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Autore: Lumik Lovefood    20/02/2011    3 recensioni
Ricordo ancora il nostro primo incontro. Baterilla, la tua isola natale.
Eravamo nel Mare Meridionale ed il logpose del nostro navigatore puntava proprio su di essa.
Ero eccitato all'idea di mettere piede su un'isola sconosciuta. Non vedevo l'ora di scendere e di sentire la terra sotto i piedi.
Allora, non sapevo che ti avrei incontrata.

Prima fic che scrivo su questo fandom! siate clementi! ^^
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Altro Personaggio, Gold D. Roger
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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un ricordo di noi

Un Ricordo Di Noi






Ricordo ancora il nostro primo incontro. Baterilla, la tua isola natale.
Eravamo nel Mare Meridionale ed il logpose del nostro navigatore puntava proprio su di essa.
Ero eccitato all'idea di mettere piede su un'isola sconosciuta. Non vedevo l'ora di scendere e di sentire la terra sotto i piedi.
Allora, non sapevo che ti avrei incontrata.


“Ehi Ray! Io vado a cercare un'osteria! Ho voglia di bere!” esclamai entusiasta “Vuoi venire?”
“Molto volentieri... Di sicuro ci saranno della belle ragazze!” mi rispose in mio secondo, nonché migliore amico. Ha sempre avuto un debole per lo sfrusciare di gonnelle.
Lasciamo i due mozzi sulla nave, intenti come al loro solito litigare. Dovrei fargli una lavata di capo, ma ora non ne ho voglia...
Camminiamo lungo tutta la spiaggia, in cerca di civiltà, e dopo un po' trovammo una stradina su cui sfondo s'intravedevano casette dallo spiccato tetto rosso. Accelerai il passo, seguito a ruota da Rayleigh. Appena raggiungemmo la cittadina, affilai il naso in cerca di odore di alcol.
“Di là!” dissi risoluto indicando una stradina alla nostra destra.
“Mi chiedo ancora come fai... La tua ingordaggine raggiunge picchi astronomici!” mi schernì il mio secondo.
“La tua è invidia, perché non riesci a sentire l'odore femminile!” rispose alla battuta con un'altra battuta.
Ray strinse la testa nella spalle e ghignò soddisfatto “Colpevole!”
L'osteria non era lontana, ci arrivammo con poco tempo; una volta arrivati, ci fermammo davanti la porta, ma esitammo ad entrare. All'interno dell'edificio, che sembrava piuttosto vecchio, si sentivano delle voci che discutevano.
“Ehi dolcezza, se i pirati si rifiutano di pagare, non li puoi minacciare!” la voce era maledettamente roca e disgustosa, era d'uomo, e dato che si è rivolto con il nomignolo “dolcezza”, il suo interlocutore doveva essere una donna, forse anche carina.
Rivolsi uno sguardo a Ray ed entrammo a vedere la situazione. Nemmeno il tempo di girarci intorno, che vedemmo un uomo letteralmente volare e sbattere violentemente il viso con il muro affianco a noi.

Ha ancora intenzione di non pagare, signore?” chiese una voce stucchevole e calma. Ci voltammo di scatto e vedemmo una giovane donna che si stava pulendo le mani sul grembiule che aveva in vita, i capelli biondi che le ricadevano gentili sulle spalle ed il viso dolce e con delle piccole lentiggini a renderlo simpatico.

La donna rivolse uno sguardo di fuoco alla ciurma del pirata che aveva atterrato. Questi raccolsero dei soldi, mollandoli sul tavolo dove erano seduti, raccattarono il mal capitato e si dileguarono, non voltandosi indietro.
La bionda gli raccoglie e torna dietro al bancone, riprendendo forse il lavoro interrotto.
Ray mi da una gomitata, facendomi riprendere un po', mi ero fissato a guardarla. “Certo che la donna non scherza!”
Ci sediamo al bancone, attendendo di essere serviti. Dopo un po' arriva la donna, asciugandosi le mani con il grembiule.
“Prego.” disse breve, ma la sua voce era calda.
“Due bopccali di liquore!” ordina il mio amico, lanciandole una lunga occhiata da capo a piedi.

