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Autore: DazedAndThief    22/02/2011    5 recensioni
Liverpool di mattina è un qualcosa d’incantevole.
Incredibile come una cittadina che in genere brulica di vita possa essere così placidamente calma.

Liverpool, 1966. Sara e Mitchie, due teenager con i piedi per terra e il rock perennemente nelle orecchie, incontreranno alcuni dei più importanti miti musicali dell’epoca, facendo così intrecciare le loro vite a quelle dei loro idoli.
Genere: Generale, Romantico, Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 9
I wanna be your man

 

Mi pettino il ciuffo per l’ultima volta, voglio essere perfetto.

Però è anche vero che io perfetto lo sono sempre.

Ok, allora stasera sarò perfetto al quadrato. Anzi, no: al cubo. Ma che dico! Perfetto al fantamiliardo di Zio Paperone…! Perfetto al…

Ok, ok. Ci do un taglio.

Mi spruzzo addosso la Colonia e indosso la giacca, per poi dirigermi verso l’uscita.

-Paolina, dove stai andando?-

-Non si vede? Sto uscendo.- mi blocco sulla porta, la mano già sulla maniglia.

John spalanca gli occhi e assale Brian, che sta sfortunatamente (per lui) passando di qua.

-Eppy! Cosa cazzo significa tutto questo?- lo prende per il bavero della giacca.

-John, quante volte t’ho detto di non chiamarmi Eppy? E comunque Paul mi ha chiesto di poter uscire e io gli ho dato il permesso di farlo, tutto qua.-

-Semplice, no?- salto fuori io, con un sorrisone a tremila denti.

John mi fissa in cagnesco e poi, quasi ringhiando, torna a rivolgersi a Brian:

-Se te lo chiedo io, col cazzo me lo dai, il permesso! Dannato Eppy, non puoi fare le preferenze! O perlomeno, se le fai, falle per me e in modo meno evidente, per Dio!-

-Winnie, il suo preferito sono io: credo sia chiaro come il Sole, oramai.- ammicco, quasi strusciandomi sullo stipite della porta.

-Georgino, Rings! Avete sentito? Paolina esce, a differenza di qualcun altro!- inizia ad urlare John.

George e Ringo sbucano dalle camere: -Coome, scusaa?!-

Ecco qua, il casino è fatto.

-Beh, se non vi dispiace io andrei…- inizio ad aprire la porta, ma Lennon mi salta addosso placcandomi e Ringo chiude la porta a chiave.

Occazzo. Cosa si sono messi in testa di fare, questi?

John mi scaraventa sul divano, dove c’è un tranquillissimo George intento a bersi il tè, e poi riprende l’interrogatorio a Brian: -E sentiamo, cos’avrebbe di così urgente da fare, il signorino?-

-Uscire con una ragazza, John.-

-Avanti, Eppy! Paul ci esce sempre, con le sue ragazze! Anche se per una sera fa digiuno mica schiatta!-

-Ma questa non è una ragazza qualsiasi, Winnie.- riprendo io, guardandomi le unghie.

John rotea gli occhi, poi riprende: -Eppy, non ti farai infinocchiare così! Lo sai benissimo che per lui una vale l’altra!-

-Ma scusa, perché non gli chiedi anche tu di poter uscire? Almeno la facciamo finita e siamo tutti felici e contenti!- sbotto io.

-No signorino mio bello: tenere a bada quattro Beatles a zonzo per la città è un’impresa non da poco! Troppo rischioso. E io non voglio causare casini al nostro beneamato Eppino.- mi rimbrotta con fare saccente.

Ma che ballista!

-… e poi sarà una puttanella, suvvia!-

-COME HAI DETTO, SCUSA?- gli salto al collo.

-Tranquillo, Paolina. Be quiet, relax and take it easy…- si scosta lui, per poi rivolgersi nuovamente a Brian: -Ascoltami, se non vuoi proprio lasciarlo a casa, ho un compromesso: Paulie può uscire con la sua amichetta a patto che ce la presenti.-

Guardo John: ha un ghigno malefico che non promette nulla di buono.

