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Autore: Alys93    20/02/2011    6 recensioni
Cosa succederebbe se qualcuno scoprisse il segreto di Kagome e del pozzo vicino al suo tempio? Soprattutto se quel qualcuno scoprisse di possedere poteri che non avrebbe mai immaginato di avere? Le avventure non mancheranno, ve l'assicuro! Se la trama v'interessa, sarò felice di leggere i vostri commenti e \ o suggerimenti (è la mia prima storia) Grazie in anticipo
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Inuyasha, Kagome, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Oltre il pozzo'
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Eccomi di nuovo tra voi, ragazze! vi sono mancata? lo so, avrei dovuto aggiornare prima, ma nn ho proprio avuto tempo! danata scuola" preferisco affrontare Naraku, che tutte quelle ore sui banki! vabbé, bando alle ciance. volevo ringraziare tutte coloro ke hanno recensito lo scorso cappy, sperando che anke questo possa essere di vostro gradimento. vi auguro buona lettura!
 


Capitolo 25: Un nuovo colpo ed una piacevole novità

Kaori fissò ansiosamente il convoglio di sacerdotesse che avevano incrociato lungo la strada maestra, pregando tra sé che la sua copertura funzionasse a dovere.
Se quelle miko la scoprivano, era nei guai fino al collo!
Nonostante la paura che provava, non poté fare a meno di guardarle incuriosite; a giudicare dalla diversa foggia degli abiti, dovevano provenire dai quattro angoli del Giappone!
Sembravano divise in quattro gruppi principali, almeno questo le faceva pensare i colori dei loro abiti.
Sorrise quando scorse alcune sacerdotesse del Sud, facilmente riconoscibili dalla casacca rossa e dai pantaloni verdi.
Le ricordavano tantissimo la sua bis-nonna, incontrata appena qualche mese prima nella Grotta degli Spiriti. Le mancava quella saggia sacerdotessa…
Con un sospiro, abbassò lo sguardo sull’arco, chiedendosi se sarebbe riuscita ad usarlo, in caso di bisogno.
Non ne era del tutto sicura, dato che lo aveva usato poche volte nei suoi allenamenti, e la cosa la spaventava.
Si passò una mano sulla fronte, cercando di calmare la sensazione di nervosismo che provava, quando questa si fece più intensa.
Reagendo d’istinto, la giovane scattò in piedi e, afferrata la vecchia Kaede per un braccio, saltò giù dal carro.
Nello stesso istante, un gruppo di demoni vari attaccava il convoglio, riempiendo l’aria con urla di battaglia.
Le sacerdotesse reagirono immediatamente, incoccando frecce sacre ed erigendo barriere protettive, ma avevano davanti qualcosa come una ventina di nemici e loro erano appena dodici!
Kaori trascinò l’anziana sacerdotessa dietro alcuni carri, preparando alcune frecce da spedire contro quegli esseri immondi.
Con uno scatto repentino, si sollevò in piedi e scoccò rapidamente un paio di frecce.
Queste s’illuminarono di una fioca luce verde, sprigionando un alone più intenso quando colpirono due demoni uccello.
I feriti gridarono per il dolore, ma, anziché sparire in un mucchietto di cenere, si accasciarono a terra in un’intensa puzza di bruciato.
Le frecce della ragazza non erano ancora in grado di uccidere i demoni, ma bruciavano loro le carni, privandoli a volte di un arto.
La yasha digrignò i denti, vedendo che le sue frecce non sortivano l’effetto sperato, e ne preparò delle altre, sperando di poterli tenere a bada per un po’.
“Ma da dove sbucano fuori tutti questi demoni?” chiese nervosa “Non ne avevo percepito la presenza…”.
Kaede la vide lanciare un’altra freccia ed aggrottò le sopracciglia “Kagome… Questa non è la tua solita forza spirituale! Cosa ti è successo?”.
L’altra non rispose, ma la fece scansare appena in tempo per evitare il fendete di un demone, che sembrava fermamente deciso a farla fuori.
Una freccia lo colpì dritto al cuore e la giovane fissò spaventata il numero di nemici, che era improvvisamente aumentato. Da dove sbucavano tutti quei demoni? Avvertita dal suo istinto, si scansò appena in tempo per evitare il colpo di un demone cobra armato di una katana dentellata.
“Ti ho trovata, mocciosa!” sibilò furioso, incalzandola con ferocia, “Mi dispiace tanto per te, ma il tuo stupido trucchetto non ha funzionato!”.
Kaori evitò un altro colpo, chiedendosi cosa volesse quel dannato da lei, ma trasalì quando lo sentì dire “La tua amichetta non è poi così brava a combattere. I miei seguaci si stanno occupando di lei e di quegli altri stupidi”.