La bionda annuisce con il capo e se ne va per prepararci l'ordinazione.
“Io non ci scherzerei tanto con la tipa...” faccio notare a Ray “Ha fatto volare quel pirata e non sembrava per niente affaticata!”
“Mi piacciono i caratterini forti!” scherza lui di rimando. Io non ci troverei molto da ridere.
Tornata con le nostre ordinazioni. Ray decide di passare al contrattacco con la ragazza, intenta a pulire il bancone.
“E' un bel posto qui! Scommetto che lavori bene, vista la quantità di gente che lo frequenta...”
“Grazie.”. Telegrafica come sempre.
“Buono questo liquore!” esclama sempre Ray dopo aver fatto un buon sorso al suo boccale.
La donna sbuffa scocciata e alza lo sguardo dal bancone “La pregherei di smetterla di importunarmi e di bere!”
Rayleigh si mette a ridere, finisce il suo liquore e si allontana per andare in giro per l'osteria, forse per provarci con qualcun'altra, lasciandomi da solo con la bionda, che riprende il suo lavoro.
Per un po' rimaniamo in silenzio: lei continua a pulire ed io a sorseggiare il mio bicchiere.
“Lo scusi...” dico all'improvviso “E' sempre così in fatto di donne...”
Lei mi guarda stranita ma poi fa “Ci sono abituata, ormai...”
“Deve vederne di tutti colori, ogni giorno...”
“Già, e non s'immagina quanto sia difficile... “ si ferma un attimo e mi guarda negli occhi “... Ma questa è la mia vita.” aggiunge con un sussurro ed un'increspatura nel viso, simile ad un sorriso.
“Può sempre cambiarla!” dico risoluto “Non ha un sogno da realizzare?”
“E' sepolto ormai!” risponde brusca.
“Può sempre disotterralo e realizzarlo! Non crede nei sogni?”
Sorride come se avessi detto un'eresia “Ho smesso di farlo...”
“Crede che i sogni siano irrealizzabili?”. Sta prendendo una strana piega questa conversazione.

Questa non è una favola: non c'è nessuna speranza per gente semplice come me!” sbotta improvvisamente, stringendo un panno nel pugno “Preferisco vivere così, piuttosto che farlo sottomessa!”
“Sì invece!” rispondo a tono “Se non ci si sforza a renderli reali, come si può dire di non crederci? E' una stupidaggine! I sogni esistono eccome, basta voler vederli realizzati!”
Lei mi guarda con gli occhi ridotti a due pagliuzze cobalto, non parla ed a sciolto il pugno. Poi si mette a ridere, di gusto anche. Io sono esterrefatto.
“Sai, mi piace il suo modo di pensare!” ride “Hai ragione, devo vivere!”
“Sono contento di avervelo fatto capire...” rispondo calmo “Qual'è il suo sogno?”
Lei abbassa lo sguardo e si passa una mano imbarazzata tra i fil dorati che ha in testa “V-Viaggiare...” sussurra “Mi piacerebbe viaggiare!” ripete, rinforzando la voce.
“Perché non ti unisci a noi? Siamo pirati e viaggiamo...” le propongo.
Lei sembra intimorita “Pirati?” chiede. Dopo che io ho annuito, lei continua “Sarei solo d'intralcio... Insomma, voglio dire... Una donna, nella ciurma... Sarei un peso!”
“Ma quale peso e peso!” sbotto a ridere di gusto “Ma hai visto la tua forza? Sei molto più brava tu di alcuni miei sottoposti!”
“Sei il capitano?” chiede stupita. Ormai il “lei” lo abbiamo abbandonato.
“Certo!” dico risoluto “A proposito, non ci siamo presentati... Il mio nome è Roger. Gol D. Roger.” dico porgendole una mano.
Lei l'afferra stratta “Rouge. Portuguese D. Rouge.”

Salve a tutti gente! E' la prima volta che mi addentro nel fandom di One Piece, e spero di non averlo fatto nel peggiore dei modi!
Questa one-shot mi è uscita di getto, dopo aver riletto il volume 56 e dopo aver non poco fantasticato sull'unione di Roger e Rouge, che mi hanno sempre affascinato. Mi sono immaginata questo incontro casuale a Baterilla, nonché luogo di nascita del mio amoruccio Ace, immaginandomi la vita che faceva la donna prima d'incontrare il futuro Re dei Pirati. Semplice e con pochi ricami, oserei dire... V.V
Spero che non sia schifosa e di ricevere delle critiche, consigli oppure (perché no! ^^) complimenti!
A presto spero! ^^ Un bacione dalla Lu! =*

   
 
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