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Autore: whereupon    20/02/2011    3 recensioni
... durante il giro in macchina per il paese - da Sam Winchester, 23 anni.
[Sam/Dean]
Genere: Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Dean Winchester, Sam Winchester
Note: Traduzione | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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wincest

Titolo originale: “Untitled – Or, how to tell your brother you love him, while driving across the country, by Sam Winchester, age 23.”

Autrice: Whereupon

Traduttrice: Anle

Beta-reader: Daidouji

Personaggi/Pairing: Sam, Dean, Sam/Dean

Rating: Giallo, PG13

Avvertimenti: slash, incest

Permesso del’autrice: “I'm delighted that you'd like to translate it -- thank you for asking, and I'd be honored if you would.”

Conteggio parole (storia originale): 2.256

Conteggio parole (traduzione): 2.083

Note della traduttrice: Credo sia una delle più belle Wincest che abbia mai letto sul fandom inglese: esprime il rapporto tra i due fratelli in maniera stupenda, cogliendo appieno ogni sfumatura e sensazione, e rende vivi i personaggi, come se si potessero davvero toccare con mano.

Un ringraziamento più che dovuto va a Daidouji, che mi ha fatto da beta e ha dato una resa dell’italiano decisamente notevole al testo. Thanks, gal(L).

Avevo già pronta la traduzione da quest’estate in pratica, anche se – ahimè! – mi ritrovo a pubblicarla solo ora. Qualora ce ne fossero, sarà mia premura tradurre ogni commento all’autrice e farvi avere una sua risposta. Enjoy. :D

 

 

 

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Chiedi di guidare. Lo sai che lui si rifiuterà, e che non ha importanza; tu non ci farai caso. Il cielo sarà striato di rosa dall'alba e lui sarà mezzo addormentato dietro il volante. Gli ricorderai che puoi  guidare anche tu, e che per lui sarebbe sicuramente preferibile che cadere addormentato e far morire entrambi. Lui ti ricorderà della volta in cui a quattordici anni hai portato la macchina fuori strada, e tu farai notare che doveva essere lui ad insegnarti e che nemmeno lui era nato imparato a guidare. Ti risponderà di essere nato sapendo già come guidare meglio di te, e questo è il momento in cui dovrai darti per vinto perché, se continuaste a discutere, lui noterebbe che stai sorridendo, irragionevolmente felice, più felice di quanto tu abbia motivo di essere, ed è per causa sua. Tu non riusciresti mai a farglielo dimenticare. Lui non te lo permetterebbe mai. Sogghignerà, quando gli lanci un'occhiata di rimando, anche se non saprà che lo stai guardando, e tu penserai che già lo sappia.

 

Discuti. Discuti sulla musica, o sulla demonologia, o sui risultati sportivi, che non sono niente che vi interessi sul serio. Non importa; quello che conta è la discussione. Riconoscerai che è stupido, che non ti ci dovresti arrabbiare, ma questo è quello che lui fa sempre, l’effetto che ogni volta ha su di te. Nessuno di voi due farà marcia indietro. La cameriera sembrerà preoccupata quando fa ritorno con il conto. Tu ti alzerai, lasciando pagare lui. Non te ne starai andando per sempre ma, per un momento, desidererai che lo stessi facendo. Ti raggiungerà nella zona parcheggio, dove tu starai accanto alla macchina e valuterai, per un breve istante, se  rompere il finestrino e prenderti la tua roba. Potresti chiedere un passaggio alla fermata dell’autobus e lasciare lui lì. Non ti guarderesti mai indietro e neanche ti mancherebbe; per un istante, riuscirai quasi a crederci. Lui ti guarderà attraverso il tetto della macchina, socchiudendo gli occhi per la luce del sole, e ignorerà del tutto la discussione. Al contrario, risponderà ad una domanda che gli hai fatto la sera prima, a cui tu non eri serio. Sarà così casuale, scollegata e inaspettata, che non potrai fare a meno di ridere. Lui aprirà la macchina e tu salirai dentro. Nessuno di voi due si scuserà; suonerebbe strano.

 

Prendi per primo la doccia, il letto più pulito, qualsiasi altra cosa lui ti offra. Non chiedere niente di più, sai che te lo darebbe senza pensarci. Non sarà notte quando vi fermerete al motel, ma non sarà neanche giorno. Sarà al limitare fra i due, tardi abbastanza da averti fatto perdere il senso del tempo e essere stufo della strada. Tu penserai che il mondo è sbagliato quando non lo si guarda dai finestrini della macchina, e lui sarà in piedi sulla soglia  aperta, debolmente illuminato da dietro dalla luce della luna e da quella blu pallido dell’insegna del motel. Ti chiederà se va tutto bene, e sulla sua spalla ci sarà l'ultima delle borse che avresti dovuto aiutarlo a portare. Quando ti metterai in piedi e poserai una mano sulla sua spalla, noterai come i suoi occhi siano infiammati attorno alle pupille, iniettati di sangue. Lo sentirai spostare il suo peso sotto la tua mano, come se stesse lottando per mantenere l’equilibrio, cercando di non barcollare, e lui ti chiederà di cosa hai bisogno. Tu deglutirai, e mentirai. Gli dirai che non hai bisogno di nulla, se non di dormire, e lui ti crederà.