“Che cosa le hai fatto?” sibilò la giovane “Parla, dannato! Che cosa hai fatto a Kagome?”.
“Dovresti pensare più a te stessa che a quella ragazzina, figlia di Masaru!” replicò il nemico, continuando ad incalzarla senza sosta.
Un ghigno crudele gli incurvò le labbra “Chissà come reagirà tuo padre, quando saprà della tua prematura scomparsa!”.
“Sempre che tu riesca nel tuo intento!” ringhiò lei, assumendo una posizione di difesa “Non mi sottovalutare, non ti conviene!”.
Dando fondo a tutta la propria abilità di karateca, scansò i colpi della katana, ma sapeva che, senza i suoi poteri demoniaci, non avrebbe avuto molte speranze.
Ma non poteva correre il rischio di essere colpita dalle frecce sacre delle sacerdotesse! Cosa poteva fare?
Ragazzi, dove siete? sussurrò spaventata, mentre saltava su uno dei carri, Che cosa vi è successo?.
Di colpo, sentì il legno venirle meno da sotto i piedi e cadde malamente a terra, battendo la spalla sinistra.
Con un gemito, cercò di rialzarsi in fretta, ma si ritrovò con una ferita all’addome che la costrinse a terra.
Stringendo i denti, si rialzò sulle ginocchia, tenendosi una mano sulla ferita, mentre il suo nemico sorrideva nel vedere la propria katana sporca di sangue.
“Bene, bene…” commentò compiaciuto “Vedo che, in quella misera forma umana, non riesci a combattere al meglio. Beh, vorrà dire che la cosa sarà più veloce del previsto!”.
“Questo lo credi tu, dannato mostro!” sibilò la ragazza, riuscendo faticosamente a rialzarsi in piedi.
Quella ferita doveva essere abbastanza profonda, perché stava perdendo parecchio sangue e la vista le si andava lentamente oscurando.
Stordita dal dolore, non riuscì ad evitare del tutto l’ennesimo fendente, che le lasciò una scia sanguinante sulla gamba.
Se non si decideva a tornare demone, non sarebbe mai riuscita a sconfiggere quel demone… doveva farlo!
Improvvisamente, si accorse che il suo avversario era proprio sopra di lei, con la spada pronta a lanciare un attacco mortale.
No, non avrebbe mostrato a quell’essere abietto che aveva paura!
Lo fissò dritto negli occhi, incurante dei brividi di dolore che la scuotevano senza sosta. Era pronta.
La katana calò rapidamente su di lei, ma un’altra spada intervenne a fermarla, sprigionando una pioggia di scintille.
“Ehi, Kaori. Come stai? Sei ancora tutta intera?” le chiese una voce familiare che le causò una scossa in tutto il corpo.
“Reito!” sussurrò sorpresa e felice al tempo stesso “Cos’è successo da voi? Kagome e gli altri stanno bene?”.
“Meglio di te, stanne certa” commentò il lupo bianco, lanciando un’occhiata critica alle sue ferite.
La casacca bianca era strappata in più punti e, dove il tessuto era ancora integro, spiccavano grosse macchie di sangue.
Anche sul pantalone rosso era ben visibile un grosso alone scuro; Sarei dovuto arrivare prima! ringhiò tra sé Kaori è troppo debole in forma umana per combattere altri demoni!.
“Resta con Kaede e vedi di riassumere le tue sembianze” disse serio “A questo idiota ci penso io”.
Kaori annuì e, dopo essersi rialzata, si rannicchiò in uno dei carri con l’anziana sacerdotessa.
“Kaori?” sussurrò Kaede, fissandola stupita, “Ma come è possibile che io non sia stata in grado di percepire la tua aura?”.
“Per via del mio sangue spirituale” mormorò lei “Posso diventare umana quando e come voglio… Perdonatemi se non vi ho detto niente prima, ma non potevo…”.
“E Kagome?” chiese l’altra, “Con Inuyasha e gli altri. L’ho camuffata meglio che potevo. Sembra proprio me”.
“Che razza di idea avevi in mente?” esclamò la miko “Sai l’entità del rischio che hai corso, razza d’incosciente?”.
“Sì, ma dovevo farlo” replicò la yasha, concentrandosi per riacquistare le proprie sembianze demoniache.
Una volta riuscita nell’intento, notò con sollievo che le ferite le facevano meno male e, sorridendo soddisfatta, si lanciò fuori dal carro, raccomandando alla donna di restarci.
Con una rapida mossa, eliminò alcuni demoni che stavano mettendo alle strette un gruppo di sacerdotesse.
Ignorando le loro grida sorprese, si affiancò a Reito e, spostandolo gentilmente, disse “Se non ti dispiace, il nostro amico è mio!”.
