Breve
premessa: l’IO scrivente è Oscar, ho cercato per
quanto possibile di
identificarmi con lei, e nei di lei panni di scrivere una lettera ad
André, i
tempi non sono fedeli alla storia, i due
ragazzi si dichiarano amore prima della sera del 12
luglio, almeno un
mese o più.
“Sai,
scriverti una lettera
Non è una cosa facile
Sai, mi sento così fragile
Le bombe non ti ascoltano
Ma... questa guerra non mi cambierà” Nomadi
– Dove si va -
Parigi,
A.D.(1)
28
Maggio
1789
(1)Sta
per Anno Domini, ovvero anno del Signore, non so se
fosse in uso in Francia a quell’epoca, però mi
piaceva ^^
Mon
adoré André,
sono qui a respirare aria
stagna e umida
rischiarata dal lume di una candela, con la fronte imperlata di sudore,
questa
maledetta divisa tutta incollata addosso – quasi voglia
radicarsi in me, la
maledetta - e la
tosse, sempre la stessa
insidiosa tosse, io ti scrivo questa mia che ti giungerà tra
molto tempo, ed a
quel punto o te la consegnerò io – e
riderò a crepapelle della paura fottuta
che mi fa tremare il cuore - o se la tosse o chissà
cos’altro avranno avuto la
meglio, te la consegneranno altri, ti supplico, nel caso
così fosse non averne
con te stesso perché stai ignorando e avrai ignorato la mia
tisi, non avresti
potuto far nulla, ed io ho preferito così. André,
mio Amore, mio tutto, sappi
che ti devo la vita, non la vita che mi ha dato mio padre –
quella non la devo
nemmeno a lui – ma la vita che mi hai ridato quando nemmeno
io ci credevo, sai
ho capito, se io e la donna non siamo morte lo dobbiamo a te, alla tua
presenza
discreta, al tuo amore rotondo entro il quale mi hai custodita, e come
nel
ventre di una madre mi hai nutrita, e io sono rimasta appesa
alla vita perché tu ed il tuo amore sferico
ci avete accolte dentro di voi. Sai
che
io amo la musica, ecco se dovessi paragonarti a questa
tu sei stato il basso continuo della mia
esistenza, quel suono tenuto e costante lungo tutta la melodia. Di
questa e non
so di quante altre migliaia di piccole e grandi cose devo ringraziarti,
mio
grande uomo dagli occhi di smeraldo, ebbene sì lo ammetto,
nei tuoi occhi mi ci
perdo, sono d’un verde che ti fa star male perché
ti assorbe, e da adesso in
avanti non ti ripeterò mai abbastanza che loro mi piacciono,
insieme ai tuoi
capelli d’ebano e la bocca di sciara, e poi tutto il resto,
mio personale marmo
rinascimentale. E’ ironico come nei nomi ci possa essere in
qualche modo un
destino , tu André – l’uomo –
l’attendente – colui che attende, e tu
con me l’hai fatto con costanza per
vent’anni – e poi sembri un
Michelangelo, su questo mi riserbo dal fare
commenti, non sono ancora giunta a tale soglia di sfacciataggine per
iscritto,
visto che scripta manent non vorrei arrossire in forma postuma.
Sai
che non mi è facile scrivere a quelli che amo –
apprezza lo sforzo – io sono
stata abituata a scrivere a generali, a capi di stato, nulla di
personale,
nulla che fosse “mio” davvero, argomenti dei quali
tutto sommato ho sempre
parlato con familiarità e senza lasciare nulla di me, ma
scrivere d’Amore è
un’altra cosa, sembra di star lasciando lacerti
d’anima su questa pergamena, mi
tremano le mani e fatico a tenere la penna, mi sobbalza il petto e non
è la
tisi, sorrido e questo mi fa sentire tremendamente stupida,
perché mai sorridere
ad un foglio?! Non
ha nulla di razionale,
se mi vedesse mio padre mi schiaffeggerebbe, per lui hanno valore tutte
le
azioni compiute per un fine e sullo spettro del razionale, tutto il
resto è
superfluo, per questo di lui non ricordo né un bacio,
né una carezza, sono
tutti gesti senza un motivo, perché per mio padre
l’amore non ha un motivo , ed
anche di questo devo ringraziarti, e mio padre mi fa tanta pena per
questo. L’acqua
prende la forma dei corpi entro i quali è contenuta, ecco io
ero come l’acqua,
ho preso forma solo per merito tuo, solo perché mi hai
saputa contenere, sei
stato il mio argine da sempre, non potrei menzionare un ricordo che non
ti
contempli.
