PLAY
“ora ti
dimostro che non sono ubriaca”
Cercò di
mettere a fuoco l’immagine che le si trovava davanti.
“quello è
uno scooter e sopra c’è uno che sta fumando. Visto?”
“ho visto
che ci vedi bene. Ma sei ubriaca”
“cazzate!
Che stiamo facendo?”
Aveva gli
occhi chiusi, e con le mani cercava di capire dove si trovasse.
“siamo
fuori, stiamo prendendo un po’ d’aria. Stai calma”
Lei gli
si aggrappò più forte, sempre ad occhi chiusi. Non riusciva a reggersi in
piedi.
“io non
sono… ubriaca. Ma perché dico cose da ubriaca se non sono ubriaca? Cazzo!”
Lui la
strinse a sé più forte.
“fai
silenzio, se vuoi dimostrarmi di non essere ubriaca sta un po’ zitta”
“ok”
Appoggiò
la testa sulla spalla di lui, e tacque. Almeno per trenta secondi.
“ti stai
perdendo la festa, entriamo”
“ci
riposiamo, non ti preoccupare”
Lo
abbracciò. Non si reggeva in piedi.
“sai che
questo si chiama… incesto…”
“cosa?”
“i-n-c-e-s-t-o”
“si si…”
L’assecondava,
come si fa con chi non è in pieno possesso delle proprie facoltà fisiche e
mentali..
“voglio
camminare”
“vuoi
camminare? Camminiamo”
Fecero
qualche passo in direzione della strada.
“ciao,
Cla” disse lui, in direzione di un ragazzo che si stava dirigendo nella loro
stessa direzione, ma che si allontanò subito dopo.
A quelle
parole lei aprì di scatto gli occhi, e LO riconobbe.
“era
Claudio?” esclamò.
“si”
rispose lui, sorreggendola.
“andiamo
da Claudio, andiamo”
“vuoi
andare da Claudio?”
“si… lo
sai che gli vado dietro da sei mesi? Lui però non se n’è accorto…”
Avevo un
tono lamentoso, quasi infantile.
“si si”
“ma ormai
lui se n’è andato, guarda, va via con un’altra”
“poi
torna, non ti preoccupare” disse lui, facendola appoggiare ad un auto poco
distante dall’ingresso della sala.
Lei
chiuse gli occhi, di nuovo.
“va via
con un’altra…”
FW>>
Non ci
vedo bene, devo sedermi. Qui è troppo affollato, non vedo niente.
C’è
Roberto, mi devo sedere. Sono scale quelle? Si si, sono scale. Se faccio in
fretta evito di cadere.
“Ro, sei
sobrio?”
No che
non lo è, non lo vedi?
“Ro!”
Forse se
gli do uno schiaffo si riprende.
“Ro, io
sono un po’ ubria… ubriaca”
“io
peggio”
Che
faccia che ha. Mi devo appoggiare. Oddio, mi gira la testa. Dov’è Alessandro?
Me lo sono perso, cazzo… Ora chi mi regge? Forse Roberto è sobrio.
“Ro, sei
sobrio?”
“no”
“andiamo
dai, alzati…”
RW<<
“piacere,
Claudio”
Le tese
la mano, lei la strinse.
“Francesca.
Mi sa che sono l’unica sconosciuta qui…”
Lui
sorrise.
“non ti
preoccupare, ora diventerai di famiglia”
FW>>
E’
Claudio. E’ Claudio.
“sei
Claudio? Non ci posso credere!”
Ossignore,
lo sto abbracciando.
“tu… tu
sei Francesca, vero? L’amica di Maria… l’amica di Maria Grazia…”
“s… si. E
tu sei Claudio, vero? Auguri”
“lo devo
portare in bagno”
E questo
chi cazzo è? Stai zitto, sto parlando con LUI.
“Claudio,
Claudio, ascoltami…”
Lo sto
abbracciando di nuovo.
