Maestro
“Mi sembra di
essere ritornata a scuola…” gli sussurri
sotto le saccenti parole di Danieli, in piedi davanti ad una lavagna
magnetica
ad esporre nuove misure di sicurezza a quanto pare abbastanza
importanti da
aver convocato tutto il reparto.
Riccardo si sporge verso di
te. “Non ci sei già tornata
da un paio di settimane?”
Già pronta a
intervenire per quella sua sin troppo
esplicita allusione, risolvi in un colpo di tosse bacchettata dal
rimprovero di
Sergio.
“Volete starmi a
sentire, laggiù nell'angolino dei
cuoricini rossi? Cristiana, con tutto il posto che
c'è… scegliti un altro
compagno di banco!”
Non eri stata tu, a
scegliere, ma il ritardo di Malosti,
che l’aveva portato a incastrarsi nella prima sedia su cui i
suoi occhi erano
caduti. E ne eri fiera, che il caso avesse scelto te.
Ti alzi non sbuffando solo
perché l’aula era occupata
anche da colleghi sconosciuti, ma Riccardo ti prende un braccio.
“Aspetta. È
colpa mia” si rivolge poi a Sergio, già
spazientito, “non disturberemo più,
prof.”
Se prima gli astanti di quel
siparietto si erano limitati
a portarsi dubbiosi le mani alla testa, non avrebbero di certo potuto farsi
sfuggire
quell’atto di corteggiamento in diretta.
Ti risiedi, accompagnata dal
cigolio caratteristico del
piano pieghevole su cui torni ad appoggiarti.
“Dovrei
ringraziarti?”
“Ritieniti
fortunata di non avermi incontrato venticinque
anni fa tra i banchi di scuola.”
“O di non averti
avuto come maestro alle elementari.”
“Ma quanti anni mi
dai, Gandini?”
“Così
tanti che, se lo sapessero, ti darebbero il posto
di primario di diritto.”
“Ma se tu vai a
letto con chi ha la metà dei tuoi anni,
io…”
“Ma sei davvero
come il mio maestro delle elementari!”
sbraiti.
“Vecchio,
puntiglioso e soprattutto realista?”
“No,
rompipalle!”