Titolo originale: “Untitled – Or, how to tell your brother you love him, while driving across the country, by Sam Winchester, age 23.”
Autrice: Whereupon
Traduttrice: Anle
Beta-reader: Daidouji
Personaggi/Pairing: Sam, Dean, Sam/Dean
Rating: Giallo, PG13
Avvertimenti: slash, incest
Permesso del’autrice: “I'm delighted that you'd
like to translate it -- thank you for asking, and I'd be honored if you
would.”
Conteggio
parole (storia originale):
2.256
Conteggio
parole (traduzione):
2.083
Note
della traduttrice:
Credo sia una delle più belle Wincest che abbia mai letto sul fandom inglese:
esprime il rapporto tra i due fratelli in maniera stupenda, cogliendo appieno
ogni sfumatura e sensazione, e rende vivi i personaggi, come se si potessero
davvero toccare con mano.
Un ringraziamento più che dovuto va a Daidouji, che mi
ha fatto da beta e ha dato una resa dell’italiano decisamente notevole al testo.
Thanks, gal(L).
Avevo già pronta la traduzione da quest’estate in
pratica, anche se – ahimè! – mi ritrovo a pubblicarla solo ora. Qualora ce ne
fossero, sarà mia premura tradurre ogni commento all’autrice e farvi avere una
sua risposta. Enjoy. :D
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Chiedi di guidare. Lo sai che lui si rifiuterà, e che
non ha importanza; tu non ci farai caso. Il cielo sarà striato di rosa dall'alba
e lui sarà mezzo addormentato dietro il volante. Gli ricorderai che puoi guidare anche tu, e che per lui sarebbe
sicuramente preferibile che cadere addormentato e far morire entrambi. Lui ti
ricorderà della volta in cui a quattordici anni hai portato la macchina fuori
strada, e tu farai notare che doveva essere lui ad insegnarti e che nemmeno lui
era nato imparato a guidare. Ti risponderà di essere nato sapendo già come
guidare meglio di te, e questo è il momento in cui dovrai darti per vinto
perché, se continuaste a discutere, lui noterebbe che stai sorridendo,
irragionevolmente felice, più felice di quanto tu abbia motivo di essere, ed è
per causa sua. Tu non riusciresti mai a farglielo dimenticare. Lui non te lo
permetterebbe mai. Sogghignerà, quando gli lanci un'occhiata di rimando, anche
se non saprà che lo stai guardando, e tu penserai che già lo
sappia.
Discuti. Discuti sulla musica, o sulla demonologia, o
sui risultati sportivi, che non sono niente che vi interessi sul serio. Non
importa; quello che conta è la discussione. Riconoscerai che è stupido, che non
ti ci dovresti arrabbiare, ma questo è quello che lui fa sempre, l’effetto che
ogni volta ha su di te. Nessuno di voi due farà marcia indietro. La cameriera
sembrerà preoccupata quando fa ritorno con il conto. Tu ti alzerai, lasciando
pagare lui. Non te ne starai andando per sempre ma, per un momento, desidererai
che lo stessi facendo. Ti raggiungerà nella zona parcheggio, dove tu starai
accanto alla macchina e valuterai, per un breve istante, se rompere il finestrino e prenderti la tua
roba. Potresti chiedere un passaggio alla fermata dell’autobus e lasciare lui
lì. Non ti guarderesti mai indietro e neanche ti mancherebbe; per un istante,
riuscirai quasi a crederci. Lui ti guarderà attraverso il tetto della macchina,
socchiudendo gli occhi per la luce del sole, e ignorerà del tutto la
discussione. Al contrario, risponderà ad una domanda che gli hai fatto la sera
prima, a cui tu non eri serio. Sarà così casuale, scollegata e inaspettata, che
non potrai fare a meno di ridere. Lui aprirà la macchina e tu salirai dentro.
Nessuno di voi due si scuserà; suonerebbe
strano.
Prendi per primo la doccia, il letto più pulito,
qualsiasi altra cosa lui ti offra. Non chiedere niente di più, sai che te lo
darebbe senza pensarci. Non sarà notte quando vi fermerete al motel, ma non sarà
neanche giorno. Sarà al limitare fra i due, tardi abbastanza da averti fatto
perdere il senso del tempo e essere stufo della strada. Tu penserai che il mondo
è sbagliato quando non lo si guarda dai finestrini della macchina, e lui sarà in
piedi sulla soglia aperta,
debolmente illuminato da dietro dalla luce della luna e da quella blu pallido
dell’insegna del motel. Ti chiederà se va tutto bene, e sulla sua spalla ci sarà
l'ultima delle borse che avresti dovuto aiutarlo a portare. Quando ti metterai
in piedi e poserai una mano sulla sua spalla, noterai come i suoi occhi siano
infiammati attorno alle pupille, iniettati di sangue. Lo sentirai spostare il
suo peso sotto la tua mano, come se stesse lottando per mantenere l’equilibrio,
cercando di non barcollare, e lui ti chiederà di cosa hai bisogno. Tu
deglutirai, e mentirai. Gli dirai che non hai bisogno di nulla, se non di
dormire, e lui ti crederà.