Briantipregononlasciartifregaredaquestofurfante.

-Beh, che ne dici?-

Brian se ne sta assorto, grattandosi la fronte ogni tanto.

-A me sembra una splendida idea!- salta fuori Ringo.

-Cocco della mamma!- gli ring(hi)o dietro io.

-Leccapiedi!- continua George.

-Traditore!- conclude John.

Ringo si piazza di fronte a John e, con il miglior labbruccio possibile, gli chiede delucidazioni: -Heeey! Cos’ho fatto, scusa?-

-Nulla: semplicemente, mi andava di farlo.- gli risponde l’altro.

-Ingrato, bel ringraziamento per averti sostenuto!- e sparisce in camera.

John alza le spalle e riprende: -Dicevamo? Ah sì! Ringo approva… Tu, Georgino?-

George, quasi spaesato, alza il viso dal suo tè: -Mah, per me è indifferente… Fate come vi pare.-

Trattengo a stento l’istinto di stritolarlo e ricoprirlo di baci.

-Quindi siamo due pari!- esulto, le stelline agli occhi.

-Mi spiace frenare il tuo entusiasmo da checca, Paolina, ma George ha detto “fate come vi pare”, quindi potrei anche prenderlo per un sì…-

Sto per prenderlo a cazzotti, quando riprende il discorso: -… ma siccome sono magnanimo non lo farò, e lo valuterò come uno stupidissimo “no”.-

Tiro un sospirone di sollievo.

-Ma gioco il mio asso nella manica! Eppy, manchi solo tu: il tuo giudizio sarà determinante, per vedere se Paolina rimarrà in gara oppure no!-

A momenti casco in terra.

Dannato Lennon!

Brian non mi tirerà mai un tiro del genere, ne sono certo.

Almeno credo.

 

 

-Grazie Eppy di aver accettato la mia proposta! Oh, come sono feliceeee!- John trotterella per la casa, mentre io non smetto un attimo di fissare in cagnesco Brian.

Che traditore!

Lui pare accorgersi (era ora!) del mio sguardo truce, e si avvicina:

-Paul,- mi dà una pacca sulla spalla -non mi sembra la fine del mondo, dai.-

-No, ma dico! Hai visto John?- e glielo indico; in quel momento è intento a strusciarsi sulla lampada, penso si stia immaginando una tipa al suo posto.

-È un po’ fuori di testa, ma entrambi sappiamo benissimo che, in fondo, è un bravo ragazzo.-

-Quanto in fondo?- mormoro sconsolato, beccandomi per tutta risposta una risata del nostro manager.

-Suvvia, al mondo c’è di peggio! E poi, pensa che la renderai ancor più felice, così: quale ragazza non vorrebbe incontrare tutti e quattro i Beatles?-

Questa. Manco mi conosceva! mi vien da dire, ma ci rinuncio e faccio spallucce: ormai è andata così, mi devo rassegnare.

Sento Brian mormorare qualcosa su qualche commissione che deve svolgere, e mi volto appena in tempo per salutarlo di sfuggita, il cappello ormai già sparito dietro la porta.

Due occhietti vispi mi fissano, e io so già chi mandare affanculo.

-Lennon, sei veramente un rompicoglioni! Devi sempre averla vinta tu, sempre!-

-Paolina, è una lezione di vita: impari a chiamarmi Winnie.- e, con un ghigno trionfante, si siede sul divano, una rivista musicale in mano, mentre io, sempre più disperato, mi lascio scivolare a peso morto accanto a lui.

 

***

Robe dell’altro mondo.

Io indecisa su cosa mettermi! Assurdo.

Qua urge una bella martellata in testa coi fiocchi e controfiocchi, chissà che finalmente non rinsavisca!

Dai, Sara: calma e sangue freddo.

E che nessuno venga a rompermi le palle!

