Il mattino arrivò velocemente e io dovetti preparare i bagagli, alle otto avevo l’aereo.
I Tokio Hotel proposero di pranzare con me, ma io non accettai perché sennò non avrei smesso di piangere.
Le sette arrivarono in fretta. Fuori dall’hotel c’era già il taxi che mi aspettava. Salì e alle sette e un quarto arrivai all’aeroporto.

Con grande sorpresa trovai i ragazzi. Bill sorridendo disse:
“Hey!! Non vorrai mica andartene senza salutarci!!”
Non avevo la forza di parlare.
Feci un semplice cenno negativo con la testa e accennai un sorriso.
I ragazzi si avvicinarono a me e mi strinsero in un abbraccio di gruppo.
Non potei fermare le lacrime che ormai rigavano il mio volto.
“Non piangere!” –disse Gustav – “Sei più bella quando sorridi!” Si avvicinò a me e mi asciugò una lacrima.
Mi strinse in un abbraccio, un abbraccio così forte che mi sembrò di aver ritrovato la metà da cui Zeus mi aveva separato *Mito degli androgini, Platone*.
A quella sensazione non potei resistere e gli baciai le labbra. Le sue labbra morbide. I ragazzi iniziarono a fare “oooh” e Gustav ricambiò il mio bacio.
La mia faccia era appiccicosa, piena di bava e puzzava di croccantini di cane, mentre gli altri ragazzi sparivano ne nulla, guardai in faccia a Gustav e gli chiesi:“Che succede?? Dove sono andati??”“Bau- Bau!!” –Rispose. La sua faccia si tramutò nella faccia di Pimpy, il mio adorabile cane.

Aprì i miei occhi e mi ritrovai nella mia camera in Sardegna, nel mio letto con sopra Pimpy che mi leccava la faccia.
E’ stato tutto un sogno? Non poteva essere altrimenti.
Guardai il cellulare erano l’una del pomeriggio del 25 giugno.
Giorno in cui dovevano annunciare il vincitore del contest, andai a guardare e, come avevo pensato all’inizio non vinsi.
Ero triste, ma il sogno che avevo fatto mi consolava.
Mi ricordai che Tom nel sogno mi lasciò il suo numero di telefono.. feci tutti gli sforzi possibili ed immaginabili per ricordarmi il numero e alla fine ci riuscì, era: +494556720921.

In preda all’agitazione presi il telefono e mi sbrigai a digitare quel numero.
Chissà, magari era veramente il suo numero, oppure quello di un altro componente del gruppo o di Andreas.. Mi sarebbe andato bene pure il numero di telefono di Natalie.
Avviai la chiamata e dopo due squilli qualcuno rispose in tedesco e disse:
“SexyShop Amburgo, Desidera qualcosa?? La informo che abbiamo dei fantastici sconti su catene, manette e fruste!!”

Delusa riattaccai il telefono. Poi Scoppiai a ridere. In fondo quel numero lo avevo avuto da “Tom”, non poteva non essere qualcosa riguardante il sesso!