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Autore: MusicAddicted    24/02/2011    4 recensioni
Brian Molko è alle prese con un fan innamorato perso di lui, che lo assilla e non gli da tregua. Cosa c’è di strano in tutto questo? Forse, forse che questo fan ossessionato risponde al nome di Matthew Bellamy!!
[Matt/Dom, Bri/Stef, Bri/Matt, Stef/Dom... e si incasinerà ancora di più!!]
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Muse, Placebo
Note: AU, Cross-over, What if? | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Mannaggia a me… ma quanto sono in ritardo stavolta?
 
Ormai, è un dato di fatto, questa storia andrà a rilento, fateci l’abitudine.
Vi dico solo che alcune scene di questo capitolo le immaginavo da mesi e mesi… e ci ho messo comunque un’eternità a scriverlo… figuriamoci quanto ci metterò per il prossimo, sul quale non ho ancora nessuna idea… ahahah.. praticamente aggiornerò verso ferragosto!
 
ok.. veniamo alle cose serie.. i ringraziamenti:
 
Nai: Tesorina, anche tu qui? Non ti aspettavo (anche perché io ho ignobilmente smesso di seguire le tue storie.. quindi mi fai sentire terribilmente in colpa!!) Felice che trovi tutto così adorabile, di nuovo mille grazie!!!
 
Woby: yeeeeees, felicissima di averti divertito, cawa (è il mio principale obiettivo), gwazie per aver citato quele scene e aaaawwwww.. mi commuovi con una dedica così.. quella canzone?? ti rendi conto? QUELLA! <3
 
Lady: Tesowaaaa! Felicissima di averti fatto ridere e… oddio, ma io mi imbarazzo con tutti ‘sti complimenti, sei twoppo, twoppo gentile davvero. Ebbene sì, ora Matt incontra Bri, però ahimè.. mi spiace ma non c’è Chris in questo capitolo… mi perdoni?
 
Lilla: aaaww, grazie!! Felice che ami Stefan. E, sì, lo so di essere perfida. Yessss, super-stra-felice di essere riuscita a farti piacere Matt e Dom! ^^ eh sì, con la ‘coppia aperta ‘ hai fatto proprio centro.. qui si spiegherà tutto meglio
 
ho parlato anche troppo.. vi lascio al capitolo:
 
 
Capitolo V: There’s never been so much at stake
 
 
Matthew non poteva credere alla fortuna che aveva avuto.
Certo, si era precipitato lì senza pensarci, sperando di incontrare il suo idolo.
Tuttavia, tra il solo pensarlo e il riuscirci per davvero c’era un’enorme differenza.
 
Non c’era un secondo da perdere.
 
Gli vennero in mente le parole di una canzone a cui stava lavorando.
Anzi, a dire il vero l’aveva già completata da mesi, mancava ancora il titolo giusto da trovarle. Per quello ci sarebbe stato tempo.
Per lo più si stava concentrando su una frase che si ripeteva ad ogni fine ritornello.
 
And I’ll do it on my own.
 
E, seguendo quel consiglio in musica, lui stava davvero per fare a modo suo.
 
“Brian! Brrrriiaaaaaaaaaaaaan!” esclamò, sbracciandosi e saltellando per attirare la sua attenzione.
 
Dominic alzò gli occhi, mentre Brian trovò quella scena molto buffa.
 
“Potrei capire se fossimo ad un mio concerto e tu ti dovessi distinguere fra la folla, ma siamo qui, in tre, a neanche un metro di distanza. Direi che la mia attenzione l’hai attirata, eccome!” esclamò Brian, rimanendo dall’altra parte del cancello.
 
< Quei capelli ti aiutano molto nell’impresa! > pensò.
 
Matthew lo ascoltava e lo osservava rapito, con un’espressione a metà tra l’ebete e l’incredulo, con un solo pensiero nella mente, prodotto dall’unico neurone che ancora riusciva a circolargli dentro.
 