Stai
zitta, non lo fare, non dire niente. Non puoi dirglielo, zitta.
“lo sai
che ti vengo dietro da sei mesi? Da sei mesi…”
Oddio, ma
che sto dicendo? Zitta.
“senti,
noi dobbiamo scendere”
No no,
non andate via. Non portarlo via. Io sto per cadere.
“mi
dovete reggere… io… io sono un po’ ubriaca…”
“siediti,
dai”
“no, non
mi posso sedere…”
“mi metto
al centro e reggo tutti e due, ok?”
No no,
Claudio, no, non te ne andare.
“no…
aspetta…”
FW>>
Sul
divano c’erano due persone che da un’osservazione più attenta riconobbe essere
Roberto e Umberto. Gli si sedette accanto, non si reggeva in piedi.
“Ro, Ro!”
Quello
alzò a malapena la testa, senza parlare.
“Ro, dov’è
Maria Grazia?”
“non lo
so”
Lei cercò
di ordinare le idee.
“devo
sapere tre cose, ok?”
Roberto
annuì con poca convinzione.
“uno:
dov’è … Maria… dov’è Maria Grazia”
“non lo
so”
“due: …dov’è
Alessandro”
“non lo
so”
“tre: ho…
quagliato* con Umberto?”
Roberto
annuì.
“no, non
è… possibile… chi te l’ha detto?”
Quello
indicò Umberto, che dormiva accanto a lui.
In quel
preciso istante si accasciò sul divano un tizio che lei conosceva, ma di cui
non riusciva a ricordare il nome.
“ehi” gli
disse “hai… hai visto Alessandro?”
“no”
rispose il tizio non identificato.
“e Maria
Grazia?”
Il tizio
scosse la testa, e poi le mise una mano intorno alla vita.
“tu come
ti chiami?” disse.
“Francesca.
Devo sapere tre cose…”
Lui
annuì.
“uno:
dov’è Maria… Grazia”
“non lo
so”
“due: dov’è
Alessandro”
Quello
scosse la testa.
“tre: ho
quagliato con Umberto?”
Scosse la
testa di nuovo, e iniziò a strusciarsi.
Lei gli
afferrò la mano e cercò di allontanarlo.
“levati…
non mi toccare…”
RW<<
“Umbè,
sei sobrio?”
Mi gira
la testa, voglio fumare.
“Reggimi”
“Andiamo
lì dietro…”
Dove? Sul
pianerottolo? Voglio fumare.
“si,
prima però devo prendere le sigarette…”
“io ce le
ho, non ti preoccupare”
FW>>
“Francesca
al telefono. Chi è Francesca?”
La voce
del DJ le arrivò quasi per caso, in mezzo all’euforia generale.
Iniziò a
saltellare verso la console, agitando le braccia.
“sono
io!”
Il
fratello del festeggiato l’afferrò per un braccio. La sua voce era gentile.
“Sei tu Francesca?”
Lei
annuì.
“c’è tua
madre al telefono?”
“mia… mia
madre?”
”si, vieni”
La
condusse alle scale che portavano al piano di sopra.
“tu… tu
sei Giulio, vero? Il fratello di Claudio…” disse lei, fissandolo sbalordita.
“si si,
sono io”
“lo sai
che gli vado dietro… da sei mesi?”
Ad un
tratto si ritrovò al piano superiore, e si sentì afferrare il viso.
“sei tu Francesca?
Si, sei tu!”
Era il
padre di Claudio, nonché il suo ex pediatra, nonché amico dei suoi genitori.
E proprio
in quel momento lei si rese conto di avere una sigaretta in mano.
“vieni”
proseguì l’uomo mostrandole il telefono “c’è la mamma al telefono”
Lei prese
in mano la cornetta, cercando di reggersi in piedi.
“pronto?”
“Francè,
perché non rispondi al telefono”
Aspettò
un momento, cercò di ricomporsi.
“il…
cellulare non… non sento il cellulare in questo casino…”
“si, ma così
mi fai preoccupare! Come ci siete arrivati lì?”
