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Autore: DeaSaga    22/02/2011    2 recensioni
Occhi di ghiaccio.. inepressivi..indifferenti, o forse tristi, colpevoli. Tutto era finito..Ma la fine non è anche l'inizio? Una nuova avventura.
Genere: Generale, Introspettivo, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Astoria Greengrass, Draco Malfoy
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Io sono di ghiaccio..

 

CAPITOLO 1 Trasparente..




Quel mattino del primo settembre tutto era diverso.
Il colore del cielo, il calore del sole, perfino l’aria che respiravo pareva trasportare dentro di sé un sapore mai sentito prima.
Camminavo accanto mia madre, l’unica che nei mesi precedenti era riuscita a salvaguardare l’ultimo brandello della strana famiglia di cui portavo il nome, l’unica che fosse riuscita a salvarmi dalla prigione, dove invece risiedeva tristemente mio padre.
Le stavo accanto guardandola di sfuggita, tenendo stretta la sua mano, come fosse l’ unica fonte di forza e coraggio che potesse aiutarmi nel raggiungere il binario dove l’espresso diretto a Hogwarts stava per partire. L’avevo implorata di non mandarmi lì, di risparmiarmi la sofferenza di tornare in quella scuola come un traditore, un pezzente che aveva dato in pasto i suoi stessi compagni nelle mani di Voldemort, ma lei non aveva voluto sentire ragioni.
“Tu devi scrivere il tuo futuro Draco” mi aveva detto
“Ed il miglior modo per farlo è quello di terminare gli studi e cominciare veramente a vivere”
Non avevo dato risposta a quelle sue parole, era troppo pesante ammettere che forse aveva ragione.
Il fumo bianco dell’espresso nascondeva da lontano l’eccitazione per coloro che finalmente, nel periodo della pace, tornavano o giungevano per la prima volta ad Hogwarts, ma tutto quel chiasso, tutte quelle voci che fino all’anno precedente avrei voluto mettere a tacere, si erano zittite davvero, ed in contemplativo silenzio tutti osservavano con disappunto me e mia madre camminare tra loro. Abbassai la testa cercando di evitare quegli sguardi, mentre chi mi stava accanto invece camminava fiera, stringendo con più forza la mia mano. Mi salutò silenziosa, cercando di mantenere l’eleganza che l’aveva sempre contraddistinta. Ebbi l’impulso di abbracciarla, di cercare nelle sue braccia quel coraggio e quella forza che ero sicuro di non possedere, come un ultimo grido di aiuto dalla donna che era rimasta l’unica a credere in me. Ma non lo feci. Mi limitai, come di consueto, ad accennare un semi abbraccio, ed appoggiare la guancia sulla sua.
Quando presi posto notai dal finestrino la mezzosang.. ehm.. Granger e con la rossa Weasley, salire sul treno, salutando con particolare slancio rispettivamente l’altro Weasley e lui.. Potter..
Strinsi i pugni in maniera automatica, ricordando in un momento tutto ciò che era stato. Il mio ritorno a Hogwarts con quelle due sarebbe stato ancora più difficile, tuttavia fui grato che almeno Potter ed il suo fedele amico avessero deciso di non farvi ritorno..
..E come previsto..
Nessuno si sedette accanto a me per tutto il viaggio..
Ero un fantasma,non ero morto, ma ero un fantasma. Per parecchi giorni non sentì la mia stessa voce, se non all’interno della mia mente, dubitai perfino di aver ancora l’uso della parola. Nessuno sedeva accanto a me durante le lezioni, né in Sala Comune, avevo abbandonato l’idea di tornare a giocare a Quidditch, e nel dormitorio il mio letto era il più appartato, proprio accanto la finestra. Tutti mi guardavano rima con disprezzo, poi con indifferenza, parlavano di me con odio, rancore. Le uniche che mi tenevano compagnia erano mia madre, con le sue continue lettere, che  forse si era resa conto che tornare dove tutto era finito non era stata una brillante idea,e con mio grande stupore  Minerva McGranitt, ormai divenuta preside, che sosteneva quanto importante fosse per me cercare di socializzare nuovamente, e trovare scopi importanti per proseguire l’anno.
“L’ho introdotta nel corso avanzato di Pozioni Malfoy” mi disse durante un’ennesimo colloquio nel suo ufficio.
“E’ un corso facoltativo, ma il suo talento non deve andare perduto, e poi le farà bene applicarsi in ciò che più le piace”
Per la prima volta mi dissi “Tentar non nuoce”.
“Signor Malfoy, vuole illuminarci sulla pozione che ha brillantemente preparato” chiese un giorno il professor Lumacorno, avendoci dato possibilità di scelta.
“Si tratta della Veritas veritatis, è un pozione che..”
“Permette di far dire tutta la verità a chi la beve vero Malfoy?”mi interruppe Dean Thomas
“perché non la usiamo contro di te, magari la McGranitt una volta confessate tutte le tue colpe potrebbe decidersi ad espellerti, sembra non ricordare ciò che è stato..”
“Signor Thomas” urlò Lumacorno
“Non la permetto di continuare su questa linea..”
Abbassai lo sguardo sulla manica destra, ove un tempo pulsava il marcio nero dei Mangiamorte.
“Lo lasci fare professore, almeno lui ha il coraggio di dire ciò che pensa”
Thomas sorrise beffardo
“L’aria da cane bastonato non ti servirà Malfoy, non qui almeno. Già respirare la tua stessa aria è un insulto” aggiunse Romilda Vane
“E’ arrivato il momento di ripagarti con la tua stessa moneta” s’intromise Calì
Tutti attorno mi osservavano con odio, il professore cercò disperatamente di far tornare tutto alla normalità, ma con scarso successo.
L’unico che sembrava non avere particolare volontà nell’aggiungere altro fu Neville, lui che forse, ne aveva più diritto degl’altri.
Gli occhi iniziarono a bruciare, i miei muscoli tremarono per la tensione.
"Hai perso la lingua Malfoy? Strano ricordo di averla vista molto tagliente in questi anni" continuò Thomas
"Adesso basta ragazzi" cercò di mediare Lumacorno.
Ma peggio di così non poteva andare.
In quel momento entrarono nell’aula La Granger e la rossa..
No.. Non loro..
Mi alzai di scatto. Non riuscivo a reggere tutto.
“Scusi la lascio alla sua lezione”
E camminando verso la Sala Comune a quell’ora deserta  forse per la prima volta odiai due cose.
Essere un Serpeverde.
Essere un Malfoy.
  
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