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Autore: MissNobody    23/02/2011    1 recensioni
La vita è come una porta. Alcuni entrano, altri escono, altri indugiano sulla soglia e altri neanche li vediamo.
Ma come fare quando vivere la propria vita diventa la sfida più grande? E quando la vita non guarda in faccia nessuno, nemmeno i Fab4? Una storia senza pretese, non completamente fedele ai fatti realemente accaduti al gruppo, che racconta le vicende di quattro ragazzi speciali e delle persone che con coraggio entrarono a far parte della loro vita.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: George Harrison, John Lennon , Paul McCartney , Ringo Starr
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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 Capitolo 4
 
-Ok, avvicinatevi ora! George, più in alto col mento!- Il fotografo sbraitava ordini da dietro la macchina fotografica, mentre i ragazzi sembravano divertirsi come matti e George si era ripreso, almeno per il momento.
-John, sembri una Drag Queen con quell’espressione ebete- disse il fotografo.
Ringo stava posando senza farci troppo caso, quando la sua attenzione fu catturata da una ragazza dietro al fotografo.
-Bene ragazzi, cinque minuti di pausa!-
-Anne!- disse Ringo, avvicinandosi alla sua ragazza.
-Ciao- disse lei, stampandoli un bacio sulle labbra.
-Come mai qui?- chiese Ringo.
-Il mio servizio è quello dopo il vostro e sono venuta un po’ prima per vedere come te la cavi davanti all’obiettivo!-
-Hey, la macchina mi adora!- disse Ringo facendo un occhiolino e mandando baci a mezza’aria.
 Lei rise di gusto, quel ragazzo le metteva sempre il sorriso.
Dopo che i ragazzi ebbero finito toccò ad Anne posare, e i Beatles si fermarono a guardarla. Soprattutto Ringo.
-Sei splendida come al solito, tesoro!- disse il fotografo.
Anne era decisamente a suo agio tra i flash, e posare la faceva sentire bene, e bella. Forse era un pochino vanitosa, come tutte le modelle.
Mentre il fotografo si sporgeva a dire qualcosa alla sua assistente ne approfittò per strizzare l’occhio a Ringo che stava proprio lì vicino.
 
 
-Ma ci credi che una dea della moda così sta con Ringo Starr?- Il fotografo e la sua assistente ghignarono per un attimo. Un attimo di troppo, dato che Ringo non mancò di sentire  quello che dicevano.
Lui non dubitava di Anne, credeva davvero che lei fosse sincera e lui lo era altrettanto. In precedenza gli era capitato di incontrare solo ragazze che lo usavano per la fama, e la carriera di Anne forse inconsciamente lo faceva sentire più al sicuro.
Ma spesso si era messo a tirare le somme, e guardare la situazione con occhi estranei. Lei, bellissima, splendente promessa della moda europea, che frequentava lui. Non che Ringo si sentisse poco sicuro di sé o altro, in fondo era pur sempre Ringo Starr che diamine, ma non poteva fare a meno di pensare a che cosa ci trovasse lei in lui. Dicono che cose così le pensi quando ti stai innamorando. Bha.
E non era mai stato neanche un tipo geloso, tuttavia i party e i meeting non lo facevano stare tranquillo.
Ma comunque erano solo impressioni, che decise di accantonare per godersi la sua bellissima ragazza mentre posava solo per lui.
- è davvero una sventola- sentì sussurrare alle sue spalle da due uomini.
Già, Anne era stupenda, ed era sua.
Dopo che lei ebbe finito di posare Ringo le si avvicinò.
-Cosa fai stasera?-
-Niente, e tu?- le rispose lei, con una mezza risata.
-Che ne dici di andare a cena fuori?- chiese lui.
-In un ristorante?- sembrava dubbiosa.
-Mi pare scontato, perchè?- chiese Ringo.
-Non so, giornalisti, fotografi, fans…-
-Non c’è problema, conosco un posticino perfetto-
Dopo essersi dati appuntamento per la sera si separarono e Ringo non potè fare a meno di notare un cartellone che ritraeva Jack, l’ex idiota di Anne, che lavorava come modello.
“Ma che paranoie ti fai?”
Una volta in albergo, dopo aver aiutato Paul a segnare il numero di Charlie su ogni agenda e pezzo di carta in circolazione, i quattro si rilassarono fino all’ora di cena.
Ringo era stranamente teso e non sapeva il perché. O forse sì, ma non ne avrebbe parlato con nessuno.
Mentre guidava fino al ristorante dove avrebbe incontrato Anne pensò a come, fino a poco tempo prima, lei era una meta inarrivabile per lui, e ora l’aveva solo per sè.
Anne l’aspettava già seduta e, tra un complimento per gli splendidi baffi finti e una foto ad un paio di bambine, la serata procedette bene.
-Senti, verso le undici c’è una festa al Golden, ti va di andare?- chiese lei.
Ringo in realtà non aveva gran voglia di gettarsi nelle danze.
-Io mi devo alzare presto domani mattina, ma tu vai pure e divertiti- le sorrise lui.
-Sei sicuro? Senò possiamo fare qualcos’altro…-
-No figurati, lo so quanto è importante per una modella apparire sempre nei locali alla moda, va pure-
Dire che non era entusiasta dell’idea era poco, ma non lo lasciò trasparire. Non voleva che Anne scoprisse che era geloso, o peggio insicuro di sé stesso. In fondo si frequentavano da così poco, non voleva commettere gli stessi sbagli di George e John, tendenti all’innamoramento facile e alle grosse cantonate.
Lui voleva andarci coi piedi di piombo, non erano neanche stati a letto insieme!
Dopo la cena pensò molto a come stavano andando le cose, a come sarebbero andate. Quanto ci avrebbe messo Anne a trovare qualcosa di meglio di un batterista di Liverpool? E allora lui sarebbe già stato innamorato?
“Che seghe da sedicenne che mi faccio, sembro George!” pensò tra sé e sé. Ma decise che l’indomani l’avrebbe chiamata.
 
