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Autore: Thiliol    19/02/2011    6 recensioni
Seguire Legolas e Gimli ad Alqualonde non è servito a porre fine ai loro travagli e di questo Aeglos se ne rende conto presto: i Valar sono sempre più furiosi e non hanno intenzione di perdonare le disubbidienze della Noldo, nonostante il Silmaril sia sano e salvo, e Legolas non ha nessuna intenzione di assecondare l'egoismo della sua amica pur assicurandole la sua eterna amicizia... non rimane che partire, tornare ancora una volta nella Terra di Mezzo e rimettere insieme i pezzi di una storia che sembra impossibile. Ma cosa nasconde Alatariel? Perchè è così pallida e stanca? Nonostante tutto, Aeglos sa che lui e la sua sposa non riescono a toccarsi
Genere: Drammatico, Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Legolas, Nuovo personaggio
Note: AU, OOC | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'Narn o Alatariel ar Aeglos'
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epilogo

Dedicato a Vale_Sama, Helkamirie e Alaide, grazie del sostegno, dei consigli, delle belle parole e dell'amicizia che mi avete offerto. Aa’ menlle nauva calen ar’ ta hwesta e’ ale’quenlle  [Possano le vostre strade essere Verdi e possa il vento accompagnarvi]

Epilogo

Il cavaliere aveva i capelli agitati dal vento. Era un tutt'uno con la sua cavalcatura, si piegava in avanti seguendone i movimenti fluidi, rideva nel vento e la sua voce si perdeva in esso. 

Poteva sembrare un giovane uomo, con i capelli nerissimi sparsi sulle spalle, scarmigliati, e la risata cristallina e possente al tempo stesso. Era allegro come un fanciullo, esile e slanciato.

Ma nei suoi occhi chiari vi era uno strano bagliore come di fuoco che brucia e la sua mano era salda sulle briglie.

< Silevril! > una fanciulla lo chiamò e il cavaliere si voltò verso di lei, sorridendole. Spronò il bianco destriero di Rohan e in pochi secondi la raggiunse, balzando agilmente a terra proprio di fronte alla figura sottile della donna in abiti maschili.

< Sfiancherai quella povera bestia prima che giunga l'autunno! > 

Silevril si sporse leggermente e schioccò un bacio sulla guancia dell'elfa.

< Mi sei mancata terribilmente, naneth! > esclamò.

< Mi sei mancato moltissimo anche tu, mio amato Silevril. > 

Il più giovane sorrise a sua madre e intrecciò le dita con le sue, avviandosi lentamente verso casa con il cavallo condotto per le briglie.

< Sei diventato ancora più bello, non credo di aver mai visto qualcuno più splendido di te, figlio mio. >

< Attenta, dama Alatariel, il tuo Aeglos potrebbe offendersi! >

Le labbra dell'elfa si piegarono in un sorriso appena accennato e voltò la testa, distogliendo lo sguardo dal figlio. Silevril la osservò: sua madre era sempre stata un mistero per lui, ne aveva avuto paura quando, ancora bambino, i suoi occhi glaciali si posavano su di lui, furiosi se aveva combinato qualche guaio. Eppure anche adesso, nonostante fosse giunto a piena maturità e statura, ancora si sentiva attratto e protetto dalla sua presenza altera. Sopportare la sua assenza era sempre tremendamente difficile.

"Ada," aveva chiesto una volta a suo padre, "perchè naneth và via? Non ci vuole bene?"

" Vedi, piccolo mio, " era stata la risposta "tua madre ha bisogno di rimanere sola, di starci lontano per non consumare se stessa e noi col fuoco del suo stesso spirito inquieto. "

Silevril aveva guardato suo padre, insicuro sul significato di quelle parole così difficili per lui, ma Aeglos lo aveva abbracciato e gli aveva sussurrato nell'orecchio:     " Non temere, Silevril, Alatariel è fatta così e non significa che non ci ami. Tempo fa desideravo che lei mi fosse sempre accanto, ma non è stato un bene per nessuno dei due. Eravamo tanto infelici e solo dopo anni e anni ci siamo resi conto che non era necessario vivere sempre nella stessa casa per essere felici, ma che anzi il tempo che passavamo l'uno lontano dall'altra poteva avvicinare di più le nostre menti. Hai capito? "

" Sì, Ada" , ma non era vero.

Suo padre gli aveva sorriso benevolo, intuendo la sua perplessità.

