Mancava
ormai poco all’inizio della scuola.
Spinner’s
end
si presentava come al solito rumorosa e alquanto fastidiosa
all’olfatto.
Era quel maledetto fiume a diventare sempre più puzzolente
oppure la permanenza
lì insopportabile? Con un lieve cenno della bacchetta, Piton
chiuse la finestra
che dava sulla strada principale. L’aveva aperta per far
passare un po’ d’aria
ma l’unico risultato era stato il terribile chiasso e la
puzza, un misto di
fogna e uova marce.
Tornò
alla sua lettura, la Gazzetta del Profeta era diventata più
ridicola anche del
“Cavillo” di Lovegood.
Gettò
la
copia con un gesto di stizza sul pavimento e rimase per un istante a
fissare il
volto altezzoso e il sorrisetto soddisfatto che vi appariva, di una
donna
vestita di rosa che figurava sulla prima pagina del quotidiano.
Vi
appoggiò un piede sopra con forza fino a strapparne la
carta, poi si sistemò
meglio sulla poltrona per rilassarsi ma gli riuscì
impossibile. Infatti il
chiasso infernale proveniente da una casa vicina si faceva sempre
più acuto
tanto che nemmeno una finestra chiusa riusciva a tenerlo fuori. Piton
contorse
il volto dalla rabbia, possibile che in quelle quattro mura non fossero
riusciti a tenere le bocche chiuse nemmeno un attimo per tutta
l’estate?
Pensandoci
non sapeva chi fossero quegli insopportabili vicini,
dovevano essersi trasferiti da poco, sfortunatamente . Comunque un
incantesimo
isolante avrebbe messo fine a quell’inutile tiritera, aveva
fatto quasi sempre
così per tutta l’estate quando il suo livello di
sopportazione, già alquanto
basso, superava il limite.
Si
alzò
dalla poltrona e si avvicinò alla
finestra con la bacchetta stretta nella mano destra, scostò
leggermente la
tenda scura e impolverata per guardare fuori (il
“panorama” era rimasto uguale
a quando era bambino, pessimo!) e mentre stava per lanciare
l’incantesimo vide
qualcuno seduto sul pianerottolo proprio di quella casa.
Era una
ragazza con i capelli neri lunghi e la pelle pallida, era china su un
libro dalla
copertina nera… in realtà ne teneva un altro
sopra, un po’ più piccolo, come se
volesse nasconderlo.
Comunque
quello in primo piano pareva proprio quello di Pozioni, lui
lo conosceva molto bene.
La
ragazza era intenta a leggere incurante del frastuono o fingendosi tale.
Piton
aguzzò la vista un istante e poi la riconobbe…
era proprio Altman, la signorina
Selenia Altman, l’avida lettrice (di volumi
proibiti)… come poteva non
essersene accorto subito… era una Serpeverde diamine!
Ma non
era brillante come studentessa, passava
alquanto inosservato il suo rendimento, soprattutto in pozioni . Non
che non
fosse intelligente, ma era pigra e non si impegnava abbastanza mettendo
in
campo tutte le sue potenzialità, infatti ricordava che
l’anno precedente si era
dimostrata alquanto furba e scaltra quando durante la preparazione
della
pozione rigonfiante aveva messo un pizzico di asfodelo per rimediare
all’effetto esplosivo che le aveva fatto notare con
rimprovero, lui stesso. In
quanto a condotta invece più volte si era visto costretto a
punirla o
riprenderla (mai che questo comportasse una decurtazione ai punti della
sua
casa), infatti aveva un carattere schivo, scontroso e testardo.
Comunque una
sua allieva e per di più della sua casa abitava vicino a
lui… non che gli
interessasse.
La
madre
della Altman, Antigone Ruse, aveva frequentato Hogwarts insieme a lui,
anche
lei nei Serpeverde. La conosceva bene, era una strega alquanto capace e
di
famiglia purosangue, con la quale dopo il diploma aveva condiviso anni
di oscurità…
poi ricordava il mago, sparì all’improvviso e
quattro anni fa aveva saputo da
Silente che la Altman fosse sua figlia e che avesse sposato un babbano,
Altman
appunto. Da ciò capì che la sua sparizione fosse
dovuta probabilmente all’amore
per un babbano e forse al figlio che aspettava da
quest’ultimo oltre che al
motivo che riguardava un membro della sua famiglia. Chissà
come mai era finita
a Spinner’s end. Ora che ci
pensava…Altman… proprio in quella casa abitava un
vecchio di nome Altman… Comunque chissà se era
ricaduta nella trappola…del
resto non avrebbe potuto far altrimenti.
Il
chiasso intanto continuava e Piton si chiedeva come quella ragazzina
riuscisse
a rimanere lì completamente immersa
nella sua lettura facendo finta di nulla. Ma pensandoci aveva un
carattere
parecchio strafottente.
Continuò
a osservare la scena e riuscì persino a scandire qualche
parola tra quei
schiamazzi orribili: “Anormale”;
“Figlia”; “Uguale a te”.
Si
impose di non sentire altro. Quello gli era bastato…
Poi
passarono tre ragazzini babbani in bicicletta. Si fermarono proprio
davanti
alla casa della Altman ridacchiando come iene. Lei alzò
subito il viso
guardandoli accigliata, mise i libri al sicuro e stava per alzarsi in
piedi, ma
quei ragazzi le lanciarono delle cose inzuppandola d’acqua e
fuggirono via. La
giovane agitò le braccia e si annusò, disegnando
una smorfia di disgusto sul
volto.
Piton
sapeva bene dove avessero preso l’acqua, poi in un istante la
ragazza alzò la
testa proprio verso la sua finestra. L’aveva visto e
chiaramente, del resto non
era difficile data la vicinanza e la luce del giorno e magari sapeva
pure che
lui abitava lì. Rimase immobile, come impietrita, lo sguardo
basso evidentemente
per la vergogna che il suo professore e per di più Capo casa
avesse visto l’episodio
imbarazzante di cui era stata vittima.
Piton
dal
canto suo, pure era rimasto fermo alla finestra, imbarazzato quasi
quanto lei,
perché una sua allieva potesse pensare che la stava spiando.
Fu la ragazza a
ricomporsi ergendosi in tutta la sua altezza e facendo un lieve cenno
col capo
in segno di saluto al professore, raccogliendo i suoi libri e
rientrando poi in
casa.
Il
professore non aveva ricambiato quel cenno ma si era limitato ad alzare
lo
sguardo fingendo di guardare altrove.
Per un
piccolo
istante quella ragazzina gli aveva fatto venire in mente
“qualcuno”
trasportandolo a dei ricordi per nulla piacevoli…e non era
la prima volta.