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Autore: SofyRose    18/02/2011    3 recensioni
dopo il "falso allarme" della reunion dei nostri amatissimi vecchi Guns,ecco quello che ogni vero Gunner vorrebbe che succedesse, una oneshot scitta alle 2 di notte in un momento di ispirazione...
p.s questa è la mia prima storia, mi ci è voluta un'infinità di tempo per decidere se pubblicarla o no, e alla fine ho deciso di provare... non so quanto questa scelta possa essere "corretta" O.O spero che sia all'altezza di questo sito (anche se ho dei seri, SERISSIMI dubbi)siati clementi con questa !scrittrice di fan fiction dilettante", vi prego!!
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Axl Rose
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Jeff.
Lafayette.
Erin.
Los Angeles.
La musica.
L.A Guns.
Hollywood Rose.
Guns ‘n roses.
6 giugno 1985.
Un sogno.
Il MIO sogno.
Jeff.
Lafayette.
Erin.
Los Angeles.
La musica.
L.A Guns.
Hollywood Rose.
Guns ‘n roses.
6 giugno 1985.
Un sogno.
Il MIO sogno.
In questo momento sto rivivendo tutto quello che è stato importante nella mia vita. Poi, a un certo punto la mia mente va in stand by.
Fino a un secondo fa avevo migliaia di immagini in testa e adesso c’è solo una frase:
“William, sei solo un fottuto coglione.” Si, è vero, sono solo un fottuto coglione, che preferirebbe farsi strappare le palle piuttosto che ammettere di aver sbagliato. E di errori credetemi, ne ho fatti davvero molti, troppi, e questo perché? È ovvio, perché sono solo un fottutissimo coglione.
.E adesso ho la possibilità di fare qualcosa, di cambiare la mia vita, di rimediare a quello che è stato sicuramente il mio più grande errore, adesso, sotto questo cielo stellato, con una faccia da idiota, con uno sguardo inespressivo.
Mi sento fragile, mi sento piccolo, mi sento inutile, per la prima volta nella mia vita, mi sento in colpa.
“Coraggio Rose, parla, di qualcosa cazzo!” mi dico tra me, ma non faccio in tempo ad aprire bocca perché quel cazzone che ho davanti mi batte sul tempo, da una parte sono sollevato, non avrei mai potuto trovare le parole giuste, o forse non avrei mai trovato il coraggio di dirle.. prende un respiro.. ma nulla, le parole gli muoiono in gola, proprio come a me.
Ci limitiamo a continuare questo gioco di sguardi. E per la prima volta dopo tanto tempo, mi sento… bene!
Bene quasi come su quel palco, la nostra prima esibizione, rivivo quella serata, che avevo volontariamente cercato di cancellare dalla mia mente, ovviamente senza successo.
6 giugno 1985, come potrei dimenticarlo?
Ho la strana impressione che il tempo si sia fermato, o che addirittura sia tornato indietro, mi sembra di essere di nuovo li, di fronte a quella massa di ricci neri, quella tuba, quella bottiglia di zio Jack, quello sguardo spento da ubriaco, e quel sorrisetto strafottente stampato su quelle labbra carnose.
Mentre invece sono qui, davanti a una massa di ricci neri, a un paio di labbra carnose inespressive e a uno sguardo triste, da sobrio.
A fare cosa poi?
A sprecare l’ennesima occasione di aggiustare tutto, di tornare a essere quello che ero, di dire addio a quello che sono diventato. No, questa volta no, non la lascerò andare via la mia occasione. Sono sempre io, e si sa come sono fatto io, se voglio una cosa, me la prendo, e basta. E adesso so cosa voglio, e stò per andare a prendermelo.
.“Avevi ragione su tutto.” Abbasso lo sguardo e sospiro “cazzo se avevi ragione.”
Lui mi guarda per qualche interminabile secondo poi, prende un lunghissimo respiro: “lo so.”
Ci guardiamo ancora, il cuore mi batte a mille, sto’ sudando e ho caldo, peccato che sia Febbraio, e non capisco se è per quello che sto’ facendo o per quello che potrebbe fare lui. Ma ora non è il momento di pensare, devo farlo, e basta!
“Accetterai mai le scuse di un fottuto coglione che sembra credersi Dio, ma che in realtà sa benissimo di non esserlo?” il mio sguardo è quasi supplichevole, e poi, finalmente, lo faccio:
“Scusa.”
Lui mi guarda per altri interminabili secondi, che a me sembrano davvero un eternità, ho paura, ho caldo, sono teso, sono felice, mi sento bene… cavolo! Non so nemmeno io cosa sto’ provando in questi fottutissimi secondi che sembrano non finire mai… ti prego Slash, ti prego, dì qualcosa, qualsiasi cosa, ma metti fine a questo silenzio assordante!
Poi sospira, mi guarda dritto negli occhi e… sorride. Scuote le testa, mi abbraccia, quanto tempo era che non ci abbracciavamo? 25 o 30 anni? Non ne sono sicuro. Ma di una cosa sono sicuro, questo abbraccio me lo ricorderò per sempre.
“vaffanculo mr. Rose!”
“fottiti Hudson!”
E per la prima volta, ho la certezza di aver fatto la cosa giusta. Allora, forse, non sono poi così coglione…
  
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