Un Ricordo Di Noi
Ricordo
ancora il nostro primo incontro. Baterilla, la tua isola
natale.
Eravamo nel Mare Meridionale ed il logpose del nostro
navigatore puntava proprio su di essa.
Ero eccitato all'idea di
mettere piede su un'isola sconosciuta. Non vedevo l'ora di scendere e
di sentire la terra sotto i piedi.
Allora, non sapevo che ti avrei incontrata.
“Ehi
Ray! Io vado a cercare un'osteria! Ho voglia di bere!” esclamai
entusiasta “Vuoi venire?”
“Molto volentieri... Di sicuro ci
saranno della belle ragazze!” mi rispose in mio secondo, nonché
migliore amico. Ha sempre avuto un debole per lo sfrusciare di
gonnelle.
Lasciamo i due mozzi sulla nave, intenti come al loro
solito litigare. Dovrei fargli una lavata di capo, ma ora non ne ho
voglia...
Camminiamo lungo tutta la spiaggia, in cerca di civiltà,
e dopo un po' trovammo una stradina su cui sfondo s'intravedevano
casette dallo spiccato tetto rosso. Accelerai il passo, seguito a
ruota da Rayleigh. Appena raggiungemmo la cittadina, affilai il naso
in cerca di odore di alcol.
“Di là!” dissi risoluto indicando
una stradina alla nostra destra.
“Mi chiedo ancora come fai...
La tua ingordaggine raggiunge picchi astronomici!” mi schernì il
mio secondo.
“La tua è invidia, perché non riesci a sentire
l'odore femminile!” rispose alla battuta con un'altra battuta.
Ray
strinse la testa nella spalle e ghignò soddisfatto
“Colpevole!”
L'osteria non era lontana, ci arrivammo con poco
tempo; una volta arrivati, ci fermammo davanti la porta, ma esitammo
ad entrare. All'interno dell'edificio, che sembrava piuttosto
vecchio, si sentivano delle voci che discutevano.
“Ehi dolcezza,
se i pirati si rifiutano di pagare, non li puoi minacciare!” la
voce era maledettamente roca e disgustosa, era d'uomo, e dato che si
è rivolto con il nomignolo “dolcezza”, il suo interlocutore
doveva essere una donna, forse anche carina.
Rivolsi uno sguardo a
Ray ed entrammo a vedere la situazione. Nemmeno il tempo di girarci
intorno, che vedemmo un uomo letteralmente volare e sbattere
violentemente il viso con il muro affianco a noi.
“Ha ancora intenzione di non pagare, signore?” chiese una voce stucchevole e calma. Ci voltammo di scatto e vedemmo una giovane donna che si stava pulendo le mani sul grembiule che aveva in vita, i capelli biondi che le ricadevano gentili sulle spalle ed il viso dolce e con delle piccole lentiggini a renderlo simpatico.
La
donna rivolse uno sguardo di fuoco alla ciurma del pirata che aveva
atterrato. Questi raccolsero dei soldi, mollandoli sul tavolo dove
erano seduti, raccattarono il mal capitato e si dileguarono, non
voltandosi indietro.
La bionda gli raccoglie e torna dietro al
bancone, riprendendo forse il lavoro interrotto.
Ray mi da una
gomitata, facendomi riprendere un po', mi ero fissato a guardarla.
“Certo che la donna non scherza!”
Ci sediamo al bancone,
attendendo di essere serviti. Dopo un po' arriva la donna,
asciugandosi le mani con il grembiule.
“Prego.” disse breve,
ma la sua voce era calda.
“Due bopccali di liquore!” ordina il
mio amico, lanciandole una lunga occhiata da capo a piedi.
La
bionda annuisce con il capo e se ne va per prepararci
l'ordinazione.
“Io non ci scherzerei tanto con la tipa...”
faccio notare a Ray “Ha fatto volare quel pirata e non sembrava per
niente affaticata!”
“Mi piacciono i caratterini forti!”
scherza lui di rimando. Io non ci troverei molto da ridere.
Tornata
con le nostre ordinazioni. Ray decide di passare al contrattacco con
la ragazza, intenta a pulire il bancone.
“E' un bel posto qui!