-Allora… hai deciso cosa mettertiiii?- la porta si spalanca.

Appunto.

Alzo gli occhi al cielo: -No, Mitch: non ancora.-

-Vuoi che ti dia…?-

-No, Mitch: faccio da sola. Grazie comunque.-

-Ah, ok. Perché sai, vero, che è un’occasione importante e che…?-

-Sì, Mitch: lo so.-

-Bene. Comunque io ti suggerirei di mett-

-MITCH, QUANDO CAZZO TE NE ESCI DALLA MIA CAMERA?!-

Lei mi guarda con gli occhi sbarrati, per poi fare spallucce ed andarsene.

Finalmente, era ora!

E poi me ne strafrego se è Paul McCartney o Elvis Presley o vattelappesca! Per me può anche essere un pirla qualsiasi, me ne infischio se ha venduto centinaia di migliaia di dischi!

E al diavolo anche il cazzo di cardigan che stavo pensando di mettermi!

Incazzata come non mai, apro il cassetto delle felpe e inizio a buttarmele dietro le spalle, facendole ricadere un po’ sul letto e un po’ per terra.

Tanto è camera mia, ci posso pure mangiare, sul pavimento, tzè.

D’improvviso me ne capita una tra le mani, e non posso fare a meno di ghignare malefica.

Mi levo svelta la camicia (il blazer lo avevo già tolto salendo le scale che portano all’appartamento, fate conto voi di quanto lo possa sopportare) e m’infilo l’indumento designato.

Mi raccolgo i capelli, un filo di trucco, una spruzzatina di profumo e sono bella che pronta.

Prendo al volo la borsa e mi precipito fuori dalla stanza, andando in cerca del cappotto.

Imito la camminata della Pantera Rosa, nella speranza di non essere intercettata da quel segugio di Mitchie. Speranza che s’infrange miseramente non appena quella squilibrata mi si piazza dietro, urlandomi a tradimento: -Dove pensi di andare, Lovely Sara?-

-Non t’azzardare più a chiamarmi così, capito?!- le ruggisco per tutta risposta.

-Sì sì va bene. Però, stavamo dicendo… Ah sì, dove stai andand- OMMIODDIOCAZZOTISEIMESSA?-

Se n’è accorta, finalmente. Ghigno ancor più malefica di prima, mentre lei comincia ad urlare come una cerebrolesa:

-TIPREGONONCOMBINARECAZZATE! VAISUBITOIMMEDIATAMENTEACAMBIARTI,ÈUNORDINE!-

-Ma ti pare che mi cambio solo perché me lo dici tu? Hai capito tutto dalla vita, allora!- rido, infilandomi il cappotto.

-TUNONTIRENDICONTOCHESTAIPERFARSCOPPIARELATERZAGUERRAMONDIALE,SCELLERATA!-

-Ma me ne sbatto altamente del Terzo Conflitto Mondiale, Mitch! La vita è una sola e bisogna godersela, e io stasera, con questa felpa, me la godrò alla grande!-

-TUHAISERIPROBLEMI,SEIUNAFOLLE, SEIUNAFJKRLGHR!-

-Chi è la folle tra noi due, scusa? Beh, un antico romano soleva dire “Carpe diem” e io lo voglio prendere alla lettera. Indi per cui, adioss e buon Capodanno per dopo, coinquilina del mio corazon!-

Faccio per andarmene ma lei mi si aggrappa al braccio, così sono costretta a scrollarmela di dosso con forza, sbuffando abbastanza scocciata.

Le chiudo la porta in faccia e me la svigno, prima che riesca ad acciuffarmi di nuovo.

Scendo le scale quasi a quattro gradini alla volta, con un sorrisone a tremila denti stampato in faccia: sarà una serata memorabile.

 

***

Otto e due.

Ma sì, le donne si fanno sempre desiderare, Paul… lo sai, no? Ma d’altronde tu hai un’esperienza che nemmeno Casanova… Dovresti saperlo benissimo!

