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Autore: Ila96    23/02/2011    2 recensioni
Vorrei che tutto fosse più semplice, ma se lo fosse non sarebbe più interessante e se non fosse interessante allora sarebbe noioso e a quel punto... sono sicuro che desidererei che fosse tutto più complicato.
Voglio essere felice. I want to be happy.
Perché nella vita non succede nulla di anomalo?
Se chiudo gli occhi vedo nero, allora i sogni sono scuri?
Genere: Drammatico, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Roy

Questa è la storia di un ragazzo. Roy Obbeddon.
Roy era uno sfigato. Tutti i suoi compagni di scuola lo definivano tale, perfino la sua ragazza, Kate Smith, quando non correva il rischio di essere sentita da lui, lo affermava, ridendo alle sue spalle. Kate stava con lui solo per prenderlo in giro, per far vedere che lei era una ragazza buona. Questo Roy non lo sapeva.
 
Un ragazzo magro, alto, con una chioma biondiccia e due occhi grandi e azzurri. Impauriti e in cerca di affetto. Non rideva mai, non piangeva mai e non parlava mai. Dissociale.
All’apparenza sembrava tonto.
Lavorava come commesso in un negozio di alimentari e quello che guadagnava lo metteva da parte per pagarsi la futura università.
Viveva ancora con i suoi. Suo padre era un avvocato e sua mamma si divertiva a collezionare le figurine dei santi nel cassetto della biancheria.
La sua vita era una costante routine. Si alzava, trangugiava il solito bicchiere di latte, si vestiva, andava a scuola, prima di entrare c’era la solita scazzottata con gli altri ragazzi (lui restava passivo a terra, con la testa china, mentre gli altri gli lo insultavano e lo calpestavano), entrava in classe, in ritardo, la prof. lo sgridava. Finita la mattinata pranzava con Kate (lui la riempiva di complimenti e lei mangiava a sue spese, facendo finta di ascoltarlo), tornava casa, si cambiava, faceva la doccia e andava a lavorare fino alle 18. Tornava a casa, studiava, cenava e dormiva. Questa era la sua vita. Ne più ne meno.
Roy non era ceco. Tutto questo lo vedeva. In realtà sapeva benissimo che Kate stava con lui solo per divertimento, sapeva che volendo avrebbe potuto ribellarsi.
Ma lui viveva in uno stato di costante torpore. Come in una bolla. Poteva capitargli di tutto, ma lui nulla. Non si scomponeva. Si limitava a sopravvivere nel flusso costante del mondo.


 
Roy pov
Da quanto tempo quella montata di zitella rompicoglioni sta’ blaterando cose senza senso? Cos’è? Si è fumata una canna prima di entrare in classe? Lo zio di Amleto si chiamava Claudio, non Laerte. Quasi quasi alzo la mano e glielo dico. No, perché dovrei? Perché non lasciare che tutto il resto della classa rimanga un branco di ignoranti?
Kate mi sta guardando. Mi fa’ l’occhiolino. Sorrido, assumendo l’espressione più innocente che ho. Lei si volta verso la sua amica, Jasmine, ridendo. Non sa che in realtà sono io che la prendo in giro.
Oggi è il grande giorno. Il mio compleanno. Oggi cambierò. La smetterò di tartagliare come un coglione, oggi sarò un altro.
La campanella suona e io mi dileguo in fretta, cercando di non incontrare nessuno.
Fuori piove, anzi, diluvia.
Non ho l’ombrello.
Maledizione! Quattro ragazzi si stanno avvicinando decisi verso di me. Che facce da stronzi. Possibile che devo essere menato sempre da persone diverse?
Mi spingono, mi fanno cadere. Non mi oppongo. Il secondo mi tira un cazzotto sull’occhio. Chino la testa.
-Ehi! Brutto scemo! Dico a te! Ce l’hai la ragazza?! Eh?!-
Non rispondo. Sicuramente Kate è d’accordo con loro.
Un altro pugno, in pancia questa volta.
Il dolore è troppo forte, mi si mozza il respiro.

-Mi hai sentito?! Cos’hai, sei sordo?! Avanti, cazzo, rispondi!-
Scuoto la testa, ma questa volta rispondo.
-Si, c-c-ce l’ho la rag-g-ragazza-
Maledetta voce. I tipi scoppiano a ridere. Risate fredde. Cattive, piene d’odio. Per cosa? Io non gli ho fatto nulla. Non li conosco nemmeno.
Questa volta un calcio. In faccia. Sento un liquido caldo scivolarmi lungo il sopracciglio sinistro. Sangue.
-Cosa hai detto?! Eh, coglione?! Cosa hai detto?!-
Un altro calcio. Basta. Non ce la faccio più. Mi pulsa la testa. Vedo offuscato.
Da lontano sento una voce. Kate. E’ venuta per godersi lo spettacolo.
-Basta, ragazzi. Basta così. Smettetela. Non vedete che non si regge in piedi?-
Uno dei ragazzi ride. Un altro calcio. Su un fianco. Fatico a respirare. Devo avere una costola incrinata.
-Basta-
Kate mi difende. Devo essere conciato proprio male.
-Cos’è? Ti sei innamorata di lui, troietta?!-
-No!-
Un altro calcio. Adesso basta. Mi alzo, di scatto. Barcollo. Non ci vedo. Un po’ per la pioggia un po’ per il dolore.
Mentre il tizio è girato gli tiro un cazzotto nello stomaco. Si piega in due. Kate grida. Gli altri iniziano a tartassarmi di calci e pugni. Cado a terra. Tossisco. Non ce la faccio più. Il dolore non mi permette di ragionare.
Davanti a me vedo solo un baluginio di metallo.
Sento Kate che urla
-No!! Mike! Non farlo!-
-Fanculo, zitta! Adesso lo sistemo io.-
Un dolore lancinante mi trafigge il petto. Cerco di urlare, ma dalla mia bocca non esce nessun lamento.
-No!-
Kate urla. Piange. I ragazzi che mi hanno massacrato non ci sono più. Davanti a me c’è solo Kate. Si copre la bocca con le mani e scappa via.
Mi sembra di avere il cuore nello stomaco. Mi passo una mano sul torace. Altre fitte di dolore. Brucia e fa male. Sento un manico. Sembra un coltello. Mi hanno pugnalato.