< Brian Molko sta parlando. A me! Sta instaurando un dialogo. Si sta rapportando con me! >
 
Per essere un unico neurone, formulava pensieri di una notevole complessità.
 
“Ti prego di scusarlo, ti assicuro che di solito agisce più normalmente… beh, più o meno.” spiegò Dom, mosso da una sorta di compassione per il suo ragazzo.
 
“Capisco.” borbottò Brian, fissando Matt con una certa diffidenza.
 
< Farei bene a tenermi sempre da questa parte del cancello. > considerò il frontman.
 
Matt sembrò uscire da quella sorta di trance.
 
“Brian, devi credermi, io sono il tuo più grande fan e ti devo tutto. Sai, canzoni come ‘Nancy Boy’, ‘My Sweet Prince ‘ e ‘Burger Queen’ mi hanno fatto aprire gli occhi. Ho capito chi sono e quello che voglio davvero.” spiegò Matt, travolgendo Brian nel suo fiume di parole, nonostante fossero scandite più lentamente del suo solito.
 
“Per la cronaca, io sono quello che lui davvero vuole.” precisò Dom, con un certo orgoglio, tendendo la mano a Brian, attraverso  le sbarre del cancello.
 
Brian accettò di buon grado quella stretta.
 
“Allora, come vi chiamate?” domandò il più grande ai due ragazzi, anche se per lo più si stava rivolgendo principalmente a Matthew.
 
“Io mi chiamo Matthew, ma anche Matt va bene. Ti dirò, tutti mi chiamano ‘Bells ‘, perché è il diminutivo di ‘Bellamy ‘ che è il mio cognome. Oppure, se ti va, puoi anche chiamarmi col mio secondo nome che è Ja… “
 
“Accidenti! Ti ho solo chiesto come ti chiami, non intendevo fare questo viaggio infinito nella storia della tua Anagrafe!” sbottò Brian.
 
Matthew fissò il terreno, avvilito, mentre il suo compagno non riuscì a trattenere una risatina.
 
“E io sono Dom. Visto? E’veloce, breve e semplice.” gli sorrise l’ex-biondo.
 
“Bene. Ad ogni modo, tu, cosetto… “ si rivolse a Matt Brian e il ragazzo rialzò subito lo sguardo.
 
“Credo che ti chiamerò Baby-Blue . Ti si addice!” decise Brian.
 
Dom lo guardò con disapprovazione, mentre Matt annuì, con un sorriso.
 
“Ok, adesso me lo potete anche dire. Come diavolo siete riusciti a trovarmi?” chiese loro la rockstar.
 
“Beh, sai, noi… “ cominciò l’ex-biondo, ma fu interrotto dall’ex-moro.
 
“Ti abbiamo seguito ieri, a fine show, con il massimo della discrezione.” si inventò Matthew.
 
Per tutta risposta, Brian scoppiò a ridere.
 
“Voi due? Discrezione?! Con quei capelli? Oh, vi prego, non mi fate ridere. Ah, no, aspettate. Sto già ridendo.” commentò, divertito.
 
“Ad ogni modo, le mie guardie vi avrebbero localizzato nel raggio di cinque chilometri! Quindi, seriamente, come diavolo avete fatto a trovarmi?” inistette.
 
Matt e Dom si guardarono tra loro, decidendosi a dire la verità.
 
“Qualcuno ci ha detto che ti sei trasferito qui, almeno per un po’.” confessò Matt.
 
“Lo sapevo! Deve essere stato quel dannato postino. Quell’uomo malvagio mi odia proprio!” borbottò Brian fra sé e sé.
 
Dominic e Matthew lo scrutarono parecchio sconcertati, ma preferirono non dirgli nulla.
 
“Allora, com’è che hai deciso di stabilirti qui?” domandò Dominic, con il solo intento di far conversazione.
 
“Fatti gli affaracci tuoi!” fu la secca risposta che ricevette dall’interpellato. “Scusate, ma è come se io vi chiedessi perché tu, cosetto, hai i capelli blu, e tu, ficcanaso, hai i capelli arancioni!” aggiunse.
 
