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Autore: Youki    06/01/2006    1 recensioni
Vento di battaglie per Inuyasha e i suoi amici. La guerra per i frammenti della Shikon no Tama continua, ma le vicende del passato tornano ad intrecciarsi con il presente e la tela di Naraku, ordita 50 anni prima, ancora una volta allunga le sue maglie sul futuro dei nostri amici. Ma non saranno soli a combattere...qualcuno sta tornando dal passato solo per combattere al fianco di Inuyasha. COMPLETA, posterò il più regolarmente possibile!
Genere: Azione, Avventura | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Miroku, Naraku, Nuovo personaggio, Sango, Sesshoumaru, Shippou
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Cap 11

L’Alchimista

di Youki

(www.youki-laportadellalba.splinder.com)


La stanza era decisamente molto più grande di quanto ci si potesse aspettare vedendo la cupola dall’esterno. Le pareti non erano neppure inclinate ed erano completamente ricoperte da scaffali pieni di libri, anfore, vasi di vetro contenenti oggetti non ben identificati e...polvere...polvere e polvere, che tutto copriva con uno strato pressochè uniforme. Nemmeno l’entrata turbolenta di Inuyasha era stata in grado di smuovere più di tanto quello strato di grigio e pesante che opacizzava ogni cosa.
-Bene bene.- disse l’uomo scendendo dal suo sgabello. -Il mio nome è Kurosei, l’Alchimista.-
Fece un gesto con il braccio, invitandoli ad avvicinarsi, ma non a sedersi, visto che non vi era alcun punto in cui farlo.
Kagome si affrettò a sorreggere Inuyasha che si era bruscamente allontanato da Ryu.
-Il mio nome è Kagome Higurashi e sono davvero onorata di trovarmi alla sua presenza, Kurosei-sama.- Quell’uomo incuteva un tale rispetto che la ragazza non ci pensò due volte a presentarsi nel modo più formale che conoscesse. -E lui...-
Tossendo, Inuyasha la interruppe: -Io sono Inuyasha, figlio di Inu Taisho...-
Attesero che anche Ryu parlasse, ma il ragazzino non disse nulla. Evidentemente, pensarono, essendo arrivato prima di loro, si era già presentato. Entrambi però si rammaricarono di non poter sentire dalle sue labbra le parole che l’avrebbero confermato definitivamente e senza ombra di dubbio come “Ryu, figlio di Sesshomaru”.
Con un colpo di tosse il loro ospite attirò di nuovo la loro attenzione: era piuttosto alto, magro e dritto e il suo volto sembrava impercettibilmente mutare ogni secondo che passava. Inuyasha credette che fosse l’effetto della febbre a farglielo vedere più vecchio di quanto gli era parso pochi istanti prima, ma Kagome non aveva dubbi: vedeva le rughe farsi leggermente più marcate attorno alla sua bocca mentre parlava...
-Vi stavo aspettando...tutti quanti. E’ da un po’ che vi osservo.- un gesto perentorio della sua mano fermò quanto Inuyasha stava per dire -Vi ho aspettato già abbastanza a lungo e ora che siete arrivati qui non c’è tempo da perdere. Fatemi la vostra richiesta e io vi dirò qual’è il mio prezzo.-
-Aaargghh- Inuyasha ringhiò sommessamente. -Se ci stavi aspettando saprai certamente anche il perchè siamo qui. Hai appena detto che non abbiamo tempo da perdere.-
Sollevando un sopracciglio, spazientito, l’Alchimista ribattè che c’erano delle regole da seguire. Il suo sguardo non ammentteva repliche.
Quindi Ryu si fece avanti e parlò:
-Sono qui per chiederti un antidoto al veleno delle Armi sacre.-
-Evidentemente non è per te.- osservò l’uomo, portandosi una mano a stropicciarsi la corta barbetta a punta. -Per chi, allora?- la domanda era puramente retorica, ma faceva evidentemente parte del protocollo. Ryu non battè ciglio e rispose senza esitare nè scomporsi.
-E’ per salvare la vita del nobile Sesshomaru. Ti prego di concedermi il tuo favore.-
Chi invece ebbe una evidente reazione, fu l’Alchimista, i cui occhi scuri brillarono per un secondo.
-Ho già udito questo nome...- mormorò tra sè con un mezzo sorriso, lo sguardo fisso su di un grosso vaso polveroso, senza tuttavia vederlo, perchè era rivolto al passato. Poi, così come si era perso nei suoi pensieri, l’Alchimista riemerse nel presente e sentenziò: -C’è un prezzo da pagare. Sarai disposto a darmi ciò che chiederò?-
Per un istante il volto infantile si offuscò e la bocca si tese impercettibilmente. Jaken gli aveva detto che sarebbe stato pericoloso, ma non gli aveva parlato di un prezzo da pagare...e allora capì che il piccolo demone aveva fatto una scelta tra il suo signore e lui, e aveva giudicato sacrificabile Ryu. Non poteva biasimarlo. Lui stesso l’aveva ingannato, in un certo senso...non gli era stato difficile ingraziarselo...anche se in fondo poi gli si era affezionato per davvero...
Mentre Ryu rimuginava tra sè, Kurosei si era rivolto ad Inuyasha e Kagome, chidendo le loro ragioni. Kagome fece per parlare, ma l’hanyou le disse di farsi da parte.
-Non voglio coinvolgerti oltre, Kagome. Questa è una cosa che devo affrontare da solo.- le sussurrò, quindi si rivolse all’Alchimista: -Sono stato ferito da una delle Armi sacre e mi serve l’antidoto per guarire e poter affrontare Naraku per fargliela pagare!-
-Quale veemenza, ragazzo, nelle tue condizioni! Naraku eh?- esclamò l’uomo con un mezzo sorriso -Sappi che anche a te sarà chiesto di pagare un prezzo molto alto.-
L’Alchimista squadrò entrambi i giovani e infine Kagome, poi, senza aggiungere nulla voltò loro le spalle e si diresse in fondo alla stanza. Là, vicino alla parete, era situato un oggetto dalla sommità tondeggiante, coperto da un pesante telo verde scuro, impolverato come tutto quanto nella stanza. Quando il telo venne rimosso, Kagome riconobbe nell’oggetto la forma di un mappamondo, molto antico anche per l’epoca Sengoku, sostenuto da un complicatissimo meccanismo di legno. Ora, quell’oggetto così lucido e pulito stonava decisamente con l’intorno dismesso ed impolverato...
Kurosei ordinò loro di avvicinarsi e di attendere il responso in silenzio.
Fu allora che, scrutando da più vicino, Kagome vide che quell’oggetto in realtà non era un mappamondo, bensì una sfera scura e lucida, nelle cui profondità si agitavano deboli luci inquietanti.
***[E qui, scusatemi, è ovvio che tutto questo fa pensare ai Palantir di Tolkien o ai Globi dei Draghi di Weiss-Hickman o magari anche alle Matrici di Darkover della Bradley...ma una sfera da veggente è sempre una sfera da veggente...NdA].***
L’uomo vi impose sopra le mani, le luci si fecero più vivide e turbinanti.
-Ora vedete di non disturbare la mia concentrazione per nessun motivo al mondo.-
In silenzio Ryu, Kagome e Inuyasha si avvicinarono incuriositi, trattenendo il fiato e....

