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Autore: Liz    20/02/2011    5 recensioni
Snowdrops: nel linguaggio dei fiori simboleggiano la vita e la speranza.
Angela ha 19 anni, i suoi genitori sono morti da due anni, i suoi compagni la maltrattano... Solo l'incontro con Seth riuscirà a darle una ragione per andare avanti. Ma riuscirà ad avere la forza per lasciarsi tutto alle spalle?
Una storia che narra la necessità di avere qualcuno accanto.
Hope you like it!
[Dall'ultimo capitolo] "Pur cogliendo l’ironia e la sottile insoddisfazione delle sue parole Angela annuì dopo un attimo di smarrimento, chiudendo gli occhi.
Più che un bacio, fu una carezza data con le labbra: fugace e superficiale, eppure le fece tremare le gambe più del loro primo bacio.
Forse perché sapeva che sarebbe stato l’ultimo, e che non avrebbe mai potuto più riavere il viso di Seth sul suo."
Genere: Fluff, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Snowdrops'
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Ogni cosa di te è come io vorrei essere
la tua libertà prende forma in modo naturale
ogni cosa di te risuona felicità
adesso non mi accontenterò di meno

[Bliss – Muse]

6. Friends close, enemies closer

Quando Angela sentì il cellulare vibrare nella propria tasca durante l’ora di lezione ci mancò poco che cacciò un urlo per lo spavento.
Aveva passato le ultime due settimane a fissare il piccolo schermo e ad esultare quando questo si illuminava per l’arrivo di un suo messaggio, e ancora una volta il suo cuore non riusciva a reggere tutte quelle attenzioni.
Era una settimana che non vedeva Seth perché era stata molto impegnata con la scuola e una settimana piena di compiti in classe, per cui aveva chiesto alla Bauer qualche giorno di permesso. La donna aveva storto il naso ma poi le aveva dato il permesso perché, in linea con la sua indole ligia al dovere, secondo lei la scuola era un lavoro vero e proprio.
Non dovendo più andare al Sacherbar, le occasioni per vederlo erano diventate praticamente nulle e gli aveva anche proibito di andare a trovarla perché la avrebbe distratta solo dallo studio.
Lui aveva accettato senza troppe storie, dato che era periodo di esami anche per lui… ma nessuno aveva calcolato il fattore “Mi manchi”.
Si erano sentiti qualche volta via SMS ma niente era in confronto all’avere Seth davanti agli occhi e a sentire la sua voce, che si abbassava divenendo roca ogni volta che veniva vicino ad Angela…
Dimmi che oggi posso vederti. DEVO vederti. Diceva il messaggio appena arrivato da lui.
Sentì il cuore battere più forte e le guance imporporarsi di gioia, ma almeno via SMS poteva fingere che non le avesse fatto alcun effetto. Anche lei voleva – doveva – vederlo, ma non poteva mica ammetterlo!
Non saprei. Dipende da cosa mi offri.
La risposta di Seth arrivò subito, cosa che le fece molto piacere: anche lui allora era in trepidazione.
Non provocarmi così, piccola… Ti offrirei tante cose, ma ho la sensazione che al momento tu non intenda ciò…
Angela rimase destabilizzata da quella risposta. In mezzo a quelle parole non aveva potuto fare altro che ricordare la notte in cui aveva dormito con Seth, il tepore del suo corpo, le sue braccia che la accoglievano come il posto più sicuro e perfetto del mondo, il suo viso ancora addormentato… Sentì uno strano calore pervaderle il corpo, ma decise di non farci caso e di rispondere a tono.
Ci hai azzeccato, bravo. Allora, cosa mi offri?
Appena il cellulare vibrò Angela schiacciò subito il tasto centrale per leggere. Ehi, mi stai sfruttando o sbaglio?
Si mise una mano davanti alla bocca per nascondere la risata.