Ci penso
su, cercando invano di architettare una bugia credibile.
“Fra?”
Capì di
non essere in grado di mentire in quel momento.
“siamo
venuti… con gli scooter…”
“come??
Con gli scooter? Ma ti rendi conto??”
“si, ma
io ero dietro Alessandro, non ti preoccupare…”
Spazzò
via con la mano la cenere che aveva fatto cadere sul tavolo.
“come non
mi devo preoccupare? Di notte, in campagna , con lo scooter!!”
“ma, non
ti preoccupare ti dico…”
Non
riusciva a dire altro, non era in grado di formulare pensieri di senso
compiuto.
“quando
tornate?”
“non lo
so… la festa è ancora nel pieno…”
“è già
mezzanotte!”
“e lo so,
ma, poi si vede. Non ti preoccupare. Appena… appena arrivo a casa di Maria
Grazia di chiamo… ok?”
“Non lo
dimenticare, Fra, capito?”
“si si,
non… non ti preoccupare…”
Riattaccò.
“tutto a
posto?” chiese il padre di Claudio.
“si… si”
Barcollando
scese di nuovo al piano di sotto.
RW<<
E’
profumato…
“Umbè,
sei profumato…”
Baci.
Siamo
abbracciati? Si si.
Non
riesco ad aprire gli occhi.
Cosa fa?
Mi sta baciando?
Che devo
fare?
Ah, si,
devo aprire la bocca.
FW>>
“io non
ci dovevo venire a questa festa…”
“ma che
dici?”
“mai
madre… lo capisci?? Ha capito tutto… ha… ha capito che sono ubriaca…”
Maria
Grazia si sedette accanto a lei.
“io mi
siedo, sta male…” disse ad Alessio, il ragazzo che si trovava con lei, e che si
sedette sul bracciolo del divano.
“senti,
tienimi qua perché c’è Alessio che ha ‘intenzione’ e non mi va” le disse
all’orecchio.
“ok”
Stettero
un po’ in silenzio. Lei pensava a quella situazione, a sua madre che l’aveva
chiamata, a Claudio, e al fatto che non riusciva a trovare Alessandro, con cui
avrebbe dovuto tornare a casa.
Maria
Grazia tremava.
“tremi?”
“si si,
ho fumato erba…”
“anch’io…”
L’abbracciò,
tentando di riscaldarla, ma subito dopo la nausea prese il sopravvento.
Si prese
al testa fra le mani.
In
quell’istante arrivò Alessandro.
Appena lo
vide balzò in piedi e lo abbracciò.
“sei qui…
meno male… sei ubriaco?”
“no no”
la rassicurò lui.
“ah, meno
male… mi devi accompagnare a casa”
“tu
intanto siediti”
L’aiutò a
sedersi sul divano.
“si si,
devo restare qui” disse lei “devo stare qui perché Alessio vuole trombasi Maria
Grazia e lei non vuole…”
RW<<
Ma dove
siamo?
“io
dovevo quagliare con Claudio… non con te…”
Siamo
seduti per terra, devo appoggiare la testa da qualche parte.
Ah, c’è
la spalla di Umberto.
Quello è
Claudio?
“Claudio!”
Mi devo
alzare un attimo.
“Claudio,
aspetta…”
Oh no,
Umberto se ne sta andando. Ora chi mi regge?
“senti,
qui non puoi venire… c’è… c’è mio padre, ok?”
Mi sta
parlando…
“ah, ok”
Non te ne
andare, però, aspetta.
FW>>
Si
avvicinò un ragazzo, non lo conosceva.
“sta
male?” chiese a Maria Grazia.
“si”
“le
prendiamo un po’ d’acqua?”
“si,
andiamo. Fra, la vuoi un po’ d’acqua?”
Annuì.
L’aiutarono
ad alzarsi e la portarono al bar.
Il
ragazzo le porse un bicchiere d’acqua.