" Vedrai, tornerà. " 

E infatti non passarono che pochi mesi prima che Alatariel tornasse, come se nulla fosse successo. Era arrivata a cavallo di sera, lo aveva stretto a sè tanto forte da mozzargli il fiato e quella notte gli aveva permesso di dormire tra lei e suo padre, senza mai smettere di abbracciarlo.

Cento anni dopo era partita di nuovo, senza dire niente e senza salutare, per poi tornare portandogli in dono uno splendido cavallo di Rohan, il padre di quello che ora cavalcava sui prati della costa, vicino al porto di Dol Amroth.

Era difficile, ma con il tempo aveva accettato le stranezze di colei che gli aveva dato la vita e ne aveva capito i motivi. Anche lui sentiva nel cuore il desiderio di grandi imprese, ma i suoi pensieri erano rivolti al mare e sognava di poterne attraversare la lunghezza.

< Sei triste? > la domanda interruppe i suoi pensieri.

< Tutt'altro! > rispose, < Ma stavo pensando alla mia infanzia e al mio presente. >

< E cosa pensavi? >

< Pensavo al mare, alla sua vastità e bellezza. >

Alatariel lo guardò, il suo strano sorriso etereo sul volto, gli occhi fissi e imperscrutabili come sempre.

< Forse un giorno passerai al di là del mare, se vorrai > gli disse.

Continuarono a camminare, finchè non giunsero in vista della loro casa, una piccola costruzione vicino al porto simile a quella che, gli avevano detto, era stata la loro dimora in Valinor.

Un elfo era seduto sotto uno dei pini del giardino, il viso rivolto verso le onde. La sua voce arrivava sottile e armoniosa fino alle sue orecchie; cantava di Valinor, degli Alberi e di una festa, era un canto che esprimeva malinconia e gioia allo stesso tempo.

Aeglos aveva ancora il profumo del mare tra i capelli.

Silevril sentì sua madre tremare e stringergli più forte la mano prima di lasciarla andare e di avviarsi verso la figura solitaria dell'elfo.

Si fermò poco distante da lui e lo ascoltò cantare per un po', dritta, con le braccia lungo i fianchi. A Silevril sembrava quasi una statua, tanto era immobile.

< È stata la tua voce a farmi innamorare, la tua voce che cantava alla festa del primo raccolto... Aeglos il cantore. >

L'elfo si voltò di scatto e spalancò gli occhi. Si mise in piedi lentamente e si avvicinò alla sua sposa, toccandole le spalle e i capelli come se avesse paura che non fosse vera.

Silevril si poggiò contro il suo cavallo e guardò sorridendo suo padre bloccare il viso di sua madre tra le mani e baciarla sulle labbra a lungo. Infine si separarono e, tenendosi per mano, lo invitarono, allungando un braccio, a unirsi a loro. 

Andò da loro e baciò sua madre sulla fronte. Avrebbe potuto rimanere così per sempre, stretto tra il vento ed il mare.

In lontananza si scorgevano le ultime navi rientrare mentre il sole spariva sotto l'orizzonte e la piccola nave completamente bianca ondeggiava sul posto, legata ai suoi ormeggi, come un punto di riferimento sicuro per i marinai. Sullo scafo vi era inciso in lettere fëanoriane la parola Giuramento e, anche se non sapeva cosa realmente significasse, Silevril aveva l'impressione che fosse tremendamente importante.

L'indomani avrebbe fatto uscire la nave dal porto e avrebbe pescato del buon pesce, per poi fermarsi a guardare i gabbiani vorticare sulla sua testa. Probabilmente Alatariel l'avrebbe accompagnato e Aeglos avrebbe condotto il timone. Nulla sarebbe stato mai più importante di vedere sua madre con i capelli sciolti alla brezza marina, vestita da uomo eppure stranamente leggiadra, e suo padre che, seduto a prora, cantava per lei.

Tyel - Fine

Ed eccomi qui, la fine è giunta anche per la "Narn o Alatariel ar Aeglos". Sono commossa, davvero, non credevo di potermi affezionare così tanto a dei personaggi creati da me e dovermene separare è molto ma molto tritste. Questo è non solo l'epilogo di "Silevril", ma l'epilogo dell'intera saga e mi è sembrato giusto concluderla così, con Alatariel e Aeglos insieme e felici visti dagli occhi di Silevril ormai adulto.

Grazie alle splendide persone che hanno seguito e recensito questa storia e le altre della serie, a coloro che le hanno inserite tra le seguito/ricordate/preferite e ai tanti lettori silenziosi che, pur non avendo fatto sentire la loro voce, ci sono stati, spero di aver portato qualcosa di bello nella vostra vita.

Namaarie, mellyn nin, alla prossima storia!

   
 
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