Ad
Hayley,
perché
ha avuto il coraggio di leggere questa storia per prima.
E per dirle
“grazie”. Te la meriti tutta, pucciosa. ♥
Prologo
1. Miglior Lato
B del
Mondo Magico
Draco Lucius
Malfoy non
era un tipo incivile. E nemmeno buzzurro. E soprattutto, nemmeno gay.
Dalla vita aveva
imparato che solo due categorie di persone contribuivano ad essere la
rovina
del Mondo Magico: i maghi fottutamente gay (come Silente) ed i
sostenitori di
San Potter (come Silente).
Con il passare
degli
anni, la sua visione della questione non era cambiata:
l’unica differenza stava
solo nel fatto che Silente era morto. Ed ovviamente le candeline sulla
sua
torta di compleanno avevano, autonomamente, deciso di lievitare fino a
ventinove. Per il resto, continuavano ad esistere quei maledetti gay e
quelli
che veneravano Potter.
Aveva imparato a
disprezzare i gay quando, una sera di parecchi anni fa, si era
ritrovato la
mano di Flitt nei pantaloni. E nessuno dei due era ubriaco.
Da allora,
temendo per
l’incolumità del suo didietro, aveva scansato
qualunque uomo gesticolasse
troppo ed indossasse vesti troppo strette.
Draco Lucius
Malfoy
aveva una vita (quasi) perfetta. Lavorava al San Mungo come Pozionista,
le
donne facevano la fila per lui ed era considerato uno degli scapoli
più sexy
del Mondo Magico. Guadagnava abbastanza per un Malfoy in decadenza.
La sua vita
ruotava
intorno alle famose “tre S” tipiche degli uomini:
sport, soldi, sesso ( e non
necessariamente in quest’ordine). Oppure, se davvero vogliamo
essere precisi,
le tre parole erano: sesso, sesso, sesso. Draco Malfoy non era un
ninfomane,
nossignore. Diciamo pure che un numero molto ampio di donne passava per
il suo
letto. E lui, ovviamente, non faceva sgarri a nessuna: le accoglieva
tutte, come un buon samaritano dalla prosperosa bontà.
Era questa la
vita di
Draco Malfoy quando, quella mattina di Gennaio, scese dal letto sfatto
per andare
a lavoro. Un sottile strato di neve copriva il piccolo spiazzo erboso
davanti
il portone del suo appartamento che spezzava il grigio della monotona
Londra.
Il cielo era plumbeo: prometteva ancora neve. Draco grugnì,
ancora pieno di
sonno. La neve non gli era mai piaciuta: gli dava un senso di vuoto, di
gelo,
di dolore. Gli ricordava gli anni di Hogwarts, quando si rifugiava nel
parco e
la vedeva cadere da un fazzoletto di cielo. Gli dava malinconia.
Mormorando
qualche
parola sconnessa, aprì le persiane dell’ampia
finestra. In fretta e furia si
vestì, dannatamente in ritardo. E poi, a quelle formosissime
Medimaghe del
secondo piano, piaceva quando compariva dannatamente poco curato. Dopo
un
ultimo sguardo lanciato allo specchio parlante situato nell’ingresso, uscì
finalmente di casa. Diagon Alley, quella mattina, non era
particolarmente
trafficata. Era giusto riuscito ad evitare quello spocchioso Canon che
lavorava
nel reparto “Lesioni da Incantesimo”, quando
rovinò addosso a qualcuno non
meglio identificato. Il “qualcuno” in questione
nominò Merlino unito ad un
epiteto poco carino e poi lo scaraventò di fianco, sul
viottolo sassoso.
- Per gli slip
di
Silente, come ti sei permesso?
Malfoy non fece
in
tempo a finire la frase che l’altro già si stava
rialzando, mostrando la sua
vera identità. Ed il volto che vide non fu dei
più rassicuranti: capelli neri
scompigliati, occhi verdi cerchiati da occhiali leggeri ed una
cicatrice ben
visibile sulla fronte. Una cicatrice a forma di saetta, ovviamente. Il
tutto
era completato da un’espressione di profondo disgusto.
- Buongiorno,
Malfoy. A
cosa devo tale, rovinoso, incontro?
La voce di San
Potter
era profondamente irritata. Per non dire inviperita.
- So quanto la
mia
bellezza sia irresistibile, Potter. Almeno guarda dove metti i piedi.
E’
maleducazione fissare le persone.
- E’
maleducazione
anche elogiarsi in ogni momento.
- Potter? Taci.
Un lapidario
“taci”.
Felice per aver avuto l’ultima parola, se ne andò
ancheggiando. D’altra parte
era stato lui a vincere il premio “Miglior Lato B del Mondo
Magico” indetto
dalla rivista “Strega per la vita”.
Per
voi
Pochi
capitoli per questa coppia che scotta. Giusto per strapparvi un sorriso.
O
almeno, questo è il mio intento. :)
Jules