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Autore: Aurora Barone    23/02/2011    1 recensioni
anno 2020, In Giappone sono stati realizzati moltissimi robot che convivono "pacificamente" con gli esseri umani, anche se questa convivenza pacifica è una vera forzatura fatta di prevericazioni da parte degli esseri umani.
Echiko è uno di questi robot, solo che lei in realtà è per metà umana e per metà robot e in passato era un essere umano, ma le è stato cambiato il suo aspetto e la sua memoria è stata cancellata.
Ma se incominciasse a ricordare le sue vere origini? E se il legame con il suo padrone non fosse uno dei migliori, potrebbe riuscire a sottrarsi ad esso? Sopratutto se lui è anche molto bello, seducente e anche molto lunatico...Ma in particolare c'è un braccialetto che impedisce ai robot di sottrarsi al volere dei propri padroni e che impone ai robot di proteggere il proprio padrone dagli eventuali pericoli.
Echiko non riesce ad accettare questa condizione di sottomissione sopratutto perchè Itou è davvero un tipo insolito, prima la tratta male, ma poi la bacia e la tira fuori dai guai. E poi c'è Yoto l'amico di Itou che si mostra interessato a lei, ma Itou sembra non sopportare il fatto che il suo robot frequenti il suo amico...E poi c'è quel robot a scuola che Echiko crede che abbia una voce molto familiare...
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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(Avvertimento: La storia come già detto nella trama è ambientata in un eventuale futuro...dato che io sostengo la teoria che il mondo non finirà nel 2012, ma penso soltanto che le condizioni di vita peggioreranno, nonostante le costanti evoluzioni scientifiche quindi anche queste piogge inquinate e tutto il resto sono frutto della mia fantasia come molti altri elementi, insomma è una mia visione del mondo futuro)

 

Quella mattina stava piovendo, era una di quelle piogge tossiche e inquinanti, il cielo era scurissimo e si udiva lo spaventoso frastuono dei tuoni.

Mi alzai di fretta e furia, non volevo discutere con Itou e non volevo neppure che sbucasse nella stanza come il giorno precedente.

Entrati su quella limousine, osservai le strade illuminate dalla luce artificiale dei lampioni, senza quella luce le strade sarebbero rimaste tutte buie dato che il sole iniziava a farsi vedere sempre meno.

Erano rare le giornate di sole e queste di solito erano le più tremende, perché il caldo era asfissiante e difficile da sopportare e spesso si sentiva di gente che perdeva i sensi a causa del forte scirocco.

Quindi in un certo senso erano da preferirsi le giornate di pioggia, anche se quelle di pioggia acida non erano piacevoli.

Il televisore ultrapiatto della limousine trasmetteva il notiziario del mattino, la giornalista diceva le eventuali precauzioni da prendere in quel giorno di pioggia acida.

“ Evitate qualsiasi contatto con la pioggia e se potete usate delle mascherine per uscire...evitate di respirare l'aria tossica...” disse la giornalista.

“Che esagerazione!” sostenne Itou.

“Non si scherza in queste cose, ci sono state persone che si sono beccate tumori e malattie gravi per aver solo inalato l'aria di questa pioggia!” disse l'autista.

Così non appena uscimmo dalla macchina indossammo delle mascherine che ci diede l'autista, Itou non era affatto contento di dover indossare quell' affare.

Non era poi una comune mascherina ma era una di quelle di plastica nera che copriva l'intero volto,dal naso, le orecchie fino ad arrivare agli occhi in cui c'era una plastica trasparente che ci permetteva di vedere e poi c'era una bombetta da cui passava l'ossigeno.

Non avevo mai indossata una, non avevo mai ritenuto che la pioggia acida potesse essere così dannosa alla salute, anzi avevo sempre sottovalutato l' eccessiva preoccupazione di Liriko.

Già, quel famoso giorno di pioggia acida, ma in quel caso non fu la pioggia acida ad averci ucciso ma quei tipi mascherati.