Inuyasha si ritrovò nella foresta. Non una foresta qualunque, ma il Bosco che portava il suo nome. Era notte, un piccolo fuoco ardeva tra gli alberi, e c’era qualcuno che discuteva...
-Bene- stava dicendo una voce femminile...una voce che ben conosceva...era Sayouki!! -Appurato che te la caverai benissimo senza di me, io partirò domattina e, se giocherò bene le mie carte e sarò fortunata, credo che sarò di ritorno poco dopo il novilunio.-
Queste esatte parole lei le aveva dette almeno cinquanta anni prima, poco prima di partire per incontrare Sesshomaru...E lui ricordava di averle risposto...
-Ma…da sola? Sesshomaru è infido e pericoloso e non credo che i tuoi giochetti mentali possano molto contro di lui. Non dimenticare che sei pur sempre una mezzo demone come me e fin’ora io…le ho sempre prese.- Era proprio la sua voce che aveva parlato in quel momento! Inuyasha si avvicinò alla fonte delle voci e si vide, mentre cinquanta anni prima, parlava con l’amica per l’ultima volta, prima che tutto precipitasse...
-Me la caverò bene almeno quanto te, non sottovalutarmi! Tu, piuttosto, attento a non passare Shingetsu in questa foresta infestata…Non si sa mai che la nostra dolce Kikyo decida di uscire a caccia quella notte!- quelle parole strafottenti ancora gli diedero sui nervi.
-Insolente!- sussurrò all’unisono con il se stesso del passato.