I tuoi stivali cadranno pesantemente sul pavimento
accanto al letto, e l’impatto toglierà via il fango che si è solidificato sotto
le suole. Ti sfilerai i jeans, la giacca e la camicia, e salirai sul letto. Ti
stenderai e rimarrai sveglio, rabbrividendo, non saprai se per via del freddo o
della stanchezza. Penserai che lui si sarà già assopito, e proverai invidia.
Chiuderai gli occhi e aspetterai.
Quando al mattino ti lascia guidare, cerca di non
comportarti come se fosse la cosa migliore che ti sia capitata durante la
settimana. Tu sai che lo è, e lo sa lui, e questo è ciò che conta. Non ci sarà
nessun preavviso; lui dirà il tuo nome e ti lancerà le chiavi. Le afferrerai
facilmente, come al solito, perché hai i riflessi di tuo padre e una vita
d’allenamento alle spalle e, qualche volta rifletti, perché hai tutto i tempo i
sensi in allerta con lui, almeno a livello inconscio. Condividete sangue e
storia, stanze di motel e divanetti delle tavole calde e il sedile davanti della
macchina; quando non sai dov’è, sei irrequieto, teso. Ti metterai a regolare lo
specchietto retrovisore e quello laterale, e questo ti sorprenderà un po’,
perché tu sei così abituato a guardarlo, a darlo per scontato, che qualche volta
ti dimentichi che lui vede il mondo in maniera differente. Lui ignorerà la cosa
in modo evidente; farà finta di essere distratto fino a che tu non accenderai il
motore, e allora aprirà di poco il cruscotto e frugherà tra rosari, false carte
d’identità, tovaglioli di fast-food, alla ricerca dei suoi occhiali da sole. Si
addormenterà pochi minuti dopo, tu guiderai, e ti ritroverai a fissarlo
continuamente. Ogni volta, te ne accorgerai, e ti fermerai, come se stessi
facendo qualcosa di inappropriato, come se dovessi sentirti colpevole. Ti
sentirai colpevole. Ti sentirai scottato, esposto, sporco alla luce del sole. Ti
dirai che non c’è ragione di esserlo. Te lo dirai, ma non cambierà niente; non
farà andare via quella sensazione.
Non parlare delle cose che ti sei lasciato alle
spalle. Non parlare neanche di quelle che ha perso lui. Alcune cose richiedono
tempo. Alcune cose non possono essere dette alla luce del giorno. Alcune cose
non possono mai essere dette ad alta voce. Avete entrambi conosciuto la perdita.
Le vostre vite ci sono radicate, ne sono state assemblate, vi sono costruite
attorno; le vostre vite sono qualcosa che avete recuperato. Lui diventerà
silenzioso e immobile, quando pensa che non gli stai prestando attenzione, e
unirà le sue mani come in una sorta di supplica, ma dal momento che non prega,
si limiterà a poggiarci il mento sopra. Le sue spalle si accasceranno per il
dolore che finge di non sentire, e per il peso dell’impossibile, ingiusto
fardello che
condividete.
Tu non gli dirai che le cose si faranno più semplici.
Non gli dirai che lo capisci, o che affronterete la cosa insieme. Non gli
mentirai. Ti schiarirai la gola, volterai una pagina del tuo libro, farai rumore
con la tua ferraglia. Gli farai una domanda, di cui conosci già la risposta.
Dirai che non gli credi quando dice che va tutto bene. Avrai paura dei silenzi.
Imparerai di nuovo ad avere paura del buio, perché il buio vuol dire notte e la
notte è silenziosa, è il silenzio della camera di motel in cui entrambi
congelerete e nessuno dei due sarà in grado di dormire. Il tuo cuore soffrirà
per lui, ma ci sarai abituato. Questo non ti renderà la cosa più semplice, o
migliore, non importa quanto disperatamente hai bisogno che lo
sia.
Fingi di non accorgertene quando cerca di farti
ubriacare. Potresti domandare perché lo faccia, se per il tuo bene o per il suo, ma non chiedergli
di dirtelo. Potrebbe essere per entrambi, e in ogni caso, lui non ti direbbe la
verità, e forse non ha importanza. Bevi quello che lui compra per te, quello che
mette nella tua mano. La tua gola brucerà; il tuo corpo diventerà caldo. Lui
sorriderà più facilmente, come la notte si fa più fonda, e ti racconterà un
episodio che non ricordi, anche se lui giurerà che eri lì quella volta. Finirai
a giocare a biliardo con lui, e anche se verrai battuto su tutta la linea, tu la
conterai come una vittoria per via del modo in cui si appoggerà sulla tua spalla, quando ti offrirà le
sue condoglianze. Ti leccherai le labbra e sentirai il sapore del whiskey, e
come gli rivolgi lo sguardo, immaginerai che sia la sua bocca ad averlo reso caldo. Realizzerai cosa
stai facendo e incespicherai in direzione del bagno degli uomini. Ti laverai le
mani, e non ti muoverai, non ti fiderai a muoverti, fino a che non sarà lui a
venirti a cercare. Ti chiamerà mezza cartuccia, e ti sentirai sollevato, e vi
terrete in piedi a vicenda per tutto il percorso a ritroso fino alla macchina.