Non sbagli. Ora se permetti vorrei seguire la lezione. Comunque stasera lavoro, ci vediamo lì.Gli concesse alla fine.
Stavolta la risposta di Seth si fece attendere un po’ più a lungo, distraendola ancora di più dalla lezione. Stasera Penny deve uscire e devo badare a Will. Ti vengo a prendere alla fine delle lezioni.
La ragazza rimase un attimo senza parole, indecisa su cosa pensare e su come sentirsi. Era vero che doveva badare a Will o invece doveva incontrare una delle sue amiche?
Decise di fidarsi di lui e che comunque non erano affari suoi. Ma non dovevi mica studiare?Rispose quindi alla fine, senza però negare la proposta di Seth.
Ho di meglio da fare.Fu la risposta sibillina del moro.
Angela alzò il viso, sorridendo imbarazzata, senza curarsi che occhi esterni avrebbero potuto considerare il suo comportamento strano. Ma cosa le importava? Con quelle persone non aveva nulla a che fare…
La professoressa di letteratura italiana continuava a spiegare imperterrita Manzoni e “I Promessi sposi”, ma Angela non era l’unica a non seguire la spiegazione e ad essere immersa nei propri pensieri: Susanna l’aveva notata scrivere SMS, leggerli con una luce negli occhi che non aveva mai visto.
Il fatto che esistessero persone come lei faceva salire la rabbia a Susanna, fino a farla impazzire: quei capelli, quegli occhi, quel viso… Ogni cosa di Angela era come lei avrebbe voluto essere, come non sarebbe stata mai. Ogni sua caratteristica era così facile da amare…
Le sembrava sempre talmente bella, intelligente ed elegante!
Tutte le persone che conoscevano Susanna credevano che anche lei fosse così e per un certo periodo anche lei stessa si era convinta di esserlo davvero… Ma aveva sempre e solo mentito spudoratamente e questo l’aveva capito proprio nel momento in cui Angela era entrata nella sua classe a metà della terza liceo: allora si accorse della sua bugia.
Ricorda ancora il suo sguardo fiero, deciso, dritto davanti a sé – o almeno così le era parsa, perché a quel tempo Angela negli occhi aveva solo tristezza e la volontà di andare avanti in solitudine. Susanna non era così.
Aveva modificato se stessa in tutti i modi possibili: trucco, vestiti, comportamento, fino a cambiare il proprio carattere e il proprio corpo, rigettando l’io che riteneva poco bello come se fosse sporco, lacero e degradante. Era colpa dei soldi, dei bisturi e dei suoi genitori superficiali se ora era così bella e perfetta.
Dalla seconda media nessuno aveva mai più osato prenderla in giro e tutti cadevano ai suoi piedi come mosche, vittime di quella falsa bellezza; e, sopraffatta dal suo stesso splendore, ne era rimasta vittima anche lei.
In fondo al cuore aveva sempre saputo di non essere mai stata una vergogna prima dell’operazione, come i suoi compagni e i suoi genitori pensavano, ma la volontà di essere amata e di non essere lasciata indietro da sola prevalsero sul suo debole amor proprio.
Ma ora… da quando Angela era arrivata aveva cominciato a vergognarsi di se stessa, di come poco si era amata e di come poco ancora si amava; non poteva fare altro che odiarla per questo, perché aveva distrutto il sogno ovattato e splendete in cui viveva mettendole davanti una verità costruita su una bugia.
Susanna ormai non esisteva più: esisteva solo il suo aspetto esteriore, a cui aveva sacrificato tutta la sua vita.
“Perché lei deve avere tutto e io no?” pensava ogni volta che guardava Angela e la sua naturalezza. “Cos’ho fatto per non meritarmi io il suo aspetto?”
Per questo ogni volta che la vedeva provava l’impulso di distruggerla completamente: era decisa a rovinarla, convinta che l’esistenza della ragazza fosse perfetta e luccicante.