Indossavano forse una mascherina come quella che stavamo indossando io e Itou?

Si, doveva essere una di quelle mascherine, poi sembrava essere esplosa la moda delle mascherine, tutti i ragazzi prima di entrare a scuola le indossavano.

Nella mia scuola mia e di Liriko avevamo visto poche volte ragazzi girare con quelle mascherine, ma in quel periodo mi ricordai che le piogge acide erano abbastanza rare, mentre adesso stavano diventando sempre più frequenti.

Arrivati dentro scuola e ormai tolta la mascherina gli domandai“Ma la pioggia acida può causare malanni anche a me? Io sono un robot non dovrei esserne immune?”

“Uhm non proprio... dato che sei per metà umana...”

“Uffa... non riesco a cavarci nulla di buono nell' essere un robot!” sbuffai seccata.

“Avere un padrone bello come me, non ti basta?” disse iniziando a pavoneggiarsi.

“Ma piantala!” dissi lasciandomi scappare un sorriso, in fondo mi faceva ridere quando iniziava a darsi tante arie,si ok era fastidioso il più delle volte, però era anche buffo.

Dopo il sorriso svanii via non appena incrociai lo sguardo fosco di Lydia, anche Itou si fece di colpo serio.

Poi mi trascinò in un angolino appartato del corridoio della scuola, sembrava dovesse dirmi qualcosa di importante.

“Echiko ci toccherà stare attenti a quella ragazza, anzi a quel robot, lo è per forza se è riuscita a batterti in quel modo...e poi ho come l'impressione che mio padre sappia qualcosa su questa faccenda di questa ragazza,ma non vuole dirmelo!”

“Io vorrei tanto capire cosa cerca in quella tua testa bacata!” esclamai cinicamente.

“ Non ne ho idea, però so che mio padre mi sta nascondendo qualcosa su questa storia...e tu non sei di certo un robot domestico, sei troppo protettiva nei miei confronti, per essere un comune robot...”

“Eh? Dici?” domandai stralunata.

Poi mi tornarono in mente le parole del padre, diceva che il mio preciso dovere era quello di difendere il mio padrone anche se non mi era simpatico.

Per questa ragione mi aveva creato per proteggere Itou da quel pericoloso robot?

“Sai una cosa quella ragazza indossa quel crocifisso azzurro in stile antico, forse in stile medievale, mi è così familiare, ma non riesco a capire dove lo posso aver già visto, poi anche la sua voce è come se l'avessi già sentita da qualche parte...”

“Forse nella tua vita precedente la conoscevi, forse come te prima di diventare un robot era umana” disse lui dandomi modo di riflettere su quell'eventualità.

Poteva essere possibile... potevano avergli cambiato viso, poi ad un certo punto mi tornò inspiegabilmente in mente Liriko.

Giusto Liriko! Era lei a possedere un crocifisso identico!

No, doveva essere una dannata coincidenza, non poteva trattarsi della mia migliore amica.

Lei non mi avrebbe mai fatto del male a nessuno, lei era buona, dolce e timida.

Mi tornò in mente il giorno in cui la conobbi, era il primo giorno di scuola, io mi sentivo a disagio.

Era il primo giorno in cui mettevo piede alla scuola media ed ero ancora una ragazzina molto impacciata e per nulla sicura di sé.

Non appena incrociai il mio sguardo capì che si sentiva nel mio stesso stato d'animo, era silenziosa e solitaria, mentre gli altri ragazzi e ragazze ridevano e scherzavano in modo eccessivo, alcuni erano dei veri scalmanati.

A ricreazione volli darle a parlare, mi sembrava la sola persona in quella classe che mi potesse piacere perché gli altri non facevano altro che starnazzare.

Era difficile riuscire ad intrattenere una conversazione con lei, sembrava che lei avesse innalzato un muro, una sorta di barriera difensiva fra lei e gli altri, però mi piaceva quella ragazza, aveva un modo di fare molto educato e tranquillo, sembrava anche una di quelle persone molto riflessive che evitano le discussioni superflue, infatti era così.