Entrambi gli Inglesi lo guardarono un po’ contrariati.
Ok, non è esatto: il contrariato era Dom, Matt lo guardava e basta.
 
“Ti sbagli, sai? Non sono blu. Sono color ‘Cobalto dell’Oceano Pacifico, quando il sole filtra tra le onde e rende l’acqua così limpida che si può quasi vedere il fondale’.” precisò Matthew, con tutta la calma di cui, occasionalmente, era capace.
 
“Ha ragione. E i miei non sono arancioni. Sono color ‘Cielo al tramonto d’estate, su una spiaggia Californiana, con i granelli di sabbia che si lasciano trasportare da una leggera e tiepida brezza ‘.” specificò Dominic, con fierezza.
 
Brian li fissò con un’espressione indecifrabile.
 
“Che accidenti si fumano i vostri parrucchieri?” domandò allibito, tenendosi a maggior distanza dal cancello.
 
“Niente parrucchieri. Sono tinte fai-da-te.” precisò Matt.
 
“Allora… che accidenti fumate voi? No, aspettate, non lo voglio sapere!” brontolò Brian.
 
“Si può sapere che diavolo hai contro le nostre tinte? Hanno una lunga storia alle spalle e poi hanno anche un significato simbolico: così come l’oceano appartiene alla spiaggia e viceversa, il mio Matt ed io ci apparteniamo!” spiegò Dom, buttando le braccia al collo di Matt e stringendolo forte a sé, mentre guardava Brian, sentendo l’impellente esigenza di marcare il proprio territorio.
 
Peccato che il ‘territorio ‘ in questione si divincolò da quella stretta, con fare piuttosto scocciato.
 
“Sì, però è anche vero che l’oceano può affluire in altri mari, così come la sabbia della spiaggia può farsi trasportare dal vento e approdare su un’altra costa!” aggiunse Matt, lanciando un’occhiataccia a Dominic.
 
“Ma… “ protestò Dom, indispettito.
 
“E poi, se la temperatura si innalza di almeno 0,5 °C e si mantiene così per un periodo non inferiore ai cinque mesi, nell’Oceano avrà luogo il Niño. Se invece la temperatura scende di almeno 0,5°C rispetto alla media stagionale, allora si avrà  la Niña .“ aggiunse Matt, con fare da saputello.
 
Brian guardò confuso prima Dominic, poi Matthew.
 
“State ancora parlando di voi due o adesso tu, cosetto, stai blaterando l’ultima cosa che hai visto su Discovery Channel?” domandò, per lo più rivolto all’ex-moro.
 
“Prima parlavo di noi due, ma ammetto che l’ultima cosa l’ho appresa da un documentario interessantissimo che ho visto due giorni fa!” confessò Matthew.
 
“Come volevasi dimostrare!” alzò gli occhi Brian.
 
“E meno male! Perché altrimenti vorrebbe dire che a seconda che faccia più caldo o più freddo, a te piace tradirmi con un ragazzo o una ragazza!” sbottò Dominic.
 
“Ma no! Non è questo il punto. Voglio dire, non capite? Da un particolare insignificante come un lieve innalzamento della temperatura può dipendere la fine del mondo!” fece notare agli altri due Matthew, parlando concitato e agitando braccia e mani, per accompagnare ogni singola parola.
 
Brian lo ignorò in maniera quasi beffarda e si rivolse solo a Dominic.
 
“Ma è sempre così?” gli domandò.
 
“Intendi così strano, pazzo, catastrofico, paranoico, esagerato o logorroico?” gli domandò a sua volta Dom.
 
“Tutto.” rispose l’altro.
 
“La risposta era sì, in ogni caso.” ridacchiò Dom.
 
“Forse se gliene parlo, almeno lui crederà alle mie teorie.” borbottò Matt, innervosito dal fatto che non lo stessero comprendendo.
 
“Lui chi?” chiese Brian, ma voltandosi ebbe la risposta: attirato da tutto quel chiacchiericcio, anche Stefan si era deciso ad uscire, avvicinandosi al cancello.
 