Kagome resistette alla tentazione di seguire in profondità le luci turbinanti all’interno della sfera e dopo un attimo la tensione che l’aveva inizialmente colta, si allentò e svanì. Rivolse uno sguardo interrogativo ad Inuyasha, ma vide che il giovane stava fissando la sfera, rapito, come pure Ryu, dall’altra parte. I due avevano lo sguardo vacuo, fisso nella profondità della sfera e oltre.
‘Sono caduti in trance!’ realizzò, vedendo lo stesso sguardo vitreo anche negli occhi dell’Alchimista. La ragazza fece per riportare la propria attenzione su Inuyasha, ma in quel momento accadde qualcosa che la lasciò esterrefatta: Kurosei cominciò visibilmente ad invecchiare. Le sue mani, ferme sulla sfera, andarono raggrinzendosi sempre più, il suo volto divenne scavato, la pelle cadente e chiazzata, il corpo si incurvò, si deformò e si ridusse ad un mucchio di ossa e pelle...Kagome guardò inorridita la scena, ma, ricordando l’ammonimento dell’Alchimista, non osò dire o fare nulla e rimase spettatrice dell’orrenda trasformazione. Un rapido sguardo attorno le rivelò che non solo l’uomo, ma anche l’intera stanza, stava subendo gli effetti del tempo. La polvere era uno spesso manto grigio che ricopriva ogni cosa, ancor più di quando erano entrati. Gli scaffali erano sempre là sulle pareti, ma erano marci, al punto quasi di disfarsi, lasciando cadere tutte le suppellettili che sostenevano...nei muri si allungavano minacciose crepe e l’intonaco si sbriciolava cadendo sul pavimento...Kagome temette il peggio ma in quell’istante la trasformazione si invertì. L’Alchimista cominciò a riingiovanire e lei osservò a bocca aperta la carne rassodarsi attorno a quelle ossa, le membra tornare forti, la pelle giovane e liscia, la barba crescere rigogliosa...e poi di nuovo sparire sul volto di un Kurosei adolescente, poi bambino e infante. In tutto questo le mani del semidio rimasero salde sulla sfera che continuò a vorticare di luce nebulosa. Nel contempo la stanza sembrò rassettarsi da sola, il legno divenne lucido e splendente, i muri bianchi e luminosi, gli scaffali lindi e ordinati, come pure i vasi e gli oggetti situati su di essi. Kagome allora potè riconoscere alcune spade, statue, pergamente e vasellame sigillato con la cera con su incisi gli ideogrammi indicanti il contenuto, soprattutto erbe e misture officinali. Ma quando il suo sguardo cadde sullo scaffale a ridosso della parete opposta dovette trattenere un’esclamazione inorridita per quello che vide. Quello era lo scaffale pieno di grossi vasi di vetro il cui contenuto era prima nascosto dallo spesso strato di polvere. Adesso però Kagome poteva chiaramente vedere all’interno di essi...C’erano delle teste, là dentro! E degli arti, dei fegati e cuori, alcuni umani, altri evidentemente di youkai!
Kurosei...chi era costui? COSA era costui? Un semidio, diceva la leggenda, un essere che non sottostava alle leggi del tempo, anzi, che stava al di sopra di tutte le leggi che regolavano il mondo dei comuni mortali, demoni o uomini che fossero.
Colta da un timore e un orrore reverenziali, la ragazza tornò a guardare l’Alchimista, che era nuovamente invecchiato. I suoi occhi erano ancora vitrei e fissi nella sfera.
Cosa vedeva in quelle buie profondità? E cosa stavano vedendo Inuyasha e Ryu?

Ryu era al fianco di Sesshomaru all’interno di una grotta illuminata dal freddo lucore di un fuoco fatuo. Invisibile, assistette al primo incontro tra lo youkai e Sayouki e poi lo seguì alla ricerca di quanto pattuito con la Dama dei Sogni. Un mese passò in un secondo e si trovò imbarazzatissimo ad assistere al loro secondo incontro, distogliendo lo sguardo dal corpo nudo della giovane donna che emergeva da una pozza termale, sfidando apertamente Sesshomaru. Con loro si alzò in volo su di un demone corvo e raggiunse l’Hokkaido, dove Sayouki conquistò la sua eredità materna a rischio della propria vita e fu salvata da Sesshomaru.
Fece con loro il viaggio di ritorno, vide Sayouki cambiare, la vide innamorarsi del compagno di viaggio...E vide Sesshomaru cambiare anch’egli, lo vide in qualche modo morboso ricambiare quel sentimento...finchè un giorno Sayouki, in un villaggio semidistrutto, decise di andarsene. E allora Ryu cercò di seguirla, ma evidentemente la strada che doveva seguire era un’altra. Kurosei doveva avere le sue ragioni per indirizzarlo sui passi di Sesshomaru. Dopo la separazione, lo youkai ritrovò Jaken e lo riprese al proprio servizio, ma ben presto si separò da lui spinto da un’urgenza che non aveva precedenti. E allora Ryu volò al suo fianco fino al campo di battaglia presso il villaggio della Shikon no Tama, arrivando giusto in tempo per salvare la vita di Sayouki. Vide Inuyasha a terra, vide Sesshomaru prendere tra le proprie braccia Sayouki e portarla via, fino al suo castello. Al suo capezzale si rese conto che ormai non vi era nulla da fare.
Ma Sayouki era sopravvissuta!! Che Sesshomaru stesso fosse ricorso all’Alchimista per salvarle la vita?
Ed ecco infatti lo youkai di fronte a Kurosei, scrutare in quello stesso globo, mentre l’uomo invecchiava e poi ringiovaniva senza fine in un ciclo di continua nascita e morte...
Cosa aveva visto Sesshomaru? Non c’era modo di saperlo.
E cosa invece stava vedendo l’Alchimista in quella sfera?
-Io ho visto il futuro- disse il Kurosei di cinquanta anni prima. -E ciò che ti chiederò ora, in futuro mi sarà dovuto, nel modo e nel tempo che è già deciso.-

