Titolo:
Best
Friends Forever
Fandom:
Jennifer's body
Personaggi/Pairing(s):
Jennifer Check/Anita “Needy” Lesnicky (Needifer, a
quanto pare
XD); implied Chip/Needy
Rating:
giallo
Genere:
Commedia, Fluff? Santoddio.
Avvertimenti:
oneshot; linguaggio da scaricatori di porto; idiozia; femslash lieve
(e vabbè, tanto sono canon)
Challenge/Prompt:
scritta per il L<3ve
fest @fanfic_italia,
con il magico prompt “È
come tentare di forzare una serratura con un'aringa bagnata!"
Note
iniziali:
la storia delle pannocchie è, se si esclude la breve
digressione sul
popcorn, interamente e tragicamente
vera
nonostante il lol °-° XD È opera di una mia
amica e I can't even-
Non chiedetemi XD. E niente, ho pensato che in bocca a Jennifer ci
stesse bene qualcosa del genere (come anche l'aringa \o/)
Uh, e
sul finale ci sono riferimenti al finale del film .__. ehm
*sospirone*
Ringraziamenti:
grazie a questo film demenziale, che nonostante tutto m'è
piaciuto,
perchè mi ha fatto uscire dalla tremenda fase di blocco di
scrittura
degli ultimi giorni. E grazie anche a _olly_
per la segnalazione errori e i commenti ^^
La
penna scorre veloce sul foglio, mentre Needy, la lingua tra i denti
per la concentrazione, si dà da fare sui compiti.
"Avresti
dovuto vederlo, Needy!”
Certo, è un un po' difficile
concentrarsi con le chiacchiere giulive di Jennifer, la sua suoneria
irritante che esplode ad intervalli regolari di circa tre minuti e
l'odore zuccherosamente nauseante del suo chewingum alla fragola ad
appestare la stanza, ma non è nulla a cui Needy non abbia
fatto il
callo.
"Uno spettacolo assurdo! Ci ha fatto una figura di
merda epica!”
Needy annuisce un paio di volte: ha terminato i
propri appunti e ora è passata a copiarli –
includendo volutamente
qualche errore d'ortografia macroscopico - sul foglio della
compagna.
Non che lei le abbia ordinato di farle i compiti o altro
(“Chi se ne frega,
tanto non li faccio mai. I prof. ci sono
abituati”), ma Needy
ha deciso di aiutarla ugualmente con
letteratura inglese.
Sarà per via del suo animo caritatevole
verso quel caso disperato che è Jennifer – durante
un'interrogazione ha affermato convinta che Amleto si era scopato la
propria madre – o sarà che, più
probabile, Needy si sente un po'
in colpa: ora che con Chip sta diventando una cosa seria,
dovrà
inevitabilmente sottrarre spazio e tempo prima dedicati in esclusiva
a Jennifer.
"Mi stai ascoltando, Needy?”
Lei annuisce di
nuovo, aggiungendo un 'mm-h' distratto, e Jennifer sembra trovare in
quel suono un incentivo a proseguire.
"Doveva essere nervoso
o disperato, o tutte e due, non so” biascica in tono
annoiato,
prima di gonfiare una bolla.
Un puff morbido, e Needy sorride,
interrompendo un attimo lo scribacchiare: non ha bisogno di alzare
gli occhi dal foglio per sapere che il chewingum non le si è
sparpagliato per tutta la faccia, come succederebbe a ogni comune
mortale. No, Jennifer Check è perfetta anche nel masticare
gomme e
comunque non sarebbe geneticamente in grado di sporcarsi la faccia,
nemmeno così. Per buona misura, comunque, Needy si spinge
gli
occhiali sul naso e la guarda lo stesso – non le serve sempre
una
buona scusa per guardare Jennifer. E tanto, le viene automatico.
Le
gambe snelle e accavallate e i piedi nudi, è distesa sul
letto
dell'amica – a suo agio come se fosse il proprio, e in fondo
lo è
ogni qual volta ne abbia voglia. Con una mano sta digitando
freneticamente un sms – senza guardare il display, non le
serve –
e con l'altra si accarezza i lunghi capelli neri, avvolgendosene
alcune ciocche attorno alle dita.
"Insomma, da quando ci
eravamo dati l'appuntamento gli scoppiavano le palle all'idea di
farmisi”
Come da manuale, Needy ignora quella sconfinata finezza
– una caratteristica della lady fin da quando ha acquisito la
facoltà di parola. Nonostante lei non sia solita imprecare
– il
massimo che riesce a dire è un debolissimo cacchio
(ci prova,
ci prova sempre a cambiare quelle quattro lettere con due zeta, ma
proprio non è in grado) – non ha nulla in
contrario se Jennifer lo
fa. Anzi, forse è una delle tante cose che le invidia.
"...e
palesemente s'era fatto una sega, poco prima di incontrarmi. Troppo
poco prima di incontrarmi, no? E
quindi quando mi è salito sopra
era tutto appiccicaticcio e fottutamente moscio. Mi è
scappato da
ridere, Needy. Capisci? Stavo per ridergli in faccia, cazzo!”
Le
scappa una risatina soffocata.
Needy scuote la testa, abbozzando
un ghigno suo malgrado. Chissà come deve essersi sentito
quel
poveraccio capitato sotto le grinfie di Jennifer, una vera mangia
uomini.
“Sei un mostro, Jenny” commenta, evitando di
vergare
il trattino di una 't' con la solita puntigliosità
certosina, e
utilizzando invece un ghirigoro disordinato che la aiuta ad imitare
la calligrafia dell'altra ragazza.
"Finito” borbotta tra
sé.