“Hey, Bri, hai fatto nuove amicizie?” gli domandò, cingendogli dolcemente i fianchi.
 
Sussultò quando distolse lo sguardo dal suo ragazzo e si rese conto di chi fosse una delle ‘nuove amicizie’.
 
“Tu?” esclamò, esterrefatto.
 
“Io!” dichiarò tronfio Dominic.
 
“Significa che voi due vi conoscete?” dedusse Brian, guardandoli con sospetto.
 
“Diciamo che, al concerto di ieri, il ragazzo ha saputo attirare la mia attenzione.” spiegò Stefan, sorridendo a Brian… ma anche a Dom.
 
Matthew se ne accorse.
 
“Hey! E si può sapere dov’ero io mentre succedeva tutto questo?”
 
“Calpestato dalle quattordicenni, prima che io ti venissi a salvare.” replicò Dom, con una certa sfrontatezza.
 
“Sei stato calpestato da un gruppo di ragazzine?” ridacchiò Brian.
 
“Non è questo il punto!” sbottò Matt, fulminando il suo ragazzo con lo sguardo.
 
“Ad ogni modo, Bri, che modi sono? Hai degli ospiti e li tieni a distanza di sicurezza? Prego, entrate.” li invitò Stefan, aprendo il cancello, prima che Brian glielo potesse impedire.
 
“No, Stef, che fai?” esclamò, allarmato, ma ormai era troppo tardi.
 
“Andiamo, Brian, non essere scortese!” lo rimproverò Stefan.
 
Matt e Dom oltrepassarono la soglia, posizionandosi ciascuno vicino al componente dei Placebo di proprio interesse.
 
“Grazie, sei gentile!” sorrise Dom a Stefan. “A proposito, a te non ci siamo ancora presentati: io sono Dominic, lui è Matthew!” spiegò il ragazzo dai capelli arancioni, stringendogli la mano.
 
“Non trovi faccia caldo? Fossi in te, io quella maglia me la leverei.” commentò Dom, con aria casuale.
 
“Non direi, sto bene così. E poi, scusa, parli tu che hai addosso camicia e giubbino” gli fece notare Stefan.
 
“Ma io sono io. Non ho il tuo fisico. E che fisico! E poi, tu sei Svedese!” insistette Dominic.
 
“Ultime notizie per te: non tutti gli Svedesi soffrono il caldo!” precisò Stefan.
 
Non molto lontano da loro, si stava svolgendo un altro tipo di dialogo.
 
“Non ci credo. Sto parlando a te, Brian Molko. A pochi centimetri da te!” esclamò Matthew, emozionato fino all’inverosimile.
 
“Stavamo parlando anche prima, mi sembra!” precisò Brian.
 
“Sì, ma prima c’era il cancello.” spiegò Matt.
 
< Quel sacrosanto cancello che mi faceva sentire protetto! > rimuginò Brian, anche se doveva riconoscere che, nonostante quel ragazzo dai capelli assurdi lo inquietasse non poco, allo stesso tempo c’era in lui, nel suo modo di parlare, di muoversi, di vedere il mondo, qualcosa che lo affascinava inesorabilmente.
 
“E comunque sappi che rischi grosso a restare qui.” lo mise in guardia Brian.
 
“Uh? Perché? E’ Stefan che ci ha invitato, non è violazione di domicilio!” contestò Matthew.
 
“Intendo dire che rischi a stare vicino a me. Vuoi sapere perché mi sono dovuto temporaneamente ritirare dalle scene?” gli domandò il più grande e il più piccolo annuì, divorato dalla curiosità, ma un po’ anche dalla paura.
 
< Che cosa sta per dirmi? >  si domandò, per niente tranquillo.
 
“Per stress. Ero troppo sotto stress, anzi, lo sono ancora e spesso la cosa sfocia in attacchi di isterismo, quindi chi ha la sfortuna di starmi vicino in quel momento incombe nella mia ira.” si decise a confessare Brian, ma non suscitò nel suo interlocutore la reazione sperata.
 