Inuyasha aveva seguito Sayouki per tutto il tragitto, andata e ritorno. Aveva visto tutto quanto era accaduto mentre lei era lontana, mentre lui si innamorava di Kikyo. Aveva visto che i suoi timori più terribili erano più che fondati, aveva visto Sayouki diventare una yasha spietata del tutto degna di suo fratello, che era divenuto il suo compagno. Aveva percorso il loro stesso tragitto e li aveva visti separarsi. Infine Sayouki era tornata da lui, ma solo per essere immediatamente portata via, in fin di vita, da Sesshomaru. Inuyasha aveva seguito il loro volo come un fantasma invisibile e aveva visto Sesshomaru tentare ogni mezzo per curare quella orribile ferita sul collo della ragazza, ma senza successo...finchè...lo vide recarsi dall’Alchimista pur di salvarla!
Sesshomaru amava davvero Sayouki!? Gli riusciva impossibile crederci, anche dopo aver assistito personalmente a tutto questo.
-Io ho visto il futuro- disse il Kurusei di cinquanta anni prima dopo aver scrutato a lungo nel magico globo. -E ciò che ti chiederò ora, in futuro mi sarà dovuto, nel modo e nel tempo che è già deciso.-
-Tu salvala e io accetterò lo scambio.- ribattè serio Sesshomaru, senza la minima esitazione.
-Vedo che sei determinato, ragazzo...In fondo ciò che ti chiedo è poca cosa...- L’Alchimista fece una lunga pausa -Sei disposto a dare un braccio per salvare la vita della donna che ami?-

Kagome vide lo stesso identico stupore dipingersi sui volti tesi di Ryu e di Inuyasha e un sorriso inquietante allargarsi sulle labbra ora giovani e piene dell’Alchimista. Non sapeva quanto tempo fosse passato da quando tutto era cominciato, ma di certo l’uomo era invecchiato e ringiovanito almeno quattro volte. E ora, mentre il suo corpo tornava quello di un cinquantenne, tolse le mani dalla sfera e l’oggetto ridivenne scuro e inanimato.
Sia Ryu che Inuyasha si ripresero dalla trance e respirarono l’aria a pieni polmoni, come se fossero rimasti in apnea per tutto il tempo...Kagome corse dall’hanyou, aiutandolo a tenersi in piedi, mentre la tosse lo sconquassava violentemente. Anche Ryu vacillò per un istante, ma si riprese prontamente.

-Io ho visto il futuro- disse allora con voce sonora l’Alchimista. -E ciò che vi chiederò ora, in futuro mi sarà dovuto, nel modo e nel tempo che è già deciso.-
Inuyasha stava perdendo le forze, lo sentiva. Quella prova, quel viaggio nel passato attraverso quella sfera, lo aveva spossato oltre ogni modo e ciò che aveva visto aveva contribuito ancor più a peggiorare le sue condizioni. Sesshomaru era ricorso all’Alchimista per salvare la vita di Sayouki ed era più che evidente che aveva accettato lo scambio. Con una consapevolezza che gli derivava da un sesto senso che non sapeva di avere, Inuyasha seppe che se suo fratello non avesse accettato quello scambio, lui, Inuyasha, non sarebbe riuscito a ferirlo nel loro primo scontro per il possesso di Tessaiga. Il fatto che Inuyasha sarebbe riuscito ad amputargli un arto era stato deciso ben cinquant’anni prima da Kurosei stesso, mentre sondava le possibilità che il futuro offriva. A cosa poi, gli servisse il braccio di uno youkai come Sesshomaru, questo lo ignorava.
-A te, Ryu, io chiedo la testa dell’ultimo grande drago del ghiaccio.- A queste parole dell’Alchimista, Inuyasha vide il ragazzo sbiancare. Da quel poco che sapeva i draghi del ghiaccio erano una antica stirpe ormai estinta di youkai maggiori non tanto propensi a regalare la propria testa al primo venuto, menchemeno ad un ragazzino. Però, a pensarci bene, Inuyasha si rincuorò: temeva che le richieste dell’Alchimista sarebbero state molto più terribili...Quel Ryu avrebbe dovuto rischiare grosso per pagare il suo debito, ma non era una missione impossibile da compiere. E dopotutto, se Kurosei l’aveva visto nella sfera, significava che ci sarebbe potuto riuscire, no?
-E a te, invece, Inuyasha- gli si rivolse il semidio interrompendo le sue elucubrazioni -io chiedo il cuore pulsante del tuo peggior nemico.-
L’hanyou sentì un’improvvisa ondata di ilarità esplodergli nel petto...Il cuore del suo nemico! Il cuore di Naraku! ‘Questo significa che Kurosei ha visto che io posso sconfiggerlo...’
-Accettate il mio prezzo?- volle sapere freddamente l’Alchimista. Kagome fece per dire qualcosa, ma Inuyasha la precedette.
-Affare fatto!- sbottò; la vista ricominciava ad annebbiarglisi, non poteva attendere oltre e quella proposta andava in tutto e per tutto in suo favore. -Ora dammi quell’antidodo...-
A queste parole la sfera emise un improvviso bagliore, poi tornò ad oscurarsi, mentre l’Alchimista sentenziava: -Il sigillo è stato posto.- e nella sua mano apparve un’ampolla di vetro verde. La porse ad Inuyasha, dicendogli semplicemente di berne il contenuto e il giovane non se lo fece ripetere due volte. Facendo una smorfia per il gusto amaro, ingoiò il liquido tutto d’un fiato.
-E tu, giovane Ryu? Accetti le mie condizioni?-
Inuyasha e Kagome guardarono il ragazzo assumere un piglio deciso ed accettare lo scambio. Era tuttavia ancora molto pallido quando ricevette dalle mani dell’Alchimista la pozione che avrebbe salvato Sesshomaru e, una volta che ebbe la boccetta verde tra le mani, la osservò per un lungo istante prima di sollevare di nuovo il volto e parlare.
-Se ora mi permettete, ho un lungo viaggio da affrontare con la massima premura.- disse bruscamente, dimentico delle sue sempre impeccabili maniere. Senza attendere una risposta, con un cenno del capo rivolto a Kagome ed Inuyasha, uscì di fretta dalla porta e scomparve.
-I miei affari qui sono finiti.- interloquì Kurosei soddisfatto, con una punta di fastidio ora nella voce. -Sarà meglio che ve ne andiate anche voi due se non volete rimanere imprigionati dentro la mia barriera.-
L’uomo fece schioccare le dita e Kagome notò che il soffitto cominciava a ondeggiare e a dissolversi.
-Addio allora.- Inuyasha si alzò da terra, molleggiando sulle ginocchia di nuovo salde. La vista era tornata chiara e acuta e anche i suoi sensi avevano ripreso la normale funzionalità. E il suo sesto senso gli diceva che quell’uomo non scherzava: se non si fossero sbrigati ad allontanarsi avrebbe seriamente intrappolati lì! Prese Kagome per un braccio e la spinse verso la porta mentre lei si accomiatava cerimoniosamente dall’Alchimista.
-Le siamo molto grati per quanto ha fatto...!-
Mentre si precipitavano oltre la porta e di corsa attraversavano il sottile ponte sospeso, non videro l’uomo sfregarsi compiaciuto le mani e non lo sentirono sbuffare: -Puah! Che c’è da ringraziare?...Questi sono stati ottimi affari...Il Giorno è ormai vicino...-
Quando si voltarono indietro, al sicuro sul costone roccioso, la cupola dell’Alchimista e il ponte erano scomparsi e nulla testimoniava più la loro presenza.

