Il Viale Degli
Oleandri
By Drew
Salve a tutti! Innanzitutto vorrei
spiegare l’assenza dell’ultimo periodo: ho cambiato computer e c’è voluto tempo
perché ogni cosa fosse funzionante e andasse per il verso giusto. Vi prego di
non considerare queste righe come una prefazione, ma più che altro come un
commento a quello che sto per andare a scrivere. Domanda importante: vi è
piaciuto HBP? Beh… da auror urlo a pieni polmoni un chiassosissimo NO!
Sinceramente non l’ho travato molto Harry Potter, ma
più stile Beautiful. Fatto sta che vorrei dare un mio contributo nel rendervi
il libro ancora più incasinato! ^__^ … In questa one-shot è presente la fine di
un libro che perché non è concluso e l’inizio di un altro ancora più diverso
dal primo.
Spero che commentiate in tanti e che vi
piaccia!
Dedico
questa one-shot al mio più importante sostenitore. Senza di lui non sarebbe
neanche nata e forse sarebbe rimasta in un angolino
delle mie idee. Grazie per l’affetto e il sostegno che mi hai dimostrato (e per
Baci!
Drew
Ero
solita passeggiare per i viali di Londra verso autunno, prima che incominciasse
la scuola. I colori ocra, marrone e rosso mi lasciavano un senso di calore e di
sicurezza che raramente riuscivo a provare. Tenevo sempre attorno al collo la
sciarpa della mia Casa, simbolo della mia appartenenza a quel posto che ormai
consideravo come unica dimora. Quanti anni erano passati da quanto tutto era
cominciato! Così, seduta su una panchina mentre un
gioco di foglie ruotava attorno me pensavo alla mia vita fino ad allora.
Malgrado avessi appena sedici anni la mia esistenza era piena di avventure,
pericoli, vittorie e sconfitte che neanche persone che vivono per mille anni
possono dire di aver compiuto.
Il
futuro che mi si apriva davanti era ricco di speranza e di nuove opportunità:
finito quest’anno sarei diventata una maga veramente capace, garantendomi
l’ingresso al mondo degli aurors. Mi piaceva definirlo il mio sogno nel
cassetto, ma sapevi che non si sarebbe avverato: promisi ad
Harry di stargli vicino, di aiutarlo a vincere la sua battaglia… battaglia che
ormai durava da troppo tempo.
Il
dolore… anche questo avevo dovuto affrontare crescendo, ma non era un dolore
effimero, leggero da sopportare… bensì era qualcosa di profondo, angosciante e
pesante, come se ogni volta che soffrivo un vento gelido mi soffiasse attorno
rendendomi incapace di reggermi in piedi.
Passeggia
per il lungo viale, mentre i fiori rosa un po’ appassiti degli oleandri si
univano alla danza delle foglie. Un vero spettacolo per i miei occhi.
-Ormai
è in arrivo l’autunno…-
Sbarrai
gli occhi sentendo pronunciare quelle parola da una
voce che distinsi benissimo.
-Harry…-
dissi voltandomi, -…cosa ci fai qui?- ero incredula,
sorpresa.
-Ho
ricevuto il tuo gufo ed ho trovato un buon motivo per scappare e venire qui a Londra.- rispose così avvicinandosi a me con un gran
sorriso sul volto. Lo esaminai attentamente per qualche secondo: non aveva
l’aria affannata, segno evidente che si era appena smaterializzato. Eppure il
sorriso mi parve sforzato.
-Ho
tanto l’aria della persona sola?- continuai io riprendendo a camminare.
Harry
estrasse un foglio dalla tasca e lesse le parole ad alta voce.
Caro Harry,
per me è un gran mortorio
starmene qui a Londra con i miei genitori poche settimane prima di iniziare la
scuola. La gente del posto è simpatica, ma mi mancate tu e Ron e gli splendidi
litigi e scherzi che scandiscono ogni giorno. E io che credevo che sarei stata
felice di assentarmi un po’ dal viavai e dalla routine di Hogwarts.
Non ho mai sofferto particolarmente di
solitudine, ma non riesco a darmi pace: devo assolutamente discutere con
qualcuno!
Tornando seri… volevo anche parlarti di quanto è
successo nel corso degli ultimi eventi. Ricordi la mia mania-ossessione per
Ronald? Ecco… come spiegarti… è svanita. Non ne ho idea di come o cosa sia successo, fatto sta che mi sento incredibilmente a
disagio, perché non provo più nulla di “ossessivo” per lui. Magari doveva
accadere e basta, ma non vorrei che lui… si, insomma… ci rimanesse
male o qualcosa del genere.
Sai che mi fido di te e ti scongiuro di non
parlare della questione con anima viva!
Per ora baci e si ti va
di venirmi a trovare mi fareste un piacere immenso!
Un abbraccio,
Hermione
-Eccomi…
sono qui per discutere!- commentò poi, allargando le braccia in modo
significativo. Non potei fare a meno di sorridere.
-Allora…
cosa fai di bello a Londra?- continuò porgendo il
braccio sinistro. Io lo afferrai e così continuammo a percorrere il viale:
-Studio…-
-E
siamo sicuri che ti faccia bene?- chiese in tono sarcastico.
-Certo!-
risposi decisa, -Adesso è chiaro: è la mia ragione di vita!- finii scherzando.
-Beh…
fino a qualche tempo fa avrei detto che fosse Ron la tua “ragione di vita”,
come la chiami.- un’occhiata maliziosamente furtiva mi diede fastidio:
-Io
invece direi lo stesso di Ginny!- ribattei divertita.