Matthew gli stava rivolgendo uno sguardo che traboccava di ammirazione.
 
“L’istèria è un sentimento affascinante, dalle mille sfaccettature, e non va in alcun modo represso. Qualcuno dovrebbe scriverci una canzone a riguardo un giorno.” sentenziò Matt. “E poi, pericoloso sei ancora più irresistibile. Diventi a tutti gli effetti un tabù. E io sono calamitato dai tabù. “ aggiunse, con un mezzo sorriso, accarezzandogli il viso con una mano.
 
Brian lo lasciò fare, un po’ sorpreso da quel gesto, ma Dom e Stef erano troppo presi a parlare fra loro, per accorgersene.
 
“Ad ogni modo, grazie!” esclamò Matt, subito dopo.
 
“E di cosa?” si accigliò Brian.
 
“Grazie, perché mi stai dedicando il tuo tempo. Potevi ignorarmi e tornare in casa, ma non l’hai fatto. E ora, tu, Brian Molko, che sei sempre attorniato da ragazze e ragazzi stupendi stai parlando proprio con me, che non sono certo un adone, con questa faccia da roditore e… “ iniziò a sproloquiare Matt.
 
“No. Non un roditore.” lo interruppe Brian. “Un cerbiatto.” aggiunse.
 
“Uh?” lo guardò confuso Matt.
 
“Tu mi ricordi di più un cerbiatto.” spiegò Brian.
 
“Davvero?” sorrise Matt.
 
“Sì. Ma devi sapere che io i cerbiatti li detesto. Quando ho visto ‘Bambi ‘ tifavo per il cacciatore!” ribatté Brian, secco.
 
“Oh, mio dio, ma sei senza cuore! Sei un essere spregevole!” intervenne Dom, quasi piangendo, sconvolto da quella rivelazione.
Era molto sensibile, quando si trattava di cartoni animati.
 
“Hey! Di cosa ti impicci tu? Non eri tutto preso a fare gli occhi dolci a mio ragazzo?” gli fece notare Brian. “Aspetta un momento. Smettila di fare gli occhi dolci al mio ragazzo!” aggiunse, stizzito. “E tu non gli dici niente?” si rivolse a Stefan, ancora più stizzito.
 
“Beh, non fa niente di male. E poi… è tanto carino quando fa gli occhi dolci!” si giustificò Stefan, intenerito.
 
Nel frattempo, l’unico neurone rimasto a Matthew era tornato alla ribalta, facendogli formulare un unico pensiero, che era un po’ diventato la sua ragione d’essere.
 
“Io sono un cerbiatto!” si ripeté, con un sorrisone e un’espressione stordita.
 
“Ok, Matthew, direi che li abbiamo importunati abbastanza. Che ne dici se ora ce ne andiamo?” gli propose Dominic, avvicinandosi nuovamente a lui.
 
“Dom, io sono un cerbiatto!” gli rispose Matt, con la stessa espressione da beota.
 
“Ok, l’ho perso!” alzò gli occhi Dom, parlando fra sé e sé.
 
Brian e Stefan osservavano la scena divertiti.
 
“Allora decido io per entrambi. Ce ne andiamo. Brian, Stef, è stato un piacere conoscervi. Soprattutto conoscere te, Stef.” rimarcò, lanciando al bassista un sorriso languido.
 
“Potete tornare a trovarci quando volete!” li informò Stefan.
 
Brian lo guardò stupito, mentre gli altri due sorrisero.
 
“Lo faremo.” assicurò Dom.
 
Brian si avvicinò a Matt, accarezzandogli il viso nello stesso modo in cui il più giovane aveva fatto con lui.
 
“Allora ci vediamo, Baby-Blue. “ lo salutò.
 
Matt sgranò i suoi splendidi occhi azzurri, senza dire una parola, ma con quegli occhi aveva già parlato.
 
I due Inglesi se ne andarono, lasciando Brian e Stefan da soli.
 
“Perché li hai invitati a tornare?” domandò Brian.
 
