Superstizione
Quando Neji schiacciò con foga il freno, per poco Sasuke non andò a finire dritto dritto contro il parabrezza.
-Ma sei scemo?!- esplose furioso, le mani avanti a sé quasi si aspettasse di venir catapultato fuori da un momento all’altro.
-Sta’ zitto, Uchiha- ribatté aspro quello, fissando con orrore la strada.
-Starmi zitto? Per poco non mi mandavi a far compagnia al radiatore e dovrei starmi zitto?!- sbottò il moro, sistemandosi meglio sul sedile e cercando di ridarsi un tono.
-Se ti fossi messo la cintura, a quest’ora il problema non si sarebbe posto- puntualizzò lo Hyuuga, rifilandogli un’occhiataccia gelida delle sue.
Sasuke fece appello a tutto il savoir-faire di cui disponeva (molto poco, in certe situazioni) e disse:
-Gli Uchiha non usano la cintura, non ne hanno bisogno..- mentre parlava, guardò di sfuggita il suo riflesso nello specchietto laterale, allietandosi di non aver riportando alcun danno evidente. Rassicurato, si volse nuovamente verso il ragazzo, guardandolo con fare sospetto.
-Bè? Che aspetti a partire?-
Neji non diede alcun segno di voler rispondere e cominciando, pur se di malavoglia, a preoccuparsi, Sasuke si sporse verso di lui, chiedendogli:
-Stai bene?-
Lo Hyuuga, notando il suo avvicinamento, gli lanciò uno sguardo omicida che fece tornare quello alla sua posizione iniziale e, utilizzando il solito tono altero, spiegò:
-Non possiamo partire, dobbiamo aspettare che passi qualcuno-
Aveva pronunciato quelle parole con tale sicurezza che per un istante, un solo, effimero istante, Sasuke pensò che potessero avere un qualche senso anche per lui. Ovviamente, così non era.
-Aspettare? E a chi dovremmo aspettare?- domandò stupito.
-Qualcuno- ripeté l’altro tranquillo.
-Qualcuno a caso o hai una preferenza?- ribatté l’Uchiha, quasi sibilando, mentre Neji, apparentemente ignaro del suo tono minaccioso, si apprestava a rispondere con vaghezza.
-Nessuna preferenza, deve solo attraversare questo tratto di strada prima di noi e poi potremo partire-
Guardò Sasuke, che a sua volta continuava a fissarlo con incredulità crescente, e si limitò ad un sorrisetto freddo.
-E, di grazia, posso sapere per quale motivo ciò deve avvenire?-
Al che Neji indicò il ciglio della strada, dove le erbacce proliferavano pacificamente, puntando l’indice proprio verso due occhi gialli e luminosi, appartenenti ad un bel gatto scuro.. anzi, totalmente nero.
Intelligente com’era, Sasuke non ci mise molto a fare i dovuti calcoli e, un secondo dopo, si scagliò contro il ragazzo.
-Ma ti pare che dobbiamo fermarci su una strada deserta perché l’ha appena attraversata un gatto nero?!?-
Sbraitò con tutto il fiato di cui disponeva (un atteggiamento molto poco Uchiha, avrebbe detto qualcuno).
-Non lo sai che portano sfortuna?- domandò con candore lo Hyuuga, utilizzando la sua espressione più innocente.
Sasuke contò mentalmente fino a dieci e fece un profondo respiro.
-Non esiste, Hyuuga, la Sfortuna, il Fato, la Casualità o qualsiasi altra boiata ti abbia in precedenza perforato le cervella e riempito la calotta cranica di scempiaggini!- decretò con tono che non ammetteva repliche.
Neji lo fissava con irritante superiorità.
-E tu come fai a dirlo?-
-Lo so e basta!-
-Non sapevo che l’onniscienza fosse trasmissibile geneticamente all’interno della tua famiglia..-
-A quanto pare è così!-
I due si fissarono in cagnesco.
-E allora?-
-Allora cosa?-
-Ti decidi a partire?-
Neji voltò lo sguardo sulla strada, osservando ancora qualche istante il felino pigramente intento a leccarsi la zampa: apparentemente innocuo.
Con esasperante cautela, girò la chiave ed accese il motore, quasi aspettandosi un’esplosione o lo scoppio di qualcosa nelle vicinanze da un momento all’altro. Azionò gli indicatori di direzione e si immise nella strada, superando quel tratto con gli occhi ridotti a tali fessure da apparire serrati.
-Idiota- bofonchiò Sasuke, perfettamente udibile.
I secondi passarono e l’auto superò il tratto cruciale; all’interno dell’abitacolo, lentamente, la tensione si sciolse e i ragazzi ripresero a parlare normalmente, come se nulla fosse accaduto.
Fortunatamente, nessuno dei due ebbe premura di dare uno sguardo dietro di loro e fu un bene: se, difatti, lo avessero fatto, non avrebbero visto altro che l’immagine angosciante degli occhi gialli e fluorescenti del gatto, luminosi come fari nella notte, i quali fissavano con agghiacciante insistenza la macchina che da poco era passata lì accanto.
NdA: dopo questa
stupidag.. ehm, piccola e
innocua fic (innocua come il gatto nero, praticamenteXD), passo alle
dovute
spiegazioni: lo so che l’accenno di una Sasuke/Neji
è mooooooooolto lieve, anzi
‘lievissimo’ (senza essere altissimo e purissimo),
però evidentemente ancora
non mi sento in grado di scrivere una yaoi vera e propria, forse non
è
contenuto il gene nel mio DNA J
(Esiste un gene-yaoi? Mi
era sfuggito -.-
*NdCervellodiSere_*)
(Capita anche ai
migliori! Ù__ù *NdSere_*)
Detto questo, torno a
studiare che è meglio
XD
(Mi hai tolto le parole
di bocca
*NdCervellodiSere_*)
(E taci!!*NdSere_*)
Alla prossima,
baci
Sere_