“Che credi di fare con quelle ferite?” ridacchiò il demone cobra “Non puoi farcela contro di me!”.
“Ho subito di peggio” replicò la giovane “Adesso vedrai di che cosa sono capace!”.
Vedendo la scintilla di sfida che le brillava negli occhi, Reito pensò saggiamente di farsi da parte, anche se non era sua abitudine abbandonare un combattimento in quel modo.
“Sta’ attenta a non farti ferire ancora, baka” mormorò seccato, dirigendosi verso altri demoni.
“Sai che questa me la pagherai, vero?” la sentì sussurrare “Ti avevo avvertito che non dovevi più insultarmi, o ne avresti pagato le conseguenze”.
Un sorriso gli incurvò le labbra “Sempre che, dopo, tu abbia energie sufficienti per affrontarmi”.
“Lo vedrai” ridacchiò la yasha, prima di iniziare ad affrontare il proprio avversario.
“Se credi di spaventarmi, ti sbagli di grosso!” ruggì quello, mostrando i denti velenosi, “Ti farò a pezzi!”.
Kaori scosse la testa e, prima che il demone se ne rendesse conto, gli era alle spalle, con gli artigli sporchi di sangue.
Il cobra ruggì per il dolore e si voltò per affrontarla, lanciandole contro un affondo particolarmente violento.
Si accorse appena che quel branco di insulsi umani ed il mezzo-demone erano arrivati a dare man forte alle sacerdotesse.
Il suo esercito si stava lentamente disintegrando, ma lui non vedeva che la figlia dell’odiato rivale.
Non riusciva a focalizzarsi su niente che non fosse il suo sfrenato desiderio di vendetta.
Quella dannata mocciosa, ora che aveva assunto le sue vere sembianze, era dannatamente veloce. Sembrava quasi divertirsi a stuzzicarlo con finte ed attacchi improvvisi, mentre evitava i suoi colpi.
“Non puoi scappare per sempre!” ringhiò furioso “Fuggi come le mosche! Avanti, affrontami direttamente, dannata mocciosa!”.
Vide la demone lupo sogghignare ironica ed un rantolo gli sfuggì dalle labbra, quando, con una rapida torsione del polso, gli infilzò la sua stessa spada nell’addome.
“Prima di spedirti direttamente nell’Oltretomba, voglio sapere una cosa da te” sussurrò la ragazza “Perché odi mio padre?”.
“Mi ha portato via l’onore dei miei simili” boccheggiò il demone cobra, sputando sangue “Mi ha umiliato in uno scontro… Che sia dannato per sempre!”.
La yasha sospirò “Voi demoni odiate gli altri per le ragioni più assurde. Siete impossibili!”.
Lasciò cadere a terra il suo avversario, che spirò prima di toccare il suolo, e si passò una mano sulle ferite.
Quella all’addome le faceva davvero male.
Improvvisamente, si rese conto di essere circondata, ma sorrise quando Kagome le lanciò Sendeiga.
La spada vibrò dolcemente nel riconoscere la presa della propria padrona e la giovane sentì un nuovo, spaventoso e rassicurante, potere avvolgerla.
Le parole le fluirono sulle labbra senza che se ne rendesse conto, il suo corpo si muoveva senza che lei decidesse di farlo.
Afferrata la katana con entrambe le mani, la sistemò in modo che il filo affilato fosse perpendicolare al suo viso.
Con deliberata lentezza, la ruotò di circa novanta gradi e le fece compiere un cerchio completo, facendola girare nella mano destra.
Sendeiga fu improvvisamente avvolta da un alone color ruggine, mentre la sua proprietaria lanciava un fendente contro i propri nemici, ruggendo “Beccatevi questo, bastardi! Colpo d’Eclissi!”.
Un lampo di un’intensa sfumatura bronzea si staccò dalla lama, attraversando rapidamente l’aria come un fulmine.
Il gruppo di demoni non fece neanche in tempo a spalancare gli occhi, che fu ridotto ad un cumulo di cenere, sotto lo sguardo allibito dei presenti.
“Come… Come diavolo ho fatto?” sussurrò Kaori, fissando la propria spada con aria incredula “Non credevo che Sendeiga avesse una tecnica simile!”.
Reito inarcò un sopracciglio, pensando che quel colpo aveva una potenza a dir poco spaventosa.
Sarà meglio che stia più attento a come le parlo, d’ora in poi mormorò tra sé Non mi va di finire ridotto ad un mucchietto di cenere!.
Le sacerdotesse si guardarono in volto per un lungo istante, prima di lanciare uno sguardo incredulo all’insolito gruppo che avevano davanti.
“Chi siete?” domandò una di loro, “Amici” replicò Kaede con voce dolce “Non avete nulla da temere, state pure tranquille”.
