Nick Autore: Only_
Titolo: La morte di un
amore
Personaggi: Aberforth
Silente, OC
Pairing: Aberforth/OC
Genere: introspettivo,
malinconico
Rating: verde
Avvertimenti: Flash, Slash,
What if?
Intro: "Ho chiuso, Jonathan.
Hai vinto tu."
Note: yay,
la mia prima fic incentrata su Aberforth. Probabilmente anche l'ultima,
visto
cosa ne è uscito. Il tema dell'alcolismo è da
prendere con le pinze e da
trattare con delicatezza, e non so se ci sono riuscita o meno; mi sono
trovata
senza dubbio molto in difficoltà. Questo personaggio non mi
piace molto, non mi
ispira eccetera eccetera, ma la Shot con Charlie è diventata
troppo lunga e
complicata da portare a termine. E' ambientata qualche mese - o qualche
anno? -
dopo la morte di Ariana. Nella mia mente contorta si è
allontanato
dall'Inghilterra per non avere più nulla a che fare con
Albus,
"rifugiandosi" in Irlanda. Qui trova un uomo comune, normale, e si
innamora della sua normalità. Finché, per motivi
non molto chiari, quest'uomo
diventa dipendente dall'alcol e Aberforth decide di andarsene, dopo
aver
acquistato la Testa di Porco. La storia non mi convince e il titolo fa davvero
schifo, ma non ho trovato altro, perciò accontentati u.u
A.D.C.C.C. scelti:
Passaporta, "Ho chiuso. Hai vinto
tu"
La morte di un amore
Lo osservai
un'ultima volta, gettato a terra accanto ad un albero.
Mi guardava con
gli occhi socchiusi, tra le mani una bottiglia di un qualche
superalcolico. Mi
sorrideva, il sorriso di un ubriaco, le iridi invisibili tra le ciglia
nere.
Ero stato
davvero innamorato di lui. Tempo prima, prima che l'alcol e lo
“sballo”
prendessero il mio posto, l'avevo davvero amato.
Godric's Hollow
era lontana, quel traditore di mio fratello era lontano. Avevo scelto
quel
paese dell'Irlanda per stare lontano dal mio passato, per cercare di
far
sbollire l'odio che mi infuocava. E avevo trovato lui, Jonathan.
L'amore, la
passione e tutto il resto erano divampati di colpo, mi avevano lasciato
stremato e sorpreso. Per un po' ero riuscito a non pensare ad Albus e a
quel
suo Grindelwald, a non pensare che, forse, ero stato io ad uccidere
Ariana.
Jonathan mi
faceva pensare ad altro, mi dava la possibilità di cercare
di crearmi una nuova
vita.
Era un ragazzo
normale, un mago nella media, nessun particolare difetto e nessun
pregio di
spicco. La sua compagnia era piacevole, riuscivamo a parlare di tutto
– o quasi
– senza litigare; era il ragazzo perfetto per me.
Finché non
aveva cominciato a bere. Beveva, beveva, beveva. La sua vita
cominciò a ruotare
solamente intorno all'alcol e tutto ciò che avevamo
costruito nei mesi insieme
crollò miseramente.
Fu un
pomeriggio di aprile, quando una missiva dall'Inghilterra mi
informò che la
“Testa di Porco”, uno squallido locale a Hogsmeade,
era diventata mio, che
decisi di andarmene.
Jonathan non
poteva più darmi nulla, non voleva più farlo; e
non avevo alcuna intenzione di
passare la mia vita accanto a un alcolizzato che sperperava i suoi
denari in
superalcolici.
Strinsi i
denti.
«Ho chiuso, Jonathan. Hai vinto
tu» mormorai, afferrando quello stivale sgualcito
che mi avrebbe riportato a casa.
Quando la Passaporta si attivò e sentii il familiare strappo
all'ombelico, sentii che nessuno sarebbe riuscito a prendere il suo
posto,
nonostante tutto.
Grazie a lui non ero affondato nella pazzia, grazie a lui il dolore per
la morte di Ariana e per il tradimento di Albus si
era, seppur
lievemente, affievolito.
Jonathan, prima di affogare il nostro legame nell'alcol, mi aveva
davvero amato. Ed io avevo amato lui.