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Autore: Pecker    07/01/2006    1 recensioni
Annebbiati frammenti di un'illusoria euforia.
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“ora ti dimostro che non sono ubriaca”

Cercò di mettere a fuoco l’immagine che le si trovava davanti.

“quello è uno scooter e sopra c’è uno che sta fumando. Visto?”

“ho visto che ci vedi bene. Ma sei ubriaca”

“cazzate! Che stiamo facendo?”

Aveva gli occhi chiusi, e con le mani cercava di capire dove si trovasse.

“siamo fuori, stiamo prendendo un po’ d’aria. Stai calma”

Lei gli si aggrappò più forte, sempre ad occhi chiusi. Non riusciva a reggersi in piedi.

“io non sono… ubriaca. Ma perché dico cose da ubriaca se non sono ubriaca? Cazzo!”

Lui la strinse a sé più forte.

“fai silenzio, se vuoi dimostrarmi di non essere ubriaca sta un po’ zitta”

“ok”

Appoggiò la testa sulla spalla di lui, e tacque. Almeno per trenta secondi.

“ti stai perdendo la festa, entriamo”

“ci riposiamo, non ti preoccupare”

Lo abbracciò. Non si reggeva in piedi.

“sai che questo si chiama… incesto…”

“cosa?”

“i-n-c-e-s-t-o”

“si si…”

L’assecondava, come si fa con chi non è in pieno possesso delle proprie facoltà fisiche e mentali..

“voglio camminare”

“vuoi camminare? Camminiamo”

Fecero qualche passo in direzione della strada.

“ciao, Cla” disse lui, in direzione di un ragazzo che si stava dirigendo nella loro stessa direzione, ma che si allontanò subito dopo.

A quelle parole lei aprì di scatto gli occhi, e LO riconobbe.

“era Claudio?” esclamò.

“si” rispose lui, sorreggendola.

“andiamo da Claudio, andiamo”

“vuoi andare da Claudio?”

“si… lo sai che gli vado dietro da sei mesi? Lui però non se n’è accorto…”

Avevo un tono lamentoso, quasi infantile.

“si si”

“ma ormai lui se n’è andato, guarda, va via con un’altra”

“poi torna, non ti preoccupare” disse lui, facendola appoggiare ad un auto poco distante dall’ingresso della sala.

Lei chiuse gli occhi, di nuovo.

“va via con un’altra…”

 

FW>>

 

Non ci vedo bene, devo sedermi. Qui è troppo affollato, non vedo niente.

C’è Roberto, mi devo sedere. Sono scale quelle? Si si, sono scale. Se faccio in fretta evito di cadere.

“Ro, sei sobrio?”

No che non lo è, non lo vedi?

“Ro!”

Forse se gli do uno schiaffo si riprende.

“Ro, io sono un po’ ubria… ubriaca”

“io peggio”

Che faccia che ha. Mi devo appoggiare. Oddio, mi gira la testa. Dov’è Alessandro? Me lo sono perso, cazzo… Ora chi mi regge? Forse Roberto è sobrio.

“Ro, sei sobrio?”

“no”

“andiamo dai, alzati…”

 

RW<<

 

“piacere, Claudio”

Le tese la mano, lei la strinse.

“Francesca. Mi sa che sono l’unica sconosciuta qui…”

Lui sorrise.

“non ti preoccupare, ora diventerai di famiglia”

 

FW>>

 

E’ Claudio. E’ Claudio.

“sei Claudio? Non ci posso credere!”

Ossignore, lo sto abbracciando.

“tu… tu sei Francesca, vero? L’amica di Maria… l’amica di Maria Grazia…”

“s… si. E tu sei Claudio, vero? Auguri”

“lo devo portare in bagno”

E questo chi cazzo è? Stai zitto, sto parlando con LUI.

“Claudio, Claudio, ascoltami…”

Lo sto abbracciando di nuovo.

Stai zitta, non lo fare, non dire niente. Non puoi dirglielo, zitta.

“lo sai che ti vengo dietro da sei mesi? Da sei mesi…”

Oddio, ma che sto dicendo? Zitta.

“senti, noi dobbiamo scendere”

No no, non andate via. Non portarlo via. Io sto per cadere.

“mi dovete reggere… io… io sono un po’ ubriaca…”

“siediti, dai”

“no, non mi posso sedere…”

“mi metto al centro e reggo tutti e due, ok?”

No no, Claudio, no, non te ne andare.

“no… aspetta…”

 

FW>>

 

Sul divano c’erano due persone che da un’osservazione più attenta riconobbe essere Roberto e Umberto. Gli si sedette accanto, non si reggeva in piedi.

“Ro, Ro!”

Quello alzò a malapena la testa, senza parlare.

“Ro, dov’è Maria Grazia?”

“non lo so”

Lei cercò di ordinare le idee.

“devo sapere tre cose, ok?”

Roberto annuì con poca convinzione.

“uno: dov’è … Maria… dov’è Maria Grazia”

“non lo so”

“due: …dov’è Alessandro”

“non lo so”

“tre: ho… quagliato* con Umberto?”

Roberto annuì.

