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Autore: momo71    21/02/2011    7 recensioni
Uno sfogo, un trasferire un sentimento in parole, un tentativo di curare le ferite, un grazie a chi c’è stato, un insostenibile ed illeggibile elenco; che la pazienza di Zab ha tentato di smussare, un modo per dire addio e ricominciare.
Genere: Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Uno sfogo, un trasferire un sentimento in parole, un tentativo di curare le ferite, un grazie a chi c’è stato, un insostenibile ed illeggibile elenco; che la pazienza di Zab ha tentato di smussare, un modo per dire addio e ricominciare.

 

 

La vita si compone di una lunga serie di bivi, di scelte, come nel film "Sliding doors", o ancora meglio nei librogame, in cui il lettore deve fare una serie di scelte che condizioneranno lo svolgimento e il finale.

La scelta di un percorso scolastico, la decisione di restare o meno in ambito accademico, il gettarsi in una carriera, il lasciare un fidanzato, lo scegliere un uomo piuttosto che un altro, sembrano tutti piccoli insignificanti bivi, ma a posteriori ti rendi conto che invece sono state quelle scelte che hanno generato la storia della tua vita. Non il primo bacio, non la prima volta, non il primo amore; altre sono le vere scelte, ma nel momento in cui quei sentieri erano stati imboccati non vi era nessuna percezione dell’importanza del momento.

Razionalità, impegno, inizi l’università e la finisci, vai al lavoro ogni mattina, fai quello che devi fare, porti avanti il matrimonio, speri che le cose migliorino, lavori perché ciò accada, metti i figli davanti a tutto, perchè è così che si fanno funzionare le cose.

Ma poi una farfalla ad Hong Kong sbatte le ali e tu non la puoi controllare quella cazzo di farfalla, si insedia nello stomaco delle persone, le trasforma, la tua vita va in pezzi, e tu non puoi fare niente. Parli, urli, discuti, continui a pensare che le cose si sistemeranno, perché tu hai fatto di tutto per farle funzionare: hai capito, hai aiutato, hai ignorato i tuoi bisogni per suoi, hai perdonato l’imperdonabile, hai accettato. Lui ti deve amare per quello che fai ,da sempre, per lui, per meritare il suo amore.

Le cose devono funzionare, perché tu ci metti tutto l’impegno possibile, quindi ora gli dici che anche lui ci deve mettere l’impegno e le cose le farete funzionare insieme: tu perdonerai ancora e lui si impegnerà e tutto andrà come deve, perché tutto è perfetto, i bambini, la casa, il lavoro.

E invece no.

Invece non funziona più niente.

Lui ha solo quelle stramaledette farfalle nello stomaco e tutto cade a pezzi.

Tu ti trovi ad un bivio e questa volta lo senti che è una scelta che cambierà tutto, ma sei coerente con te stessa o tutto o niente:Se non mi vuoi dare tutto vattene”, intanto lui non se ne andrà, lui ti ha sempre amata. A modo suo, ma lo ha sempre fatto; avete due figli, la casa dei vostri sogni, il giardino con la siepe e i fiori, non se ne andrà.

E siete voi due, le fronti appoggiate, le mani che tremano in un abbraccio che sa di ricordo, un ultimo contatto le sue labbra sulle tue, fra le lacrime di entrambi che si mescolano in quell’ultimo dolorosissimo, morbido bacio. Hai anche il tempo di fermarti a pensare che in fondo quelle labbra così carnose e sensuali ti hanno sempre saputa baciare. E poi solo la sua schiena, una borsa in cui ha messo ciò che porta via con se, senza pensare a ciò che lascia.

Senza voltarsi, lascia te in ginocchio davanti a una finestra a guardare le carte del tuo castello che cadono. E pensi che non ti rialzerai, che resterai rannicchiata sul quel pavimento, ma non puoi; perché le cose devono funzionare, quindi ti alzi, svegli i tuoi figli, li lavi, li vesti, prepari loro la colazione e li porti a scuola. Vai a lavorare, sorridi, rispondi al telefono, respiri, inghiotti, dai risposte senza senso a domande che tagliano come lame, asciughi le lacrime dei tuoi figli e ricacci in gola le tue, finché fa male anche solo respirare.

Una parte di te impara la lezione: non sempre le cose funzionano, la coerenza ha un prezzo, le farfalle sono animali stupidi inutili ed egoisti e come dice un’amica hanno gli occhi cattivi.

Un’altra parte di te è solo un giocattolo rotto su quel pavimento di marmo, su cui solo un mese prima avevate fatto l’amore perché il divano era troppo lontano. A chiedersi perché, perché si è meritata di essere buttata via, perché non vale abbastanza, perché non è stata capace di far funzionare tutto, a chiedersi perché non è stata capace di farsi amare.

Il calore di piccole manine sul viso, l’appoggio fermo incondizionato di chi c’è da sempre, l’affetto inaspettato, le chiacchere, le risate e le lacrime dietro uno schermo a notte fonda, un regalo che suona in un pacchetto, un film con un’amica, una cena, un bagno caldo, una visita, un sms, una telefonata, una storia da leggere, una dedica, un vestito, il trucco, la tua maschera di normalità. Ti tengono insieme e ti fanno capire che le cose, in qualche modo, comunque, funzioneranno; nonostante la paura, l’insicurezza e la solitudine.

 

Coerenza batte farfalle uno a zero, palla al centro, hai 40 anni e si ricomincia!

  
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