Ricorderai la notte come una foschia di calore e il bagliore oro-arancione del
bar e il modo in cui ti sei sentito elettrizzato quando ti ha guardato. Dormirai
in macchina e ti sveglierai con un dolore al collo e alla testa. Quando
incroci le braccia sullo stomaco,
ricorderai il flusso di calore che era il suo corpo contro il tuo. Arrossirai e
guarderai altrove. Lui non se ne accorgerà.
Addormentati sul sedile del passeggero, con la testa
poggiata contro il finestrino. Quando ti svegli, aspetta che lui la smetta di
guardarti prima di aprire gli occhi. Sarà mezzogiorno, e il sole formerà chiazze
di luce attraverso le tue palpebre e creerà fuochi d’artificio contro il nero
fangoso. Saprai, con la certezza che hai sempre avuto, che lui ti sta guardando.
Ti si mozzerà il fiato. Sentirai ogni spostamento della macchina, ogni
vibrazione, ogni pietra su cui corrono le ruote. Vorrai dirgli di tenere gli
occhi sulla strada, ma ti ricorderai che quando ti sei addormentato, vi
trovavate su un tratto di strada rettilineo, un vento incessante scuoteva la
prateria su entrambi i lati, e tuo fratello è sempre stato un ottimo guidatore.
Tratterrai il respiro; non oserai respirare. Ti sentirai come se il tuo cuore
potesse prendere il volo, nonostante tu sia stato immobilizzato dal peso del suo
sguardo. Lui guarderà altrove, e tu aprirai gli occhi e sbatterai le palpebre.
Starà guardando dritto davanti a sé, gli occhi sulla strada, e si farà scorrere
una mano sulla faccia quando lo guardi. Non incontrerà i tuoi occhi quando ti
chiede come hai dormito, ma ti guarderà quando
rispondi.
Non chiedere dove siete diretti. Non hai bisogno di
saperlo: per adesso ti sta bene così. Avrai accartocciato la mappa più che
ripiegarla, e l'avrai ficcata nello spazio tra il parabrezza e il cruscotto. Lui
non avrà detto nulla al riguardo, non ancora, ma non appena lo nota, se ne
lamenterà. Potreste essere diretti a nord; là ci saranno stati avvistamenti che
potrebbero far pensare ad un demone che risieda ai confini di quel nodo di
boschi incantati. Potreste essere diretti ad est; a un seicento miglia in quella
direzione starà a gironzolare il fantasma di un uomo assassinato. Potreste
essere diretti da tutt’altra parte. Lui saprà dove state andando, e per te sarà
abbastanza. Saprà che avete tutto ciò che è necessario per affrontare qualsiasi
male sovrannaturale che troverete. Ci sarà un arsenale di sale e metallo nel
bagagliaio, e la tua mente lavorerà frenetica con il Latino, l’occultismo,
incantesimi arcani e dimenticati e superstizioni. La strada curverà al calar
della notte e le sue mani saranno sicure e ferme quando preme il grilletto,
tanto quanto lo saranno state al volante. Lo farete insieme. Insieme, salverete
il mondo.
Spingilo contro il muro, o sporgiti dal sedile, o
semplicemente voltati a guardarlo. Lui ti guarderà di rimando. Sarai
terrorizzato. Il tuo cuore potrebbe fermarsi. C’è sempre un prezzo. Prenderai
questo momento come l’ultimo della tua vita, come se la vita stessa ti passasse
davanti agli occhi. Il battito del suo cuore sarà il volo frenetico di un uccello, il suo
pulsare lieve ed esile nella cavità della gola. Avrà bisogno di radersi; la
linea della sua mascella sarà ruvida. Nessuno di voi due avrà dormito bene la
notte precedente, ed entrambi
sarete affamati, con lo stomaco
vuoto e al verde. Avrai combattuto due notti prima, anche se non con lui, e le
tue nocche saranno contuse quando si stringeranno attorno al morbido cotone logoro della sua camicia. Lui non
muoverà un muscolo per fermarti. Entrerai nel panico, anche se saprai esattamente cosa stai per fare, e
cosa potrebbe accadere. Ti sentirai distruttivo, e onnipotente; saprai che
niente al mondo sarà in grado di fermare quello che accadrà dopo, di fermarti
dal farlo. Realizzerai la cosa con un senso di disgusto e disperazione, perché
saprai, anche, che non c’è modo di conoscere come finirà, come lui reagirà. Il
tuo respiro si farà difficoltoso. Entrambi potreste morire in questo momento,
penserai. Il mondo come lo conoscete finirà.
Rischia qualunque cosa.
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end