“Siamo semplicemente degli amici della Divina Kagome” mormorò Miroku, inchinandosi con deferenza “Tutto ciò che vogliamo è che arrivi sana e salva a destinazione. Come tutte voi”.
Miroku è sempre bravo con le parole sussurrò Sango, sorridendo Questa sua abilità è parecchio utile, in situazione come questa. Una smorfia le incrinò per un attimo il volto Speriamo solo che abbia un minimo di buonsenso nel non chiedere a quelle sacerdotesse di dargli un figlio….
Nonostante il monaco le avesse chiesto di sposarlo, facendole capire quanto fosse importante il posto che occupava nel suo cuore, continuava a fare il cretino con le altre fanciulle.
Ma la sterminatrice aveva notato che non lo faceva più con la solita malizia; probabilmente si divertiva a farla ingelosire…
Scosse la testa, divertita e seccata al tempo stesso, e lanciò uno sguardo al resto del gruppo.
Per fortuna, stavano tutti bene, anche se Kaori sembrava parecchio indebolita.
Osservandola meglio, si accorse delle vistose macchie di sangue sugli abiti da sacerdotessa e strinse i denti.
Quella ragazza aveva una resistenza a dir poco pazzesca; nonostante fosse ferita in quel modo, non si lasciava sfuggire neanche un gemito. I demoni erano davvero esseri coriacei…

Attenta a non farsi notare, la demone lupo si appoggiò al carro più vicino, trattenendo una smorfia di dolore.
Quelle ferite le facevano più male di quanto fosse disposta ad ammettere.
Dannato demone cobra! gemette tra sé Accidenti a lui ed alla sua katana con i denti di squalo! Mi sento praticamente uno schifo!.
Sentendosi improvvisamente stordita, la yasha si passò una mano sulla fronte, sussurrando “Se non vi dispiace, io faccio un giro di ricognizione. Non vorrei avere qualche altra sorpresa”.

Assicurandosi che nessuno la seguisse, si allontanò tra gli alberi e si sfilò la casacca per vedere in che stato fosse.
Quella ferita le attraversava il corpo in diagonale come una saetta, dal fianco destro fino quasi al seno.
Accidenti a quel bastardo! sibilò furiosa Se non fosse già morto, gli farei patire le pene dell’Inferno!.
Inoltre, anche il lungo taglio che aveva sulla gamba iniziava a pulsare in maniera dolorosa.
Se non si medicava, rischiava di non essere in grado di camminare per un po’; il che non era consigliabile.
“Kaori!”, la voce di Kagome rieccheggiò tra gli alberi, mentre la ragazza si avvicinava correndo.
“Kagome!” sussurrò la giovane, sistemandosi la casacca, “Come stai? Quel demone…”.
“Non mi ha fatto niente” la rassicurò la miko “Appena si è accorto che non ero chi sperava, è corso a cercarti. Voleva ucciderti nel peggiore dei modi”.
“Beh, è lui quello che ci ha rimesso le penne” ribatté Kaori “Hai con te i medicinali? Credo di averne parecchio bisogno”.
La miko diede un’occhiata alle ferite e trattenne un gemito “Certo, li ho qui con me. Accidenti! Ti ha conciato proprio male!”.
“Nella mia forma umana, non sono in grado di affrontare demoni così potenti” borbottò l’amica, stringendo i denti quando il disinfettante iniziò a bruciare sui tagli.
Nella sua mente, lanciò una serie d’imprecazioni, alcune piuttosto colorite, contro il demone cobra.
“Se quella spada fosse arrivata un po’ più a fondo, avremmo raccolto i miei resti” mormorò cupa “Quel tipo era forte, non posso negarlo”.
Kagome finì di pulire le ferite e prese un rotolo di bende dalla scatola, borbottando “Sei una pazza. Possibile che tu riesca sempre a cacciarti nei guai?”.
“Non me li vado certo a cercare” replicò la yasha, sorridendo nel tentativo di sdrammatizzare, “Sono loro che trovano me!”.
“Scusami per il tuo abito” mormorò dispiaciuta “Non volevo rovinartelo in questo modo…”, “Non importa, tanto ne ho un altro. Quello che conta è che tu stia bene”.
Un improvviso rumore di passi attirò la sua attenzione e la giovane, riconoscendo l’odore nell’aria, mormorò “Reito, non venire”.
“Guarda che volevo solo sapere se eri tutta intera” rispose il demone lupo, con tono leggermente seccato.
La ragazza inarcò un sopracciglio, chiedendosi come mai si stesse preoccupando così tanto per lei.
Da quando era così premuroso nei suoi confronti?
“Non mi fraintendere, ma adesso è meglio che non vieni” mormorò, “Spiegati meglio”.
