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Autore: Cipria    18/02/2011    8 recensioni
Cio' che vi accingete a leggere è quasi un monologo interiore sui sentimenti di una donna per un uomo, scritto sotto forma di lettera, (formula che mi è servita da espediente letterario)lettera destinata ad André da parte di Oscar. E' stata scritta in occasione di un contest per San Valentino, buona lettura :) !
P.S. Ringrazio Bradamante che mi ha gentilmente fatto notare un'imprecisione nella grammatica francese, grazie! ^^
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: André Grandier, Oscar François de Jarjayes
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Breve premessa: l’IO scrivente è Oscar, ho cercato per quanto possibile di identificarmi con lei, e nei di lei panni di scrivere una lettera ad André, i tempi non sono fedeli alla storia, i due  ragazzi si dichiarano amore prima della sera del 12 luglio, almeno un mese o più.

 

“Sai, scriverti una lettera
Non è una cosa facile
Sai, mi sento così fragile
Le bombe non ti ascoltano
Ma... questa guerra non mi cambierà” Nomadi  – Dove si va -

 

                                                                        Parigi, A.D.(1) 28 Maggio 1789

(1)Sta per Anno Domini, ovvero anno del Signore, non so se fosse in uso in Francia a quell’epoca, però mi piaceva ^^

Mon adoré André,

 sono qui a respirare aria stagna e umida rischiarata dal lume di una candela, con la fronte imperlata di sudore, questa maledetta divisa tutta incollata addosso – quasi voglia radicarsi in me, la maledetta  - e la tosse, sempre la stessa insidiosa tosse, io ti scrivo questa mia che ti giungerà tra molto tempo, ed a quel punto o te la consegnerò io – e riderò a crepapelle della paura fottuta che mi fa tremare il cuore - o se la tosse o chissà cos’altro avranno avuto la meglio, te la consegneranno altri, ti supplico, nel caso così fosse non averne con te stesso perché stai ignorando e avrai ignorato la mia tisi, non avresti potuto far nulla, ed io ho preferito così. André, mio Amore, mio tutto, sappi che ti devo la vita, non la vita che mi ha dato mio padre – quella non la devo nemmeno a lui – ma la vita che mi hai ridato quando nemmeno io ci credevo, sai ho capito, se io e la donna non siamo morte lo dobbiamo a te, alla tua presenza discreta, al tuo amore rotondo entro il quale mi hai custodita, e come nel ventre di una madre mi hai nutrita, e io sono rimasta  appesa alla vita perché tu ed il tuo amore sferico ci avete accolte dentro di voi.  Sai che io amo la musica, ecco se dovessi paragonarti a questa  tu sei stato il basso continuo della mia esistenza, quel suono tenuto e costante lungo tutta la melodia. Di questa e non so di quante altre migliaia di piccole e grandi cose devo ringraziarti, mio grande uomo dagli occhi di smeraldo, ebbene sì lo ammetto, nei tuoi occhi mi ci perdo, sono d’un verde che ti fa star male perché ti assorbe, e da adesso in avanti non ti ripeterò mai abbastanza che loro mi piacciono, insieme ai tuoi capelli d’ebano e la bocca di sciara, e poi tutto il resto, mio personale marmo rinascimentale. E’ ironico come nei nomi ci possa essere in qualche modo un destino , tu André – l’uomo –  l’attendente – colui che attende, e tu  con me l’hai fatto con costanza per  vent’anni – e poi sembri un Michelangelo, su questo mi riserbo dal fare commenti, non sono ancora giunta a tale soglia di sfacciataggine per iscritto, visto che scripta manent non vorrei arrossire in forma postuma.

Sai che non mi è facile scrivere a quelli che amo – apprezza lo sforzo – io sono stata abituata a scrivere a generali, a capi di stato, nulla di personale, nulla che fosse “mio” davvero, argomenti dei quali tutto sommato ho sempre parlato con familiarità e senza lasciare nulla di me, ma scrivere d’Amore è un’altra cosa, sembra di star lasciando lacerti d’anima su questa pergamena, mi tremano le mani e fatico a tenere la penna, mi sobbalza il petto e non è la tisi, sorrido e questo mi fa sentire tremendamente stupida, perché mai sorridere ad un foglio?!  Non ha nulla di razionale, se mi vedesse mio padre mi schiaffeggerebbe, per lui hanno valore tutte le azioni compiute per un fine e sullo spettro del razionale, tutto il resto è superfluo, per questo di lui non ricordo né un bacio, né una carezza, sono tutti gesti senza un motivo, perché per mio padre l’amore non ha un motivo , ed anche di questo devo ringraziarti, e mio padre mi fa tanta pena per questo. L’acqua prende la forma dei corpi entro i quali è contenuta, ecco io ero come l’acqua, ho preso forma solo per merito tuo, solo perché mi hai saputa contenere, sei stato il mio argine da sempre, non potrei menzionare un ricordo che non ti contempli.

