ceduto alla sua debolezza, era andato via, logorato dalla gelosia per Hermione e dal senso di impotenza. Ma se non fosse stato per Ron lui oggi non sarebbe stato presente a quel matrimonio: gli aveva salvato la vita, e gli aveva portato nuovamente la speranza, quando ormai quella sembrava averlo completamente abbandonato. Aveva sofferto con l’amico quando l’Horcrux aveva mostrato le sue più grandi paure, aveva provato un dolore quasi fisico. Ma poi Ron aveva dimostrato coraggio da vendere, degno di un vero Grifondoro, e non solo in quell’occasione.

Ammetteva che forse alcune cose avrebbe volute perdersele. Ad esempio il primo bacio tra quei due testoni. Ovviamente era successo nel momento meno opportuno, in piena battaglia a Hogwarts, in perfetto stile Ron e Hermione. Si era sentito davvero di troppo in quella circostanza, ma non potè che dispiacersi quando fu costretto a dividerli. E loro lo avevano fatto, senza poi tanti problemi, erano ritornati a combattere al suo fianco dimenticando tutto il resto, dimenticando la morte di Fred, di Remus e di Tonks. Avevano lasciato tutto per lui, avevano cancellato i ricordi dei loro cari ( come nel caso di Hermione) o abbandonato la propria famiglia per seguirlo, senza mai chiedere nulla in cambio.

Già loro gli erano stati vicini, sempre! Senza che lui lo avesse chiesto, se li era ritrovati accanto da quella famosa partita a scacchi al primo anno fino al suo matrimonio. E non si erano mai lamentati, non avevano mai chiesto nulla ad Harry.

E improvvisamente la paura svanì così come era arrivata, senza lasciare alcuna traccia: ora sapeva cosa doveva fare.

 

Erano circa le sette del pomeriggio, il sole stava calando regalando ai campi una sfumatura aranciata. Ad un tavolo riccamente addobbato, posizionato di fronte al tavolo degli sposi, sotto un grandissimo gazebo azzurro, un ragazzo dagli spettinatissimi capelli neri e dagli occhi verdi sedeva insieme al resto della numerosa famiglia Wesley. Era ancora assorto nei suoi pensieri, come quella mattina,ma questa volta erano di tutt’altro genere. Quando la musica cessò e gli sposi (Hermione più bella che mai, divertita, e Ron quasi annoiato da quei balli, gli occhi rivolti alla sua sposa, come se fosse l’unica cosa vera nel mondo) si sedettero al loro tavolo Harry si alzò e attirò l’attenzione dei due ragazzi verso di lui. Tutta la sala ammutolì, anche perché faceva ancora un certo effetto vedere il ragazzo che aveva sconfitto Voldemort, ed Hermione gli fece un piccolo cenno di incoraggiamento.

-Bene. Ehm… penso che voi sappiate chi sono- iniziò titubante rivolgendosi agli invitati.

-Hey amico non vorrai prenderti tutte le attenzioni anche al mio matrimonio?- esclamò Ron ridendo. Harry sorrise apertamente.

-Non preoccuparti, con una sposa bella come la tua, è impossibile rubarti la scena: riesce ad irradiare bellezza anche su di uno zotico come te- rispose ridendo sempre più di gusto, seguito dai suo migliori amici e poi dal resto dei tavoli.

- Sapete,- riprese poi rivolgendosi ai due sposi- oggi ho avuto davvero tanta paura.- disse. Ron e Hermione rimasero stupefatti, ma il ragazzo li ignorò continuando- Paura che voi avreste potuto dimenticarvi di me, che il vostro amore fosse più grande della nostra amicizia, che il famoso Trio diventasse un duo.- e qui si voltò sorridendo verso sua moglie.- Alla fine ho riflettuto, o meglio, una ragazza molto speciale mi ha fatto riflettere, e sono arrivato alla conclusione che è vero!- 

I due sposi stavano per ribattere, ma egli li bloccò con un cenno della mano.- Il vostro amore è uno dei più forti che io abbia mai visto, lo sento quasi un po’ mio, visto che sono stato costretto a seguire le vostre diatribe fino a ieri.- altre risate- Ma è vero anche che un’amicizia come la nostra non è mai esistita, e mai esisterà! Perché voi mi siete stati accanto sempre, anche e soprattutto quando era più difficile farlo. Avete rischiato di morire per me, avete salvato il Mondo Magico insieme a me. Queste sono cose che segnano davvero. So che non sarà più come prima, perché magari avrete bisogno di maggiore privacy, per fare cose che non voglio nemmeno immaginare!- I suoi amici avvamparono vistosamente, divertendolo sempre di più: almeno si era preso una piccola rivincita! –Ma so per certo che se avessi bisogno di voi, sareste lì pronti accanto a me: come quei due bambini che ho conosciuto sul treno per Hogwarts quel 1 settembre del 1991.-

Partirono grossi applausi ma Harry non ci fece troppo caso: Ron e Hermione si erano guardati un fugace attimo prima di alzarsi, avvicinarsi al suo tavolo prenderlo sotto braccio, una a destra, l’altro a sinistra, e portarlo fuori dal gazebo, nel giardino della Tana, sotto un grosso faggio.

-Non vorrete mica affatturarmi?- chiese Harry tra il divertito e il commosso.

-No- rispose Ron.

-Vogliamo solo passare un po’ di tempo insieme, come una volta.- completò Hermione.

-Forse questa volta sarà meno divertente però: non abbiamo nessun altro vecchio pazzo assassino sul quale confabulare. Non potremo attentare alla nostra vita: come faremo?- riprese il rosso divertito.

Tutti e tre si gettarono sull’erba, all’ombra di quel grande albero, e risero, risero così tanto da scordare dove si trovassero e cosa stessero facendo. Hermione ormai aveva sporcato tutto il suo vestito da sposa, e i due ragazzi non erano in condizioni migliori, ma non ci fecero assolutamente caso.

Lontano sotto il gazebo la signora Wesley si rivolse alla figlia tra l’esasperato e il divertito: - Non cambieranno mai vero?-

-No- rispose  Ginny sorridendo- Sono pur sempre il Trio più scatenato, irrispettoso e inseparabile di Hogwarts no?

   
 
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