Jennifer si solleva sul materasso, per poi esibirsi in una di
quelle espressioni plateali così tipiche sue –
tutte occhi e bocca
spalancati.
"Oh andiamo, mica è colpa mia se quello era un
idiota. Poi sai cosa? Ha pure avuto il coraggio di continuare. E io
mi mordevo le labbra per non pisciarmi addosso dalle risate, ma il
coglione deve aver pensato che mi stessi eccitando, suppongo. E dire
che la mia faccia era tutta un 'Gesù, sei ridicolo, bello!
È, boh,
come tentare di forzare una serratura con una fottuta aringa bagnata,
tipo!'"
A quella similitudine a metà tra il
disgustoso e il ridicolo, Needy inarca un sopracciglio e sbuffa una
risata, mentre si alza per sistemare libri e
quaderni.
"Una...che?”
Si
asterrà dal chiederle come le escano, certe cose. In fondo,
Jennifer
ne ha sparate di più grosse – come quando, alla
tenera età di
sedici anni suonati, aveva realizzato la misteriosa connessione tra
pannocchia, mais e popcorn (“Ieri
mentre mangiavo la pannocchia e ho visto il mais ho collegato tutto!
Ma poi la pannocchia da dove viene? Non credo esista un albero delle
pannocchie”).
"Un'aringa
bagnata, Needy. Nel senso che era moscio, dai” spiega
Jennifer,
come se fosse la cosa più normale del mondo, come se fosse
lei, la
secchiona tra le due, per una volta. Certo, in quel campo potrebbero
darle una laurea honoris causa per quanto ci si impegna, ed
è
risaputo quanto sia infinitamente più ferrata sull'argomento
di
Needy – ancora vergine perfino di baci, fino a qualche
settimana
prima, ma comunque non totalmente ignorante, su certe cose.
"Guarda
che l'avevo capito”
"Mi
sembrava di no” ribatte soave Jennifer, facendo spallucce,
mentre
Needy si toglie le pantofole e si sistema sul materasso affianco a
lei.
"Di'
un po', e
con Chip?”
"Con
Chip cosa?”
"A
che
punto siete?”
"Se
intendi quello...non
l'abbiamo ancora fatto”
"Che
palle”
"Usciamo
a
dir molto da una settimana, Jenny”
"Appunto”
"E
per i tuoi standard corrisponde a mesi interi, quindi”
"Okay,
okay non avrete scopato. Ma qualcosa tipo...” agita un pugno
davanti alla bocca e preme la lingua contro una guancia, suggerendo
eloquentemente il gesto di fare un pompino.
"Jennifer”
"O
un po' di sano-...”
"Jen”
"E
che mi dici di-...”
"No!”
ribadisce, esausta, Needy.
"E
comunque, se accadrà, sarai la prima a saperlo, lo
sai”
Una
mano corre istintivamente a giocherellare con la catenina che tiene
al collo.
Jennifer lo nota – non nota la maggior parte
delle cose enormi ed importanti, ma a volte stupisce Needy
accorgendosi di quelle ridicolmente piccole e insignificanti
– e
allora mette fine alle domande stronze, alle allusioni
imbarazzanti.
"Giusto.
Le
migliori amiche non hanno segreti” mormora lentamente.
C'è
un attimo in cui cade un silenzio strano, tra loro, un silenzio che
non c'era da anni, e in cui Needy si sente sconfinatamente e
inspiegabilmente colpevole.
Forse un segreto c'è. Ma è così
difficile da spiegare, e scomodo anche, che entrambe – lo sa,
lo
sa pure senza saperlo che anche
per Jennifer è così - , rimane
sempre sotto la superficie, irrisolto.
Ed è in quel momento, poco
prima che un pensiero bizzarro solletichi la mente di Needy, che
Jennifer si muove in un gesto brusco.
Affonda le dita nello scollo
della maglietta dell'altra ragazza, strappandole un'esclamazione di
sorpresa, facendola arrossire, ma dopo meno di un secondo le sue
intenzioni si rivelano innocue come il sorrisone stupido e
soddisfatto che sfodera.
Ha stretto tra le dita un ciondolo
pacchiano a forma di cuore con un brillantino di strass incastonato
sopra e la scritta 'BFF', un oggetto di cui lei stessa possiede una
copia appesa al collo.
Gli occhi blu di Jennifer brillano di
divertimento infantile, i denti bianchi e regolari che mordicchiano
appena le labbra piene, mentre avvicina i due cuori e ne fa toccare
le punte con un paio di colpetti.
"Best friends forever”
dice, allegramente. Si lascia cadere all'indietro sul cuscino, a peso
morto, e poi prende a fare palleggi – sì, palleggi
– con il
cellulare - nuovo, di marca, costoso, integro – rischiando di
farlo
volare giù dal letto.
A volte Jennifer fa cose completamente
prive di senso.
"Jen?”
"Mh?”
"Non
te la toglierai mai, quella collana?” domanda Needy.
Una
parte di lei, quella veramente
da
sfigata, teme la
risposta.
Perché
a volte
pensa sia praticamente impossibile che una come Jennifer –
così
bella, così popolare, così cheerleader,
così tutto – possa
continuare ad essere amica di una nerd impopolare come lei.
Eppure,
nonostante il modo di essere di una faccia a pugni con quello
dell'altra, nulla le ha mai dato motivo di dubitare dell'amicizia che
le unisce, dell'importanza di indossare quel ciondolo sul petto
giorno e notte.
"Dovranno
strapparmela dal collo, e se succederà, vorrà
dire che sarò
fottutamente morta” promette Jennifer, con una
solennità sincera
ma così ridicola da rubare a Needy un sorriso enorme.
"Best
friends forever”