I tuoi stivali cadranno pesantemente sul pavimento accanto al letto, e l’impatto toglierà via il fango che si è solidificato sotto le suole. Ti sfilerai i jeans, la giacca e la camicia, e salirai sul letto. Ti stenderai e rimarrai sveglio, rabbrividendo, non saprai se per via del freddo o della stanchezza. Penserai che lui si sarà già assopito, e proverai invidia. Chiuderai gli occhi e aspetterai.

 

Quando al mattino ti lascia guidare, cerca di non comportarti come se fosse la cosa migliore che ti sia capitata durante la settimana. Tu sai che lo è, e lo sa lui, e questo è ciò che conta. Non ci sarà nessun preavviso; lui dirà il tuo nome e ti lancerà le chiavi. Le afferrerai facilmente, come al solito, perché hai i riflessi di tuo padre e una vita d’allenamento alle spalle e, qualche volta rifletti, perché hai tutto i tempo i sensi in allerta con lui, almeno a livello inconscio. Condividete sangue e storia, stanze di motel e divanetti delle tavole calde e il sedile davanti della macchina; quando non sai dov’è, sei irrequieto, teso. Ti metterai a regolare lo specchietto retrovisore e quello laterale, e questo ti sorprenderà un po’, perché tu sei così abituato a guardarlo, a darlo per scontato, che qualche volta ti dimentichi che lui vede il mondo in maniera differente. Lui ignorerà la cosa in modo evidente; farà finta di essere distratto fino a che tu non accenderai il motore, e allora aprirà di poco il cruscotto e frugherà tra rosari, false carte d’identità, tovaglioli di fast-food, alla ricerca dei suoi occhiali da sole. Si addormenterà pochi minuti dopo, tu guiderai, e ti ritroverai a fissarlo continuamente. Ogni volta, te ne accorgerai, e ti fermerai, come se stessi facendo qualcosa di inappropriato, come se dovessi sentirti colpevole. Ti sentirai colpevole. Ti sentirai scottato, esposto, sporco alla luce del sole. Ti dirai che non c’è ragione di esserlo. Te lo dirai, ma non cambierà niente; non farà andare via quella sensazione.

 

Non parlare delle cose che ti sei lasciato alle spalle. Non parlare neanche di quelle che ha perso lui. Alcune cose richiedono tempo. Alcune cose non possono essere dette alla luce del giorno. Alcune cose non possono mai essere dette ad alta voce. Avete entrambi conosciuto la perdita. Le vostre vite ci sono radicate, ne sono state assemblate, vi sono costruite attorno; le vostre vite sono qualcosa che avete recuperato. Lui diventerà silenzioso e immobile, quando pensa che non gli stai prestando attenzione, e unirà le sue mani come in una sorta di supplica, ma dal momento che non prega, si limiterà a poggiarci il mento sopra. Le sue spalle si accasceranno per il dolore che finge di non sentire, e per il peso dell’impossibile, ingiusto fardello che  condividete.

Tu non gli dirai che le cose si faranno più semplici. Non gli dirai che lo capisci, o che affronterete la cosa insieme. Non gli mentirai. Ti schiarirai la gola, volterai una pagina del tuo libro, farai rumore con la tua ferraglia. Gli farai una domanda, di cui conosci già la risposta. Dirai che non gli credi quando dice che va tutto bene. Avrai paura dei silenzi. Imparerai di nuovo ad avere paura del buio, perché il buio vuol dire notte e la notte è silenziosa, è il silenzio della camera di motel in cui entrambi congelerete e nessuno dei due sarà in grado di dormire. Il tuo cuore soffrirà per lui, ma ci sarai abituato. Questo non ti renderà la cosa più semplice, o migliore, non importa quanto disperatamente hai bisogno che lo sia.

 

Fingi di non accorgertene quando cerca di farti ubriacare. Potresti domandare perché lo faccia, se per il  tuo bene o per il suo, ma non chiedergli di dirtelo. Potrebbe essere per entrambi, e in ogni caso, lui non ti direbbe la verità, e forse non ha importanza. Bevi quello che lui compra per te, quello che mette nella tua mano. La tua gola brucerà; il tuo corpo diventerà caldo. Lui sorriderà più facilmente, come la notte si fa più fonda, e ti racconterà un episodio che non ricordi, anche se lui giurerà che eri lì quella volta. Finirai a giocare a biliardo con lui, e anche se verrai battuto su tutta la linea, tu la conterai come una vittoria per via del modo in cui si appoggerà  sulla tua spalla, quando ti offrirà le sue condoglianze. Ti leccherai le labbra e sentirai il sapore del whiskey, e come gli rivolgi lo sguardo, immaginerai che sia la sua bocca  ad averlo reso caldo. Realizzerai cosa stai facendo e incespicherai in direzione del bagno degli uomini. Ti laverai le mani, e non ti muoverai, non ti fiderai a muoverti, fino a che non sarà lui a venirti a cercare. Ti chiamerà mezza cartuccia, e ti sentirai sollevato, e vi terrete in piedi a vicenda per tutto il percorso a ritroso fino alla macchina. Ricorderai la notte come una foschia di calore e il bagliore oro-arancione del bar e il modo in cui ti sei sentito elettrizzato quando ti ha guardato. Dormirai in macchina e ti sveglierai con un dolore al collo e alla testa. Quando incroci  le braccia sullo stomaco, ricorderai il flusso di calore che era il suo corpo contro il tuo. Arrossirai e guarderai altrove. Lui non se ne accorgerà.