 
-Come va bellezza?- le chiese un tipo dall’alito alcolico, che le ronzava già intorno da un po’.
-Bene, grazie- rispose lei fredda. Voleva togliersi quel tipo di torno velocemente.
-Anne, sei splendida!- disse un altro, figlio di un magnate dell’industria, passando e ammiccando.
Era così stanca, stanca di quel mondo patinato, stanca degli uomini superficiali che la spogliavano con lo sguardo dopo dieci secondi e le rivolgevano la parola solo per portarsela in camera. Insomma, voleva Ringo.
Mentre tutti ballavano e cantavano, lei se ne stava vicino al balcone, un po’ malinconica.
Quanto c’avrebbe messo Ringo a trovare un’altra, una musicista magari, con un animo più colto e raffinato del suo e con gusti affini? E allora lei sarebbe già stata innamorata?
Non voleva prendere una tramvata come quella per Jack, proprio no.
-Hey bellissima che fai lì da sola?- era un ragazzo che le faceva la corte da parecchio, da prima di Jack, e che non demordeva. Lavorava come modello nella loro stessa agenzia.
-Penso un po’-
-Una testolina deliziosa come la tua dovrebbe stare lontana dai pensieri. Vieni, balliamo-
E tempo di protestare che aveva già le sua braccia attorno alla vita. Fu un attimo e un flash accecante l’immortalò in quella posa. E le foto ai party non portano mai nulla di buono.
 
 
-Cosa fai li? La macchina è già giù!- sbraitò Brian.
-Volevo chiamare Anne!- disse Ringo, con una mano giù sul disco del telefono.
-E la chiami dopo, Starr! Siamo in ritardo!- e Ringo si alzò, arrendendosi al tono di Brian che non ammetteva repliche di sorta.
Il viaggio di andata fu molto lungo, dato che stavano andando a fare un sopraluogo della location del loro prossimo film, che avrebbero girato poco fuori Londra.
Nell’attesa Ringo si mise a sfogliare una rivista e l’occhio gli cadde sulla pagina del gossip.
Strabuzzò gli occhi.
Come si reagisce ad un colpo che si è visto arrivare?
 