La sentì ridacchiare appena “Se diventi rosso come un gambero cotto quando mostro leggermente il mio corpo, come sono adesso, rischi proprio l’infarto”.
Lo youkai aggrottò le sopracciglia e fece un passo verso le voci, chiedendosi cosa volesse dire, quando la casacca insanguinata di Kagome lo colpì dritto in faccia.
Se la tolse da dosso, rimanendo spiazzato dalla quantità di macchie rossastre che vi erano sopra.
“Cavoli!” esclamò sorpreso “C’è più sangue qui, che neve sulle montagne! Sei sicura di stare bene?”.
Impensierito, fece per avvicinarsi alle due ragazze, ma la voce dell’altra lo bloccò dov’era.
“Reito, ti ho detto di non venire” borbottò la giovane “Al momento, sarei un tantino… indecente. Ho reso l’idea?”.
L’altro, capendo finalmente a che cosa si riferisse, divenne scarlatto e si voltò, dandole le spalle.
“Volevo solo sapere in che stato eri” borbottò imbarazzato “Non mi sei sembrata troppo in forma, poco fa”.
E tutto questo sangue non mi piace aggiunse tra sé Solo sulla casacca ce n’è una quantità impressionante! E mi pare di aver visto che è stata ferita anche alla gamba….
“Grazie” la sentì sussurrare flebile “Ma non devi preoccuparti per me. Io sono una tosta!”.
Dopo che l’amica ebbe finito di medicarla e le ebbe passato ricambio d’abiti, Kaori si avvicinò al ragazzo “Grazie, davvero. Anche per prima. Mi hai salvato la vita”.
Lo vide scuotere la testa, mentre un lieve sorriso gli incurvava le labbra, “Di niente. Ho solo fatto quello che fanno tutti gli amici”.
La yasha sentì il cuore farle un balzo nel petto a quelle parole e dovette sforzarsi per non lasciar trasparire nulla.
Ok, il loro rapporto era decisamente migliorato nell’ultimo periodo, ma non si aspettava di certo una tale affermazione! Amici… La considerava un’amica!!
“Grazie” sussurrò a stento, mentre si sforzava di tenere a freno le proprie emozioni “Di tutto”.
Lo sentì ridacchiare allegro e pensò che non aveva mai sentito un suono più bello in tutta la sua vita.
“Credo sia il caso di andare” mormorò, cercando un modo per sbloccare la situazione, “Kagome ha quel maledetto raduno… E qualcosa mi dice che ci vorrà un po’, prima che finisca”.
La diretta interessata annuì “Temo di sì. Questi raduni sono importanti, ma non so ancora per quale motivo”.
“Andiamo, forza” disse lo youkai, incamminandosi tra gli alberi “Prima finirà questo raduno di miko, prima potremo tornare alla ricerca di quel bastardo di Naraku”.
Kaori rimase ferma per un istante, prima di iniziare a seguirlo, ma si bloccò di colpo quando Kagome la trattenne per una manica.
“Sai? Quando quel demone cobra ha scoperto il trucco, Reito è stato il primo a correre da te” disse sorridendo “Sembrava piuttosto preoccupato…”.
L’amica annuì, sorridendo a sua volta, “Inizia a considerarci amici. Direi che è già un bel passo avanti!”.
“L’unica incognita è fin dove vuoi spingere quest’amicizia” mormorò maliziosa la miko.
La yasha arrossì di colpo, ma si sforzò di fare l’indifferente e continuò a camminare attraverso il sottobosco.
Chissà che intendeva Kagome… Non sapeva nemmeno lei cosa voleva da Reito; sapeva solo che, stargli accanto, la faceva sentire bene.
Confusa da quel groviglio di sentimenti sconosciuti, aumentò il passo per restare dietro al convoglio, che si era rimesso in marcia verso il villaggio di Hurimo.
 
“Ma dovete proprio andare?” chiese Shippo, guardando le due ragazze con occhioni da cucciolo.
Erano passati tre giorni dalla fine del raduno delle miko, dove la giovane sacerdotessa aveva ottenuto diverse informazioni sulla situazione del paese.
Ogni gruppo di miko proveniva, infatti, da un diverso angolo del Giappone e, ognuno di essi doveva quotidianamente affrontare vari problemi.
In quei raduni si confrontavano, cercando la soluzione migliore ai loro problemi.
Il gruppo poteva ritenersi soddisfatto della situazione: erano riusciti ad ottenere qualche informazione sulla probabile posizione di Naraku.
Sembrava che il demone si fosse diretto verso Nord-Ovest, verso una catena montuosa.
Ovviamente, Inuyasha era impaziente di partire per poter stanare quel nemico così duro a morire, ma un imprevisto aveva bloccato la partenza.