Con lei si poteva scherzare, però con lei la linea che separava un discorso serio da uno scherzoso era sottilissima, spesso riuscivo a intrattenere certe conversazioni che con altre persone non avrei mai potuto fare.

Come mi mancava! Mi mancavano le nostre lunghe e intense conversazioni da quelle più serie a quelle più stupide che facevamo per non pensare alla scuola, ai problemi familiari e sentimentali.

Ma non potevo veramente credere che Liriko e Lydia fossero' la stessa persona c'era una differenza di aspetto abissale e anche caratterialmente erano del tutto differenti.

No, non poteva essere vero e poi voleva far del male ad Itou, lei non avrebbe mai fatto del male a nessuno, lei era troppo buona.

Lei era quella che aiutava tutti a scuola, anche le ragazze che si prendevano gioco di lei, le aiutava a studiare...quindi no, non poteva essere lei!

Una parte di me avrebbe tanto voluto e desiderato che Liriko fosse ancora viva e avrebbe anche accettato quell' eventualità che fosse appunto Lydia, ma l'altra temeva quell' eventualità anche se non avevo ancora chiare le intenzioni della ragazza nei confronti di Itou.

“Echiko!” mi chiamò Itou sventolando una mano vicino al mio campo visivo.

Mi destai dai miei pensieri e poi mi chiese “Non è che hai una mezza idea di chi possa essere questa fantomatica Lydia?”

“No, affatto!” esclamai non volendo neppure accennare a quel dubbio che mi aveva attraversato la mente perché non poteva essere lontanamente possibile.

Poi però ripensando alla voce di Lydia e di Liriko erano identiche, anche se la tonalità di quest'ultima era rabbiosa e maligna,mentre quella della mia amica era sempre stata quella di una ragazza dolce e un po' timida.

No,non volevo più pensarci era impossibile!

“Se sai qualcosa dovresti dirmelo!” esclamò lui iniziando ad innervosirsi.

“Non so nulla!” mi irritai.

Dopo di ciò suonò la campanella, le lezioni erano noiose come al solito poi la professoressa fece un compito a sorpresa di letteratura giapponese su quegli argomenti che avevo fatto ripetere ad Itou.

Lessi la disapprovazione negli sguardi dei compagni: c'era chi per tutto il compito non aveva fatto altro che fissare il vuoto, persino la figlia del ministro giapponese non sapeva fare il compito.

Iniziavo a godere nel vederla in difficoltà, mentre io scrivevo su quel foglio con non pochi problemi, stranamente ciò che mi aveva ripetuto Itou mi era rimasto impresso nella mente.

Sentivo la sua voce roca dentro la testa dettarmi ciò che dovessi scrivere su quel foglio bianco.

Poi la vidi scrivere frettolosamente un fogliettino,mentre la professoressa si distraeva e lo passò ad una compagna che poi lo passò ad un'altra, insomma tutti si passarono questo foglio fino a che non giunse a me?

Non lo lessi neanche,non lo avevo neppure preso tra le mani, mi era stato lanciato sul banco.

Ma dedussi che fosse uno di quei fogli del tipo “Mi passi il compito?”

A quanto pare nessuno sapeva fare quel compito o tutti si erano rifiutati di aiutarla ed io avrei dovuto farlo? Nascosi il foglio davanti al portacolori e poi aspettai che la professoressa si distraesse per poterlo passare al banco dietro di me (quello di Itou) o comunque dovevo trovare un modo per sbarazzarmene.

Ma dopo vidi la professoressa passare nei banchi e sbiancai di colpo, il panico prese il sopravvento.

Non volevo passare i guai per colpa di quella cretina! Ma non potevo far nulla dato che la professoressa stava tutto il tempo ad osservarci e poi non staccava gli occhi di dosso dal mio banco.