“no, non è… possibile… chi te l’ha detto?”

Quello indicò Umberto, che dormiva accanto a lui.

In quel preciso istante si accasciò sul divano un tizio che lei conosceva, ma di cui non riusciva a ricordare il nome.

“ehi” gli disse “hai… hai visto Alessandro?”

“no” rispose il tizio non identificato.

“e Maria Grazia?”

Il tizio scosse la testa, e poi le mise una mano intorno alla vita.

“tu come ti chiami?” disse.

“Francesca. Devo sapere tre cose…”

Lui annuì.

“uno: dov’è Maria… Grazia”

“non lo so”

“due: dov’è Alessandro”

Quello scosse la testa.

“tre: ho quagliato con Umberto?”

Scosse la testa di nuovo, e iniziò a strusciarsi.

Lei gli afferrò la mano e cercò di allontanarlo.

“levati… non mi toccare…”

 

RW<<

 

“Umbè, sei sobrio?”

Mi gira la testa, voglio fumare.

“Reggimi”

“Andiamo lì dietro…”

Dove? Sul pianerottolo? Voglio fumare.

“si, prima però devo prendere le sigarette…”

“io ce le ho, non ti preoccupare”

 

FW>>

 

“Francesca al telefono. Chi è Francesca?”

La voce del DJ le arrivò quasi per caso, in mezzo all’euforia generale.

Iniziò a saltellare verso la console, agitando le braccia.

“sono io!”

Il fratello del festeggiato l’afferrò per un braccio. La sua voce era gentile.

“Sei tu Francesca?”

Lei annuì.

“c’è tua madre al telefono?”

“mia… mia madre?”
”si, vieni”

La condusse alle scale che portavano al piano di sopra.

“tu… tu sei Giulio, vero? Il fratello di Claudio…” disse lei, fissandolo sbalordita.

“si si, sono io”

“lo sai che gli vado dietro… da sei mesi?”

Ad un tratto si ritrovò al piano superiore, e si sentì afferrare il viso.

“sei tu Francesca? Si, sei tu!”

Era il padre di Claudio, nonché il suo ex pediatra, nonché amico dei suoi genitori.

E proprio in quel momento lei si rese conto di avere una sigaretta in mano.

“vieni” proseguì l’uomo mostrandole il telefono “c’è la mamma al telefono”

Lei prese in mano la cornetta, cercando di reggersi in piedi.

“pronto?”

“Francè, perché non rispondi al telefono”

Aspettò un momento, cercò di ricomporsi.

“il… cellulare non… non sento il cellulare in questo casino…”

“si, ma così mi fai preoccupare! Come ci siete arrivati lì?”

Ci penso su, cercando invano di architettare una bugia credibile.

“Fra?”

Capì di non essere in grado di mentire in quel momento.

“siamo venuti… con gli scooter…”

“come?? Con gli scooter? Ma ti rendi conto??”

“si, ma io ero dietro Alessandro, non ti preoccupare…”

Spazzò via con la mano la cenere che aveva fatto cadere sul tavolo.

“come non mi devo preoccupare? Di notte, in campagna , con lo scooter!!”

“ma, non ti preoccupare ti dico…”

Non riusciva a dire altro, non era in grado di formulare pensieri di senso compiuto.

“quando tornate?”

“non lo so… la festa è ancora nel pieno…”

“è già mezzanotte!”

“e lo so, ma, poi si vede. Non ti preoccupare. Appena… appena arrivo a casa di Maria Grazia di chiamo… ok?”

“Non lo dimenticare, Fra, capito?”

“si si, non… non ti preoccupare…”

Riattaccò.

“tutto a posto?” chiese il padre di Claudio.

“si… si”

Barcollando scese di nuovo al piano di sotto.

 

RW<<

 

E’ profumato…

“Umbè, sei profumato…”

Baci.

Siamo abbracciati? Si si.

Non riesco ad aprire gli occhi.

Cosa fa? Mi sta baciando?

Che devo fare?

Ah, si, devo aprire la bocca.

 

FW>>

 

“io non ci dovevo venire a questa festa…”

“ma che dici?”

“mai madre… lo capisci?? Ha capito tutto… ha… ha capito che sono ubriaca…”

Maria Grazia si sedette accanto a lei.

“io mi siedo, sta male…” disse ad Alessio, il ragazzo che si trovava con lei, e che si sedette sul bracciolo del divano.

“senti, tienimi qua perché c’è Alessio che ha ‘intenzione’ e non mi va” le disse all’orecchio.

“ok”

Stettero un po’ in silenzio. Lei pensava a quella situazione, a sua madre che l’aveva chiamata, a Claudio, e al fatto che non riusciva a trovare Alessandro, con cui avrebbe dovuto tornare a casa.

Maria Grazia tremava.

“tremi?”

“si si, ho fumato erba…”

“anch’io…”

L’abbracciò, tentando di riscaldarla, ma subito dopo la nausea prese il sopravvento.

Si prese al testa fra le mani.

In quell’istante arrivò Alessandro.

Appena lo vide balzò in piedi e lo abbracciò.