Un altro stupido esame dell’epoca di Kagome…
Ancora non riusciva a capire perché fossero così importanti da costringere le due giovani a restare per alcuni giorni nella loro epoca.
Per studiare dicevano loro… A suo parere, era solo una gran perdita di tempo!
Shippo, poi, era ancora più riottoso di lui a lasciarle andare; ogni volta che partivano, non faceva che lamentarsi di quanto si sentisse solo.
 Per forza! Kaori non faceva che coccolarlo da mattino a sera!
“Sì, piccolo Shippo” mormorò Kagome, accarezzando il piccolo kitsune, “Abbiamo un esame importante e non possiamo proprio mancare”.
“Guarda il lato positivo” disse Kaori, cercando di tirargli su il morale, “Questo è il penultimo esame prima delle vacanze estive! Ancora uno e poi, per tre mesi, saremo libere come l’aria!”.
“Non dirmi che, dopo, dovrete tornare a fare questo andirivieni!” esclamò Inuyasha, che mal sopportava quella situazione.
Non gli andava per niente che Kagome facesse continuamente spola tra i due mondi; ormai era essenziale come l’aria che respirava.
“Purtroppo” sussurrò la miko “Non possiamo lasciare la scuola di punto in bianco… Il prossimo anno, però, sarà l’ultimo. In ogni senso”.
A quelle parole, la yasha sbuffò innervosita “Inuyasha, dimmi la verità. Hai portato mio padre dall’altra parte, ultimamente?”.
L’hanyou s’impietrì di colpo “S..sì. Perché?”, “Perché quello scemo di mio padre mi ha iscritto al prossimo anno delle superiori!”.
Si passò nervosamente le mani tra i capelli e sbottò “Questo sarebbe dovuto essere il mio ultimo anno a scuola, e invece…”.
Il mezzo-demone abbassò lo sguardo “Non sapevo quello che doveva fare. Mi ha chiesto di farlo passare ed io l’ho fatto”.
“Lascia stare” mormorò lei “Mio padre non cambierà mai! A che cavolo mi serve l’esame finale, se quello che so già mi basta e mi avanza in quest’epoca?”.
Inoltre, un altro anno di scuola, significa altri nove mesi a sopportare Takeru… pensò cupa Come farò? Io non lo reggo più quel bastardo!.
Trattenendo un sospiro malinconico, salutò gli amici con un sorriso, che si allargò quando Reito le restituì lo sguardo allegro.
Era incredibile come quel sorriso potesse farla sentire dannatamente bene…
Oh, Kami-Sama! Possibile che riuscisse a farla arrossire come un pomodoro maturo ogni volta che si guardavano in faccia?
Ma che le stava accadendo? Proprio non lo capiva…
Fece un ultimo cenno ai compagni di viaggio e si tuffò nel pozzo, subito seguita da Kagome.
Sango sospirò “Mi chiedo fino a quando continuerà questo via vai… Kaori è sempre più insofferente sull’argomento”.
“Sa che è questa casa sua” disse Miroku, abbracciandola da dietro, “È normale che non le vada di andarsene”.
Lei annuì “Chissà se, una volta finiti questi esami, si fermeranno perennemente qui… Kaori non ha dubbi, ma Kagome ha la sua famiglia di là”.
Inuyasha sbuffò seccato e si sedette tra l’erba; quello stesso dubbio lo rodeva da tempo.
Non sapeva se, una volta completata la Sfera dei Quattro Spiriti, Kagome decidesse di restare con lui, e quel dubbio lo faceva impazzire.
Capiva che aveva la sua famiglia in quell’epoca così strana da cui proveniva, ma, soprattutto adesso che era certo dei suoi sentimenti, non voleva lasciarla andare.
Ogni volta che partiva per uno di quei dannati esami, si sentiva dannatamente male, incompleto…
Shippo tirò su con il naso, sussurrando “Mi mancano già… Non mi piace quando se ne vanno”.
“Non fa piacere a nessuno, scemo” borbottò l’hanyou “Quindi, vedi di finirla di piangere come un moccioso!”
. Il kitsune gli rivolse un’occhiataccia “Smettila di parlarmi così! Sei antipatico! Solo perché non ci sono Kaori e Kagome a difendermi, non puoi approfittartene!”.
L’altro si rialzò in piedi, avvicinandosi al cucciolo con un’espressione poco rassicurante sul volto.
“Che cos’hai detto, Shippo?” sussurrò in un basso ringhio, facendo scrocchiare pericolosamente le nocche.
Quel piccoletto meritava una bella lezione e lui sapeva esattamente cosa fare.
Shippo non si lasciò intimorire e, alzata una mano davanti a sé, ne fece scaturire una sfera di fuoco fatuo.