Perché André, perché aver scoperto d’amarti solo adesso mentre fuori infuria la rivoluzione? Perché, se ci pensi è crudele, gli innamorati non imbracciano baionette per i viali di Parigi, gli innamorati si sussurrano all’orecchio ridicole frasi, si scambiano baci e credono nell’eternità, a noi cosa è toccato invece? Un amore clandestino senza gloria né tempo, forche e sangue ovunque non mi sembrano esattamente uno scenario idilliaco. Oscar è un errore sin dalla nascita e come tale ha la coerenza di vivere, la cosa più strana di tutto questo è che non me ne importa poi tanto, è come se ci fossero due donne: quella degli ideali, quella che ha rinnegato il suo nome e combatte al fianco del terzo stato, e quella che ti ama, che quando ti guarda dimentica del puzzo d’orina per le strade, dei fiumi di sangue troppo spesso versato e non sempre con un esatto motivo, quella che china gli occhi quando la guardi, quella che mette sempre della lavanda tra la sua biancheria perché sa che a te piace – di questi tempi, quando si trova - è strano come riesca a coesistere con queste due donne, e come ognuna delle due riesca a vivere appieno la propria vita senza che l’altra vi interferisca…

André, mio amore, mio tutto, come ti ho detto scrivo queste poche righe – come si può tutta un’esistenza racchiuderla tra le parole? Tutte le righe sarebbero sempre in difetto! – che ti perverranno tra qualche tempo, le affiderò a persona di fiducia che se io dovessi perire per un motivo o per l’altro ti consegnerà, altrimenti se per allora sarò sopravvissuta – cosa che mi auguro ardentemente, perché voglio vivere, cosa credi? Ho circa una vita da vivere e tutta un’altra da scoprire, quella prima di noi e quella che sarà nostra! – me la farò rendere e la leggeremo insieme, e rideremo davanti a dell’ottimo vino, rideremo di questa paura fottuta, che ho, di morire – Cher scusa se sono volgare, ma la morte da qualsiasi prospettiva la si guardi non mi sembra argomento fine, né usa delicatezza, quindi non vedo perché io dovrei averne nei suoi riguardi . Mon Amour tra qualche giorno si festeggerà quella sciocca festa dell’amore(2), non avrai da me un solo bonbon alla violetta, non in quel giorno almeno, è la festa più stupida di cui mi sia giunta voce, quelle pingue dame di Versailles saranno intente a confezionare pacchetti a cuore con dentro chissà quale dolcetto – perché per loro la rivoluzione è fuori, non le lambisce nelle coscienze -, io non ne voglio sapere, una volgarità che avrei accettato giusto a quindici anni perché a quell’età ha un senso, ma non l’ho mai avuta, ed ormai i quindici li ho più che doppiati, ti prometto che tutti gli altri giorni – ah ah, parlo come se fossi sicura di averne, vedi come mi confondi?! – mangeremo praline e cuoricini di zucchero fino a rimettere…

Mon Cher André Grandier, Je T’Aime

 

(2) Mia variante di San Valentino – summer version :)

 

 

Toi pour l’éternité, Oscar Françoise (in pectore* (3) ) Grandier

 

(3) Termine volutamente altisonante, per dare l’idea di una Oscar dissacrante, che usa termini pomposi e formali laddove non servono, giusto per scardinare vecchi schemi, gli stessi messi in discussione dalla rivoluzione

 

P.S. *Perché so che mi sposerai – quindi nel mio intimo mi sento già Madame Grandier -, oppure visto che porto i pantaloni può darsi che ti sposerò, non si sa mai, che la rivoluzione alla fine non ribalti qualche ruolo!

Grandier, mi piacciono le rose bianche – lo so che lo sai, ma sto più tranquilla se te lo rammento – e per tale cosa ti prego, per qualsiasi motivo giungerò ad un altare, voglio delle rose bianche, non sono sfacciate come le rosse, né indecise come quelle rosa, spiccano per splendore pudico, sono le più belle!

 

 

Ndr : Mi sono dilettata in questa lettera solo per amore dello scrivere, e di André :P , mi discosto completamente dalla ricorrenza in nome del quale è stato indetto il contest, come dice anche Oscar è una festa che va bene a quindici anni, quando l’amore è ancora più che altro forma!



                                                                                                                                                                             Cipria

   
 
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