Sospiro. Un'altra fitta di dolore.

Sto per morire?

La pioggia batte sul mio viso.

Chiudo gli occhi.

Io voglio morire.

Molte volte ci accorgiamo che ogni azione che compiamo non cambia la nostra vita. Che cos’è la vita? Io una volta pensavo che vivere fosse esistere, ma mi sbagliavo di grosso. Vivere significa ridere, scherzare, divertirsi, sudare, piangere, urlare, affaticarsi, amare. Ognuno di noi ben presto si rende conto che tutto questo diventa sempre più difficile.

Ho paura.

Io non so cosa volevo fare nella mia esistenza. Pensavo solo una cosa: essere felice.

Eh, lo so che chiedevo troppo.

Ho fatto delle scelte. Ho paura. E se ho fatto le scelte sbagliate? Non posso riavvolgere la pellicola e tornare indietro. La vita era difficile. Vi sembrerà una domanda banale, ma… Perché non esiste la macchina del tempo? Sarebbe fantastico poter vivere in un'altra era. Dove la società non ti richiedeva di essere in un certo modo. Perché è problematico.

Volevo solo fare la cosa migliore. Volevo essere una persona migliore. Volevo poter trovare la stessa felicità che provavo assentandomi dal mondo versando un cucchiaino di zucchero nel caffè.

Fa freddo qui.

Il cielo è grigio.

Piove.

La pioggia è bella, non trovate? Da piccolo mi piaceva pensare che le gocce di pioggia fossero le lacrime del mondo per la malvagità degli uomini.  Ora so che gli uomini sono malvagi, ma non c’è nessuno che piange per loro.  Perché la pioggia cade a gocce? Vi immaginate se la pioggia cadesse tutta insieme? Di botto. Tu stai passeggiando per la strada e ad un certo punto vieni schiacciato da un mare d’acqua. Bum. Ti ritrovi a terra, tramortito. Come un secchio che si rovescia.

E’ divertente.

Le persone ridono per le disgrazie che capitano ad altri. E’ una cosa perversa, eppure lo si fa tutti i giorni.

Io... non so chi sono. Mi volto verso il mio passato e vedo che è migliore di adesso. Magari potessi tornare indietro. Volevo solo avere un posto nel mondo e svilupparlo bene.

Come fanno le persone a prendere delle scelte? La verità è che io non ho la forza di volontà necessaria per portare a termine quello che incomincio.

Sono un rifiuto pensante.

Inizio una storia e poi la lascio a metà. Inizio un progetto e lo abbandono subito dopo. Ho troppe idee che mi vorticano in testa e vorrei realizzarle tutte.

Vorrei che tutto fosse più semplice, ma se lo fosse non sarebbe più interessante e se non fosse interessante allora sarebbe noioso e a quel punto... sono sicuro che desidererei che fosse tutto più complicato.

Voglio essere felice. I want to be happy.

Perché nella vita non succede nulla di anomalo?

Se chiudo gli occhi vedo nero, allora i sogni sono scuri?

Avete mai pensato a come sarebbe abbandonarsi a se stessi. Froid diceva che l’uomo è controllato da due impulsi, d’amore e d’odio. Eros e Thanatos. E che noi abbiamo una coscienza, il Super Ego, un conscio, Ego, e un inconscio, Es.  Avete mai provato ad immaginare di lasciarvi sopraffare dall’inconscio? Io lo so cosa farei.
Ucciderei la mia famiglia, urlerei, spaccherei ogni singolo mobile di casa e poi gli darei fuoco e godrei nel guardare mentre si trasforma in cenere. Berrei alcool fino a scoppiare, fumerei, mi farei di droga e farei anche altro, che potete immaginare cosa sia, ma che mi da ribrezzo perfino a scriverlo.
Solo al pensiero mi si chiude lo stomaco. E’ orribile. Per me, cioè l’Ego.

Io sono l’Ego.

Nessuno sa cosa voglia davvero l’inconscio, è nascosto dentro di noi e ci graffia coi i suoi artigli, tentandoci. 

Ognuno di noi ha il suo Mr. Hyde.

Rido amaramente di me stesso.

Sono l’ardente senso di rifiuto di Roy.

Vi è facile capire in che stato mi trovo in questo momento. Ma è facile riflettere su questioni difficili quando sei in questo stato.

Sono la totale mancanza di sorpresa di Roy.

Sto per morire.

Rido.

   
 
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