Se credeva di poter fare quello che voleva, si sbagliava di grosso! Adesso sapeva come metterlo a tacere, sfruttando appieno tutti gli insegnamenti del padre ricevuti nella Grotta degli Spiriti.
Un sorrisetto divertito gli incurvò le labbra, mentre lanciava il globo infuocato contro il mezzo-demone, “Beccati questo, Inuyasha!”.
Il giovane si tuffò di lato per evitare il colpo, ma inciampò in una radice e si ritrovò catapultato in direzione del pozzo.
Reito, che si era appoggiato al bordo di legno, sgranò gli occhi nel vederselo arrivare addosso, ma non riuscì a scansarsi in tempo.
Con un’imprecazione sorpresa, i due demoni finirono all’interno del pozzo, svanendo in un alone di luce violetta.
Miroku si affacciò immediatamente dal bordo, ma dovette tornare indietro con un’espressione seccata, “Sono passati” borbottò “Ma quando potremo andarci anche noi?”.
Shippo mise il broncio “Non è giusto! Noi conosciamo Kagome da molto più tempo e non siamo mai potuti passare dall’altra parte! Perché Reito c’è riuscito?”.
Sango trattenne a stento una risata “Beh, è caduto insieme ad Inuyasha. Lui deve avergli aperto involontariamente un varco per il tempo di Kagome…”.
Miroku annuì serio e mormorò “Speriamo solo che non combinino qualche disastro dei loro. Con Inuyasha, non si può mai stare tranquilli”.
Un improvviso sorriso gli illuminò il volto “Comunque, qualcosa mi dice che, molto presto, anche noi potremo visitare il mondo della Divina Kagome”.
“Come ne fai ad essere così sicuro?” chiese la sterminatrice, accarezzando il morbido pelo di Kirara, vogliosa di coccole.
“Non lo so dirtelo” mormorò lui, ridendo divertito “È una sensazione. Dobbiamo solo trovare il modo giusto per cogliere Inuyasha di sorpresa ed il gioco è fatto!”.

Reito si lasciò sfuggire un gemito quando atterrò malamente sul fondo del pozzo, battendo la testa contro il muro in pietra.
Accidenti ad Inuyasha ed i suoi stupidi litigi con Shippo! Ma che diamine! Possibile che dovessero sempre fare caciara, quei due? E, stavolta, c’era andato di mezzo pure lui…
Un rantolo gli invase improvvisamente la gola, quando Inuyasha ed suo “dolce peso” gli piombarono dritti sullo stomaco.
“Inu..yasha!” sibilò senza fiato, cercando di liberarsi di quel macigno vivente, “Togliti di dosso, pezzo d’idiota!”.
L’hanyou rotolò di lato e si massaggiò la testa, imprecando contro Shippo e le sue dannate tecniche di fuoco.
“Dove siamo?” chiese seccato, trattenendo una smorfia di dolore, “Non lo so” replicò l’altro “Nel pozzo, credo”.
Si rialzò in piedi e, dopo aver osservato le pareti, aggrottò la fronte “C’è qualcosa che non mi torna”.
In effetti, piuttosto che un cielo azzurro e privo di nubi, dall’imboccatura del pozzo riusciva a scorgere solo un soffitto di travi.
“Lo so io, non preoccuparti” mormorò il mezzo-demone, fissando il soffitto “Siamo passati dall’altra parte della barriera”.
Lo youkai inarcò un sopracciglio, confuso da quella frase; dall’altra parte della barriera? Ma di che diavolo stava parlando quello scemo?
Seccato, iniziò a salire la scaletta in legno posta sul muro davanti a lui, quando sentì la voce delle ragazze.

“Kaori, tutto bene?” chiese Kagome, lanciando un’occhiata incuriosita all’amica, che si era fermata di colpo.
“Non saprei” mormorò lei “Sento una presenza… Anzi, per essere precisi, due. Ma non riesco a capire di chi si tratta”.
Uno sbuffo le sfuggì dalle labbra “In forma umana capto poco e niente rispetto a quando sono demone. La cosa mi irrita non poco”.
Non sapendo chi fosse improvvisamente giunto dall’epoca Sengoku, decise di usare prudenza. Non si poteva mai sapere…
Afferrò saldamente l’elsa di Sendeiga e fece cenno alla miko di seguirla in silenzio, mentre si avvicinava al pozzo.
Le due aure demoniache venivano da lì; che fosse Inuyasha, deciso a seguire Kagome? La cosa era piuttosto probabile, ma, allora, a chi apparteneva la seconda aura?
Camminando in punta di piedi, si avvicinò al bordo in legno, ma non fece in tempo ad affacciarsi, che un viso sbucò di colpo dall’apertura.
I due demoni lupo si fissarono negli occhi per un lungo istante, poi Kaori lanciò un grido acuto, che rieccheggiò nel piccolo capanno.