 
-Quando me lo farai conoscere?- chiese impaziente Julia, strofinandosi le mani.
-Abbiamo appena iniziato ad uscire, fare già le presentazioni con la famiglia mi sembra un po’ prestino- rispose Charlie.
-Hai detto una cosa molto carina e deludete allo stesso tempo-
-Cerco di indorarti la pillola, cara-
Uno sguardo torvo le perforò la nuca ma ciò non distolse l’attenzione di Charlie dal caffè.
-Pensa se la mia migliore amica stesse uscendo con uno dei Beatles… sai che farebbe? Me li presenterebbe, sai? Lei è una proprio forte-
-Sei una ruffiana-
-Eddai, pensaci!-
-Julie, l’ultima volta che hai comprato un loro disco sei andata in iperventilazione per venti minuti! Quando hai scoperto che nel ristorante in cui stavi mangiando c’erano stati anche loro qualche mese prima stavi svenendo! Sei una…. Beatlemaniaca!-
-Allora hai paura che ti metta in imbarazzo?- il tono di Julia cambiò improvvisamente. Soppesare le parole è un’abitudine che tutti dovrebbero avere.
-Ma no, io non intendevo questo-
-E cosa allora?-
-è solo che forse non sei ancora pronta…-
-Ancora pronta?! Charlie, sono una loro fan da anni, il minimo che tu possa fare è almeno presentarmeli!-
-Cosa vuoi che ti dica, non sono io che…- Charlie era davvero in difficoltà. Era ovvio che voleva presentarle i Beatles, soprattutto Paul, infondo Julie aveva sempre conosciuto per prima ogni ragazzo nella vita di Charlie. Eppure non era sicura che fosse una buona idea, voleva bene a Julia ma per certi versi agiva davvero come una fanatica.
-Non riesco a credere che tu stia veramente rifiutandoti di farlo. Ora devo andare- e detto questo Julia afferrò la borsa e lasciò velocemente l’appartamento.
“Tutto questo è assurdo, è irreale!” pensò Charlie, abbandonandosi sul divano.
 
 
 
-Hey, mi hanno riferito la chiamata e ho deciso di passare, tutto bene?- chiese Anne, preoccupata.
Ringo aveva lasciato un messaggio chiedendole di vedersi, e la cosa le era sembrata decisamente strana. In quel momento era seduta nella camera d’albergo dei Beatles, vuota ad eccezione di Ringo che la stava aspettando.
-Sì, tutto bene- lui le si avvicinò e la baciò, ma quel bacio non fu come quelli che Ringo le regalava di solito. In effetti non era neanche una vera e proprio dimostrazione d’affetto.
-Dimmi la verità, che succede?- Ora sì che cominciava a preoccuparsi. Il batterista dei Beatles si era già stancato di lei? Quella fantomatica metà perfetta per lui di cui Anne aveva così paura era già arrivata.
-Ok… senti ho visto una cosa sul giornale oggi e… bhe non so cosa pensare…- Rungo tirò fuori dal cappotto appesa vicino alla porta una rivista. La aprì e Anne provò un moto di sollievo e confusione vedendo le pagine spiegazzate. Era una foto scattata alla festa cui Ringo non l’aveva accompagnata, in cui Anne era abbracciata al ragazzo che l’aveva portata di peso a ballare.
-Era solo un ballo, con un collega, nulla di più Ringo, davvero- disse lei. L’espressione triste di Ringo la fece sentire davvero in colpa. Sapeva di non aver fatto niente, ma  avrebbe dovuto saper dire di no a quel ballo. Non riusciva a pensare di aver ferito Ringo a quel modo.
Dal canto suo Ringo se ne stava lì a fissarla. Le credeva, voleva crederle, ma non poteva fare a meno di pensare che la paura di perderla forse un senso l’aveva.
-Ti prego credimi, Ringo.-  Anne non poteva permettere che quella dannata foto scattata per sbaglio le portasse via l’unico uomo che non si fosse dimostrato un perfetto maiale con lei.
-Ti credo, davvero. Volevo solo parlartene- Le sue parole parlavano di cose che il suo viso non rispecchiava. La voce era poco convinta, flebile. Non era neanche metà del Ringo solare che era di solito. E tutto questo per colpa sua. Ma Anne non se la sentì di insistere, di menare il can per l’aia. Qualsiasi lite sarebbe stato meglio di quello. Meglio di quel mezzo silenzio che non avrebbe convinto neanche un bambino. Ma quella reazione la disarmava.
Con una scusa qualsiasi  Anne si congedò da lui e Ringo rimase in camera. Seduto sul letto non riusciva a scacciare dalla testa l’espressione di Anne. Forse la sua reazione era esagerata, forse no . Forse doveva solo fidarsi, di sé stesso in primis.
Gettò uno sguardo ad una foto appesa al muro. Loro quattro, sorridenti dopo un’esibizione. Adorava quella foto, se la portava d’ovunque. Ma quella volta ci vide qualcosa di più. Guardò Paul, bello e sorridente, che uno sguardo faceva cadere ai suoi piedi migliaia di ragazze e con un passo faceva voltare tutte le donne presenti nella stanza. John, semplicemente John, con un carisma che trascinava le folle e un volto che avrebbe sciolto un iceberg. George, silenzioso e riflessivo, che dentro di sé nascondeva un universo intero e che non riusciva a non piacere a qualcuno. E poi lui. Ma cosa diavolo gli stava succedendo? Esser sé stesso non era mai stato così difficile. Probabilmente lui non era poi così diverso da com’era il ragazzino di Liverpool catapultato tra le stelle così, un po’ per sbaglio, un po’ per gioco.
 