Anche se…

Otto e tre.

Ok, la devo smettere di continuare a guardare l’orologio. Sta arrivando, me lo sento.

E poi è risaputo che al primo appuntamento le donne arrivino con un po’ di ritardo! È uno dei passaggi più conosciuti di tutti i manuali per conquistare pollastrelle che tu abbia mai letto!

Ok, ne hai letto solo uno. Però non ti serviva. E non l’hai nemmeno comprato tu, dato che era il regalo di compleanno che ti ha fatto Ringo!

 

-E questo… che diamine è?-

-Un libro, Paulie. Un libro.-

-Grrrazie Johnnino caro di avermelo precisato, ma c’ero arrivato benissimo. È il titolo che mi lascia alquanto sconvolto…-

George mi prese il libro dalle mani, e lesse la scritta impressa in copertina: -Il manuale del giovane Casanova Uhm, interessante.-

John gli saltò addosso, strappandoglielo dalle mani: -Heeeey! Nanana, Georgino: tu sei ancora troppo piccolo per queste cose!-

Geo non fece nemmeno in tempo a protestare che mister “l’educazione prima di tutto” proseguì: -Mmmm, notevole. Devo giusto andare al cesso…-

A quelle parole spalancai gli occhi e me lo ripresi, profondamente allarmato.

-Hey hey! Stavo solo scherzando!- fece lui, ma dal suo sguardo capii benissimo che probabilmente non era affatto così.

-Ok, Ringo: va bene che è il pensiero quello che conta, ma anche tu sei consapevole del fatto che non me ne faccia un cazzo di questo… questo robo, vero?-

Lui annuì, per poi arrossire un po’:

-Il fatto è che… che volevo darci un’occhiata io ma, siccome mi vergognavo, ho detto alla tipa alla cassa di incartarmelo perché era un regalo, ecco tutto…-

Sorrisi, intenerito, e gli diedi una pacca amichevole sulla spalla:

-Fa’ lo stesso, Rings. Sei stato davvero gentile… E poi una ripassatina non fa mai male!- gli feci un occhiolino, mentre lui mi sorrise grato.

L’atmosfera idilliaca venne però interrotta da mister Lennon, il quale aggredì Ringo a librate in testa, traforandogli ripetutamente le orecchie: -Sei davvero insensibile, Ringhino! Se ti servivano delle lezioni, venivi dallo zio John! D’altronde, è a questo che servono gli amici, no?-, mentre il signorino Harrison cominciò a lamentarsi del fatto che la torta non fosse ancora stata tagliata.

 

Scuoto la testa e ritorno tra i comuni mortali.

Otto e cinque.

Avevi detto -basta con l’orologio!-, coglione!

Basta. È finita. Mi ha dato buca.

Io, il meraviglioso nonché stupefacente et esquisito Paul McCartney, rifiutato da una donzella!

Me misero, me tapino!

Il mondo sta veramente andando a puttane.

Sto per iniziare a piagnucolare come una donnicciuola, quando scorgo una figurina conosciuta sbracciarsi da lontano.

M’illumino d’immenso e la saluto raggiante, il cuore in gola.

Sapevo che non mi avrebbe tirato il pacco, lo sapevooo!

Me la ritrovo davanti, cappotto grigio e coda bassa che le ricade sulla spalla destra, a boccheggiare come un cane dopo una battuta di caccia alla volpe.

Ehm, che paragone poetico.

-Scu.. scusa se ti ho fatto… aspettare ma ho… avuto dei… problemi con la coinquilina…-

-Oh, tranquilla! Nessun problema! Piuttosto, tu? Problemi gravi?-

-No, vai… tranquillo… Tutto… ok…- mi sorride.

-Vuoi… vuoi bere qualcosa?-

Scuote la testa: -Mi basta… sedermi un paio… di minuti… Ti spiace?-

-Affatto!- le sorrido, indicandole la panchina. Lei contraccambia e si siede accanto a me.