Reito si lasciò sfuggire un’esclamazione sorpresa e, per sfuggire a quel grido penetrante, si portò le mani alle orecchie.
Nel movimento, perse l’equilibrio e cadde all’indietro, colpendo il fondo di terra battuta con un tonfo sordo.
Inuyasha, ritrovatosi sotto il demone del Nord, lanciò un’imprecazione e sbottò “Levati, scemo! Guarda che non sei un peso piuma!”.
“Inuyasha! Reito!” esclamarono le due ragazze, affacciandosi nel pozzo, “Ma che cavolo ci fate qui?”.
L’hanyou si scrollò di dosso l’amico e mormorò “Ringraziate Shippo. Quel moccioso aveva deciso di darmi fuoco!”.
“Tu lo stuzzichi di continuo, che cosa pretendi?” mormorò Kaori, alzando gli occhi al cielo.
“E Reito? Da quando può attraversare il pozzo?” chiese poi, rivolgendo uno sguardo sorpreso al giovane che si stava rialzando.
Lui sbuffò appena “Per evitare il colpo, questo baka è inciampato e mi ha trascinato qui. Io non posso attraversare questa… barriera”.
“Già” commentò Kagome, trattenendo una risatina, “Altrimenti, con quella caduta, saresti già tornato indietro”.
Scosse leggermente la testa e fece loro cenno di salire, “Forza, non restate lì! Venite su”.
I due si guardarono per un attimo, poi saltarono oltre il bordo e lo youkai rimase sorpreso nel vedere Kaori in forma umana.
Non che non l’avesse già vista, ma non aveva mai notato come cambiasse il suo viso.
I lineamenti erano più morbidi, gli occhi non avevano più quel taglio tipicamente demoniaco e le orecchie erano più arrotondate.
Non cambiava poi di molto, eppure ne rimase colpito, soprattutto dallo sguardo, sempre caratterizzato da quel verde così intenso…
“Ehi, ti sei imbambolato?” chiese lei ridendo “Dai, vieni!”, poi lo prese per mano e lo guidò fuori, ignorando la scarica elettrica che l’aveva pervasa.
Reito fissò sorpreso quell’enorme ammasso di torri nere e grigie che si stagliavano a perdita d’occhio contro il cielo.
Dov’era la foresta? Che fine aveva fatto il villaggio di Kaede? Dove diavolo era finito?
Sentì Kaori ridacchiare sommessamente e si voltò a guardarla, “Questo è il mondo in cui sei cresciuta? Questo… posto rumoroso e pieno quelle strane torri?”.
“Sì” rispose la yasha “Al rumore ci si fa l’abitudine, lo so per esperienza. Comunque, preferisco di gran lunga il silenzio delle foreste”.
“Questo è poco, ma sicuro” mormorò il ragazzo, passandosi una mano tra i capelli argentati, “Troppo rumore per i miei gusti”.
Fece per voltarsi, ma cambiò idea quando vide Inuyasha e Kagome baciarsi sotto i rami del Goshinboku, l’unica cosa familiare in quel luogo assurdo.
Sentì le guance andargli a fuoco e trattenne una smorfia, che però fu notata dalla giovane accanto a lui.
La vide sorridere tranquilla, prima che gli dicesse “Dai, vieni. Ti faccio vedere il tempio”.
Un lampo malizioso le illuminò lo sguardo, lasciandolo totalmente spiazzato, “Così li lasciamo un po’ da soli… i cari piccioncini!”.
Reito alzò gli occhi al cielo e si lasciò condurre nel piccolo tempio shintoista; quel posto aveva una forte aura spirituale…
Incuteva rispetto, ma si sentiva anche molto calmo, forse grazie alla familiare presenza di Kaori.
Non riuscì a reprimere un sorriso quando la ragazza iniziò a raccontargli alcune leggende sul tempio.
Sembrava divertirsi molto nel narrare quelle storielle e doveva ammettere che erano piuttosto interessanti.
Mentre la guardava sorridere, si chiese perché, tutt’ad un tratto, si sentisse felice di essere finito in quel posto così strano. 


Ecco fatto! ke cosa ne dite? Il rapporto tra Reito e Kaori va sempre meglio, anke se ci vorrà ancora un po', prima ke si dikiarino. prima devono capire bene i loro sentimenti, nn trovate? ^_^ Il prox cappy nn sarà molto ricco d'azione, sarà una specie di "pausa riflessiva", vedrete poi cos'ho in mente. ok, vi ho annoiato abbastanza, adesso vi saluto anke xké è tardi e dmn c'è scuola... é_é odio quel posto!!! vabbè, bacioni a tutte! x favore, lasciate un commentino, mi fa sempre piacere sapere cosa ne pensate!
   
 
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