 
 
 
 
Così passarono un paio di settimane.
Charlie provò a chiamare Julie decine di volte ma il telefono tristemente taceva. Al lavoro la stavano massacrando, era in arretrato su un sacco di scadenze e il resto del tempo lo spendeva cercando di vedere Paul, per quanto era possibile. Lui era fantastico, gentile e attento, ma era sempre occupato, pieno d’impegni e di gente da vedere, e le imminenti riprese di A Hard Day’s Night non aiutavano.
La sera Paul aveva sempre eventi cui presenziare, cene di lavoro, presentazioni, e lei proprio non ce la faceva a mantenere il passo con la vita dei ricchi e famosi.
Anne si era gettata a capofitto nel lavoro e aveva evitato accuratamente tutti i paparazzi. La sua relazione con Ringo andava avanti, ma in maniera così piatta e forzata da rendere tutto più difficile. Sapeva che non era solo la foto sul giornale, ce c’era dell’altro sotto, ma era troppo codarda per prendere in mano la situazione. Aveva paura, paura di scottarsi ancora, e non ce l’avrebbe a fatta.
George indossava una maschera d’allegria che lo aiutava a non pensare a quello che era successo, ma la verità era che guardandosi allo specchio vedeva solo un idiota che aveva investito tutto su una storia senza presente e senza futuro.
E anche John si era scoperto malinconico. Sembrava che tutti, nel bene e nel male, avessero qualcuno di speciale accanto cui pensare, mentre lui da quando aveva rotto con Cynthia aveva tagliato in ponti con le relazioni interpersonale. Gli capitava di svegliarsi la mattina di fianco alla ragazza di turno di cui a malapena ricordava il nome e se ne usciva alla chetichella come un ladro. Avrebbe voluto parlarne con gli altri, ma sarebbe stato solo ipocrita da parte sua.
C’era un comune denominatore in tutto quello? Una causa? Era possibile che il loro sogno stesse veramente rendendo tutto più duro da sopportare, fino ad amplificare anche il più piccolo dei problemi? Era veramente così difficile essere un Beatle?
 
LITTLE CORNER:
 
Hello, everybody! Ok, capitolo un po’ giù di tono e anche un po’ più corto. Le cose si fanno complicate per tutti e tutti sembrano avere i loro “volatili per diabetici” con cui fare i conti. Ce la faranno a riprendere il controllo della situazione? Bhe, leggere per scoprire.
Ringrazio ancora DazedandConfused per la sua splendida ( e divertentissima xD) recensione, sei veramente d’aiuto!
E un grazie anche a chi legge e basta.
Alla prossima,
XXXX,
NOBODY.
 
 
 
 
 
  
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