-Kagome! Inuyasha! State bene?- Kaede ansimava per la corsa che l’aveva portata loro incontro. Shippo saltò subito in braccio a Kagome e non volle sapere di separarsene, restando nel suo materno abbraccio per una volta in silenzio e con le lacrime agli occhi.
-Quando abbiamo visto ritornare indietro il cavallo da solo ci siamo allarmati...-
-E’ tutto a posto, vecchia Kaede- la rassicurò Kagome e accarezzò dolcemente la testolina del volpacchiotto. -Abbiamo dovuto lasciarlo appena fuori della zona montagnosa perchè era sfinito e non avrebbe potuto affrontare gli anfratti rocciosi della dimora dell’Alchimista.-
-Già...e non solo il cavallo era tanto sfinito da non poterci seguire...- commentò acido Inuyasha, scoccando una occhiata obliqua al piccolo demone pulce che gli sedeva sulla spalla. Myoga spalancò gli occhi profondamente offeso.
-State forse parlando di me, signorino Inuyasha!? Non siate ingrato! Io, che vi ho guidati infallibilmente fino all’ingresso della tana di Kurosei...-
-Già, ma poi sei sparito!-
-Sono rimasto fuori di guardia! Non si sa mai...-
-E come mai sei riapparso solo quando eravamo già a metà della via del ritorno?!-
Kagome guardò divertita e sollevata i due che battibeccavano come sempre e si rivolse a Shippo, ancora avvinghiato a lei senza aver proferito parola.
-Shippo, va tutto bene, non temere. Siamo tornati sani e salvi, vedi?-
Dopo aver ricevuto notizia di quanto accaduto a Sayouki e aver visto Inuyasha rischiare seriamente la vita, il cucciolo di kitsune era molto cambiato. Ora si stava aggrappando a Kagome come se avesse avuto paura di non rivederla mai più e la ragazza, vedendo che le sue parole non avevano successo, non potè che abbracciarlo più stretto. Shippo era rimasto orfano e il loro eterogeneo gruppo era tutto ciò che aveva e li considerava davvero la sua famiglia: aveva già perso Sayouki, non voleva assolutamente perdere la sua amatissima Kagome e, anche se non lo avrebbe mai ammesso, non sopportava nemmeno l’idea di perdere Inuyasha, colui che tante volte gli aveva salvato la vita e che aveva vendicato suo padre uccidendone gli assassini.
-La prossima volta non mi lasciate indietro!- sbottò di colpo, trattenendo stoicamente il pianto -Non voglio più rimanere qui ad aspettare!! Io non ho paura di morire combattendo!- e le lacrime gli ruscellarono abbondanti sulle guance arrossate. Kagome gli sorrise: capiva benissimo cosa provava.
-Ehi, tu piccoletto, si può sapere cosa stai blaterando?- intervenne burbero Inuyasha -Una mezza calzetta come te ci sarebbe solo d’intralcio se lo scontro si facesse veramente duro!-
Kagome stava per mettere a cuccia l’hanyou, ma Shippo la precedette.
-Stupido! Stupido, grosso imbecille! E invece io non sono d’intralcio!- gridò con tutto il fiato che aveva in corpo. Anche Inuyasha rimase stupito di quella reazione. Poi il cucciolo abbassò la voce e quanto disse commosse profondamente tutti i presenti: -Voi siete tutto quello che ho. Se combatterete, io combatterò con voi, se soccomberete, io morirò con voi. Non voglio rimanere mai più da solo.-
Avvicinandosi, Inuyasha sollevò una mano e la posò dolcemente sulla piccola testa ispida.
-Se le cose stanno così, la prossima volta verrai con noi, qualsiasi cosa accada.- disse incontrando lo sguardo appannato del bambino -Ma vedi di non starmi tra i piedi, piccoletto!!-
Alle ultime parole dell’hanyou, l’idillio scadde immediatamente nella rissa, perchè Shippo gli balzò in testa tempestandolo di pugni, costringendo Inuyasha a contorcersi per toglierselo di dosso, prima di cominciare ad inseguirlo per il villaggio, con Myoga impignliato in una ciocca di capelli che gli gridava di fermarsi e liberarlo. -Te lo faccio vedere io! Tanta scena e poi...! Se ti prendo!-