“Bè cos'hai lì?” domandò lei non appena raggiunse il mio banco.

“Ah ecco quello è...” esclamai incerta.

L' insegnante mi guardò con un espressione torva e contratta e poi prese il foglio che avevo accanto al portacolori e lo lesse davanti a tutti “ Mio amato padrone passami il compito!”

“Vorresti spiegarmi cos'è questo?” domandò la professoressa infuriata.

“ Non sono stata io a scriverlo...” risposi con titubanza sapendo che non mi avrebbe mai creduto.

“ Kayashi e tu 660 subito in presidenza!” disse ritirandoci i compiti.

“Ed io cosa centro?” domandò Itou irrigidendosi.

“ E' il tuo robot quindi sei responsabile anche di quello che fa e poi stava chiedendo aiuto a te!”

“E comunque lo sappiamo tutti qui, che non è stata Echiko a scrivere quel foglio ma che sono stati gli altri compagni...”

“Osi pure colpevolizzare i tuoi compagni?” domandò l'insegnante irritandosi.

“Lei gli regge il gioco solo perché non sopporta i robot e l'idea che io sia figlio di uno di quelli che li costruisce non le va a genio” controbatteva con convinzione,mentre i compagni lo osservavano inferociti.

Lui con strafottenza esclamò “Bè che avete da guardare, non sono degno del vostro rispetto perché sono figlio di un robottaio...bene! E neanche voi siete degni del mio rispetto, fate tanto gli spavaldi contro chi non si può difendere! Siete solo degli insulsi vigliacchi ecco cosa siete!”

“Andate subito in presidenza!” si adirò l'insegnante.

Ed eccoci di nuovo in quella presidenza in cui quello stupido preside non faceva altro che ribadire ad Itou di quanto la sua situazione scolastica non fosse ottima e di quante delusioni avrebbe dato al padre.

Itou non tentò neppure di spiegargli com'erano andate le cose si limitò ad annuire con aria assente a quel che diceva il preside,mentre io lo osservavo con una certa ammirazione.

Mi era piaciuto quello che aveva detto alla professoressa e ai compagni, era stato così diretto e sincero infischiandosene che avrebbero potuto sospenderlo di nuovo.

Fortunatamente il preside sembrava piuttosto cauto, non voleva dargli un'altra sospensione a patto che si scusasse con l'insegnante ed il resto della classe, ma Itou aveva l'espressione come di chi non ha alcuna intenzione di farlo e potevo ovviamente capirlo.

Neanch'io avevo intenzione di scusarmi, non avevamo fatto nulla di male!

Usciti dalla presidenza mi sentii in dovere di ringraziarlo, ma lui disse “Guarda che non l'ho fatto per difenderti l'ho fatto solo per me stesso, sono stanco del fatto che ce l'abbiamo a morte con me perché sono figlio di un robottaio!”

“Bè comunque sei stato grande, devo ammetterlo mi hai piacevolmente colpita!” esclamai incrociando i suoi occhi verdi.

“Oh ma davvero?” domandò sarcastico dandomi uno scappellotto sulla nuca.

“Ai ai! Mi hai fatto male, ma sei scemo!” lo insultai massagiandomi la testa.

“Bè adesso sono certo di averti colpito letteralmente!” disse ridendo.

“Sei un imbecille!” dissi lasciandomi scappare un sorriso.

Prima di raggiungere la classe, lo osservai dicendo sciocciata “ Ci toccherà scusarci...”

“ la sospensione mi pare un'ottima prospettiva, non venire a scuola per settimane... si credo che sarebbe il massimo, l'unico problema sono le ramanzine e le punizioni di mio padre, però a parte quello... chi se ne frega!” disse strafottente.

Era così immaturo e spensierato, io non ero mai stata così.

Aiko era sempre stata la ragazza diligente, studiosa ed educata, non avevo mai preso una sospensione in vita mia.