Aveva subito cominciato a trattarla male e, piano piano, anche i suoi compagni di classe l’avevano seguita: a quel periodo Angela aveva appena perso i genitori ed era incredibilmente taciturna e scontrosa, e rifiutava ogni proposta di amicizia; così anche gli altri la isolarono, offesi e indispettiti, inconsapevoli del reale motivo di tale comportamento.
Successivamente era bastato spargere in giro qualche voce crudele, qualche bugia che Angela non si sforzò neanche di smentire, e il gioco era fatto.
Era di nuovo Susanna la più bella, quella che tutti devono ammirare, la più felice e popolare di tutta la scuola.
E poco importava che Angela sapesse il suo segreto: la conosceva bene e sapeva che non sarebbe stata mai capace di spargerlo in giro. Infatti lei ed Angela erano state compagne di classe alle elementari e – perché no? – anche amiche, per questo Angela aveva capito subito quello che Susanna aveva fatto a se stessa.
Nonostante la vecchia conoscenza Susanna aveva ormai il solo scopo di isolarla e annullarla, come se la sua presenza scomoda in realtà non ci fosse; ormai era come se non esistesse e Susanna gioiva di questo… ma ora?
Angela era lì, presente in modo fastidioso, e sorrideva ancora nonostante tutto. Più Susanna la osservava più voleva picchiarla, umiliarla come aveva fatto con se stessa.
Era successo qualcosa, ne era sicura, ma cosa poteva essere? La sua allegria era quasi tangibile…
La bionda strinse i pugni appoggiati alle gambe, sentendo le proprie unghie laccate elegantemente ferire la carne; serrò le labbra, mentre il volto tremante arrossiva sempre di più.
Suonò la campanella di fine lezioni, ma non si mosse fino a quando Angela non uscì dalla classe quasi correndo. Susanna si sporse alla finestra, concentrandosi nel punto dove si vedeva il cancello e dove la vide raggiungere un ragazzo alto dai capelli neri; la osservò parlare con lui, sorridergli come l’aveva vista fare in classe, e subito capì cosa era successo ad Angela.
Era una cosa che non aveva mai calcolato, ma non poteva permettere che accadesse davvero.
“Susy!” la chiamò la voce allegra e cristallina di Ruby da dietro le sue spalle, facendola sussultare.
“Cosa stai guardando?” Ruby si sporse verso la finestra, incuriosita da cosa l’amica stesse guardando, ma rimase pietrificata appena si accorse di chi si trattava.
“Non mi avevi detto che quel ragazzo aveva rinunciato a cercare Angela?” le chiese freddamente l’altra.
La bionda annuì, ancora senza parole: da quando quei due si frequentavano? Appena lei e Seth avevano cominciato ad uscire le aveva assicurato che si era arreso con Angela, che non ne valeva la pena.
Infatti quando Seth era venuto a cercare Angela a scuola Ruby gli aveva detto che lei non c’era quasi mai, che non sapeva dove abitasse né se lavorasse o frequentasse dei posti in particolare… gli aveva mentito, ma per averlo tutto per sé. Angela gliel’avrebbe portato via fin da subito, e lei voleva la sua occasione.
E così era stato per dei giorni indimenticabili: si era concessa a lui, e lui era stato fantastico. Ma piano piano aveva cominciato a farsi sentire sempre di meno, fino a quando poi l’aveva lasciata, all’ incirca un mese fa; non che fossero mai stati davvero assieme, ma l’aveva liquidata con un semplice “È meglio se non ci vediamo più” e Ruby ci era rimasta parecchio male.
Almeno le restava la consolazione che lui fosse stato solo suo, ma a quanto pare aveva trovato un modo per arrivare alla sua preda originaria nonostante le bugie di Ruby.