“Perché no? In fondo sono simpatici.” fece spallucce Stefan.
 
“Oh, sì, certo, soprattutto è la * simpatia * di Dom ad averti colpito. Ho visto come lo guardavi!” sbottò il cantante.
 
“Vogliamo parlare di come tu guardavi Matt?” gli fece notare il bassista, scocciato, ma pochi istanti dopo scoppiò a ridere.
 
“Che ti prende?” lo guardò torvo l’altro.
 
“Ma dài! Ci vedi? Vogliamo davvero metterci a litigare per due ragazzini?” gli sorrise Stefan, scompigliandogli i capelli.
 
“No, hai ragione, sarebbe stupido.” sorrise il frontman, stringendo la sua mano.
 
Bastò un semplice sguardo fra i due, perché si baciassero con ardore.
 
“Bene. Andiamo in spiaggia adesso?” gli propose Stefan.
 
“Uh?” si accigliò Brian.
 
“Ma come? Se prima mi hai fatto una testa tanta sul fatto che volevi andare in spiaggia!”
 
“No, niente spiaggia. Ho cambiato idea.” dichiarò Brian, come il peggiore dei bambini viziati. “Piuttosto vorrei rientrare in casa e riprendere quel nostro discorso che tu ben sai… “ ammiccò, allusivo, rubandogli un bacio veloce.
 
“A questo non dico mai di no!” sogghignò Stefan, precipitandosi in casa con l’amato.
 
 
Fuori, a distanza, Matt e Dom erano rimasti ad osservarli, pur non riuscendo a sentire i loro discorsi.
 
A Matt era bastato allontanarsi da Brian per ritornare quello di sempre
 
“Hai visto come stanno appiccicati? Non si staccano un minuto l’uno dall’altro!” commentò Dominic.
 
“Mi ricordano qualcuno: noi due.” ridacchiò Matthew.
 
Dom gli rivolse un sorriso solare, per poi dargli un giocoso pugno sulla spalla.
 
“E dài, Bells, sono serio. Non abbiamo nessuna chance di attirare la loro attenzione!” affermò Dom.
 
“Tu dici? Io non la penso affatto così. Anzi, secondo me ne abbiamo più di una, dopo quello che ho visto oggi.” lo rincuorò Matt.
 
“Però, Matt.. non lo so.. vogliamo davvero arrivare a tanto? Voglio dire, ok, usciamo con un casino di ragazze e ci divertiamo con loro, ma appunto perché sono ragazze, è un diversivo, non conta niente. Mentre coi ragazzi, sì, ok, è bello flirtarci, può anche scapparci un bacetto non troppo coinvolto ma… andare fino in fondo! Quello non lo abbiamo mai fatto.” rifletté Dom.
 
Matt lo cinse da dietro, appoggiando il mento sulla sua spalla e dondolando insieme a lui.
 
“Ascoltami, lo sai qual è la cosa più bella della nostra relazione? La libertà che ci concediamo a vicenda. E lo sai qual è la cosa più bella di quando ci allontaniamo? Il nostro ritrovarsi. E’ come se io e te fossimo legati da un elastico infrangibile, per quanto ci spingiamo in direzioni opposte, poi finiamo nuovamente l’uno attaccato all’altro. “ spiegò il ragazzo dai capelli blu, col tono più soave possibile
 
“Hai ragione. E’ il segreto della nostra intesa perfetta. Una ragazza non lo potrebbe mai capire, ma con te è diverso. Tu capisci me, come io capisco te e questo non soffocarci a vicenda è semplicemente perfetto. E non importa con chi decidiamo di mettere alla prova la nostra storia, quell’elastico tra noi non si spezzerà mai!” gli sorrise Dom, girandosi per dargli un bacio dolcissimo.
 
“Allora è deciso, ci proveremo. A meno che tu ti voglia tirare indietro, forse non hai abbastanza frecce al tuo arco… “ lo stuzzicò Matt.
 
