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Autore: GreenNightmare    21/02/2011    6 recensioni
La vita. I problemi. La rabbia.
Le feste. Le sbronze. Le fughe.
2011. Una nuova generazione di punk fiorisce al Gilman, piena di voglia di urlare, di pogare, di scandalizzare la società perbenista che li circonda e sembra volerli soffocare.
Loro sono Sallie, Joe e Larry. E poi Joey. E poi Ramona ed Estelle-Desirée, Max, Travis e Cole. I Green Day e gli Emily’s Army.
Questa è la storia raccontata in prima persona da lei, Sallie Sander, quindicenne punk che sfugge alle grinfie di una vita che teme e rincorre invece le sue chimere e la sua libertà. E poi, incappa nell’amore.
E poi fugge, inciampa, si rialza, va sempre avanti. Perché, come le hanno insegnato tre persone particolari,
non è finita finché non sei sottoterra.
Genere: Avventura, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Billie J. Armstrong, Mike Dirnt, Nuovo personaggio, Tré Cool
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Cazzo, c’è qualcuno!” ha esclamato il rosso vedendoci. Io e Joe ci siamo scambiati uno sguardo allo stesso tempo sorpreso e divertito.

“Lo sapevo che Christie Road era ancora viva” ha detto il biondo ossigenato con un sorriso guardandoci compiaciuto.

“Era ovvio che fosse ancora viva, piccolo gallo ritardato” ha ribattuto il primo.

“Hey, hey, hey” li ha interrotti Joe con l’aria di non capirci più niente “Voi siete i Green Day.”
Il suo tono mi ha fatto scoppiare a ridere, sembrava quasi li stesse accusando.

“Esatto, siamo noi” ha esclamato il crestato in un falso tono pomposo lisciandosi la giacca. Aveva un ghigno anormale perennemente stampato in faccia.
“E cos’ha la tua amica da ridere?” ha aggiunto poi, visto che non accennavo a smettere.
Più che altro la mia era una reazione al nervoso che mi aveva procurato la comparsa di quei tre: tra tutte le rock star che potevo incontrare, proprio loro mi dovevano capitare?!

“Sal?” Joe mi ha guardata alzando un sopracciglio: nemmeno lui aveva capito la causa di quel mio scoppio di ilarità. Ho smesso alzando gli occhi al cielo. Alzo gli occhi al cielo a tutto spiano, io. Joe mi dice sempre che se continuerò a farlo prima o poi gli occhi mi si incastreranno in quella posizione e per guardare la gente negli occhi mi toccherà imparare a fare la contorsionista.  Ha un pessimo senso dell’umorismo, Joe.

Comunque. E’ saltato in piedi come una molla e ha stretto le mani dei tre tutto emozionato:
“Io sono Joe Marshall, vi seguo da quando avevo dieci anni, accidenti, non credevo che vi avrei mai incontrati!”
Ho alzato di nuovo gli occhi al cielo, ma ho deciso di non odiarli a priori solo perché mi perseguitano ovunque e perché la loro musica mi sta sulle palle.
In fondo non è colpa loro se tutte le mie coetanee mi hanno fracassato il cervello con quella cavolo di 21 guns. Così ho parlato anch’io dalla mia postazione su quella brandina sfasciata:

“E io sono Sallie. Sallie Sander. Piacere.”

Il più alto, Mike, ha sorriso.
“Piacere di conoscervi, Joe e Sallie. Io sono Mike, il nano alla mia sinistra è Billie Joe e quella sottospecie di caricatura di Beavis con la cresta è Tré Cool” Strano, si sono presentati anche se Joe aveva già detto di conoscerli. Non davano per scontato che fossi una loro fan. Meglio.

Il più basso, Billie Joe, non aveva ancora parlato. Si limitava a guardarsi intorno estasiato, come chi torna a casa dopo tanto tempo. E infatti era proprio così.
“Guarda, Mike! La radio di Eggplant…”

“…La radio di Maria, la poltrona di Deb, si, lo sappiamo Bill” ha sbuffato Tré roteando gli occhi. Poi si è rivolto a noi: “Dice le stesse cose ogni volta che torniamo qui” ha sogghignato.