“sei qui… meno male… sei ubriaco?”

“no no” la rassicurò lui.

“ah, meno male… mi devi accompagnare a casa”

“tu intanto siediti”

L’aiutò a sedersi sul divano.

“si si, devo restare qui” disse lei “devo stare qui perché Alessio vuole trombasi Maria Grazia e lei non vuole…”

 

RW<<

 

Ma dove siamo?

“io dovevo quagliare con Claudio… non con te…”

Siamo seduti per terra, devo appoggiare la testa da qualche parte.

Ah, c’è la spalla di Umberto.

Quello è Claudio?

“Claudio!”

Mi devo alzare un attimo.

“Claudio, aspetta…”

Oh no, Umberto se ne sta andando. Ora chi mi regge?

“senti, qui non puoi venire… c’è… c’è mio padre, ok?”

Mi sta parlando…

“ah, ok”

Non te ne andare, però, aspetta.

 

FW>>

 

Si avvicinò un ragazzo, non lo conosceva.

“sta male?” chiese a Maria Grazia.

“si”

“le prendiamo un po’ d’acqua?”

“si, andiamo. Fra, la vuoi un po’ d’acqua?”

Annuì.

L’aiutarono ad alzarsi e la portarono al bar.

Il ragazzo le porse un bicchiere d’acqua.

“meglio?”

Annuì di nuovo.

“forse è meglio che la portiamo nella stanza dei cappotti, così magari si sdraia”

“si, è meglio”

Nella stanza c’erano un letto ed un divano.

Sul divano c’era Claudio.

La fecero sedere di fronte a lui, Maria Grazia invece gli si sedette accanto.

Si sentiva ancora stordita.

“tu sei il festeggiato, vero?”

Claudio annuì.

“auguri. Maria Grà…”

Non la sentì nessuno.

“Maria Grazia!!” urlò.

“si, che c’è?”

“quando arriviamo a casa tua dobbiamo chiamare mai madre, capito? La dobbiamo chiamare! Tu sei il festeggiato? Auguri”

Claudicò abbracciò Maria Grazia.

“no, Mari, non lo fare, lo sai…”

“io non sto facendo niente!” rispose quella.

“non abbracciare Maria Grazia! Non lo fare”

Gli colpì la mano.

Appoggiò la testa sulla sua gamba. Aveva bisogno di vomitare.

Ad un tratto si accorse della presenza di Alessandro.

Si alzò e andò ad abbracciarlo.

“Ale, devi portarmi a casa…”

“ancora così sei?”

“devo andare a casa!”

“ora?”

“mai madre ha capito tutto…”

“come?”

“ci ho parlato… ci ho parlato al telefono… le ho detto che siamo venuti con lo scooter…”

Lui le accarezzò la testa.

“tu sei scema…”

“sono ubria… sono ubriaca…”

“no no, tu sei scema…”

 

FW>>

 

“sei tu Francesca?”

“si”

Questa è al sua amica. Cazzo che brutta!

“c’è tua madre”

“no no, già ci ho parlato”

“no no, è qui. E’ sopra”

Questa non ha capito niente.

“ci ho parlato!”

“Fra, c’è davvero tua madre…”

Se lo dice Maria è vero.

Cazzo, c’è mia madre!

“dai, andiamo sopra, Fra. Alzati”

Siamo già nelle scale?

“tu STAI BENE, ok? Fra, mi senti? Cammina diritta”

Ok, ce la faccio. Sono sobria.

Oddio, quella è mia madre…

“Mamma, sei tu!”

L’abbraccio, mi devo reggere.

“ti sei arrabbiata perché ti siamo venuti a prendere? Eravamo preoccupati…”

“no no”

Cazzo, devo vomitare.

“zia, non ti dovevi preoccupare, non mi sarei preso al responsabilità se…”

E da dove è spuntato Alessandro?

“si, gioia, lo so… non lo dico perché non mi fido di te, figurati. Ma sai, a quest’ora, col buio…”

“si, certo”

“Maria Grazia viene con noi?”

Ma che ne so io! Devo vomitare.

“si, certo… ormai…”

 

RW<<

 

“mi sono fatta il barista!”

“se…”

“davvero!”

Notò che il barista era proprio accanto a loro.

Si voltò come per chiamarlo.

“ma che fai, zitta!”

La portò accanto al divano, in modo che non combinasse danni.

“io ho quagliato?”

“si”

“con chi?”

“con Umberto”

“cosa?? Ma… ma chi te l’ha detto?”

“vi ho visti”

 

FW>>

 

“non sei arrabbiata, vero?”

Devo resistere, non posso vomitare. Rispondi alla domanda, sii normale.

“no no, avete ragione. Voi… voi vi siete divertti stasera?”

“ma insomma…Vincenzo ha preparato una cena squisita. Tu hai mangiato?”

Ho mangiato? No, non c’era niente da mangiare.

C’era da bere.

Ho fame.

“ho fame”

 

STOP

 

 

 

*con “quagliare” qui dalle mie parti si intende “farsi qualcuno”. Spero di aver reso l’idea.

 

 

 

 

 

 

  
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