E quando prendevo un pessimo voto, ero tra quelle che si disperava.

Ero sempre stata così e a causa di questo non avevo mai avuto tanti amici, ero sempre stata una di quelle ragazze che le compagne trattavano solo per farsi aiutare nei compiti e la mia unica e vera amica era stata Liriko, mentre le altre non erano altro che false amicizie.

Guardando la mia nuova vita, la mia vita sociale era peggiore di quella precedente, a parte Sayoko e Yoto e forse Itou, tutti gli altri mi detestavano.

Almeno quand'ero stata Aiko mi ignoravano semplicemente e mi tenevano in considerazione solo per i compiti, mentre adesso ero oggetto di prese in giro e di vero e proprio bullismo.

“ Uhm credo di averci ripensato...ci toccherà seriamente scusarci...” disse facendosi serio.

“Come mai hai di colpo cambiato idea?” domandai sorpresa.

“ No è che stavo pensando che mia madre non sarebbe contenta della sospensione...e sicuramente mio padre glie lo direbbe per lettera”

Quando parlava della madre i suoi occhi sembravano accendersi di vita, non sapevo come spiegarlo, ma diventava un altro Itou, in Itou profondamente dolce che non conoscevo.

Se avesse scoperto quell'amara verità avrebbe sofferto tantissimo, iniziai a sentirmi profondamente triste per lui.

Forse avrei dovuto dirgli la verità, ma se lo avessi fatto il padre si sarebbe infuriato con me e poi il maggiordomo mi aveva detto di non dirgli niente.

Era giusto mentire? Era giusto nutrire il cuore di Itou di false speranze come faceva il padre pur di non dargli un dispiacere?

Non sapevo cosa fosse giusto e sbagliato, ma quel che sapevo e che quando Itou parlava della madre non era più l' Itou padrone e spavaldo che ero solita a vedere.

 

Spinto dal desiderio di non dare un dispiacere alla madre si scusò umilmente con i compagni,mentre io lo facevo piuttosto forzatamente, era Itou che mi costringeva a farlo.

I compagni e l'insegnante sodisfatti e maligni per com'erano godevano nel vedere Itou rigare dritto tenendo la testa bassa in segno di sottomissione, ma la cosa che più li divertiva è che lo stessi facendo pure io.

L'odio che nutrivano nei miei confronti era più forte di quello che nutrisserò per Itou, perché io ero il robot, per alcuni la puttana di Itou e per altri una brutta copia degli esseri umani.

Ignoravano il fatto che io fossi stata un essere umano come loro e che avessi anch'io dei sentimenti.

Durante la ricreazione Sayoko si lagnò per il pessimo atteggiamento dei nostri compagni dicendo che Itou avesse fatto bene a dirgli quelle cose, ma che avesse sbagliato a scusarsi.

Itou non disse nulla riguardo le ragioni che lo avesserò spinto a scusarsi, forse si vergognava a mostrare quella sua debolezza, ovvero l' affetto che nutrisse per la madre e che l'idea di dovergli dare un dispiacere non gli piacesse affatto.

Allora perché lo aveva confidato a me?

Quel ragazzo era davvero enigmatico, non si capiva mai cosa gli passasse per la testa.

Sopratutto in quei momenti in cui rimaneva in silenzio ad osservare me, Sayoko e Yoto che parlavamo.

“Itou potresti un po' interagire!” disse Sayoko ridestandolo da chissà quale pensiero.

“Bè di che parlavate?” domandò lui non avendo seguito affatto i nostri discorsi.

“Stavamo parlando di quella gita...è davvero assurdo che la professoressa voglia che Echiko attraversi quel ponte pericoloso tutta da sola, personalmente credo tu debba parlarne con tuo padre...lui sicuramente glie ne dirà quattro!”

“Guarda che sono le disposizioni sui robot a sostenere che se in una gita scolastica c'è un ponte o un percorso pericoloso qualora vi sia nella classe almeno un robot, dovrà essere questo robot a passare per prima” disse Itou.