-Inuyasha no baka!! Ti farò vedere di cosa sono capace!!-
Il cucciolo non piangeva più e una nuova luce di determinazione brillava nei suoi grandi occhioni, mentre saltellava qua e là sfuggendo all’inseguitore.
Kagome se ne compiacque e per una volta ammise che Inuyasha aveva detto e fatto la cosa giusta al momento giusto. Mentre Kaede li invitava ad avviarsi verso le capanne, la ragazza si rivolse a Sango e Miroku. I due li avevano raggiunti appena fuori della zona rocciosa e avevano subito voluto sapere tutto quello che era successo, ma in presenza di Inuyasha, Kagome non era riuscita ad esternare i suoi dubbi. -Cosa pensate che ci aspetti?-
-Sinceramente non riesco ad immaginarmelo...- commentò Sango. -Dite veramente che è come sostiene Inuyasha? Che Kurosei gli abbia veramente predetto la sconfitta di Naraku?-
Miroku chiuse gli occhi soffermandosi a pensare prima di dire la sua.
-Sembrerebbe troppo bello per essere vero....significherebbe che siamo vicini alla fine di tutte le nostre sofferenze, che riusciremo a sconfiggere quel maledetto...- tremò guardandosi la mano destra e sfiorando con le dita i grani del rosario. Quel nenju era l’unica cosa che poteva sigillare il kazaana e impedirgli di risucchiare tutto quello che gli stava vicino. Ben presto però nemmno quell’oggetto sarebbe bastato a fermare la potenza distruttiva del foro del vento e lui stesso sarebbe stato risucchiato e sarebbe scomparso nel nulla. Ma se avessero davvero sconfitto Naraku... ‘Io finalmente sarei libero di costruirmi una vita...’. Senza che se ne fosse reso conto il suo sguardo era corso a Sango, ferma al suo fianco: i loro occhi si incontrarono e Miroku capì subito che i pensieri della ragazza erano invece ben lontani da lui.
Sango pensava a Kohaku, il suo amato fratellino, ora prigioniero e schiavo di Naraku, tenuto in vita solo da un frammento della Sfera. Se Naraku fosse morto, allora Kohaku sarebbe stato libero e grazie al frammento avrebbe potuto vivere la vita che gli era stata così crudelmente negata...
-Io...- la voce incerta di Kagome attirò di nuovo la loro attenzione sul presente -Io non saprei...Ma quel...quell’essere, Kurosei...un semidio...è molto...inquietante...- si strinse le mani al corpo, abbracciandosi stretta come se avesse improvvisamente freddo. Aveva una vaga sensazione di disagio che le faceva venire i brividi, ma non riusciva a dare un nome a quell’inquietudine: sperava che parlarne con loro forse avrebbe potuto aiutare a tranquillizzarla. Abbassò la voce.
-Voi non avete visto quel posto...metteva i brividi...nemmeno Inuyasha si è accorto di cosa veramente ci fosse intorno a lui...-
Kaede stava per chiedere qualcosa ma proprio in quella, Shippo, Inuyasha e uno sballottato Myoga li raggiunsero ed entrarono tutti insieme nella capanna della vecchia miko, dove finalmente poterono godersi un po’ di meritato riposo e una abbondante cena. Dopodichè si fermarono a lungo a parlare dell’accaduto attorno al basso tavolo sorseggiando fumanti tazze di the e infine si coricarono, esausti, per una volta senza pensare al domani.
Le Armi sacre erano distrutte, i loro frammenti erano stati riconsegnati alla Fortezza nella custodia dei monaci guerrieri rimasti, Inuyasha era guarito e a tutti gli effetti il patto con Kurosei pareva andare completamente in loro favore. Ora dovevano solo recuperare le forze e attendere la prossima mossa di Naraku, di più non potevano fare.
Anche Kagome, scivolando nel sonno, si disse che per una volta tanto la fortuna poteva essere veramente dalla loro parte e accantonò gli orrori di cui era stata unica spettatrice nell’antro dell’Alchimista, alimentando la speranza che sarebbe davvero potuto andare tutto bene.

