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Autore: LADY_youkai    23/02/2011    2 recensioni
Che cos'era quella strana sensazione? Quel colpo al cuore? Eppure sapeva che non c'era nessuna cattiveria in quella frase, in quel tono così dolce e accogliente...eppure...Perché aveva paura di essere sempre fuori posto?
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Reita, Ruki
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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rr

L'ispirazione c'era...ma non avevo voglia di scrivere XD

Chiedo scusa u__u

Ah! Prima di iniziare...Aoi si è già fatto biondo XD E si è anche tagliato i capelli..non si sa quanto è_é per questo ho detto che gli ho scritto! Per sapere XD

Ecco, fine v.v Buona lettura *W*


Chapter Three


Corsero verso casa, completamente bagnati dalla pioggia: era stato un attimo, un temporale violento si era abbattuto senza preavviso e loro ne avevano pagato le conseguenze. Takanori amava stare sotto l'acqua, sentire i vestiti aderire al corpo, così come i capelli al viso: erano le volte in cui poteva piangere davanti agli altri senza dare troppo nell'occhio. Ryo invece odiava la sensazione dei vestiti bagnati, gli davano fastidio.

In effetti loro due erano molto diversi e più di una volta Takanori si era chiesto che cosa Ryo ci vedesse in lui. Sapeva molto spesso di essere un peso morto, di lamentarsi in continuazione, di non sorridere e di non dimostrare affetto nei suoi confronti...una volta glielo stava per chiedere, ma aveva fatto finta di niente. Non volevo creare situazioni di imbarazzo o altre domande.

Ancora silenzio.

Ce ne erano tanti nella loro amicizia...tutti creati da lui, timoroso e insicuro...

-Maledette chiavi! Dove siete?!- Guardò l'amico cercare freneticamente le chiavi e trovarle poco dopo, vittorioso. Entrarono velocemente, richiudendo la porta quasi con violenza. Respirarono profondamente, mentre il silenzio della casa li avvolgeva. Takanori osservò il ragazzo davanti a lui: possibile che fosse così bello? Guardò quelle labbra che si dischiudevano appena e sentì il desiderio di farle sue in quel momento. Ma non era il caso, molto meglio far finta di niente e togliersi le scarpe, lasciandole in un angolo

-Sono tutto bagnato!-

-Ma non mi dire...-

-Simpatia, guarda che ti chiudo fuori di casa- Takanori sorrise appena, restando fermo davanti all'ingresso -Che fai? Hai intenzione di restare lì?-

-Ti sporco dappertutto-

-Perché invece io riesco a volare a cinque centimetri da terra...avanti, entra- Annuì appena e appoggiò insicuro il piede sul pavimento. Salì le scale, seguendo l'amico che continuava a imprecare sui vestiti e sulla pioggia torrenziale, mentre lui non poteva far altro che continuare ad ammirarlo. Amava la sua schiena, lo faceva sentire al sicuro, protetto...tutto di lui..ogni minimo gesto...era come se lo facesse meglio di tutti gli altri. Ai suoi occhi era perfetto, perfino dei difetti.

Lui invece era pieno di imperfezioni e non bastava un sorriso falso per nasconderle. Molti se ne erano andati, non erano riusciti a sopportare quei vizi e i modi duri, ma non li aveva mai biasimati, in fondo lui avrebbe fatto lo stesso.

La prima volta che lui e Ryo avevano litigato, già si immaginava a passare da solo ancora una volta interi pomeriggi e a sorbirsi nuovamente le frasi di suo padre che gli ricordavano quanto fosse inutile per l'intero mondo


-Scusami!-

-Cosa?-

-Prima ho urlato troppo e per una cazzata...mi perdoni Taka?-


Era tornato. Esattamente dopo due ore e quarantacinque minuti. Aveva controllato, stupidamente, ma era stato un riflesso incondizionato

-Fai prima tu la doccia, io aspetto-

Si era sempre preoccupato per lui

-Grazie-

Non importava la ragione. Non era mai stata fondamentale.


Era seduto sul letto con ancora l'asciugamano appoggiato sulla testa. Le gocce scendevano dai capelli e bagnavano appena il volto. Il silenzio era disturbato solo dall'acqua della doccia: Ryo stava finendo di lavarsi.

Takanori era fermo, con lo sguardo spento osservava il buio: aveva sempre pensato che quel luogo fosse perfetto: Ryo lo era, così come sua madre, sua nonna e sua sorella. La casa era perfetta perché vivevano assieme. Ridevano, trascorrevano del tempo insieme, si volevano bene...

Lui invece?

Suo padre era un perfetto lavoratore giapponese, sua madre una moglie bellissima. Per non parlare dei figli: esteticamente erano meravigliosi. Ma avvertiva il gelo ogni volta che varcava la soglia di casa e veniva accolto o da indifferenza o da gelide occhiate di fastidio. I capelli erano tinti, fumava, disobbediva e adesso perfino un piercing

-A quando la droga?-

Glielo aveva detto una volta suo padre, quasi con aria di sfida, poco importava se suo fratello nascondeva riviste porno o fumava canne di nascosto. Però ogni volta provava a migliorare, ma tutti i tentativi fallivano sempre miseramente

-Si stava meglio quando ero figlio unico-

Una volta erano felici...che cosa era andato storto?

Si alzò, sentì una morsa al cuore e un groppo alla gola.

Dove e quando aveva sbagliato?

"Sai Takanori, papà non lo dice con cattiveria"

Era da tanto tempo che non lo chiamava Taka-chan, aveva perso il conto degli anni ormai. Lei non aveva mai detto nessuna parola cattiva, ma d'altra parte non aveva mai mosso un dito per proteggerlo.

Guardò una foto di sul comodino: c'era ancora suo padre. Era così piccolo lì Ryo, rideva e continuava a farlo.

Dove erano quelle foto a casa sua?

-Aah! Ora sto meglio!- Sentì l'amico avvicinarsi e ringraziò di avere ancora il capo coperto dall'asciugamano -Che diavolo ci fai al buio? Perché non...- Ryo smise di parlare e osservò la figura dell'amico davanti a lui -Taka?- Si avvicinò e non venne fermato dall'altro mentre gli levava quell'inutile oggetto da sopra la testa.

Lacrime. Perché piangeva?

-Taka...-

-Scusami Ryo...scusa...- Sentì le braccia dell'amico stringerlo a sé, senza fare domande.

Sapeva di pulito...

Perché non ricambiare l'abbraccio questa volta?


Continua...


Ringrazio per i commenti e per chi ha messo la ff tra i preferiti *W* Era da un po' che non scrivevo su loro due, mi sono mancati ; ;

Al prossimo capitolo!

  
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