“Sì, ero convinta che non si conoscessero…”
“Bè, invece sembrano anche molto intimi” rinsaccò Susanna con tono sgarbato. Poi però sembrò fermarsi un attimo a pensare e poi si girò verso Ruby, con una nuova luce negli occhi. “Lui è il tuo ex, giusto?”
Ruby la guardò stranita ed annuì sentendo il cuore dolore leggermente.
L’altre le sorrise, aprendosi in un’espressione di vittoria: avrebbe vinto ancora, e stavolta per sempre.
***
Il giorno dopo, quando suonò la campanella dell’intervallo, Angela si alzò dal banco e con passo veloce si avviò verso la porta dell’aula, sognando affamata la macchinetta delle merendine. Ma, proprio l’istante prima di uscire, due sue compagne le comparirono davanti per bloccarle la strada.
Angela conosceva benissimo gli occhi con cui quelle due la stavano guardando e sentì un tremore correrle lungo la schiena mentre si bloccava a due centimetri da loro coi pugni serrati.
Oh no. Proprio ora che le cose sembravano essersi appianate, Susanna era tornata all’attacco – per quanto lei stesse seduta tranquilla al suo posto a chiacchierare come se niente fosse, dietro ogni atto c’era sempre lei e Angela questo lo sapeva benissimo.
“Con che coraggio riesci a presentarti ancora a scuola?” cominciò una delle due ragazze, mentre una piccola folla di radunava attorno ad Angela che sbuffò, ostentando sicurezza. “Si può sapere di cosa state parlando stavolta?”
“Andiamo, come se non lo sapessi!” intervenne un ragazzo, alzando la voce “Potrai sembrare ingenua, ma sappiamo benissimo cosa hai fatto a Ruby!”
Angela sgranò gli occhi sorpresa, voltandosi alla ricerca di Ruby, che sentendo pronunciare il suo nome era improvvisamente sbiancata lasciando la ragazza pensierosa: quella sua espressione persa le confermava che dietro a quello non c’era lei, ma ancora una volta una bugia di Susanna.
Sospirò ad occhi chiusi, decisa a non far degenerare la situazione. “Scusatemi davvero, ma non so di cosa stiate parlando. Mi dispiace molto, qualunque cosa io abbia fatto a Ruby. Ora posso almeno andare al bagno…?” chiese sorridendo, sporgendo una mano verso la porta, ma le due ragazze di prima la precedettero e chiusero a chiave la serratura, osservandola con sfida.
Angela serrò le labbra, preparandosi al peggio, senza però togliere gli occhi di dosso dalle due.
All’improvviso sentì una forte presa al braccio che la trascinò china per terra, mentre un’altra mano le premeva la testa verso il basso.
“Devi chiederle scusa in ginocchio!” urlò uno dei due ragazzi che la tenevano.
Fu costretta a girarsi inginocchiata verso Ruby, e anche se non poteva vederla riusciva ad immaginare la sua faccia sconvolta, sentendosi un po’ più forte grazie a questo pensiero. Ma quando qualcuno le tirò un calcio sul braccio, lasciando oltre alla botta anche un taglio non riuscì a fare a meno di urlare.
Non voleva piangere ancora, dannazione. Non voleva, non voleva, ma quando un altro calcio arrivò facendole perdere la stabilità sulle braccia, delle lacrime le sfuggirono prepotenti.
“Chiedile scusa!” le urlò un’altra voce, mentre la ragazza riusciva con difficoltà a sollevare il viso quando bastava per non respirare la polvere del pavimento.
Ruby la osservava pietrificata. “Che cosa le ho fatto…” mormorò a bassa voce, guardandola negli occhi.
“Non so neanche per cosa chiederle perdono” balbettò Angela, decisa a non farsi sottomettere ancora una volta, ma la sua voce tremava di paura come tutto il suo corpo.
Era terrorizzata, e il braccio le doleva fino alle lacrime.
“COME?! Lo sappiamo benissimo che le hai rubato il ragazzo, non fare la santarellina!”