E adesso come cazzo faccio a dirle che devo presentarle quegli imbecilli?

Se glielo dico scapperà a gambe levate, ma se non glielo confesso mi odierà e non mi vorrà più vedere per il resto della vita e allora sarà veramente una tragedia coi fiocchi e…

Oddio. Respira, Paul. Reeeespira.

Ce la puoi fare: sei un bel pezzo di figo, nessuna donna sfugge alla tua corte e, anche se questa è più difficile da conquistare, non ti ricordi quanto ti piacciono le sfide?

Quindi respira a fondo, sfodera il tuo sorrisone sornione e fai il galantuomo, che i frutti di questo sudato lavoro matureranno presto.

-Quando… quando sei pronta possiamo andare.-

Mi sorride e si alza: -Et voilà, monsieur. Je suis ici.-

Le rivolgo un sorrisetto che dovrebbe sembrare accondiscendente, ma che in realtà, sotto sotto, è finto quanto i soldi del Monopoli. La mia conoscenza del francese, infatti, si ferma a sont les mots qui vont très bien ensemble, non so se mi spiego.

Quindi decido di imitarla, qualunque cosa mi abbia detto, e di iniziare ad avviarmi con lei.

Idea!

Dopo un paio di metri con lei al mio fianco, mi blocco e, tastandomi le tasche della giacca, mormoro un -occazzo.- piuttosto convincente.

-Che succede?- mi domanda, dopo essersi fermata.

-Le chiavi… Credo di averle dimenticate a casa.-

-Oh. Beh, nessun problema… Vai pure a prenderle!-

-Nono, tu vieni con me!-

Mi fissa stranita, un sopracciglio alzato.

Occazzo, devo recuperare.

-Intendo dire che devi venire con me perché, se rimani qui da sola, chi mi dice che tu non possa scomparire, come un bellissimo sogno?-

Mi scoppia a ridere in faccia, per poi aggiungere: -Avanti, vecchio marpione! Fammi vedere la tua umile dimora!-

Fiu! Salvataggio avvenuto in extremis!

Le sorrido e, insieme, ci avviamo verso il quartier generale dei Fab Four.

Che Dio me la mandi buona.

 

 

 

Inserire titolo.
Eccheccavolo. Non ricordo quante lettere avevo messo nello
YEEEEAAAAHHH della scorsa volta, mi scoccia fare copia e incolla, quindi mi arrangio. A-hem, dicevamo?
Sara è una folle, jvnvjkvmfvmkf. L'ho detto pure a mia mamma, che a volte fa l'ottusa e mi tratta male. *Forever Alone*
No, un momento, dovevo dire un'altra cosa
i riferimenti, furbona. Giusto, i riferimenti. Che non c'erano, tranne uno, che è stato anche l'idea guida del minuscolo capitolo: di cosa mi sta parlando Pete? Del mitico Lifehouse, signori e signore. In realtà Pete inizia a pensare a questa cosa solo dopo l'uscita di Tommy che, per la cronaca, uscì nel 1969 ma io ho voluto farmi quattro risate, quindi qui inizia ad avere le prime idee allucinate al riguardo.
Ok, ho finito. Andate in pace, falalala. <3

 

Thief.

 

 

 

Who are you?
Olèèè, ahahahahaha!

Buonsalve, gente!

Come vaaa? (:

Mi ero scusata per la pochezza dello scorso capitolo, ma mi sembra di aver rimediato con questo, no? :3

Ebbene, mi sono divertita un mondo a scriverlo, e credo si sia notato x°°D

Per quanto riguarda i messaggi subliminali, ho scritto questo capitolo secoli fa e quindi non mi ricordo più una cippa x°D

Fancul, se qualcuno di voi li nota, mi rinfreschi la memoria, fenchiu. <33

Anyway, ora vi saluto e vi lascio scervellare, e vi attendo per il prossimo capitolo, targato Thief (;

See ya (Y)

Bacioni,

 

Dazed;

  
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