Scommetto che lavori bene, vista la quantità di gente che lo
frequenta...”
“Grazie.”. Telegrafica come sempre.
“Buono
questo liquore!” esclama sempre Ray dopo aver fatto un buon sorso
al suo boccale.
La donna sbuffa scocciata e alza lo sguardo dal
bancone “La pregherei di smetterla di importunarmi e di
bere!”
Rayleigh si mette a ridere, finisce il suo liquore e si
allontana per andare in giro per l'osteria, forse per provarci con
qualcun'altra, lasciandomi da solo con la bionda, che riprende il suo
lavoro.
Per un po' rimaniamo in silenzio: lei continua a pulire ed
io a sorseggiare il mio bicchiere.
“Lo scusi...” dico
all'improvviso “E' sempre così in fatto di donne...”
Lei mi
guarda stranita ma poi fa “Ci sono abituata, ormai...”
“Deve
vederne di tutti colori, ogni giorno...”
“Già, e non
s'immagina quanto sia difficile... “ si ferma un attimo e mi guarda
negli occhi “... Ma questa è la mia vita.” aggiunge con un
sussurro ed un'increspatura nel viso, simile ad un sorriso.
“Può
sempre cambiarla!” dico risoluto “Non ha un sogno da
realizzare?”
“E' sepolto ormai!” risponde brusca.
“Può
sempre disotterralo e realizzarlo! Non crede nei sogni?”
Sorride
come se avessi detto un'eresia “Ho smesso di farlo...”
“Crede
che i sogni siano irrealizzabili?”. Sta prendendo una strana piega
questa conversazione.
“Questa
non è una favola: non c'è nessuna speranza per gente semplice come
me!” sbotta improvvisamente, stringendo un panno nel pugno
“Preferisco vivere così, piuttosto che farlo sottomessa!”
“Sì
invece!” rispondo a tono “Se non ci si sforza a renderli reali,
come si può dire di non crederci? E' una stupidaggine! I sogni
esistono eccome, basta voler vederli realizzati!”
Lei mi guarda
con gli occhi ridotti a due pagliuzze cobalto, non parla ed a sciolto
il pugno. Poi si mette a ridere, di gusto anche. Io sono
esterrefatto.
“Sai, mi piace il suo modo di pensare!” ride
“Hai ragione, devo vivere!”
“Sono contento di avervelo fatto
capire...” rispondo calmo “Qual'è il suo sogno?”
Lei
abbassa lo sguardo e si passa una mano imbarazzata tra i fil dorati
che ha in testa “V-Viaggiare...” sussurra “Mi piacerebbe
viaggiare!” ripete, rinforzando la voce.
“Perché non ti
unisci a noi? Siamo pirati e viaggiamo...” le propongo.
Lei
sembra intimorita “Pirati?” chiede. Dopo che io ho annuito, lei
continua “Sarei solo d'intralcio... Insomma, voglio dire... Una
donna, nella ciurma... Sarei un peso!”
“Ma quale peso e peso!”
sbotto a ridere di gusto “Ma hai visto la tua forza? Sei molto più
brava tu di alcuni miei sottoposti!”
“Sei il capitano?”
chiede stupita. Ormai il “lei” lo abbiamo abbandonato.
“Certo!”
dico risoluto “A proposito, non ci siamo presentati... Il mio nome
è Roger. Gol D. Roger.” dico porgendole una mano.
Lei l'afferra
stratta “Rouge. Portuguese D. Rouge.”
Salve a tutti gente! E' la prima volta
che mi addentro nel fandom di One Piece, e spero di non averlo fatto
nel peggiore dei modi!
Questa one-shot mi è uscita di getto, dopo aver riletto il
volume 56 e dopo aver non poco fantasticato sull'unione di Roger e
Rouge, che mi hanno sempre affascinato. Mi sono immaginata questo
incontro casuale a Baterilla, nonché luogo di nascita del mio
amoruccio Ace, immaginandomi la vita che faceva la donna prima
d'incontrare il futuro Re dei Pirati. Semplice e con pochi ricami,
oserei dire... V.V
Spero che non sia schifosa e di ricevere delle critiche, consigli oppure (perché no! ^^) complimenti!
A presto spero! ^^
Un bacione dalla Lu! =*