Un colpo al cuore le oppresse il petto al suono di quelle parole. Ragazzo…?
Stavano parlando… di Seth?
“Come pensi che si senta ora Ruby?! Pensa a come sta soffrendo a causa tua! Chiedile scusa e giura che non vedrai mai più quel ragazzo!”
“NO!” Fu la risposta istintiva e senza esitazioni che le scappò dalle labbra prima di poterne anche solo controllare il pensiero, che fece scendere un silenzio di sorpresa tra tutti i presenti.
“Come?!” sbraitò una ragazza, mentre il suo viso ripiombava per terra.
“Devi promettere che lo lascerai! Non ti senti sporca ad averlo rubato a Ruby?!”
“Lascialo!”
“Adesso basta!”
Angela sgranò stupita gli occhi, prima chiusi per lasciare fuori quelle parole orrende, e riuscì ad alzare il volto verso un suo compagno, Thomas, che era appena intervenuto per salvarla.
Stava in piedi nel suo banco, col pugno a mezz’aria e lo sguardo deciso nascosto dietro gli occhiali. “Questa è violenza gratuita! Che prove avete di queste accuse?”
“Sta’ zitto Thomas” gli rispose una ragazza con astio.
“Anche se ciò che dite fosse vero… comportandovi così, non sareste voi a finire sul gradino più basso?” continuò, muovendo un passo verso il gruppo chiuso attorno ad Angela. “Ma comunque… è solo una voce, vero?” sorrise “Magari l’avete sentito da Susanna”
A queste parole un brusio di consensi si levò nel gruppo, colpito dalle parole del compagno di classe.
“Thomas!” intervenne all’improvviso Susanna, vedendo la situazione degenerare nella direzione sbagliata. “Cosa stai cercando di dire?!” urlò dal fondo dell’aula, ancora seduta al suo posto.
Il ragazzo non le rispose e si chinò su di Angela, scacciando le mani dei compagni che la afferravano ancora; la aiutò ad alzarsi, mentre Angela lo ringraziava balbettando tra le lacrime. Mai avrebbe pensato che nella sua classe ci potesse essere per lei un alleato…
Alla fine Thomas si rivolse ancora ai loro compagni, sistemandosi gli occhiali sul naso. “Sia chiaro, lo faccio perché odio le ingiustizie e le violenze immotivate. Finitela con questa sceneggiata, l’unica su cui avere dubbi qui non è Angela” concluse, mandando un’occhiata fugace a Susanna, che lo osservava livida di rabbia.
“E tu” sibilò verso Ruby, sempre più pallida in viso “Non ti vergogni a comportarti così?”
Lentamente la folla attorno ad Angela si diradò e la ragazza fu lasciata andare proprio un attimo prima della fine dell’intervallo. Appena arrivò il professore affermò di sentirsi male e chiese il permesso di andare a casa, permesso che le fu subito accordato dall’insegnante, allarmato dal suo colorito dal bianco e dai suoi occhi rossi.
Ogni tanto durante le ultime ore di lezione, Ruby posava gli occhi su Thomas, seduto tranquillo e annoiato al suo posto.
Si tastò la pancia, sentendosi ancora male per quello che era successo poco prima: vedere Angela ridotta così a suoi piedi per colpa sua le aveva fatto venire la nausea.
Non aveva mai partecipato alle violenze sulla ragazza, ma non aveva mai neanche tentato di fermarle, qualche volta le aveva usato violenza verbale ma non aveva nulla contro Angela: la trattava come la trattavano tutti, per non perdere l’amicizia di Susanna.
Ma questo era troppo. Non era vero che Angela le aveva rubato Seth, anzi, era stato proprio il contrario! E questa violenza immotivata da parte di tutti, organizzata da Susanna, le stringeva lo stomaco.