“meglio?”
Annuì di
nuovo.
“forse è
meglio che la portiamo nella stanza dei cappotti, così magari si sdraia”
“si, è
meglio”
Nella
stanza c’erano un letto ed un divano.
Sul
divano c’era Claudio.
La fecero
sedere di fronte a lui, Maria Grazia invece gli si sedette accanto.
Si
sentiva ancora stordita.
“tu sei
il festeggiato, vero?”
Claudio
annuì.
“auguri. Maria
Grà…”
Non la
sentì nessuno.
“Maria
Grazia!!” urlò.
“si, che
c’è?”
“quando
arriviamo a casa tua dobbiamo chiamare mai madre, capito? La dobbiamo chiamare!
Tu sei il festeggiato? Auguri”
Claudicò
abbracciò Maria Grazia.
“no,
Mari, non lo fare, lo sai…”
“io non
sto facendo niente!” rispose quella.
“non abbracciare
Maria Grazia! Non lo fare”
Gli colpì
la mano.
Appoggiò
la testa sulla sua gamba. Aveva bisogno di vomitare.
Ad un
tratto si accorse della presenza di Alessandro.
Si alzò e
andò ad abbracciarlo.
“Ale,
devi portarmi a casa…”
“ancora
così sei?”
“devo
andare a casa!”
“ora?”
“mai
madre ha capito tutto…”
“come?”
“ci ho
parlato… ci ho parlato al telefono… le ho detto che siamo venuti con lo
scooter…”
Lui le
accarezzò la testa.
“tu sei
scema…”
“sono
ubria… sono ubriaca…”
“no no,
tu sei scema…”
FW>>
“sei tu Francesca?”
“si”
Questa è
al sua amica. Cazzo che brutta!
“c’è tua
madre”
“no no,
già ci ho parlato”
“no no, è
qui. E’ sopra”
Questa
non ha capito niente.
“ci ho
parlato!”
“Fra, c’è
davvero tua madre…”
Se lo
dice Maria è vero.
Cazzo,
c’è mia madre!
“dai,
andiamo sopra, Fra. Alzati”
Siamo già
nelle scale?
“tu STAI
BENE, ok? Fra, mi senti? Cammina diritta”
Ok, ce la
faccio. Sono sobria.
Oddio,
quella è mia madre…
“Mamma,
sei tu!”
L’abbraccio,
mi devo reggere.
“ti sei
arrabbiata perché ti siamo venuti a prendere? Eravamo preoccupati…”
“no no”
Cazzo,
devo vomitare.
“zia, non
ti dovevi preoccupare, non mi sarei preso al responsabilità se…”
E da dove
è spuntato Alessandro?
“si,
gioia, lo so… non lo dico perché non mi fido di te, figurati. Ma sai, a
quest’ora, col buio…”
“si,
certo”
“Maria
Grazia viene con noi?”
Ma che ne
so io! Devo vomitare.
“si,
certo… ormai…”
RW<<
“mi sono
fatta il barista!”
“se…”
“davvero!”
Notò che
il barista era proprio accanto a loro.
Si voltò
come per chiamarlo.
“ma che
fai, zitta!”
La portò
accanto al divano, in modo che non combinasse danni.
“io ho
quagliato?”
“si”
“con
chi?”
“con
Umberto”
“cosa??
Ma… ma chi te l’ha detto?”
“vi ho
visti”
FW>>
“non sei
arrabbiata, vero?”
Devo
resistere, non posso vomitare. Rispondi alla domanda, sii normale.
“no no,
avete ragione. Voi… voi vi siete divertti stasera?”
“ma
insomma…Vincenzo ha preparato una cena squisita. Tu hai mangiato?”
Ho
mangiato? No, non c’era niente da mangiare.
C’era da
bere.
Ho fame.
“ho fame”
STOP
*con
“quagliare” qui dalle mie parti si intende “farsi qualcuno”. Spero di aver reso
l’idea.