“Hey! Ti informo che il mio arco ha tantissime frecce. E’ il tuo che lascia un po’ a desiderare, finché ti comporti come l’ultimo degli imbecilli ogni volta che c’è Brian!” lo prese in giro Dom.
 
“Quella è stata solo l’emozione della prima volta, d’ora in poi sarò più lucido.” assicurò Matthew.
 
“Bells, ti va di rendere la cosa più interessante?” suggerì Dominic.
 
“In che modo?” s’incuriosì l’altro.
 
“Facciamo una scommessa: scommetto che io riuscirò a conquistare Stef, prima che tu riesca a conquistare Brian!” gli propose Dom.
 
“E io scommetto il contrario. Qual è la posta in gioco?” domandò il più giovane.
 
“Se vinci tu, ti prometto che per almeno tre mesi non ti scoccerò con le mie attività sportive.” gli assicurò il più grande. “Ma se vinco io… tu a letto farai tutto quello che dico io, anche quelle cose che non vuoi fare mai. “ aggiunse.
 
“Ci sto!” approvò Matt, stringendogli la mano.
 
“Ottimo. E, fidati, tu vinci in entrambi i casi!” gli schiacciò l’occhio l’ex-biondo.
 
“Ci pensi? Mi ha chiamato ‘Baby-Blue’!” rivangò Matt.
 
“Ci penso sì, è un soprannome orribile!” replicò Dom.
 
“A me piace.” lo informò Matt.
 
“Ad ogni modo, per lo più lui ti ha chiamato ‘cosetto ‘. “ gli fece notare il suo ragazzo.
 
“Mi piace anche ‘cosetto’. Del resto sono nomignoli che m’ha dato lui, mi avrebbe anche potuto chiamare ‘stronzo ‘ , sarebbe andato benissimo comunque!” dichiarò l’altro.
 
 “Ok, ora però Andiamo a casa, stronzo!” esclamò Dom.
 
 “Ho detto che Brian avrebbe potuto chiamarmi così, non tu!” protestò Matt.
 
 “Io ti chiamo come maledettamente ti pare... e poi te lo meriti!” ribatté Dom.
 
“Perché, che ho fatto?” si accigliò l’ex-moro.
 
“Non credere che mi sia dimenticato come ti sei divincolato quando ho provato ad abbracciarti, stronzo infame!” rincarò la dose l’ex-biondo, allontanandosi offeso, a passo spedito.
 
Matthew lo rincorse, con un solo obiettivo: farsi perdonare.
 
TBC
 
Ebbene sì, in un certo senso Matt e Dom saranno un po’ i ‘cattivi ‘ di questa storia, che andranno a minare la quiete di quell’altra coppietta ignara … lo ammetto… in fondo, in fondo vado anche un po’ fiera di ‘sta cosa! ;P
 
Ah, per quanto riguarda il colore dei loro capelli… dovete sapere che erano appunti ce  faceano parte di un’assurdissima fiction che ANNI fa la Nai, Liz e io progettavamo… ma che invece non vedrà mai la luce.
Io ho ripreso giusto quella parte, che comunque in quell’altra ff aveva tutto un altro contesto.
Ad ogni modo, ho controllato, plagiare d se stessi non è reato, lol!
 
E in quanto autirce, mi prendo la licenza di continuare a chiamarli ‘ il ragazzo dai capelli blu ‘ ‘ il ragazzo dai capelli arancioni ‘.. altrimenti ci metterei mezza vita ogni volta, lol!
 
E ringrazio Wikipedia, per le notizie sul Niño e la Niña.. ero alla disperata ricerca di n fenomeno atmosferico che interessasse quelle zone!
 
Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo (io mi sono divertita parecchio a scriverlo!).
 
 
vi saluto, notte notte a tutte/i.. è di nuovo tardissimo!
 
p.s. Disclaimer: il titolo del capitolo  è preso dalle lyrics di ‘Every Me, Every You ‘ dei Placebo e la frase della canzone a cui ‘sta lavorando questo Matt ‘ è ovviamente presa da ‘Muscle Museum ‘ dei Muse.
   
 
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