Quanto coraggio aveva avuto Thomas, e come l’avevano colpita le sue parole: anche se lei era lì in mezzo al gruppo e aveva il potere di smentire tutto, era rimasta pietrificata senza sapere cosa fare. Aveva ragione: come poteva comportarsi così?
Finite le lezioni strinse i pugni e affiancò Thomas nell’uscire da scuola. Lui la guardò accigliato, ma Ruby rimase decisa e convinta delle sue conclusioni.
“Grazie per quello che hai fatto prima” gli disse guardandolo negli occhi “Hai ragione non era vero quello di cui accusavano Angela: sono tutte voci sparse da Susanna. Non sto cercando scusanti, avrei dovuto intervenire io… sono stata codarda.”
Il ragazzo le sorrise. “Lo so che non sei così, Ruby. Ma io non me la sento più di lasciar correre questa situazione”
“Se vuoi aiutare Angela io sono con te. Dopo oggi non so come riuscirò a guardarla negli occhi, e voglio riscattarmi”
“Credo che l’unica cosa da fare sia far capire agli altri che dietro ad ogni azione c’è sempre Susanna; è l’unico modo per far finire tutto: toglierle un po’ di potere”
Ruby annuì decisa. “Siamo alleati allora?” gli chiese ridendo.
“Certo!”
***
Angela entrò in casa ancora scossa da quello che era appena successo: era stata tutto così veloce… era terrorizzata, ma sapere che c’era qualcuno dalla sua parte era… bello, anche se strano.
Le parole di Thomas, il volto di Ruby… forse le cose stavano cominciando a cambiare davvero?
Si diresse in bagno controllandosi le ferite sul braccio e pensando a come medicarle, quando il cellulare vibrò nella tasca dei suoi jeans.
Era Seth. Finalmente stasera possiamo vederci. Mi manca la tua uniforme da cameriera!
Non voleva per niente al mondo rinunciare a Seth. L’interesse che aveva per lui e il turbinio di emozioni che le provocava ogni volta che la toccava erano come delle piccole scintille di vita improvvisa, dei fuochi d’artificio nell’apatia della sua vita.
Angela andava avanti perché voleva vederlo, stringerlo, parlargli. Anche in quel momento, mentre si medicava i tagli ancora doloranti, avrebbe voluto che lui fosse lì a sostenerla e a dirle che sarebbe andato tutto bene.
Ma così non era: Seth non era con lei, e lei non avrebbe mai potuto rivelargli anche i maltrattamenti dei suoi compagni. L’avrebbe compatita e che Seth stesse con lei solo per pietà era un’idea che le trafiggeva l’anima.
Chissà se anche lui si sentiva così pensando a lei.
Chissà se anche Seth si è trovato immischiato in sentimenti più grandi di lui…
E così, tra lacrime e pensieri, passò un’altra settimana senza che Angela potesse vedere il suo Seth.
 
 
Note poco serie
Scusate per l’immenso ritardo di tutto questo, ma se vi può consolare saperlo gli esami sono andati bene XD
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
È un po’ particolare, forse un po’ pesante, e spero di essere riuscita a scrivere al meglio ma non so ._. non sono brava in queste cose purtroppo… comunque, svelati i segreti, i perché e i come di Susanna! Mi spiace che ci sia così poco Seth in questo capitolo, ma come regalo per farmi consolare, vi prometto che i prossimi due capitoli verranno pubblicati settimanalmente: quindi il capitolo 7 verrà pubblicato domenica 27, tra una settimana esatta… e ci sarà tanto Seth u_u
Un grazie immenso a tutte voi e al vostro prezioso supporto!
 
Piccola anticipazione: “Angela scosse la testa, sconvolta: gelosa? Lei non era per niente invidiosa delle altre ragazze; anzi, meno era simile a loro, meglio era…
 
http://lovelizefp.blogspot.com/
http://twitter.com/LizEFP
Altra storia: http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=535282&i=1
 
Alla prossima!!
Liz
 
 
 
   
 
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