Anche Mike, ora sfiorava i vecchi poster ingialliti dal tempo con la nostalgia che gli brillava negli occhi azzurri.
“Questo dei Ramones lo avevo appeso io… Incredibile, sono passati vent’anni e c’è ancora”

“Questo è nuovo” ha osservato Billie Joe indicando un altro poster, che invece raffigurava i System of a Down.

“Mi piacciono i System” ha gracchiato Tré Cool balzellando qua e là. “E voi? Venite spesso qui?”

“No, questa è la prima volta” ho risposto un po’ disorientata. Nessuno di quei tizi sembrava  stupito che non fossimo a scuola.

“Allora tu non hai idea di come sia qui di solito!” ha esclamato Billie Joe voltandosi, gli occhi verdi che brillavano. Ha degli occhi meravigliosi, bisogna dargliene atto.

“Hem… No” ho risposto io dubbiosa. Il cantante ha sorriso.

“Vedrai. Se Christie Road è ancora come me la ricordo, non vi deluderà. E’ un posto magico. Non delude mai nessuno.”

“Ma perché, com’è di solito Christie Road?” ha chiesto Joe tutto interessato.

“Quando eravamo ragazzi, venivamo qua con i nostri amici” ha cominciato a spiegare Mike, mentre Tré continuava a correre da un muro all’altro del parcheggio “Eravamo tutti punk, naturalmente. Mettevamo la musica ad altissimo volume e bevevamo, fumavamo, facevamo di tutto. Qui abbiamo preso le prime sbronze, abbiamo fumato i primi spinelli, qui è dove abbiamo baciato le nostre prime ragazze...”

“Io ho fatto sesso per la prima volta proprio su quella brandina” ha ridacchiato Tré indicando il posto dov’ero seduta. Mi sono alzata disgustata, nonostante fossero passati più di vent’anni, scatenando le risate dei tre. La risata di Mike è epica, come le sue basette: inimitabile.

“…Comunque, qui ci si divertiva. Ci siamo tornati altre due volte, nel 2003 e nel 2008, e a quanto pare è ancora così” ha concluso Billie Joe cercando intanto di tenere d’occhio un sovreccitato Tré Cool, che si era sdraiato sulla sua vecchia brandina e imitava i versi di un orgasmo.

“Aaaah, si… Vai così, baby!”
Ho cercato di ignorarlo e mi sono rivolta a Joe, che si guardava attorno affascinato.
“Dovremmo portarci Larry, e poi tutti gli altri” ho detto, e il mio biondo migliore amico era d’accordo con me.

“Non sarebbe una cattiva idea far conoscere questo posto anche a Joey…” ha riflettuto ad alta voce Billie Joe.

“Chi è Joey?” ho chiesto. Lui ha sorriso:

“Il mio figlio maggiore, dovrebbe avere all’incirca la tua età…”

“Certo che ci dobbiamo portare Joey!” Ha esclamato Tré Cool con quella sua vocina stridula “E anche Ramona, naturalmente. E poi Estelle Desirée.”

“Come no, e magari anche Ryan già che siamo” ha ridacchiato Mike e anche gli altri due sono scoppiati a ridere, mentre io e Joe ci guardavamo confusi.

“Comunque” ha detto Billie Joe “Voi due, perché non venite a un nostro concerto stasera? Sarà a Berkeley…  Non so se sapete dov’è…”

“Lo sappiamo” abbiamo esclamato io e Joe in coro.

“Perfetto!” ha gridato Tré saltellando da me e Joe a Mike e Billie. “Allora verrete con noi… Sul nostro pullman e tutto… E potrete stare dietro le quinte! Che ve ne pare?” Ci ha guardati sorridendo con quei suoi occhi azzurri da bambino.

“D’accordo!” ha esclamato subito Joe. Io l’ho guardato male, ma come potevo deludere quegli occhi azzurri pieni di fiducia? Così andrò anch’io. Anche se l’idea di andare, stasera, a un concerto dei Green Day , non mi entusiasma per niente. Ma comunque.
Ti racconterò, ad ogni modo.

Sallie
 

 


Ok, so che sono un po’ in ritardo con questo capitolo… Ma ogni volta che provavo a scriverlo non veniva mai come lo volevo io! Questa è la versione finale, non è perfetta ma spero che piaccia. Grazie mille come sempre a chi segue e recensisce e a chi ha messo questa storia tra le preferite. 
  
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