I giorni trascorsero lentamente in una calma inquietante. Inuyasha, completamente ristabilito, fremeva impaziente e si aggirava nei dintorni del villaggio in una instancabile ronda il cui giro si faceva sempre più ampio. Una volta non tornò neppure a notte fonda e si ripresentò il giorno dopo. Kagome decise che era il momento di parlargli.
-Inuyasha- cominciò -Fin dove ti sei spinto questa volta?-
La risposta fu un borbottio sordo in cui la ragazza riuscì solo a distingure “Montagna del Fulmine”.
-Eeeeh!? Fino là?- sbottò sorpresa -Hai fatto tutta quella strada in un solo giorno? Ma c’era bisogno di allontanarsi tanto?...Ero preoccupata...- il suo tono passò dall’arrabbiato all’imbarazzato.
L’hanyou le stava di fronte, ma non la guardava e non accennava a rispondere: i suoi occhi dorati scrutavano il buio della foresta e vedevano un villaggio in fiamme e la figura di una sacerdotessa dagli occhi di ghiaccio. Inuyasha appoggiò il dorso al Goshimboku e si lasciò scivolare a terra.
-E’ là che incontrai per la prima volta Sayouki.-
Kagome trasalì, ma non disse nulla e gli si sedette accanto, levando il volto verso di lui, in attesa del racconto che, sapeva, sarebbe seguito. Inuyasha non parlava mai molto del suo passato, ma Kagome ormai sapeva riconoscere quando era sul punto di farlo...lo conosceva molto bene...e quasi si stupì di questa constatazione.
Con un sospiro Inuyasha riprese a parlare.
-Sono tornato al villaggio ai piedi della Montagna del Fulmine. L’ulitma volta che lo vidi era ridotto ad un mucchio di rovine, ma ora è stato ricostruito ed è di nuovo fiorente e pieno di vita.- abbassò gli occhi: si vergognava di dirle quanto stava per dirle...non voleva raccontarle delle orribili azioni che aveva commesso in passato, di come si fosse lasciato trascinare dall’odio e dalla sete di sangue e di vendetta...Come avrebbe potuto guardarla ancora in faccia dopo averle raccontato tutto ciò? E lei...lei lo avrebbe ancora guardato con la fiducia con cui lo stava guardando ora? No, doveva farlo, doveva liberarsi di quel peso, perchè da quando Sayouki era tornata, erano tornati anche gli incubi e, se possibile, essi erano pure peggiorati dopo la tragica scomparsa dell’amica.
‘No, non può essere morta’ si disse per l’ennesima volta, cercando di convincersene in tutti i modi, ma senza riuscirci e per questo quella lunga e forzata inattività l’aveva fortemente provato, spingendolo a vagare come un ossesso in cerca di indizi, tracce. Se avesse dovuto aspettare inerte ancora un giorno che Naraku facesse la sua prossima mossa, forse sarebbe scoppiato. Doveva fare qualcosa e per questo si era recato nel luogo del suo primo incontro con Sayouki, quasi sperando di poterla trovare là.
Inuyasha rifocalizzò lo sguardo sul presente e si volse ad incontrare gli occhi di Kagome.
-Quel villaggio...lo distrussi io.- cominciò, e tutto d’un fiato, prima che la ragazza potesse anche solo mostrare una reazione, continuò -Attaccai il tempio durante la notte e lo incendiai, ingaggiando battaglia con i monaci. Molti di loro morirono tra le macerie quando il tempio crollò su se stesso, mentre altri cercarono di fermarmi. Due di loro mi tennero testa quasi fino alla fine, ma il fuoco stava per avere la meglio su di loro e la lotta li aveva lasciati senza forze...- Mentre parlava scrutava ogni minima reazione in Kagome: gli occhi della ragazza si erano dilatati sgomenti alle sue prime parole, ma poi l’arco delle sue sopracciglia si era indurito e il suo cipiglio si era fatto serio e attento.
Kagome sapeva poco del passato di Inuyasha e pensava di essere pronta alle rivelazioni che ora lui le stava mettendo dinnanzi, ma non era riuscita a nascondere lo sgomento davanti alla durezza di quelle prime parole. Inuyasha un demone sanguinario...così in effetti le era stato descritto dai vecchi del villaggio all’inizio della sua avventura in epoca Sengoku, ma non aveva mai veramente realizzato cosa ciò significasse. Ora però doveva controllarsi e ascoltare fino in fondo il racconto dell’hanyou, che raramente era così loquace. In ogni caso Kagome decise che aveva fiducia in lui. Inuyasha non era più lo stesso di cinquanta anni prima. -Continua- lo incitò seria e Inuyasha saltò un battito del cuore quando lei mise la mano sulla sua e gliela strinse.
-...Io...stavo semplicemnte guardando quei due morire...avrei lasciato che il fuoco mietesse le sue vittime...ma proprio in quella arrivò Sayouki, che, uno alla volta, li trascinò lontano dalle fiamme, al sicuro, sfidandomi apertamente.
-Fu lì che vi scontraste?- Kagome ricordava che Sayouki le aveva parlato di un loro furioso scontro e pensò che doveva essere avvenuto appena si erano incontrati.
