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Autore: Tury    23/02/2011    2 recensioni
Non so esattamente come definirla, se una storia o semplice considerazione della vita. Spero che la lettura possa trasmettervi qualcosa. Fulcro di tutto è l'attenzione rivolta alla vita degli animali nella nostra società. Anche se molte volte, più che di vita bisognorebbe parlare di sopravvivenza, quella stessa sopravvivenza che spesso e volentieri non ci è estranea
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Sangue.
No, non umano ma animale. Sangue di un povero uccello, un colombo. I suoi occhi sono ancora lucidi, sembra vogliano chiedere perdono per un'ultima volta. Perdono per un presunto fastidio. La pietra è ancora lì, a scuarciare il suo corpo facendone uscire le interiora. Ribrezzo. E' sulle facce di tutti i presenti. Fa schifo assistere ad una tale scena. Ma a suscitare davvero ribrezzo dovrebbe essere l'umano che ha compiuto questo gesto. Probabilmente ora sarà invaso da un senso di soddisfazione e perché no, probabilmente si starà vantando con alcuni amici. Si starà vantando di esser divenuto un criminale. Perché non c'è differenza tra noi presunti umani e loro, animali che devono subire ingiustizie simili.Il valore della vita non muta, il gesto conserva la sua atrocità. Eppure quante persone avrebbero desiderato essere al posto di quel ragazzo, scagliare quella pietra, sorridere di quella sofferenza.


Capodanno.
Le strade sono deserte. Il vento soffia tra gli alberi. C'è solo un'ombra. E' la sagoma di un cane che attende la morte. Sul suo corpo sono evidenti ferite profonde. Sono state causate da petardi. Il suo sguardo è fisso su una persona. Un ragazzo alza il braccio. E' pronto a colpire. L'animale chiede pietà, lacrime candide bagnano il suo manto. Un ghigno sul quel volto da demone. Un tonfo, e dopo solo fumo. Potesse scoppiargli in mano quel petardo, capirebbe il dolore che provoca. Ma è questo il problema. L'uomo non conosce il dolore perché se lo conoscesse non lo imprimerebbe mai. Nemmeno ad un animale. L'orologio suona la mezzanotte. Un nuovo anno nasce ma quel cane non vedrà mai più l'alba di un nuovo giorno.


Madrid.
Urla si alzano dallo stadio. Il toro è stato liberato. Picas e banderillas gli straziano la carne. Le droghe iniziano ad avere il loro effetto, la trementina lo obbliga al movimento. La stoppa che ha nelle narici e nella gola gli rende impossibile la respirazione.Ed eccolo, l' "eroe"! La sua spada fende l'aria e colpisce. Altro sangue si aggiunge a quello che già macchia il manto nero dell'animale. Le urla si intensificano. Il toro ormai impotente si accascia al suolo, attendendo il colpo di grazia, per porre fine a quell'immenso dolore. Ma l'uomo non conosce la pietà e lo trascina fuori, agonizzante. Ed ecco che reclama i suoi trofei: la coda e le orecchie dell'animale. Che sente tutto, che prova dolore.


E ora chiedo a te, essere definito umano, chi è la vera bestia.
  
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