“Che leggi assurde!” esclamai scocciata.

“Non ti preoccupare quel ponte è stata ricostruito per bene per evitare che si ripetesserò altri tremendi incidenti...” esclamò Yoto per tranquillizzarmi.

“Io non ne sarei così certo, anzi credo che la professoressa abbia proposto quel percorso di proposito per farci cadere Echiko...” disse Itou iniziando a mettermi ansia.

“Itou adesso non esagerare!” esclamarono Yoto e Sayoko notando l' ansia impressa nei miei occhi.

“Ho sentito che la nostra insegnante aveva un figlio...” disse lui incominciando a diventare serio.

“E' questo che centra?” domandai.

“Ho detto aveva ...perché...questo figlio le è stata ucciso da un robot impazzito, per tale ragione odia tremendamente i robot e vuole rivendicarsi su di te...sulla morte di suo figlio!”

“Ma è assurdo...non sono stata io ad uccidere suo figlio...”

“Già ma sei sempre uno di loro e quindi...” esclamò lui come se in un certo senso la giustificasse.

“Itou smettila di scherzare, la stai spaventando!” disse Yoto.

“ Sto solo dicendo come stanno le cose...” disse Itou in tono pacato.

“Comunque a parte questo...” disse Yoto pronto a cambiare discorso poi aggiunse rivolgendosi ad Itou “ Vorrei uscire con Echiko e c'era scritto in una di quelle disposizioni che dovrei chiederti il permesso...”

Arrossii di colpo, ero in soggezione sopratutto perché dopo le parole pronunciate da Yoto, Itou mi guardava con un espressione attenta e silenziosa,sembrava come se stesse cercando qualche risposta dai miei occhi castani.

“Bè avevo già detto ad Echiko che non è fattibile...quindi la mia risposta è chiaramente no!” disse freddamente distogliendo lo sguardo da me per spostarlo verso quello dell'amico.

“Quindi voi due uscite insieme!” disse Sayoko sorridendo a me e a Yoto, non curandosi affatto delle parole di Itou.

“Perchè non vuoi che esca con Echiko?” domandò Yoto.

“Non mi va ecco tutto...” rispose in tono piuttosto spicciolo e sbrigativo.

“Itou vorrei parlarti in privato...” propose Yoto.

“Ei aspettate la discussione riguarda anche me! E comunque io faccio ciò che mi pare! Sono io che decido con chi uscire!” esclamai con irritazione.

“Echiko lascia fare a me!” disse Yoto facendomi l'occhiolino prima di allontanarsi con Itou.

Avrei voluto spaccare la faccia sia a Itou che a Yoto mi trattavano come un loro giocattolino, potevo capire che lo facesse Itou, ma pure Yoto!

Io e Sayoko eravamo ormai rimaste sole sedute al tavolo della mensa, la sentii ridere di gusto.

“E tu che hai da ridere?” domandai scocciata.

“Bè mi sembra una di quelle vicende da romanzo, la ragazza contesa tra i due migliori amici!”

Mi andò il pane di traverso non appena lo disse.

“Ma che dici...non sono contesa da nessuno...”

“Questo perché non sei abbastanza sveglia per accorgertene, ma io l'ho capito subito! Ad Itou piaci molto... solo che lui non lo ammetterà mai, è troppo orgoglioso per ammettere che gli piace un robot,mentre Yoto non si fa di questi problemi!”

Scoppiai a ridere, quella ragazza aveva davvero una gran bella fantasia.

Ad Itou non piacevo affatto, anzi tutto il contrario, riguardo a Yoto forse...

Forse a Yoto piacevo, ma tutta al più come amica.

“Hai una gran bella fantasia...” esclamai ridendo.

“Guarda che non ho mai visto Itou guardare qualcuno come guarda te... Persino quando affermava di essere innamorato di me, non l'ho mai visto guardarmi in quel modo...”