Perché
André, perché aver scoperto d’amarti
solo
adesso mentre fuori infuria la rivoluzione? Perché, se ci
pensi è crudele, gli
innamorati non imbracciano baionette per i viali di Parigi, gli
innamorati si
sussurrano all’orecchio ridicole frasi, si scambiano baci e
credono
nell’eternità, a noi cosa è toccato
invece? Un amore clandestino senza gloria
né tempo, forche e sangue ovunque non mi sembrano
esattamente uno scenario
idilliaco. Oscar è un errore sin dalla nascita e come tale
ha la coerenza di
vivere, la cosa più strana di tutto questo è che
non me ne importa poi tanto, è
come se ci fossero due donne: quella degli ideali, quella che ha
rinnegato il
suo nome e combatte al fianco del terzo stato, e quella che ti ama, che
quando
ti guarda dimentica del puzzo d’orina per le strade, dei
fiumi di sangue troppo
spesso versato e non sempre con un esatto motivo, quella che china gli
occhi
quando la guardi, quella che mette sempre della lavanda tra la sua
biancheria
perché sa che a te piace – di questi tempi, quando
si trova - è strano come
riesca a coesistere con queste due donne, e come ognuna delle due
riesca a
vivere appieno la propria vita senza che l’altra vi
interferisca…
André,
mio amore, mio tutto, come ti ho detto scrivo
queste poche righe – come si può tutta
un’esistenza racchiuderla tra le parole?
Tutte le righe sarebbero sempre in difetto! – che ti
perverranno tra qualche
tempo, le affiderò a persona di fiducia che se io dovessi
perire per un motivo
o per l’altro ti consegnerà, altrimenti se per
allora sarò sopravvissuta – cosa
che mi auguro ardentemente, perché voglio vivere, cosa
credi? Ho circa una vita
da vivere e tutta un’altra da scoprire, quella prima di noi e
quella che sarà
nostra! – me la farò rendere e la leggeremo
insieme, e rideremo davanti a
dell’ottimo vino, rideremo di questa paura fottuta, che ho,
di morire – Cher scusa
se sono volgare, ma la morte da qualsiasi prospettiva la si guardi non
mi
sembra argomento fine, né usa delicatezza, quindi non vedo
perché io dovrei
averne nei suoi riguardi . Mon Amour tra qualche giorno si
festeggerà quella
sciocca festa dell’amore(2), non
avrai da me un solo bonbon alla
violetta, non in quel giorno almeno, è la festa
più stupida di cui mi sia
giunta voce, quelle pingue dame di Versailles saranno intente a
confezionare
pacchetti a cuore con dentro chissà quale dolcetto
– perché per loro la
rivoluzione è fuori, non le lambisce nelle coscienze -, io
non ne voglio
sapere, una volgarità che avrei accettato giusto a quindici
anni perché a
quell’età ha un senso, ma non l’ho mai
avuta, ed ormai i quindici li ho più che
doppiati, ti prometto che tutti gli altri giorni – ah ah,
parlo come se fossi
sicura di averne, vedi come mi confondi?! – mangeremo praline
e cuoricini di
zucchero fino a rimettere…
Mon
Cher André Grandier, Je T’Aime
(2)
Mia variante di San Valentino – summer version :)
Toi
pour l’éternité, Oscar
Françoise (in
pectore* (3) ) Grandier
(3)
Termine volutamente altisonante, per dare l’idea
di una Oscar dissacrante, che usa termini pomposi e formali laddove non
servono, giusto per scardinare vecchi schemi, gli stessi messi in
discussione
dalla rivoluzione
P.S.
*Perché so che mi sposerai – quindi nel mio
intimo mi sento già Madame Grandier -, oppure visto che
porto i pantaloni può
darsi che ti sposerò, non si sa mai, che la rivoluzione alla
fine non ribalti
qualche ruolo!
Grandier,
mi piacciono le rose bianche – lo so che lo
sai, ma sto più tranquilla se te lo rammento – e
per tale cosa ti prego, per
qualsiasi motivo giungerò ad un altare, voglio delle rose
bianche, non sono
sfacciate come le rosse, né indecise come quelle rosa,
spiccano per splendore
pudico, sono le più belle!
Ndr :
Mi sono dilettata in questa lettera solo per
amore dello scrivere, e di André :P , mi discosto
completamente dalla
ricorrenza in nome del quale è stato indetto il contest,
come dice anche Oscar
è una festa che va bene a quindici anni, quando
l’amore è ancora più che altro
forma!