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Autore: Akrois    18/02/2011    6 recensioni
Sono seduti in tre.
C’è il ragazzo prussiano, c’è l’ebreo austriaco, c’è il soldato russo.
Si guardano di sottecchi in silenzio.
- Il mio sangue è blu- butta lì il prussiano, lasciando cadere una carta sul pavimento sporco – e direi che questa partita la vincerò io.
- Il tuo sangue può essere anche viola- bofonchia il russo guardando le carte – ma la partita è mia.
- Porco Dio. - commenta laconicamente il prussiano osservando la carta buttata dal russo.
L’ebreo lo guarda storto e si sistema gli occhiali tondi sul naso – Ti prego di non bestemmiare.
Il prussiano si pulisce il naso con la manica della divisa – Bestemmio quanto mi pare e piace. Tanto Dio non esiste, quindi dubito che si offenderà.
- Che logica pietosa. - l’ebreo butta la carta.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Guerre mondiali
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La mano migliore.

 

 

Sono seduti in tre.

C’è il ragazzo prussiano, c’è l’ebreo austriaco, c’è il soldato russo.

Si guardano di sottecchi in silenzio.

- Il mio sangue è blu- butta lì il prussiano, lasciando cadere una carta sul pavimento sporco – e direi che questa partita la vincerò io.

- Il tuo sangue può essere anche viola- bofonchia il russo guardando le carte – ma la partita è mia.

- Porco Dio. - commenta laconicamente il prussiano osservando la carta buttata dal russo.

L’ebreo lo guarda storto e si sistema gli occhiali tondi sul naso – Ti prego di non bestemmiare.

Il prussiano si pulisce il naso con la manica della divisa – Bestemmio quanto mi pare e piace. Tanto Dio non esiste, quindi dubito che si offenderà.

- Che logica pietosa. - l’ebreo butta la carta.

I tre guardano le carte.

- Sono stufo.- dice il prussiano distribuendo una carta a giocatore – Della guerra. Voglio andare via.

Il russo sistema le carte a ventaglio davanti al viso, osservandole con i sottili occhi verdi – A chi lo dici.

L’ebreo si passa una mano fra i sottili capelli bianchi – Finirà presto.

- E chi l’ha detto, Dio o Hitler?

- Dubito che per voi nazisti ci sia differenza.

- Non paragonarmi a quella feccia!- sbraita il prussiano verso l’ebreo, sventolandogli un pugno sotto il naso – Io non sono e non sarò mai un cane del reich! Io ho un onore! I miei avi hanno difeso Berlino dalle truppe di Napoleone!

- E i miei avi hanno buttato un fiammifero su Mosca in fiamme. Butta la carta e smettila di sbraitare. - il russo guarda la finestra sbarrata con la coda dell’occhio – O ci farai scoprire.

Il prussiano butta giù una carta, accompagnandola con un sentito “porca Madonna”.

Il russo sospira e lascia cadere la carta sopra il mucchio.

L’ebreo li guarda entrambi. Sorride, lasciando che la fiamma della candela accentui le rughe sul suo volto, facendolo sembrare più triste che felice – Che cosa buffa. Un ebreo, un disertore e un russo che giocano a carte.

- Un ebreo, un disertore. E la stanza puzza di maiale marcio. - dice il russo ghignando. Il prussiano lo guarda male – Ma chiudi quella fogna, merda sovietica! Se non fosse perché fuori stanno buttando giù anche l’ira di Dio io ora non sarei qui, ma su un dannato aereo diretto in Svizzera, cazzo!

Il russo ride – Per farti affondare da un missile americano?

- Fottiti.

L’ebreo butta la carta – Quindi?

- Quanti punti avete fatto?

Per qualche minuto nella stanza si sentono solo il fruscio delle carte e il sibilare delle bombe là fuori.

- Credo di aver vinto - dice l’ebreo mostrando il mazzetto di carte – il premio mi spetta.

- Hai barato, stronzo!

- Chiudi la bocca e dagli quel che gli spetta. - lo gela il russo. Il prussiano schiuma di rabbia ma non riesce a fare altro che guardare il soldato mentre questi si accende una sigaretta con la fiamma della candela.

Il prussiano prende un respiro profondo e consegna all’ebreo il piccolo involucro di stoffa macchiata.

- Potreste girarvi?- domanda l’ebreo – Non sarà un bello spettacolo.

- Voglio prima vedere se con quelle manine artritiche riesci a prenderla in mano, vecchio.

Il russo annuisce e si volta, afferrando la testa del prussiano per farlo voltare a sua volta.

L’ebreo sospira – I miei figli sono morti. Non li rivedrò mai più.

- Anche i miei.

La voce del russo suona pacata, calma. L’ebreo guarda la sua schiena, ancora avvolta nella divisa – Li ritroverai.

- Lo spero.

Il prussiano guarda il vuoto – Magari ritroverò la mia mamma.

- Di sicuro ragazzo mio, di sicuro.

L’ebreo sorride alla nuca del prussiano. Gli ricorda quasi suo figlio Yona, con i capelli biondi ribelli e gli occhi colmi di coraggio. Quel coraggio che solo i ventenni possono avere anche davanti alla morte.

Lo sparo rimbomba nella casa. Il prussiano singhiozza, il russo espira il fumo in larghi anelli.

Gli poggia una mano sulla spalla – La guerra è finita.

- L’ebreo aveva la mano migliore.

- La guerra è finita.

- È stato fortunato.

- Finalmente è finita.

- Mamma.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

La bomba cadde con un sibilo.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

A. Corner___

Non chiedetemi il perché di tale popò di miscuglio.

Solo che se l’ebreo non era austriaco io non ero contenta, ecco la verità.

   
 
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