-No, non esattamente. Quella notte caddi vittima del suo strano potere e quando arrivarono i rinforzi dal castello, mi dileguai. Successe qualche giorno dopo. Io l’avevo seguita per pareggiare i conti e pensavo di coglierla di sorpresa, nel sonno...e invece lei mi stava aspettando! Si era trasformata in full youkai e mi attaccò con tutte le sue risorse...-
-Come nello scontro con Sesshomaru?- volle sapere la ragazza. Inuyasha annuì pensieroso. -E cosa successe? Voglio dire...è evidente che in seguito siete diventati amici...-
Inuyasha si soffermò un attimo sul ricordo di Sayouki che, piangendo, lo aggrediva, insultandolo, gridandogli di reagire, di colpire...
-Io credo...credo che lei volesse morire...ma il suo stesso potere glielo impedì come una sorta di istinto di conservazione. Dopo quell’episodio divenne completamente un’altra persona, come se avesse cambiato improvvisamente idea. E allora cominciammo a viaggiare insieme e, com’era cambiata lei...cambiai anche io...-
Da lì in poi Kagome conosceva il resto della storia: quel loro girovagare li aveva portati fino al villaggio di Kikyo e da lì le loro strade si erano separate fino al tragico epilogo avvenuto cinquanta anni prima.
-E così diveniste amici- disse semplicemente la ragazza, senza più la minima traccia della gelosia che aveva provato solo poco tempo prima nei confronti di Sayouki...soprattutto perchè ora sapeva di lei e Sesshomaru. -E alla fine siete giunti sin qui e vi siete separati. Ora ho un quadro completo.-
Inuyasha intervenne bruscamente:
-No, invece. Non è completo.- Kagome lo squadrò con aria interrogativa -C’è dell’altro. Ora so cosa accadde a Sayouki dopo che ci fummo separati. L’ho visto nella sfera dell’Alchimista.-
La ragazza rimase in silenzio e attese; ora comprendeva che Inuyasha aveva intavolato tutto quel discorso per giungere sin qui. Da quando erano tornati dalla dimora di Kurosei, nonostante lei gli avesse più volte posto la domanda, lui non le aveva mai voluto dire cosa avesse visto durante la trance. Aveva sempre risposto che non gli andava di parlarne, ma ora Kagome capì il motivo per cui fosse così restio.
-Tutto ciò che ha detto il vecchio Myoga è vero. Sayouki divenne la yasha spietata che ci ha descritto e fu a tutti gli effetti la degna compagna di Sesshomaru- la voce del ragazzo rimase fredda e impassiile nel dirlo, ma Kagome ebbe un moto di ribellione. Non poteva credere che Sayouki avesse commesso i crimini descritti da Myoga, anche se si chiedeva cosa sarebbe stata disposta a fare per amore di Sesshomaru...
-Però lei ha combattuto con noi e contro Sesshomaru...ci ha salvato la vita...non è malvagia!- quasi gridò, ma proprio in quella le venne in mente la terribile sensazione provata al momento del suo primo incontro con Sayouki. Successivamente l’aveva accantonata dicendosi che la gelosia aveva certamente offuscato il suo giudizio, ma ora, ripensandoci, il brivido gelido che aveva provato guardando negli occhi quella donna-bambina era qualcosa di più.
Inuyasha non fece che confermare i suoi dubbi dicendo:
-Io credo...che ci fosse qualcosa di oscuro in lei, qualcosa che lei cercasse di tenere sotto controllo costantemente ma che volesse uscire prepotentemente e forse in quel periodo lei ne aveva perso il controllo...- Inuyasha scosse la testa e con enfasi, allargando le mani impotente, ealò un sonoro sospiro -Aaah! Non risco a spiegarmi...Se l’avessi vista!! Non era più lei! Sayouki era diventata un vero demonio!-
Un vento leggero cantò sommesso tra le fronde dell’albero sacro sopra di loro e con esse giunse una risata musicale e divertita che li sorprese.
-Ti ringrazio del complimento, Inuyasha...- era una voce di donna, fredda e tagliente -Ma il nome di quel demonio di cui parli non è Sayouki-
L’hanyou scattò subito in piedi e si pose in difesa di Kagome, ringhiando, mentre dall’alto una forma scura balzava elegantemente a terra in uno svolazzo di stoffe. Emanava un’aura tenebrosa che diventava sempre più potente ad ogni secondo che passava.
-Chi sei tu, dannata?- Inuyasha era quasi felice che finalmente fosse venuto il momento dell’azione.
-Per la precisione il mio nome è Hirimi- rise l’avversaria dal buio davanti a loro.
Kagome trasalì:
-Hirimi? Non era il nome della nonna di Sayouki? Ma è morta da lungo tempo...-
Sprezzante, la voce della donna le rispose.
-E invece, piccola...Hirimi la Sanguinaria è rinata a nuova vita! E di ciò deve solo ringraziare Naraku!-


Piccolo dizionario di giapponese (senza pretese ^_^ ):
hanyou: mezzodemone.
youkai: demone.
yasha: demone femmina.
shingetsu: novilunio.
nenju: rosario.
kazaana: Foro del Vento sulla mano destra di Miroku
kitsune: volpe.
baka: stupido.
miko: sacerdotessa.
Goshimboku: albero sacro.


Sumimasen minna san!
Vi ho fatto attendere un sacco questo capitolo! Spero che giudichiate che ne sia valsa la pena! Aspetto i vostri commentucci!
Youki
  
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