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Autore: MadBlanche    23/02/2011    1 recensioni
Si incontrano: un vecchio, solo con la sua malinconia...alla ricerca di qualcuno che ha perso...un ragazzo che si perde in una città che non conosce...Beh, spero vi piaccia...è la mia prima storia! =) Buona lettura fiduciosa gente che si addentra in questo che è un racconto che è rimasto chiuso troppo tempo in un quadernino ingiallito e che aveva voglia di farsi conoscere! ^^
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Carmelo aveva 75 anni. Ogni giorno, alla stessa ora, andava allo stesso bar e si sedeva allo stesso tavolo, sulla stessa sedia. Se quel tavolo era occupato si impuntava davanti allo sfortunato cliente che lo occupava e lo fissava finchè quello, infastidito, non se ne andava. Ma ormai tutti avevano imparato a non sedersi a quel tavolo. Così Carmelo passava i suoi pomeriggi. Stava seduto fissando il vuoto, senza ordinare niente, senza parlare con nessuno. E aspettava, forse qualcuno, forse qualcosa. Poi alle 19 in punto, si alzava e faceva due passi, per fermarsi sotto un albero all'angolo di una strada. Si guardava un pò intorno, come alla ricerca di quel qualcuno che non si era presentato al bar, e poi guardava in su, verso il cielo, alla disperata ricerca di qualche stella ancora visibile nonostante la luce del lampione che gli stava sopra. E quando finalmente la trovava sorrideva dolcemente mentre gli occhi si velavano di lacrime. Poi chinava la testa e si avviava verso casa. Era un giorno come altri e già da un'ora Carmelo era seduto al bar, quando un giovane dai capelli chiari si avvicinò. «Mi scusi...sa dove si trova il Viale SanMatteo?» chiese il ragazzo con accento straniero. Carmelo spostò lo sguardo dalla porta su di lui, senza però sembrare vederlo. Dopo pochi attimi ritornò a fissare la porta. Il ragazzo era perplesso. «Mi scusi può dirmi...» ma non ebbe modo di terminare la frase. «Il Viale SanMatteo» Sospirò il vecchio «Il viale più bello della città. Se vuoi stare tranquillo vai là. Se vuoi divertirti vai sempre là. Io ci andavo sempre perchè sia a me che a lei piaceva. E' lì che ho preso Georgen. Georgen però è morto. 2 anni fa» Il vecchio guardò tristemente il tovagliolo che aveva tra le mani. Intanto il ragazzo era incerto. Non aveva idea di che fare. Il vecchio ricominciò:«Cambiavo la sua acqua ogni due giorni e lui era felice quando lo facevo. Era molto bello, Georgen. Era tutto rosso e la sua coda era lunga ed elegante. Ah che bravo pesciolino che era! «Ma se ne è andato, come lei, magari sono insieme, non saprei. Pure lei era molto bella, e andavamo spesso sul Viale SanMatteo, ci piaceva. E ci sedevamo sulla panchina difronte il negozio di pesci. Mi piaceva quel viale.» Il vecchio si zittì un attimo e il ragazzo guardò l'orologio che aveva al polso. Poi di colpo si sedette.«Mi chiamo Aaron». L'anziano lo guardò come se fosse stata la prima volta e rispose. «Io sono Carmelo, e lei era Janette, ma odiova farsi chiamare così. Per tutti era Jean» sospirò. «Sai dove ci siamo incontrati la prima volta?» Aaron scosse la testa. «Avevo 20 anni, e lei 19. E fu in una libreria che ci vedemmo la prima volta. Lavoravo lì, facevo il commesso, e lei era venuta a comprare un libro. Il suo genere preferito era l'orror! Ah! Io non riuscivo a leggere quei libri, mi terrorizzavano, e invece lei li divorava, davvero, e rimaneva impassibile, sempre! Era una ragazza forte, e poi una donna forte. L'ho sempre ammirata. Aveva i capelli castani e i suoi occhi...erano sue smeraldi viventi. Scintillavano di ogni sfumatura di verde che l'occhio umano può vedere. Ma era il suo sorriso che mi incantò più di tutto. Stringeva un pò gli occhi e le rughette intorno alle labbra si marcavano rendendola ancora più bella. Vivemmo insieme per sette anni, poi ai miei 29 anni ci sposammo. Non dimenticherò mai il suo abito corto e semplice, e verde, perchè lei doveva andare contro ogni tradizione, contro ogni cosao persona gli dicesse cosa doveva o non doveva fare. E poi scoprimmo che non poteva avere figli, e pianse, pianse per la prima volta da quando la l'avevo conosciuta. E un giorno mi portò sul Viale SanMatteo, nel negozio di animali e mi disse di scegliere un pesce, mi disse che sarebbe stato il nostro piccolo. Un pesce! Ma lei era così, non un cane, o un gatto, ma un pesce! Ma un giorno iniziò a tossire, e a vomitare, e un giorno quel vomito divenne sangue e venne l'ambulanza che ci disse che aveva dei problemi al polmone destro, e poi quei problemi divennero un tumore, e ormai era troppo tardi, troppo tardi!» Carmelo si fermò, le lacrime gli rigavano pieno di sofferenza. Aaron gli strinse una spalla con la mano. Il vecchio lo guardò come per ringraziarlo e mormorò:«Perchè? Perchè lei? Pian piano perse tutti i capelli, il tumore era arrivato alla testa, e le rughe intorno le labbra non c'erano più solo quando rideva. Ma era bella! Mi accarezzava la testa e mi biaciava la fronte e io le stringevo le mani e le dicevo che profumava come un gelsomino e mi rispondeva sempre con qualche dolce parola. E un giorno mi disse che aveva sonno, e che mi amava, e io non avevo capito e le dissi "Allora ci vediamo più tardi"! Perchè lei? Tre settimane dopo pure Georgen.» Aaron aveva gli occhi lucidi e fissava, senza vederla, una mattonella poco lontana dal tavolo. «Carmelo>> sussurrò. «Carmelo, il mondo è ingiusto! Il mondo, la vita ti illude e prende tutto ciò che c'è di bello, allegro, prima promette e poi tradisce. Ma noi andiamo avanti perchè non possiamo fare altrimenti. Jean non aveva paura. Lei non aveva paura di nulla, e lei non ti ha abbandonato, lei non lo avrebbe mai fatto e non lo farà mai. Tu la porti sempre con te.» Gli strinse la mano tremante. «Carmelo» e si sforzò di sorridere «lei ti ha sempre amato e non vuole, non ha mai voluto che tu ti abbattessi così. Non ti ha lasciato, è qua con te ogni giorno, per sempre» Carmelo lo guardò e questa volta il suo sguardo era pieno di gratitudine, e si alzò stringendo ancora la mano del ragazzo e guardandolo negli occhi. Poi si allontanò, arrivando all'albero guardando solo per un attimo il cielo prima di andarsene sorridendo. Aaron si alzò e uscì pure lui dal bar, trovando finalmente il Viale SanMatteo. Passeggiò a lungo, del tutto dimentico del suo appuntamento. Cercava quel posto...lo voleva vedere. A passo lento camminava fissando i negozi, finchè non lo trovò. Il piccolo negozio di pesci che aveva di fronte una panchina arruginita. Vi si sedette e si guardò attorno. Un vento caldo, odore di gelsomino, e una voce, un sussurròo quasi immaginario: grazie diceva. Il giovane sorrise, e alzò il viso verso il cielo. Una stella brillava su di lui. «Di nulla» Da quel giorno Carmelo non andò più al bar. Da quel giorno Jean era libera.
  
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