-Già…
il fascino Weasley ci aveva alquanto colpito, vero?- ridemmo entrambi di gusto
a questa sua uscita, prendendo a fissare l’asfalto ai nostri piedi.
-Com’è
finita con Ginny, poi?- chiesi tranquilla, ma lo sguardo di Harry di fece improvvisamente cupo. Non sapeva bene cosa rispondermi,
poi, preso un bel respiro, parlò:
-Io
non ero innamorato di Ginny, Hermione. Non lo sono mai stato…- non capii e
presi a fissarlo attentamente, -… ci ha fatto una cosa… Abbiamo… abbiamo bevuto
delle pozioni senza saperlo, Herm… Così mi ha drogato… anzi, prima è toccato a
te…-
Ero
sconvolta: mille domande iniziarono a frullarmi nella testa e giravano così
forte che dovetti sedermi di nuovo.
-Stai
bene?- mi chiese Harry chinandosi davanti a me.
-Sì,
ma… ma perché anche me?- domandai di rimando con quel briciolo di lucidità che
ancora possedevo.
-Credeva
che tu ti potessi intromettere… Ginny sa che sei intelligente e di certo non avresti approvato un veleno per far si che io mi innamorassi
di lei… così ha ritenuto giusto farti crede di amare Ron…-
Non
ci capivo più niente: la mia migliore amica aveva osato avvelenarmi solo perché
un ragazza non la considerava?... Cosa avrei dovuto
fare io allora?
-E
tu?... Da quanto lo sai?- provai a chiedere sedendomi
ritta e tornando in me.
-Non
molto…- commentò sconsolato. –Inutile dirti che ho litigato con Ginny e che non
provo più nulla per lei.-
Stranamente
quella idea mi fece sentire più… rilassata.
Riprendemmo
a camminare sottobraccio, entrambi con un peso in meno sulla coscienza.
-E
Ronald?- uscii io.
-Si
vede ancora con Lavanda… sembrano andare molto d’accordo!- ridacchiasti.
-Com’è
strano…- commentai.
-Cosa
è strano?-
-Dopo
sei anni…-
-Quasi
sette…-
-Giusto…
dopo quasi sette anni siamo qui a passeggiare, parlando di tutto meno che di
noi.-
Non
so come mi venne quella affermazione, ma entrai nel nocciolo della questione,
spiazzando Harry.
-Perchè?... io e te abbiamo bisogno di parlare?- chiese quasi
preoccupato.
-Non
lo so, Harry… noi… noi non lo abbiamo mai fatto, quindi…- lasciai la frase in
sospeso, facendo intendere ciò che volevo dire.
-Ok,
ma quali sarebbero gli argomenti di conversazione?-
-Noi
due… entrambi sappiamo cosa vogliamo fare e cosa faremo l’anno prossimo, ma tu
non hai paura?-
-Paura
di cosa?-
-Paura
di perdere un’altra persona cara… magari me o Ron…-
Si
fermò all’improvviso: non avrei dovuto dirlo.
-Credevo
di essere stato chiaro: io non voglio che voi vi sentiate obbligati verso di me
e tanto meno voglio mettere in gioco la vostra vita…-
-Questo
lo sappiamo, ma…- decisi di affrontare l’argomento di petto, - tu cosa provi
per me?-
Mi
fissò attentamente negli occhi: prima lessi esitazione, poi, lentamente, si
trasformò in uno sguardo insicuro ed estremamente accorgermene.
Cercai
di parlare, quando improvvisamente sentii due mani attorno al collo e le sue
labbra a contatto con le mie. All’inizio non capii neanch’io cosa stava
succedendo, poi lentamente mi feci trasportare dalla situazione: chiusi gli
occhi e lasciai che mille emozioni mi travolgessero.
Esprimemmo
così sei anni di amicizia, complicità e lealtà presenti tra
di noi, quando lentamente di distaccò.
Rimasi
con lo sguardo fisso su di lui per alcuni istanti, aspettando che proferisse
parola.
-Conversazione
interessante…- scherzò lui, ricevendo un altrettanto scherzoso pugno sulla
spalla da parte mia.
-Cosa…
cosa significava?- cercai di chiedere io, gesticolando nervosamente con le
mani. Harry me le afferrò per i polsi. Lentamente, con delicatezza infinita,
baciò i palmi, uno ad uno, per poi attirarmi a sé e farmi ricadere sulle sue
labbra.
Stavolta
seppi veramente rispondere al bacio con tutta me stessa, rendendomi partecipe
di quel secondo incredibile momento.
Fui
io a interrompere il contatto:
-Sono
d’accordo con te, sai…- mi rivolse uno sguardo scettico, - certi discorsi non
dovremmo proprio farli!-
Sorrise
sinceramente, baciandomi per l’ennesima volta.
Ora,
tra le miriadi di sensazione che avevo provato in sedici anni potevo aggiungere
l’amore all’elenco. Non parlammo di noi in seguito, perché il bello stava in
quel segretissimo silenzio che era in grado di rendere ogni frase inutile e
superficiale. I momenti magici che vivevamo assieme si sarebbero trasformati nella
nostra arma più potente contro tutto quello che
avremmo dovuto affrontare. Le carezze, gli sguardi, i baci, i sorrisi erano più
potenti di cento incantesimi e veleni.
Il
domani, anche se incerto e pauroso, aveva in sé la speranza di un futuro insieme,
in grado di renderci forti e di farci crescere ancora.
Credo
che ricordò per sempre il viale di oleandri dove
scoprii l’amore. I fiori rosa, le foglie rosse, gialle e marroni, il turbinio
di colori che ruotava attorno a noi, il cammino impercettibile delle persone
accanto a noi, le sue labbra sulle mie…