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Autore: crazyhorse    21/02/2011    0 recensioni
Era passato quasi un anno da quando avevano sistemato quella questione nel sud del Wyoming, cioè era passato quasi un anno dall'ultima volta che avevano visto la persona che li aveva aiutati. Durante quel periodo di tempo, nessuno dei due aveva più avuto contatti con lei.
Genere: Avventura, Azione, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Dean Winchester, Nuovo personaggio, Sam Winchester
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessuna stagione
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WHY DON'T YOU TAKE ANOTHER LITTLE PIECE OF MY HEART? WHY DON'T YOU TAKE ANOTHER LITTLE PIECE OF MY HEART (1)
(Why don't you take it and break it) (1)

Per Allison Carter il martedì era un giorno infernale, il più lungo della settimana. Dopo che il lunedì il ranch di Walter rimaneva chiuso, la sera del giorno successivo da non si ricordava più neanche quanti anni, Allison chiudeva la Carter Tools e si recava direttamente da quelli che lei chiamava "i miei bimbi”: One Breath e Fallen Angel, due cavalli molto speciali. Per loro, invece, il martedì era un giorno di festa: dopo essere stati chiusi in box per quasi 48 ore di seguito, poter uscire e sfogarsi un po’ era una liberazione. In effetti quella monotona routine si ripeteva ogni giorno della settimana, ma il martedì era comunque peggio degli altri.
Erano le nove passate di un martedì qualunque, di un inverno qualunque ad Afton nel sud del Wyoming, quando Allison chiuse a chiave scuderia e selleria e montò in fuoristrada per tornare finalmente  a casa. Era stanca, spettinata, i suoi indumenti puzzavano come se il cavallo fosse lei e l’unica cosa che aveva in mente era la sua doccia bollente. Per  fortuna il ranch distava pochi Km da casa sua, quindi le ci vollero poco più di 10 minuti per giungere alla tanto agoniata destinazione.
Quando arrivò, parcheggiò il fuoristrada sul vialetto d’accesso della villetta su due piani dove abitava, spense il motore e smontò. Si fermò di fronte alla porta d’ingresso cercando le chiavi di casa, ma fu distratta da un rumore.
Era passato quasi un anno dall’ultima volta che l’aveva sentito, tuttavia l’avrebbe riconosciuto perfino nel bel mezzo della  parata del Columbus Day a New York: non era il motore rombante di una qualunque Chevrolet  Impala del ’67, ma era il motore rombante della Chevrolet Impala del ’67 di Dean e Sam Whinchester.
Allison rimase paralizzata davanti alla porta di casa; nonostante il suo cervello continuasse ad impartire alle sue gambe l'ordine di voltarsi per controllare che fossero veramente loro, i suoi piedi erano come inchiodati su quella pietra del vialetto d'accesso. Solo le voci dei due fratelli furono in grado di riscuoterla:
-Ciao Allison, come stai?- la salutò Dean, come se neanche un giorno fosse passato dall'ultima volta che si erano visti.
-Ciao...Ally- la salutò Sam con voce incerta come se fossero passati 100 anni dall'ultima volta che si erano visti, e per questo si meritò una gomitata dal fratello.
Allison si voltò, ma non disse nulla. Rimase lì dov’era, in piedi, in silenzio e fissando quelle due figure davanti a lei.
Pensando che ci volesse una scossa, Dean prese in mano la situazione e propose:
-Possiamo entrare?- fece una pausa poi, in tono grave, spiegò: -Dobbiamo parlare.-
Sempre senza dire niente Allison, come un robot, si voltò, aprì la porta e li fece entrare.
Mentre loro si sistemavano in salotto, lei si tolse gli strati più esterni dell’abbigliamento a cipolla che utilizzava al ranch e li lasciò in terra vicino alla porta d’ingresso. Dopo di che prese un respiro profondo e si impartì il seguente ordine: “Ok Carter, basta prendere tempo, tira fuori le palle e vai di là immediatamente!”. E così fece.
Dean si rese conto che se c’era una persona lucida in quella casa era lui; la ragazza sembrava pietrificata, mentre dallo sguardo di suo fratello trasparivano sentimenti che andavano dall'accigliato al preoccupato, passando attraverso la voglia di prendere Allison e strapparle di dosso tutti gli abiti. Alzò gli occhi al cielo e, pensando che in certi frangenti Sam avrebbe dovuto essere più come lui, disse con decisione:
-Allora a giudicare dalle apparenze fisicamente ti trovo bene Allison.- e le diede una pacca amichevole sulle spalle, poi continuò: -emotivamente….direi che è un altro discorso! Mi dispiace, ma non siamo qui per una vacanza sul cucuzzolo della montagna; abbiamo bisogno di aiuto, e di un aiuto che solo tu ci puoi dare.-
Non era il caso di perdersi in inutili preamboli, bisognava andare dritti al sodo, pensò Dean più che mai convinto che i due ragazzi insieme lui in quel salotto avevano bisogno di uno scossone...e neanche troppo gentile.
Allison, ferma in mezzo alla stanza, lo stava fissando:
-Oh.- fu l’unico fonema che uscì dalla sua bocca. Finalmente, dopo un istante e senza sapere come visto che una versione biologica del millenium bug si era impadronita del suo cervello, riuscì ad elaborare ed esternare una frase sensata:
-Oddio Dean non so se ce la faccio!-
-Beh tu sei l’unica che ce la può fare, te lo assicuro!- rispose lui con sicurezza.