“Sei esilarante!” dissi continuando a ridere.

I due contedenti come li chiamava Sayoko erano tornati, stranamente mi parvero essere giunti ad un accordo pacifico.

Itou aveva acconsentito alla nostra uscita in modo non molto allegro, però aveva acconsentito.

Mi parve molto strano quell'improvviso consenso, chissà cosa diavolo aveva detto Yoto per convincerlo.

Dopo la scuola ormai giunti dentro la limousine, continuavo a non capire perché per farsi venire a prendere da scuola dovesse usare una macchina così appariscente.

Comunque a parte questo ormai giunti in quella macchina, gli chiesi“ Ma che ti ha detto Yoto per convincerti?”

“ Nulla, che ti riguardi!” esclamò scocciato.

“Che ti ha per caso ricattato?” domandai divertita.

“Che te ne importa! Non volevi uscire con Yoto, bene hai la tua uscita, il resto non importa!” esclamò sgarbato.

“Sei per caso arrabbiato?”

“Io, ma figurati! Arrabbiato e di cosa? Dammi un motivo per cui dovrei essere arrabbiato?!” disse in un tono che diceva tutto il contrario.

“Bè non so tipo perché mi avevi detto di non stare troppo vicina a Yoto”

“Non ho intenzione di continuare questa inutile conversazione!” disse distogliendo lo sguardo guardando fuori dal finestrino.

 

Era davvero incomprensibile, però mi dispiaceva quel suo atteggiamento, avrei tanto voluto che tra di noi si creasse un bel rapporto, perché vivevamo sotto lo stesso tetto e poi avevamo quel legame padrone e robot che forse non avrei mai accettato pienamente... sopratutto se avesse continuato ad assumere quell'atteggiamento.

“Senti non mi va che tu sia incazzato con me” dissi richiamando la sua attenzione.

“E perché mai?” mi domandò.

“Bè perché essendo legati da questo rapporto forzato dobbiamo cercare di trovare almeno un equilibrio tra di noi!” dissi con tranquillità poi aggiunsi “ So che io non ti piaccio e neanche tu non mi piaci, però dobbiamo cercare di andare d'accordo...”

“Bè non mi risulta che non ti piacessi quando mi hai baciato o quando mi stavi sbottonando la camicia!” disse alterato.

“Veramente sei stato tu a baciarmi...e ad avermi tolto per primo i vestiti...” dissi agitandomi tra un misto di rabbia e imbarazzo.

Ecco avevamo ripreso a litigare, io stavo cercando di mettere la pace e lui invece continuava ad attaccare briga.

Non capivo perché se la fosse presa tanto quando gli avevo detto quel “ Non mi piaci”.

Forse tutta questione di orgoglio pensai tra me.

 

Non sarei mai riuscita ad andare d'accordo con lui, pensai afflitta non appena lo vidi scendere dalla macchina sbattenendo furiosamente la portiera dell'auto.

 

Il pranzo si svolse come al solito in un devastante silenzio spezzato dal suono della tv che trasmetteva il notiziario.

“Un'altra mattina di uccisioni misteriose da parte di uomini con mascherine antipioggia” disse la giornalista rammentandomi della mia morte misteriosa e di quella della mia migliore amica, anche noi eravamo state uccise da degli uomini con delle mascherine.

Avrei tanto voluto vederci chiaro su quella faccenda, scoprire almeno la ragione per cui ero stata uccisa e perché adesso mi trovavo a dover essere il robot di uno come lui, pensai osservandolo mentre lo vedevo mangiare il sushi.

“Com'è andata a scuola?” domandò il padre.

Itou non rispose alla domanda, ma rivolse al padre un'altra domanda “ E' arrivata qualche lettera di mamma?”

“Prima rispondi alla mia domanda!” lo ricattò il padre.

“Tutto bene!” rispose lui.