 

Addormentati sul sedile del passeggero, con la testa poggiata contro il finestrino. Quando ti svegli, aspetta che lui la smetta di guardarti prima di aprire gli occhi. Sarà mezzogiorno, e il sole formerà chiazze di luce attraverso le tue palpebre e creerà fuochi d’artificio contro il nero fangoso. Saprai, con la certezza che hai sempre avuto, che lui ti sta guardando. Ti si mozzerà il fiato. Sentirai ogni spostamento della macchina, ogni vibrazione, ogni pietra su cui corrono le ruote. Vorrai dirgli di tenere gli occhi sulla strada, ma ti ricorderai che quando ti sei addormentato, vi trovavate su un tratto di strada rettilineo, un vento incessante scuoteva la prateria su entrambi i lati, e tuo fratello è sempre stato un ottimo guidatore. Tratterrai il respiro; non oserai respirare. Ti sentirai come se il tuo cuore potesse prendere il volo, nonostante tu sia stato immobilizzato dal peso del suo sguardo. Lui guarderà altrove, e tu aprirai gli occhi e sbatterai le palpebre. Starà guardando dritto davanti a sé, gli occhi sulla strada, e si farà scorrere una mano sulla faccia quando lo guardi. Non incontrerà i tuoi occhi quando ti chiede come hai dormito, ma ti guarderà quando rispondi.

 

Non chiedere dove siete diretti. Non hai bisogno di saperlo: per adesso ti sta bene così. Avrai  accartocciato la mappa più che ripiegarla, e l'avrai ficcata nello spazio tra il parabrezza e il cruscotto. Lui non avrà detto nulla al riguardo, non ancora, ma non appena lo nota, se ne lamenterà. Potreste essere diretti a nord; là ci saranno stati avvistamenti che potrebbero far pensare ad un demone che risieda ai confini di quel nodo di boschi incantati. Potreste essere diretti ad est; a un seicento miglia in quella direzione starà a gironzolare il fantasma di un uomo assassinato. Potreste essere diretti da tutt’altra parte. Lui saprà dove state andando, e per te sarà abbastanza. Saprà che avete tutto ciò che è necessario per affrontare qualsiasi male sovrannaturale che troverete. Ci sarà un arsenale di sale e metallo nel bagagliaio, e la tua mente lavorerà frenetica con il Latino, l’occultismo, incantesimi arcani e dimenticati e superstizioni. La strada curverà al calar della notte e le sue mani saranno sicure e ferme quando preme il grilletto, tanto quanto lo saranno state al volante. Lo farete insieme. Insieme, salverete il mondo.

 

Spingilo contro il muro, o sporgiti dal sedile, o semplicemente voltati a guardarlo. Lui ti guarderà di rimando. Sarai terrorizzato. Il tuo cuore potrebbe fermarsi. C’è sempre un prezzo. Prenderai questo momento come l’ultimo della tua vita, come se la vita stessa ti passasse davanti agli occhi. Il battito del suo cuore sarà  il volo frenetico di un uccello, il suo pulsare lieve ed esile nella cavità della gola. Avrà bisogno di radersi; la linea della sua mascella sarà ruvida. Nessuno di voi due avrà dormito bene la notte  precedente, ed entrambi sarete affamati,  con lo stomaco vuoto e al verde. Avrai combattuto due notti prima, anche se non con lui, e le tue nocche saranno contuse quando si stringeranno attorno al morbido cotone  logoro della sua camicia. Lui non muoverà un muscolo per fermarti. Entrerai nel panico, anche se  saprai esattamente cosa stai per fare, e cosa potrebbe accadere. Ti sentirai distruttivo, e onnipotente; saprai che niente al mondo sarà in grado di fermare quello che accadrà dopo, di fermarti dal farlo. Realizzerai la cosa con un senso di disgusto e disperazione, perché saprai, anche, che non c’è modo di conoscere come finirà, come lui reagirà. Il tuo respiro si farà difficoltoso. Entrambi potreste morire in questo momento, penserai. Il mondo come lo conoscete finirà.

 

Rischia qualunque cosa.

--

end

 

 

  
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