-Dean non potete piombare nella mia vita da un secondo all’altro a vostro piacimento e poi pretendere che io ubbidisca come un cagnolino da circo!- il frastuono che lei aveva in testa e nel cuore in quel momento cominciava a trovare una via d’uscita.
Sam, che fino ad allora era rimasto in silenzio, decise di intervenire, anche se le parole che le avrebbe voluto dire erano altre:
-Ally hai ragione. Ma della gente continua a morire se non fermiamo quelle…quelle pazze!- spiegò pensando che non era quello il momento di entrare nei dettagli.
A quel punto il mostro che covava dentro Allison da un buon quarto d’ora trovò finalmente libero sfogo:
-HAI RAGIONE???!!! Tu dici a me che ho ragione???!!! Beh grazie mille Sam, lo sapevo anche prima che me lo dicessi, soprattutto dopo che ci ho impiegato più di 6 mesi per rimettere insieme i mille pezzi del mio cuore dopo che tu te ne sei andato!- gridò fissandolo dritto negli occhi; tuttavia era evidente che la sua non era rabbia, ma piuttosto  frustrazione mischiata a  sofferenza, sconforto ed amarezza. Aveva incontrato i fratelli Winchester circa un anno prima ed aveva passato con loro solo due giorni. Tuttavia furono i giorni più intensi, veri e vissuti di tutta la sua vita. Quando li aveva conosciuti sapeva perfettamente che non sarebbero potuti restare, tuttavia quella consapevolezza non fu sufficiente per impedirle di innamorarsi di Sam così profondamente ed in così poco tempo. Dopo la loro partenza lei aveva dovuto faticosamente mettere da parte, oltre all'amore, anche quelle sensazioni di libertà e di soddisfazione per aver contribuito a salvere delle vite, per tornare a quello che era giusto fare: lavorare, lavorare e anche lavorare.  Dopo la loro partenza lei avrebbe dovuto ritornare alla sua vita normale e cercare di dimenticare Sam. Riuscì nel suo primo intento, nonostante si rivelò essere la cosa più difficile che avesse mai dovuto fare, ma Sam non l'aveva dimenticato...per niente. Non ci era riuscita, o forse non aveva voluto dimenticarlo.
A quel punto Dean si sentì veramente in imbarazzo:
-Ok, ok! Siccome mi pare di capire che voi due abbiate un paio di cose da chiarire io vado a farmi un hamburger in paese. Ci vediamo dopo!-
Detto questo, si voltò ed usci, lasciando Allison e Sam soli, in balia dei loro sentimenti e di loro stessi.
Mentre usciva da quella casa Dean si augurò di ritrovarli vivi al suo ritorno.
La tensione che si creò in quel momento fra i due ragazzi  era palpabile, mentre si fissavano negli occhi cercando di capire cosa provasse l’altro. Sam le si avvicinò e cominciò un discorso che neanche lui sapeva come terminare:
-Ally…- non riusciva a trovare le parole giuste che potessero descrivere come si sentiva in quel momento; improvvisamente avvertì l'urgente la necessità di sentire Allison vicino a sé.
-Accidenti Sam, mi sei mancato così tanto- tagliò corto lei buttandoglisi fra le braccia e stringendolo più forte che potè.
Lui l’allontanò un poco, il minimo indispensabile per guardala in quegli occhi grigi che gli erano mancati come l’ossigeno; le prese il viso fra le mani e la baciò, mentre lei gli si aggrappava al bavero del giaccone con tutte le forze, mettendo in quella stretta tutta la frustrazione accumulata durante quel lunghissimo anno.
Lentamente i baci di Sam si spostarono sul collo di Allison e si fecero sempre più aggressivi. Voleva lei, la sua pelle, il suo respiro. Tuttavia attese impaziente che fosse la ragazza a guidare il gioco; il segnale che stava aspettando arrivò nel momento in cui anche Allison capì che non avrebbe avuto la forza di tirarsi indietro:
-Al diavolo...- disse e, con un impeto per lei insolito, gli tolse il giaccone e si avventò immediatamente sulla camicia del ragazzo cominciando a sbottonarla. Nello stesso istante lui le tolse freneticamente di dosso gli ultimi indumenti, fissandola sempre, ogni secondo, negli occhi, incapace di distogliere lo sguardo da quelle fiamme grigie che risplendevano in essi. Avrebbe voluto baciarla e morderla dappertutto; esplorò ogni centimetro del corpo di lei soffermandosi sulla schiena, sfiorandola delicatamente e sentendo che nello stesso istante il viso della ragazza si incendiava improvvisamente. Ormai anche Allison era fuori da ogni controllo: la razionalità e l'apparente freddezza che dominavano costantemente il suo carattere, in quel momento erano chiusi ermeticamente in un cassettino sepolto nei meandri del suo cervello.  Un brivido scosse il suo corpo quando le mani di Sam le accarezzarono dolcemente la schiena; le sue ginocchia vacillarono e, per non cadere, gli si aggrappò con tutte le proprie energie. Lui rispose cingendole forte la vita e sollevandola da terra. Stretti in quell'intenso abbraccio come due calamite di polarità opposta e completamente abbandonati ai loro istinti si buttarono sulla prima cosa morbida che trovarono: il divano.

(1) Versi della canzone dei Queen "Let Me Live" Mercury/May/Taylor/Deacon  1995; Album "Made In Heaven"

AVVERTIMENTO: Allora l'ultima scena fa schifo, lo so, non piace neanche a me. L'avrò riletta e riscritta almeno mille volte e comunque non mi piace! Non so più come rigirarla!
  
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