“Bè ecco è arrivata una lettera di tua madre, ma potrai leggerla solo quando i tuoi voti saranno migliorati...” disse continuando a ricattarlo.

Era meschino il mezzo di cui si serviva per convincerlo a studiare.

“Papà stai scherzando vero?” domandò lui irritandosi.

“No, affatto...mettiti a studiare seriamente e potrai leggere la lettera...” disse il padre mostrandosi deciso e impassibile.

“E la mamma è al corrente di questo ricatto che mi stai facendo?”

“Si anzi lo abbiamo deciso insieme...”

“Sei un vero bugiardo, scometto che la mamma non ne sa nulla di questo tuo subdolo ricatto!”

“Le manderò una lettera e le ammetterò al corrente di tutto!” disse Itou infuriato.

“Bene, scrivi questa lettera...” disse il padre senza scomporsi affatto.

 

Anche quel pomeriggio dovetti aiutarlo con lo studio, questa volta mi parve davvero preso dai libri.

Il ricatto del padre era efficace, non appena c'era di mezzo sua madre Itou avrebbe fatto l'impossibile, anche se la matematica non era affatto il suo forte.

“Non ci capisco niente, non ce la farò mai a prendere un voto decente in questa materia!” ammise disperato.

Aveva persino dimenticato la nostra lite avuta in macchina e mi aveva chiesto umilmente soccorso dinnanzi un esercizio che non capiva.

“Certo che sei un po' tonto!” dissi ridendo, non riuscendo affatto a capire come facesse a non capire degli esercizi semplici ome quelli.

“Immagino che quando eri un essere umano non eri così brava con la matematica! Sei tanto brava solo perché sei un robot!”

Aveva ragione!

Aiko era sempre stata un vero disastro con la matematica,mentre adesso quegli esercizi che mi erano sempre parsi incomprensibili. Da Echiko mi parverò così chiari e semplici.

Bè allora qualcosa di buono c'era nel diventare un robot! Ero diventata più intelligente!

Dopo averlo aiutato e avergli spiegato più volte quegli esercizi gli domandai “ Adesso vuoi dirmi perché in macchina mi hai fatto quella specie di scenata?”

“E perché vuoi saperlo?” domandò lui.

“Bè semplice curiosità...”

“Mi dispiace, non credo di essermi comportato bene nei tuoi confronti...” disse cogliendomi alla sprovvista.

Lui si stava scusando? Mi diedi un pizzicotto sulla guancia per svegliarmi da quel sogno, ma mi resi che non era affatto un sogno, lui si era per davvero scusato.

“Hai ragione dobbiamo cercare di andare d'accordo dato il rapporto che ci lega, anche perché potresti decidere di assumere una tua piena autonomia e quindi potresti smettere di proteggermi qualora quella Lydia decidesse di attaccarci di nuovo...”

“Sei tremendo pensi sempre a te stesso!” esclamai delusa

“Ovvio! E comunque non ti conviene cercare di assumere una tua piena autonomia, i robot che lo fanno spesso impazziscono...”

“Sei tu che mi farai impazzire!” affermai indispettita.

“Adesso che dici di lavarmi i piedi?” domandò lui ridendo.

“Come scusa?” domandai stranita.

“Bè lo hai detto tu che dobbiamo stabilire un rapporto più armonioso, quindi che dici di iniziare col fare quello che un robot dovrebbe fare, ovvero accontentare i voleri del proprio padrone!” disse con un sorriso sadico sul viso.

Risultava sempre dannatamente bello, anche con quel sorriso sadico e anche mentre facevo lo spavaldo e l'arrogante, rischiavo quasi di sciogliermi come un ghiacciolo, così colsi al volo una scusa come un'altra per andarmene nella mia stanza e farmi una doccia fredda per scacciarlo dai miei pensieri, poi mi tornarono in mente le sciocche supposizioni di Sayoko.

Poi pensai a Yoto,il giorno seguente avrei avuto quell' appuntamento con lui.

   
 
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